Ceramica a vernice nera e ceramica grigia

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Descrição do Produto

MtNrsrpRo pER r BENI e le AruvrrA Culrunalr Ancupolocrcr nELL'Evrnra RoHaAGNA

SopnTNTENDENZA pER r BpNr

CoHauNE or CoxcoRDrA sULLA SpccHre

Gnuppo Sru»r Bassa MoopNEsE

L,TNSEDIAMENTo PREISToRICo E RoMANo

DI CORTE VANINA (LocAlrra FossA Dr CoxcoRDrA)

lVuove ricerche archeologiche nella Bassa Modenese

a cura di

Mauro Calzolari e Nicoletta Giordani

ESTRATTO

San Felice sul Panaro

(Modena) 2001

65

CERAMICA A VERNICE NERA E CERAMICA GRIGIA Roberto Tarpini (*)

l. Ceramica a vernice

nero

Estremamente limitate risultano nell'ambito dei materiali di età romana recuperati nel sito Corte Vanina di Concordia (Mo) le attestazioni relative alla ceramica a vernice nera, documentata da circa 35 frammenti, per lo piu appartenenti a poche forme e riconducibili agli esiti piu tardivi, e scadenti, delle produzioni nord-italiche, che imitano le forme della

ceramica campana. Produzioni nord-italiche (padano-adriatiche) di ceramica a vernice nera sono locahzzabili, ad esempio, a Rimini, Adria e, a nord del Po, a Milano, Cremona, in Lomellina, nel Bergamasco e, probabilmente, anche a Brescia, Mantova o Piacenza (Fiorentini 1963, pp.22-44; Mangani 1982, pp. 100-102; Frontini 1985, pp.20-22; Frontini et al. 1998; Bonini 1998). Non è possibile con il solo esame autoptico attribuire i frammenti rinvenuti nel sito a qualcuna delle fabbriche note, anche se sembra potersi riscontrare una certa uniformità di impasto e vernice nel campione esaminato, soprattutto nel suo nucleo più consistente, quello in pasta rosata. Per quanto riguarda le attribuzioni

formali si fariferimento

alle classificazioni elaborate per la ceramica campana dal Lamboglia e dal Morel (Lamboglia 1952; Morel 1981) ed al lavoro dedicato dalla Frontini alla ceramica a vernice nera proveniente da contesti tombali lombardi (Frontini 1985). Ulteriori confronti vengono inoltre proposti soprattutto con l'area transpadana, lombarda in particolare, da cui è noto un maggior numero di complessi stratigrafici editi con

ceramica a vernice nera rispetto all'ambito regionale emiliano-romagnolo, anche se a differenza di quest'ultimo di attardamento che possono perdurare fino all'età tiberiana e, in Piemonte, addirittura oltre (Morel 1987, pp. 125-126; Morel 1998, p. 251;Giordani 1990, p. 88). essa sembra carattertzzata da fenomeni

l. l. Ceramica a vernice

nera o pasta rosata

Dal punto di vista morfologico, inoltre, si possono cogliere evidenti affinità con le patere di forma Dragendorff 31 realizzate in terra sigillata nord-italica. Sottolinea il carattere transitorio di questa produzione anche la presenza abbastarua frequente non solo in contesti lombardi o piemontesi ma, ad esempio, anche ad Adria, dei bolli in planta pedis, tipici proprio delle terre sigillate bollate (Fiorentini 1963,pp.42-

44;Frontini 1985, p. l3;Toniolo 1986, coll. 809-824;Morel 1987,p. 125,fig.29). Nel sito Corte Vanina si possono ascrivere alla forma Lamboglial116 quattro frammenti di orli, con diametri ricostruibili compresitra24 e 30 cm circa (fig. 1, nn. 1-4). Sono frammenti di dimensioni piuttosto modeste, pooo significativi dal punto di vista di una più precisa definizione tipologica. Solo uno di essi (fig. 1, n. 1) restituisce una porzione maggiore, arrivando fino alla carena, e può essere ricondotto con sicurezza, anche per le caratteristiche della vernice, a questa forma. Nella Bassa Modenese lapatera 7/16 risulta complessivamente meglio attestata in pasta glgia, ma è presente anche in pasta rosata (Giordani 1990, p.9l; Tarpini 1997, p. 84, figg. 1 ,n. 17 e 3, n. 1; p. 85, fi5.2, nn. 5-6). Nell'area

