Architettura, mente e cervello

Share Embed


Descrição do Produto

1

ARCHITETTURA MENTE E CERVELLO

L’architettura è il prodotto di un’attività umana che, nel soddisfare un particolare sistema di bisogni, genera una trasformazione controllata dell’ambiente naturale. Quest’attività, come tutte le attività umane, è regolata e finalizzata dal sistema nervoso centrale, in particolare dal cervello e dai suoi prodotti, sulla base di una delle funzioni principali che la mente esprime nella percezione e nell’azione: − con la percezione riceviamo le informazioni dal mondo esterno e le mettiamo in relazione con il mondo nostro interno (sensazioni, emozioni, sentimenti); − con l’attività della mente coordiniamo tali informazioni sia inconsciamente sia coscientemente (creazioni delle motivazioni, elaborazioni logiche, elaborazioni linguistiche); − con il complesso delle attività della mente e degli apparati sensoriali e motori, prendiamo decisioni producendo azioni che modificano il mondo che ci circonda e di cui facciamo parte. Queste azioni o attività finalizzate da una motivazione sono l’aspetto spaziotemporale di un “comportamento psichico e fisico” che non è una prerogativa della specie umana ma è una caratteristica comune, secondo i vari livelli evolutivi, a tutte le specie viventi. L’attuale stato di quest’attività specie-specifica dell’uomo, legata all’architettura, è il frutto di un processo evolutivo protrattosi per milioni di anni derivato da reazioni primitive semplici di puro istinto, come la ricerca di un ricovero, che hanno generato, nel corso dell’evoluzione umana, i processi complessi che noi conosciamo. Per comprendere l’architettura è necessario, almeno in linea di principio, far continuo riferimento alla sua rispondenza a un itinerario filogenetico delle prestazioni degli animali superiori tra cui l’uomo stesso (un uomo con le ali avrebbe generato un’architettura senza scale). In questo senso, come già espresso, l’elemento fondamentale, che direziona ogni comportamento e le attività connesse, è il sistema nervoso centrale dell’organismo umano che direzionando e gestendo i dati sensoriali, sia endogeni (le sollecitazioni di uno stato di bisogni), sia esogeni (di interazione con l’ambiente), costruisce i sistemi complessi della percezione in generale e della percezione della forma in particolare come strumento di controllo e di orientamento direzionale dei comportamenti e dei suoi prodotti (le azioni) .

1

2

Gli elementi in gioco sono, dal punto di vista organico, il modo in cui il sistema nervoso centrale coordina le attività umane e il modo in cui determina le costanti di forma (o invarianti topologiche) alla base della percezione reale dell’ambiente naturale funzionale alla conservazione della specie. In altri termini è necessario capire da un lato quali sono i meccanismi e le logiche delle attività umane specifiche dell’architettura e dall’altro quali aspetti dell’attività del cervello, nella percezione e nell’azione, che sono ad essa pertinenti. E’ apparentemente evidente che la bellezza e la forma di un tempio greco non hanno niente in comune con la sopravvivenza della specie, ma in realtà ciò non è vero. La sopravvivenza della specie è solo molto lontana, come una proteina è lontana dall’organo a cui appartiene, ma è presente e ne è l’origine. La forma pura di un tempio greco, come tutte le attività umane che esprimono forme, è l’espressione della validità storica del bisogno di forma dell’uomo. Questo bisogno nasce, probabilmente come riflesso delle interazioni morfogenetiche interne dell’organismo umano, dalla scoperta della forma appuntita di un sasso o di un ramo rotto dal vento come caratteristica dei materiali utile a penetrare un altro corpo per difesa, per cibo o per scavare un rifugio [i primi strumenti primordiali]. La scienza ricerca forme: la forma del DNA, la forma di un neurone. L’arte ricerca forme: la forma del Tempio greco, la forma della Gioconda. L’origine è la stessa: è nella sopravvivenza della specie. La forma è una necessità dell’uomo, è l’aspetto spazio-temporale del bisogno di riconoscimento, è lo strumento fondamentale d’interazione uomo→natura, sia ai livelli microscopici nella capacità di riconoscimento stereospecifico delle proteine e sia a livello macroscopico nell’individuare gli “oggetti” funzionali alla sopravvivenza. È nel bisogno della forma che nasce l’arte come memoria storica della forma, come esercizio formale al riconoscimento: il più importante strumento della sopravvivenza. Riassumendo sinteticamente: l’obiettivo delle ipotesi che sottendono queste riflessioni è quello di una fondazione scientifica dell’architettura; fondazione che non è una trasposizione di settori delle scienze naturali o formali all’architettura, ma è la comprensione di che cosa sia effettivamente l’architettura nel suo significato “reale”, nella manifestazione “reale” della sua esistenza; nell’iscrizione dell’Architettura, seguendo Konrad Lorenz, nelle Scienze Naturali dell’Uomo. Da quanto specificato discende che per architettura s'intende, non un fenomeno solo umano, ma un fenomeno che, in quanto prodotto da una logica immanente agli 2

3

organismi viventi, appartiene a tutte le specie viventi. Questo fenomeno si manifesta in modo diverso, con maggiore o minore successo nei confronti della pressione selettiva dell'ambiente, secondo i parametri bio-ecologici in gioco. L’architettura, per quanto riguarda il proprio sistema costitutivo, è un “complesso strutturato” di “Unità Significative” (di seguito US) con una propria gerarchia di valori e una propria logica generativa che sono un prodotto, nella filogenesi dell’organismo umano, del rapporto uomo-ambiente (naturale e culturale). Questo “complesso strutturato” nasce da un “ricovero” primordiale (uno “spazio” o un “luogo” “primario” reso fruibile da un “accesso”) e termina ai nostri giorni, per quanto riguarda l’uomo, nella costituzione complessa della “città” e del “territorio”. Le Us sono, quindi, il prodotto delle esperienze selezionate e sedimentate del rapporto uomo-ambiente frutto, sia della selezione naturale (gli animali che non riuscivano e procurarsi un ricovero venivano selezionati dall’ambiente), che della selezione culturale (capacità di apprendere per imitazione o per trasmissione culturale). In questo senso è molto alta la probabilità che le US siano fondate sulla base di “istinti” trasmessi geneticamente ai fini della sopravvivenza della specie. Ovviamente per l’architettura questa dipendenza dagli istinti non è un fatto meccanicistico della fissazione di una motilità o di un comportamento prefissato ma una predisposizione naturale all’architettura, come per il linguaggio (Chomski), a compiere gli atti tendenti a controllare la pressione selettiva dell’ambiente.

Guglielmo Thomas d’Agiout

3

Lihat lebih banyak...

Comentários

Copyright © 2017 DADOSPDF Inc.