Primes

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Descrição do Produto

STR 33998

Manfrin, Mancuso, Manca, Nova, Montalbetti

PRIMES

Simone Beneventi percussion Flavio Virzì electric guitar

PRIMES Luigi Manfrin (*1961) Embodying surfaces (2013-14) for electric guitar and percussion Dedicated to: Simone Beneventi and Flavio Virzì

14’02’’

Simone Beneventi percussion Flavio Virzì electric guitar

Giovanni Mancuso (*1970) George, Nick e il mistero del nastro distrutto (2014) for prepared electric guitar, percussion, additional objects and “miss Terry-box”

Mauro Montalbetti (*1969) La nostra rabbia intatta (2014) for electric guitar and percussion Commissioned by: Milano Musica Dedicated to: Simone Beneventi and Flavio Virzi’

10’11”

Commissioned by: Milano Musica Dedicated to: Simone Beneventi and Flavio Virzì

Si ringraziano / thanks to:

Gabriele Manca (*1957) Modello di coincidenze II (2014) for electric guitar, percussion and tape 9’59” Commissioned by: Simone Beneventi Dedicated to: Simone Beneventi and Flavio Virzì Riccardo Nova (*1960) Primes seventeen (2010-14) for percussion, electric guitar and tape (Revisited excerpt from Primes)

6’36”

Registrazione/Recording: Urs studio Villa Minozzo (Reggio Emilia) from 2th to 5th August 2014 Ingegnere del Suono/ Sound Engineer: Simone Filippi Editing: Simone Filippi, Luca Rossi, Flavio Virzì e Simone Beneventi Mastering: Kai Littkopf e Flavio Virzì at Littkopf sudio Freibourg Editors: Suvini Zerboni (track 1) Ricordi (track 4) Raitrade (track 5) Photo booklet: Francesca Parenti Brambilla (p.10, 16, 17) Nora Roitenberg (p.7,13)

A Patrizia e Willer

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14’17”

I titoli sono già indizi: condotte drammatiche nel “mistero” di Mancuso e nella “rabbia” di Montalbetti; investigazioni fenomeniche nelle “superfici incarnate” di Manfrin e nelle “coincidenze” di Manca; rapporti aritmetici nei “numeri primi” di Nova. * Lontani per molti versi, percussione e chitarra elettrica condividono la condizione non solo di ultimi arrivati nel dominio della musica colta, ma anche di portatori di qualche “diversità”... * In Embodying surfaces, distorsioni acide, asperrime grida noise della chitarra si fondono con clangori di gong orientali, campanacci, piatti laceranti al rumor bianco, o con pelli acute come ghirigori; in passaggi più placati, glissando fluttuanti e sciami di suoni piccoli in sospensione si fondono col vibrafono, o con una pelle bassa come lo sfinimento. Compiendosi l’uno nell’altro, gli strumenti danno corpo a materia che passa di stato, in analogia a processi fisico-chimici. La ripetitività deviata dei loop chitarristici non vale a conferire stabilità che nella misura minima utile a intaccarla, lungo il germinare delle trasmutazioni. Il tempo dell’ascolto perde così ogni senso sia di successione logico-discorsiva, sia di incantamento: esso si deforma in definitiva con la materia stessa. * Vengono da “fuori”, o dai margini: da jazz, rock, strumentari etnici d’ogni dove, mondi non musicali (domestici, urbani, industriali), che vuoi la percussione usa come oggetti, vuoi la chitarra simula. I loro portati acustico-culturali, sono cioè in sé testimoni del tempo presente policentrico e complesso... * In George, Nick e il mistero del nastro distrutto, rimpalli fra chitarra e percussioni tendono, per sound e cinetica ritmica, all’afro-caraibico, ma con groove cubista; vecchi telefoni che squillano a vuoto, frasi smozzicate di voci asettiche, sirene e altri sberleffi, compongono un teatrino del nonsense. Il bersaglio della satira si chiarisce quando alla fine, su musica improvvisamente rarefatta e l’ulteriore sberleffo di un Ravel accelerato al giradischi, entrano voci note: George (Napolitano) e Nick (Mancino). Ma l’agnizione non chiarisce nulla del mistero della distruzione delle intercettazioni sulla trattativa Stato-mafia. La farsa nella “scena dell’ascolto” pare la stessa della nostra mediatica surreale realtà. * Percussione e chitarra elettrica non sono singoli strumenti, ma intere popolazioni di suoni. Il campo percussivo va facendosi incalcolabilmente vasto: a legni, pelli, metalli, s’aggiungono strumenti d’invenzione, objets trouvée, modi di sollecitazione “impropri”, sostanze, fluidi, azioni, cose. Virtualmente, tutto è percussione... *