dr Mutina è documentata in tutti e due i tipi di impasto (Giordani 1 988, p. 37, fi5. I 5,12; p. 39, fig. 1 8,5-7), nell' ager centuriato di Budrio in pasta grigia (Bergamini 1980, p. 13, tav.II,46,p. 156, tav. XLI,934). Si possono inoltre segnalare anche le attestazioni dal Bondenese (Calzolari 1986, p.209, fig. 169,5 e 7), dalle zone di bassa pianura del Mantovano (Viadana: Agnesotti 1984, p. 13 1, n.27 , ftg. l23a; Felonica: Calzolari 1986, p.220, fig. 185,2) e dalle Valli Grandi Veronesi (Traina 1982, col. 264, nn. 1 2-15, fig. 1 ,D-G). Appartengono a grosse patere, forse Lamboglia 7116, ma comunque di produzionetarda, anche alcuni frammenti di pareti, non compresi in sede di catalogo in quanto poco

indicativi. Possono essere riferiti a forme tarde anche diversi frammenti di fondi decorati con semplici solcature concentriche, che sulla superficie interna sono carattertzzati

Poche sono le forme della ceramica a vernice nera in pasta rosata documentate nel sito. La maggior parte dei frammenti rinvenuti (26 in tutto) sembra riferibile a grandi patere LambogliaT116, Morel serie 2276, caratterizzate da vasca profonda, alto bordo obliquo, raccordato al fondo da carena spigolosa, fondo piano e largo piede (Morel 1981, p. 159, tav.43; Frontini 1985, p. 13). Questo tipo di patera risulta particolarmente diffuso nelle fasi piu avanzate delle produzioni locali dell'Italia settentrionale, in primo luogo della regione a nord del Po. Compare infaui con particolare frequenza in contesti transpadani, soprattutto tombali, databili

tra l'età augustea e I'età tiberiana (Frontini 1985, p. 13).1 Si tratta di una delle forme in cui meglio si manifesta, nel complesso delle produzioni ceramiche padano-adriatiche di età tardo-repubblicana e proto-imperiale, quel processo di transizione dal gusto per la ceramica a vernice nera a quello per la ceramica a vernice rossa, che, avviatosi nel corso della seconda metà del I sec. &.C., culminerà nella diffi.rsione della terra sigillata (Grassi 1995, pp. 9I-92). La vernice delle patere LambogliaT116 tende infatti ad assumere in genere tonalità brune o bruno-rossastre piuttosto che nere.

da vernice rossastra o bruno-rossastra al centro (disco d'empilement) oppure nera, diluita e sottile, mentre sono invece totalmente risparmiati all'esterno (figg. 1-2, nn.712).

Rispetto ai fondi in ceramica a vernice nera a pasta rosata appena citati si distingue per caratteristiche morfologiche e tecniche il frammento fig. 1, n. 6. Esso non presenta infatti un vero e proprio piede ad anello, quanto piuttosto un fondo

profilato a disco, esternamente concavo. Risulta inoltre verniciato anche esternamente e si differenzia da tutti gli altri frammenti finora rinvenuti nel sito per l'uso di una vernice nera piu brillante e corposa, soprattutto all'interno (piu scadente, con ditate e colature sul bordo e sulla superficie del piede, all'esterno), ms anche per una maggiore durezza dell'argilla.Laparticolare forma del piede non offre molte possibilità di confronto, fermo restando l'estrema difficoltà di risalire alla forma completa da un esiguo frammento di fondo. L'attrrbuzione più plausibile è forse quella al tipo Morel 2323d 1 (coppa con pareti a profilo bombato ed orlo quasi verticale, sottolineato da solcature), da Roma, databile nell'ambito del I sec. a. C. e di probabile produzione locale

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66

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t-l --1-ffi Fig. 1 - Ceramica

a

vernice nera. Pasta rosata (nn. l-8).

