Emilio Prados

July 7, 2017 | Autor: F. Lunaria | Categoria: Poesia
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Qualche verso di EMILIO PRADOS

SOLITUDINE

Rimane l'acqua eretta e percorsa da brividi nel suo suolo di lutto - catene la memoria, prigione e la troncata alta torre del corpo contrizione nell'ombra 1

- ancora fresco il sangue palpitante del giorno che pena sopra il mondo a castigo del tempo...

Nera, nera, nerissima è la notte, alta come una spada... seme della sua carne, ora lagrime e nebbia, vive la notte di un oscuro gemere.

Oblio fecondo il suo esistere erige, azione, amore, per il suo peccato... Intanto laggiù il giorno incosciente, in deliquio, diffonde a fiotti dalla sua ferita la sua vampa, su un bacio nero che già la inonda.... 2

Chi mai salverà l'ombra e l'acqua dove muore?

(Il tempo intero è un grido muto, sopra la notte.... e l'aria, la speranza del cielo in cui si cela)

INVITO ALLA MORTE

Vieni, metti la mano nella profonda vena del mio corpo. Dentro, si fonderà il tuo braccio con la mia ombra. Sarà pietra notturna, 3

radice arida di sangue... Rappresa, la sorgente del mio petto per chiedere il tuo aiuto mi salirà alla gola. Negarglielo, se è vita! Affonda ancora il braccio! Attraversami tutto! Mi costi pure l'albero del corpo, conducimi a te, Morte.

è STANCA LA MIA FERITA COME UN FIUME

è stanca la mia ferita come un fiume. Io penso a te perchè somiglio a un corpo. La tua mano fa cenno lontano, nel ricordo. Nel tuo cenere sogna la morte la mia pelle. Ti cerco nei miei occhi 4

come dentro uno specchio. Ma l'universo ha perso nel mio sangue il giudizio e fuggendo il tuo corpo io sogno che t'inseguo... non so più se i miei occhi son chiusi o se sto silenzioso al tuo fianco.

UN ALBERO NASCE

Ma il giardino, così chiuso, dove sta? Né i suoi muri danno ombra - segno del suo ritiro - né l'acqua s'ode fluire; né il rumore del pioppeto dà ali al sogno 5

né sparge il cipresso il suo pianto di pena o luna sul timore della fonte.

Notte fonda! (Notte ancora?)

Giardino senza tempo, pena: dov'è il tuo corpo? Ove fugge? Il mistero ci fa vivere. Lo so, giardino chiuso, ma il tuo mistero dov'è?

è sua presenza il tuo nulla?... Senza radici è il tuo suolo; è senz'albero il tuo cielo... Quest'ombra non è la spina 6

- lingua del tuo cuore campana del tuo silenzio. Non è il tuo deserto amore: la tua trasparenza. Dove hai perduto il sapore del tuo sangue, ch'era fuoco?... I tuoi uccelli son cenere di morte. Forse queste foglie sono, in terra, l'eco del tuo aereo fiore?... L'ombra ferita del sogno? Amore che il giardino chiede?... Amore - giardino: domanda d'amore, amore di corpo completo? Sei qui forse, e non ti vedo? La tua luce mi ha accecato? Mi ha tolto il tatto, l'olfatto?... 7

(Non si ode neppure il tuo ricordo) Sul labbro la saliva e la rugiada confondono i loro desideri. Giardino chiuso: i tuoi muri dove fissano i petali?

CANTO DEL DORMIENTE NELL'ERBA

Sta la morte con me. Ma la morte è giardino chiuso, spazio, recinto, silenzio dietro il muro di pelle del mio corpo dove, immobile - mandorla intatta - la mia luce contempla è da l'immagine 8

redenta della fiamma. Se morirò, è già morte il viale, la stella, il silenzio, la notte, l'acqua, lo stesso amore. Così dice la fonte e il sospiro. Così il mio sangue nel bacio. Se morirò, le mie labbra che il mistero suggella non cercano più: cantano, che non sarà mio oblio la terra, né il silenzio... domanda il gelsomino con languore nell'ombra: Dove mai andrà la stella che la mia neve ha persa?... 9

se morrà, il suo profumo è morte; il fiore morte, come anche la terra umida del giardino più segreto dell'anima è carne della morte: Luce! Ardente memoria! Asse di un universo nuovo, che nascerà senza nebbia di oblio! Così dice la fonte e il sospiro così il mio sangue nel bacio.

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