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61

Ceramica a vernice nera...

o regionale, ma inserito in una specie, la 2320, prevalentemente riferibile a produzioni dell'area etruschizzante, soprattutto in ceramica campana B, e loro imitazioni (Morel 1981, tav. 47; pp. 1 64-165). Il frammento sembra in ogni caso configurarsi come elemento estraneo, probabilmente di importazione, rispetto al restante materiale in ceramica a vernice nera, riferibile complessivamente ad

un orizzonte produttivo padano-adriatico

tardo. L'altra tipologia documentatatra i frammenti di orli è la coppa emisferica Lamboglia2T (fi5. 1, n. 5), desunta dalla ceramica campana A (Lamboglia 1952,pp.176-177) e prodotta localmente anche nell'Italia settentrionale, ad esempio ad Adria (Mangani 1982, p. 89,4, figg. 8,b e 66,4,

p.

101; Frontini 1987, pp. 143-144,

fig.

10,4-5)

e

probabilmente anche in area medio-padana (Frontini et al. 1998, pp. 49-50, W 10, fig. 4). In ambito locale e limitrofo la forma Lamboglia2T è documentata a Modena (Giordani 1988, pp. 35-36, fig. 14,9-11), Carpi (Gervasini PidatellaGiordani 1984, tav. XX,S , p. 54) e Nonantola (Gianferrari 1992, pp. 161 e 163, n.3: forma 27c), ed in argilla grigia nella Bassa Modenese (Tarpini 1997, pp. 84-85 , frg.2, n. 1) ed a Budrio (Bergamini 1980, pp. l2-13, nn. 38-39, tav. II). Questo tipo di coppa, che presenta tre varianti nella configurazione dell'orlo (a. rientrante, b. verticale, c. obliquo), si data tra il III el'avanzato I sec. a. C. (Frontini 1985, pp. 14-15). L'unico frammento rinvenuto nel fondo Corte Vanina, di dimensioni molto esigue, può essere ricondotto ad una coppetta pertinente alla variante 27b, che ad Adria viene datata preferibilmente alla seconda metà del II sec. a. C. (Mangani 1982, p. 30, n.4,p.40,n.6, p. 51,n.4,p.61, n.2, p.89, n. 4).

1.2. Ceramica a vernice nera a pasta grigia Ancora meno numerosi sono i frammenti pertinenti a recipienti in ceramica a vernice fiera a pasta grigia. La loro argilla risulta nella maggior parte dei casi piuttosto polverosa, mentre la vernice, di qualità abbastanza scadente, presenta

tonalità grigio scure o nere opache, mai brillanti.

fig. 113,11-12). Di incerta attribuzione risulta invece il frammento fig. 2, n. 14, con orlo leggermente ingrossato e parete svasata, molto aperta, riconducibile forse ad un coperchio, che 131,

potrebbe trovare confronto in un esemplare proveniente da Budrio (Bergamini 1980, p. 14, tav. II,54). Analoghe difficoltà di attribuzione presentano anche

alcuni frammenti di fondi e piedi (fig. 3, nn. 17-20), genericamente riconducibili a patere e coppe di produzione tarda (ad es., Lamboglia 517 ,7116 o 28). Una loro pertinenza a forme tarde è suggerita anche dal tipo di decorazione, molto semplice, che ricorre sulla superficie interna della

maggior parte di essi, costituito da giri di rotellature, in genere due, compresi o meno tra solcature concentriche incise, che in Lombardia compare in età augustea e si awicina a motivi decorativi propri anche della terra sigillata (Frontini 1985, p.22; Frontini 1991, p. 28). La decorazione a

rotellature e/o solchi concenffici e frequentemente associata

alla ceramtca a vernice nera a pasta grigia nella Bassa Modenese (Tarpini 1997, p. 85, fig. 3, nn.6-7) e nelle zone limitrofe, quali, ad esempio, Mutina (Giordani 1988, p.39, fig. 18,8-10) ed i territori di Bondeno (Cornelio Cassai 1988, p. 191, tav. IY,2-9), Nonantola (Gianferran 1992, pp. l2l, n.2,125, n. 1, 153, nn. l-2) e Budrio (Bergamini 1980, pp. 13 - I 4, tav . II,39,49- 5 0).

2. Ceramica grigia o a pasta cinerognola Un gruppo estremamente ridotto di frammenti puo essere

riferito per caratteristiche tecniche e morfologiche alla ceramica grigia o a pasta cinerognola, una classe che, pur mostrando affinità con la ceramica a vernice nera a pasta gngia, presenta una sua peculiare specificità e problematiche di inquadramento non ancora completamente definite. Queste

problematiche riguardano soprattutto l'arco cronologico piuffosto ampio coperto dai prodotti in ceramica grigia, che va dalla fine del V-inizio del IV sec. a. C. al I sec. d. C.,

durante

il

quale alcune tipologie fondamentali restano

sostanzialmente immutate;la loro origine e la localizzazione

L'esemplare piu significativo e caratterizzato è riferibile ad una patera con orlo estroflesso sagomato Lamboglia 6

dei centri di produzione, da ricercarsi, in base alla distribuzione dei rinvenimenti, in area veneta o, secondo

(frg.2, n. 13), una tipologia molto diffusa, comune alla ceramica campana A, B e C, con numerose varianti nell'articolazione dell'orlo: per le sue caratteristiche

ur'altra ipotesi, cispadana; il rapporto stesso con le produzioni in ceramica a vernice nera.3 Due frammenti di orli sono attribuibili a coppe o ciotole

morfo lo giche (orlo abb astanza breve, vas ca schiacc iata) puo

emisferiche (fig. 3, n. 15) o leggermente troncoconiche (fig. 3, n. 16), che, se dal punto di vista morfologico sono awicinabili a forme della ceramica avemice nera (Lamboglia

essere attribuito alla serie 163 1 della classificazione del Morel (Lambogha 1952,pp. 147,158-159, 168-169; Morel 1981, p. 127, tav. 25). La forma Lamboglia 6 è ben documentata nel corso del II-I sec. a. C., in pasta rosata, in area nord-italica, dove viene anche prodotta localmente,

dopo una prima fase contraddistinta da importazioni dall'Etruria settentrionale, soprattutto verso la Lombardia (Fiorentini 1963, frgg. 14, 20, 21bis, 1 7 -18; Frontini I 985, p. 12; Frontini 1987, pp. 141, fig. 6,3 e 5,8 e 10; Frontini 1991, p. 2».2 Si tratta di una di quelle forme che nelle officine aretine vengono fabbricate prima a vernice nera e successivamente anche in terra sigillata (Goudineau 1968, forma 6, p. 52). Questo tipo di patera è presente in pasta rosata nella Bassa Modenese ed a San Lorenzo di Pegognaga (Tarpini 1997, p. 83, fig. l, n. 11; Tamassia 1996, pp. 105, 112-113, fig. 1 1 ,9- 1 1), in pasta grigia nell' ager centuriato di Budrio (Bergamini 1980, p. 13, tav. II, n. 45). Tra le altre attestazioni in ambito regionale si possono citare, ad esempio, quelle di Reggio Emilia e di Bologna (Malnati et al. 1996, pp.52-53, taw. IX,14-16 e X,1,3-5; Baldoni 1986, pp.129-

27 e trpr affini del Morel), se ne differenziano però per caratteristiche tecniche, tra le quali ad esempio anche lo spessore più marcato delle pareti. Tra i due, il frammento fig. 3, n. 16 appare maggiormente caratterrzzato, per la presenza di un solco corrente sotto l'orlo, e puo essere indicativamente avvicinato a coppe o ciotole, inquadrabili tra il IV ed il IH sec. a. C., provenienti da Spina (Patitucci Uggeri 1984, forma 13, p. 145, IV sec. a. C.), Padova, area ex Pilsen (Gamba-Ruta Serafini 1984, tipo Xb, pp.34-36, frg. 7,132, 135-137, fine IV-I sec. a. C.; tipo XIa, pp. 3840,fr9.8, metà IV-metà II sec. a. C.), Altino (Cipriano 1999, p.44, fig. 5,6), Adria (Mangani 1982,p.41, n. 9, figg. 30, 319, seconda metà II sec. a. C.) o Castellazzo della Garolda presso Mantova (Casini-Frontini 1989, tipo Rl ,p.I52,tav. III,4). Maggiori difficoltà di identificazione presenta invece

il frammento fig.3, n. 15, con orlo indistinto, per il quale non è d'altro canto del tutto chiaro se sia da attribuire alla ceramica grigia o alla ceramica a vernice nera.

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\14\ 5cm

Fig. 2 - Ceramica a vernice nera. Pasta rosata (nn. 9- 12). Pasta grigia (nn. l3- l4).

69

Ceramica a vernice nera...

Trova invece diversi riscontri nel Modenese, e in particolare nella zona di bassa pianura (Giordani 1988, pp. 39-40, fig. 1 9,7 ; Tarpini 1997, p. 87, frg. 4, nn. 9-1 1), un massiccio frammento di fondo di ciotola-mortaio con cosiddetta «grattugia» formata da pietrisco frantumato sulla superficie interna, massiccio piede ad anello ed ombelico esterno (fig. 3, n.2I). Le ciotole-mortaio sono, proprio per la particolare conformazione del fondo, tra le forme meglio identificabili della ceramica grigia. Quelle documentate nella Bassa Modenese e nelle aree limitrofe, e piu in generale in ambito medio-padano, sono sostanzialmente riconducibili a due tipi principali, contraddistinti rispettivamente da orlo eretto sottolineato da listello e da orlo obliquo ingrossato a fascia (Modena: Giordani 1988, p.40, fig. 19,1-5;Nonantola: Gianferrari 1992, p. 214, n. 1; Bassa Modenese: Tarpini 1997,p.87, frg. 4, nn. 1-6; Bondeno: Calzolari 1986, p. 209, frg. 169,1-2; Cornelio Cassai 1988, p. 1 86, tav . I,4-6; Basso Mantovano e Valli Grandi Veronesi: Calzola1. 1989, ftgg. 127, 129, 131,201,266; Calzolan 1996, tav. XIV,6; Mantova: Scalari 1999,, pp. 129, I 56- 1 57, nn. I -4, frg. 3,1 4). Il secondo tipo, in particolare, risulta meglio attestato dell'altro e costituisce una delle forme caratteristiche delle produzioni piu tarde in ceramica grigia nell'Italia nordorientale, soprattutto in area veneta - dove compare ad es. a Padova nel IV periodo atestino (Maioli 1976, p. 79, tav. 5,48, p. 86, tav.9,99), ad Adria frequentemente in corredi di II sec. a. C. (Mangani 1982, p. 83, fig. 60, p. 102) o nella necropoli romana di Altino ancora nel I sec. d. C. (Croce Da Villa 1978,tavv.I,2,lII,2,III,5) - e friulana (cfr. ad es. gli esemplari di Castelraimondo, UD, attribuiti al II-I sec. a. C.: Grassigli 1995, pp. 155-161).

Vernice nera, abbastanza spessa e brillante all'interno, brunonerastra molto diluita all'esterno, con colature e ditate. Diam. 7.2 cm,h.1,4 cm, larg. 5.2 cm, spess. 0.8 cm.

7. Coppa o patera (fig. I , n. 7).Fondo con piede ad anello, leggermente sagomato all'estemo. Solco circolare sulla superficie

interna. Argilla ben depurata, beige-rosata, mediamente dura,

polverosa al tatto, con inclusi brillanti puntiformi e vacuoli. Vernice nera abbastanza spessa e brillante, stesa solo sulla superficie intema (risparmiati invece l'estemo e tutto il piede). Diam. 8.4 cm, h.2 cm, larg.6.8 cm, spess. 1.1 cm. 8. Coppa (?) (fig. l, n. 8). Fondo con basso piede ad anello. Solco all'esterno all'attacco tra piede e fondo. Solchi circolari concentrici sulla superficie intema. Argilla ben depurata, rosata, brillanti puntiformi e radi, bianchi, di piccole dimensioni. Vernice nera molto scadente ed opaca, poco spessa, stesa solo sulla superficie interna (risparmiati invece l'esterno e tutto il piede). Diam. 8 cm, h. 1.6 cm, larg. 6 cm, spess. 0.9 cm. tenera, polverosa al tatto, con inclusi

9. Patera (frg. 2, n. 9). Fondo con basso piede ad anello, sensibilmente più alto all'interno. Parete al fondo obliqua, molto spessa. Solchi circolari concentrici sulla superficie interna. Argilla ben depurata, arancro-rosata, mediamente dura, con inclusi brillanti puntiformi. Vernice bruno-nerastra sottile, bruno-rossastra verso il centro (disco d'empilement), stesa solo sulla superficie interna (risparmiati invece l'esterno e tutto il piede). Diam. 7 cm,h.2.3 cm, larg. 3.5 cm, spess. 1.2 cm. 10. Coppa o patera (frg.2, n. l0). Fondo con piede ad anello. Solchi circolari concentrici sulla superficie interna. Argilla ben depurata, arancio-rosata, mediamente dura, con inclusi brillanti

Catalogo 1. Patera (fig. 1, n. 1).Alto bordo obliquo, con orlo indistinto assottigliato. Carena spi golosa. S olcafura al l' interno, all' attacco del fondo. Argilla ben depurata, arancio-rosata, mediamente dura, polverosa al tatto, con inclusi brillanti puntiformi. Vernice bruno-nerastra, opaca, parzialmente scrostata. Diam. 30 cm ca., lung. 4 cm,larg. 6 cm, spess. 1.3 cm.

2. Palera (fig. I , n. 2).Bordo obliquo, con orlo indistinto arrotondato. Argilla ben depurata, rosata, mediamente dura, polverosa al tatto, con inclusi brillanti puntiformi e neri di piccole dimensioni. Vernice nera opaca, abbastanza spessa. Diam. 24 cm, lung. 1.9 cm, larg. 4.2 cm, spess. 0.6 cm. 3. Patera (fig. 1, n. 3). Alto bordo obliquo, leggermente svasato, con orlo indistinto arrotondato. Argilla ben depurata, rosata, mediamente dura, con inclusi brillanti puntiformi e neri di piccole dimensioni. Vernice nera opaca, abbastanza spessa, parzialmente scrostata. Diam. 28 cm, lung. 2.5 cm, larg. 3.2 cm, spess. 0.7 cm.

4. Patera (fig. 1 , n. 4).Bordo obliquo, leggermente svasato, con orlo indistinto arrotondato. Argilla ben depurata, rosata, mediamente dura, con inclusi brillanti puntiformi e radi bianchi di piccole dimensioni. Vernice nera opaca, poco spessa. Diam.

30 cm ca., lung.

6. Coppa (fig. 1, n. 6). Fondo con piede profilato a disco, sagomato, concavo all'esterno. Inizio di parete. Argilla ben depurata, beige-rosata, dura, con inclusi brillanti puntiformi.

2 cm, larg.

1.9 cm, spess. 0.55 cm.

5. Coppetta emisferica (fig. l, n. 5). Orlo indistinto, verticale, leggermente assottigliato. Inizio di vasca. Argilla ben depurata, rosata, mediamente dura, con inclusi brillanti puntiformi e radi neri di piccole e medie dimensioni. Vernice nera opaca, con riflessi bluastri, poco spessa. Diam. l0 cm, lung. 1 .8 cm, larg. 2.7 cm, spess.0.4 cm.

puntiformi. Vernice bruno-nerastra, bruno-rossastra verso il centro (disco d'empilement), stesa solo sulla superficie interna

(risparmiati invece l'esterno e tutto il piede). Diam. 9 cm, h. 1.9 cm, larg. 4.4 cm, spess.

I

cm.

11. Coppa o patera (2 frr.) (fig.2, n. I l). Fondo con piede ad anello, sensibilmente piu alto all'interno, sagomato all'estemo,

leggermente scalinato all'interno. Solchi concentrici sulla

superficie interna. Argilla ben depurata, beige-rosata, mediamente dura, con molti inclusi brillantipuntiformi. Vemice

bruno-nerastra, bruno-rossastra verso

il

centro (disco

d'empilement), stesa solo sulla superficie interna (risparmiati invece l'esterno e tutto il piede). Diam. 8 cm, h.2.3 cm, larg. 6.7 cm, spess. l.l cm. 12. Coppa o patera (frg. 2, n. l2). Fondo con piede ad anello. Solchi concentrici sulla superficie interna. Argilla ben depurata,

arancio-rosata, mediamente dura, con molti inclusi brillanti puntiformi e radi rossicci di piccole dimensioni. Vemice bruna, rossastra verso il centro (disco d'empilement), abbastanza lucida e spessa, stesa solo sulla superficie interna (risparmiati invece l'estemo e tutto il piede). Diam. 8.6 cm, h.1.7 cm, larg. 6.2 cm, spess. 0.7 cm. 13. Patera (frg.2, n. 13). Orlo estroflesso, leggermente pendente, superiormente sagomato. Carena sotto l'orlo. Vasca molto schiacciata. Argilla ben depurata, grigio chiara, mediamente dura, con inclusi brillanti puntiformi. Vernice grigio scura, diluita. Diam. 20.6 cm.,lung. 4.6 cm, larg. 9.2 cm, spess. 0.6

14. Coperchio (?) (fig.2, n. 14). Orlo leggermente ingrossato

I uRrpRrllr or,ll'Eta RovnNe

10

n\\

\).

19

Fig. 3 - Ceramica a vernice nera a pasta grigia (nn.

I7

-20). Ceramica grigia (nn. 15- 16, 21).

71

Ceramica a vernice nera...

e ripiegato verso l'esterno, sagomato da una solcatura esternamente. Parete svasata. Argilla depurata, grigia, mediamente tenera, con inclusi brillanti puntiformi. Vernice grigio scura, molto diluita, solo parzialmente conservata. Diam. 22.4 cm., lung. 1.8 cm, larg.2.l cm, spess. 0.7 cm. 15. Coppa

(fig. 3, n. l5). Orlo indistinto, verticale, assottigliato. a profilo emisferico. Argilla depurata, grigio

Inizio di vasca

scura, mediamente dura, connumerosi inclusi

brillanti puntiformi

e bianchi di piccole dimensioni, affioranti. Tracce di vernice nera stesa probabilmente a bande sotto l'orlo, sia all'interno che all'interno. Diam. 14 cm., lung.2.7 cm, larg. 2.7 cm, spess.

0.6 cm.

16. Coppa (fig. 3, n. 16). Orlo verticale, arrotondato

e

leggermente assottigliato, sottolineato da un solco orizzontale. Vasca a profilo emisferico o leggermente troncoconico. Superfici irregolari, con tracce di levigatura a stecca. Argilla depurata,

grigia, mediamente dura, con numerosi inclusi brillanti puntiformi e neri di piccole dimensioni, affioranti. Diam. 17 cm., lung. 3.3 cm, larg.3.4 cm, spess. 0.7 cm. lT.Patera (fig. 3, n. 17). Fondo con piede ad anello, piu alto all'interno. Fascia con due giri concentrici di rotellature sulla superficie interna. Argilla depurata, grigia, mediamente dura, con numerosi inclusi brillanti puntiformi, affioranti. Vernice grigio-nerastra, diluita, quasi totalmente scomparsa all' interno. Diam. 8.4 cm, h. 2 cm, larg. 9 cm, spess. 1 cm. 18. Coppa (fig. 3, n. 18). Fondo con piede ad anello obliquo, più alto all'interno. Fascia con tre giri concentrici di rotellature sulla superficie interna. Argilla ben depurata, grigia, tenera, polverosa al tatto, con inclusi brillanti puntiformi. Vemice nera opaca, piuttosto diluita. Diam. 7 cm,h. 1.7 cm, larg. 3.7 cm, spess.0.8 cm. 19. Fr. di fondo con traccia di fascia rotellata delimitata solcatura

depurata, grigia, mediamente dura, leggermente polverosa al tatto, con inclusi brillanti puntiformi. Vernice grigio-nerastra, diluita, meglio conservata sulla superficie interna. Lung. 4.5 cm,larg.4.8 cm, spess. 1 cm. 20. Coppa (fig. 3, n.20). Fondo con piccolo piede ad anello obliquo. Argilla ben depurata, grgia, mediamente tener4 polverosa al tatto, con numerosi inclusi brillanti puntiformi, affioranti. Vemice nera piuttosto scadente e diluita, in gran parte scrostata all'interno. Diam. 5 cm, h. 1.4 cffi, spess. 0.7 cm. 21. Ciotola-mortaio (fig. 3, n.2l). Fondo ombelicato all'estemo, con massiccio piede ad anello, parzialmente ricostruibile. Sulla

superficie intema, traccia di "grattugia" formata dall'inserzione

di pietrisco frantumato. Inizi di parete a probabile profilo spe ssa.

Argi I I a abbastanza depurata, gri gia,

mediamente dura, polverosa al tatto, con numerosi inclusi brillanti puntiformi, affioranti. Diam. non ricostruibile, h. 5.5 cm, larg. 14.8 cm, spess. 2.2 cm. Note

(*)

p.298;

(2) Si vedano ad es. le numerose attestazioni a Luni: Luni II, pp. 87-88, tavv.62,63,1-10; Adria: Mangani 1985, p. 65, n. 8, fig.49, p. 81, n. 5, fig. 60 (di produzione volterrana); pp. 1112,nn.l-4,frgg.6,23p,p.21, n. 1, fig. 37b,p.26,n.1, fig. 16,p.32, n. l, figg.22,23o, p.40, n. 1, fig.30, p.45, nn. 16, figg. 23q,34, p.51, nn. 1-3, fig.39, p.53, nn.l-2, fig.40, p. 63, n. 1, fig. 48, p. 64, nn. l-7, frg. 49, p. 77, n. 1, fig. 58, pp.79-80, nn. 1-4, fig.60, p.85, n. 1, fig. 63,p.86, n. 1, fig. 64,p.89, n. l, fig.66,p.90, n. l, figg. 37c,67 (di produzione locale); Milano: Frontini 1991, p.25, tav.Il,9-20 (sia di produzione etrusca settentrionale che di produzione locale); Ivrea: Brecciaroli Taborelli 1988, pp. 66-68, nn. 29-43, tav . II (classe A, di produzione nord-italica); e a nord delle Alpi, sul Magdalensberg: Schindler 1967, pp.25,45-48, tavv. 3,56 (hartes Fabrikat, di produzione etrusca, probabilmente aretina),

5,77-24, 6,1-4 (porÒses Fabrikat, di produzione italica). (3) Per un inquadramento della ceramica grigia o a pasta cinerognola e delle problematiche ad essa connesse si vedano, tra 1'altro, Maioli 1976,pp.161-165; Croce Da Villa 1978, coll. 286-290; Traina 1982, coll. 266-268; Gamba-Ruta Serafini 1984, pp. 7-8; Grassigli 1995, pp. 151-155. Per quanto riguarda invece le attestazioni del Modenese e della Bassa Modenese in particolare si rimanda rispettivamente a Giordani 1988, pp. 39-40, fig. 19, con ulteriore bibl. generale, e Tarpini 1997, pp.86-88, fig. 4.

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troncoconico, molto

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Alba: Preacco 1997,pp.412-413, nn. 5-8.

Desidero ringraziare la Dott. Nicoletta Giordani, Ispettore Archeologo della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna, per avermi affidato lo studio di questo materiale e il Dott. Mauro Calzolari per la collaborazione e la disponibilità dimostratami.

(1) Lombardia: Frontini 1985, infra; Milano: Frontini 1991, pp. 25-26,tav. III, ff. 3-9; Cremona: Galli 1 996, p. 77, ftgg. 2022; Cremona, fornace romana di via Platina: Breda 1996, p. 50, fig. 2; Calvatone: Grassi 1996, pp. 54-55, frgg. 22-23; Nave: Bessi Trevale 1987, p. 155; S. Giulia di Brescia: Rizzi 1999,pp.57-58, tavv. XXI,5-6 e XXII,1-4; Angera: Lavizzarr Pedrazzini 1985, p. 339, tav. 78,2; Piemonte: Morel 1998, p. 243, fi5. 208,17 -18; S. Bemardo di Omavasso: Piana Agostinetti

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