Nell’intro di Modello di coincidenze II, colpi del timpano (da batteria) “coincidono” con arpeggi secchi della chitarra, in una sequenza implacabile di eventi micro-esplosivi. Vi si espone un materiale di “coincidenze”, e di conserva l’ascoltatore è esposto alla sua violenza: vogliamo chiamarla esposizione? Poi il pezzo si inabissa in un lento respiro, coacervo del drone-soffio (file audio) e dei borborigmi gravi e piano degli strumenti. Nel nuovo ambiente, disordinato come i pensieri di un vulcano, le coincidenze/eventi riemergono diradate, non previste, meno nette ma non meno violente, e – proprio perciò – maggiormente additata all’attesa udente della coscienza risulta la loro crepitante aggressività. * Anche la chitarra elettrica è molti strumenti: grazie all’elettricità ne possono scaturire suoni cristallini o terremoti, masse compatte o pigolìi, frizioni di carta vetrata, riverberi avvolgenti, interferenze, aloni, nitori, sporcizie... * Primes 17 – tubi industriali, chitarra distorta, base pulsante – è uno studio congegnato su teorie ritmiche indiane, tanto più sottile quanto più la corsa si fa precipitosa, in sempre diverse suddivisioni ritmiche che all’ascolto funzionano anche come salti di velocità (accelerazioni discrete). Accelerazione di un gruppo di numeri primi (7/5/3+1); del suo dimezzamento; del passaggio dal primo al secondo; dilazione dell’accelerazione per ripetizione. Contestualmente, ha luogo un altro tipo di accelerazione, a lunga gittata, non locale, allorché i gruppi vengono scanditi su basi irrazionali via via più strette, da quintina a nonina: ne sortiscono salti di velocità frazionari, imponderabili ma misurati, sull’invariante metro di fondo (di 17/4). Simile complessità ritmica della dimensione monolineare è, per l’orecchio occidentale, un viluppo irresolubile di sincopi, contrattempi e valori aggiunti. Si tratta invece di una cultura ritmica altra, messa in reazione con un lucido piano strutturale e con il ludico riffeggiare della chitarra, rovente di pseudo-maniere rock-progressive. * Poste a dialogo, siffatte vaste “librerie di suoni” si intersecheranno vicendevolmente in qualche modo. S’esplorino o frizionino, disputino o si fondano, dura impresa del comporre sarà limitare e individuare un campo d’azione. Se scandagliare le possibilità di un violino (o altro strumento stabilito) significa forzarlo, la folla di identità acustiche di strumenti plurali per mera virtù di sound, richiede piuttosto di essere domata... * La nostra rabbia intatta è una frase presa da Il sogno di una cosa, opera di Montalbetti sulla strage di Brescia del 1974, emblema dell’Italia insanguinata dal neofascismo impunito. L’autore prolunga una riflessione musicale su quei fatti, fuori dal binario drammaturgico, in termini più astratti. Fra costellazioni di figure instabili e risonanti per lo più di metalli, la chitarra procede in lineare invettiva, tono che distorsioni relativamente pulite ma penetranti, stagliano. L’andamento è di concerto solistico ma il rapporto, non che di figura/sfondo, è di immersione: la voce della rabbia reclama ascolto nel vocìo di risonanze interferenti. Una vera e propria cadenza solistica segna la svolta verso sonorità interiorizzate: dopo la rabbia, la sua elaborazione. Del titolo, giusto

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invito a non dimenticare, vale lo spirito, non la lettera, perché evidentemente no: la rabbia non può restare intatta. Si fa memoria, cioè rapporto attivo, scaturigine emotivo-raziocinante di mozioni civili, politiche, umane che aleggiano nell’aria come spettri armonici. * Ma aprire a folle di identità acustiche equivale a includere il vissuto nel coltivato, l’esperito nello speculativo, la variabile personale nella ricerca. Con ciò si afferma una libertà che però non è pacificata: si tratta infatti di controllare Babele, la folle complessità contemporanea. * Beneventi e Virzì collaborano assiduamente fra loro e con i compositori che per loro scrivono. Concepiscono i concerti come occasioni inesauste di sviluppo e approfondimento interpretativo. Inventano soluzioni spettacolari ma del tutto funzionali, come la gabbia di percussioni di Beneventi, “strumento di strumenti” (utilizzato da Manfrin e Montalbetti). Sono formidabili catalizzatori che hanno distillato in questo cd un lavoro in progress di portata ben più vasta. Per questo esso è, a suo modo, un concept album. Roberto Fabbi translation by Giulia Masci

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Titles are clues: dramatic behaviors in Mancuso’s “mistery” and in Montalbetti’s “rage”; inquiries in Manfrin’s “embodying surfaces” and Manca’s “coincidences”, arithmetic relations in“Prime Numbers” by Nova. * Albeit distant in many ways, percussion and electric guitar share the status of latecomers in cultured music, and yet they are some kind of “diversity” harbingers… * In Embodying surfaces acid distortions and extremely harsh noise guitar screams merge with clanging oriental gongs, cowbells, lacerating cymbals of white noise; or with skins high-pitched as arabesques. In calmer passages, fluctuating glissandos and swarms of small suspended sounds meet with the vibraphone; or with a skin as low as exhaustion. Complementing each other, the instruments give body to matter that changes of state, like in a chemical process. The deviated repetitions of guitar loops give stability to the piece only to the minimum extent that they nick it, along the germinating transmutations. While listening the sense of time loses the order of logical dialogue and the ability to mesmerize: time warps together with matter. * Such instruments come from the outskirts, or the margins: from jazz, rock, worldwide ethnic cultures, and from non-musical soundscapes (domestic, urban, industrial) that both percussion exploits as objects and/or guitar imitates. Namely, these instruments and their acoustic-cultural heritages are in itself witnesses of the present, complex, multicentric time... * In George, Nick e il mistero del nastro distrutto (mistery of the destroyed tape) exchanges between guitar and percussion tend because of sound and rhythm-kinetics to an Afro-Caribbean-like style, but with a Cubist groove. Empty ringing of old phones, broken phrases from impersonal voices, sirens and other jeers create a theater of nonsense. The target of the satire becomes evident when, over the rarefied music and the taunting sound of an accelerated Ravel on the turntable, known voices appear: George (Giorgio Napolitano), and Nick (Nicola Mancino). But the agnition doesn’t solve the mystery of the destroyed wiretappings on the negotiations between the Italian State and Mafia. The farce in this “listening scene” looks like the surreal media reality we live in. * Percussion and electric guitar are not to be intended as sole instruments, rather they embody worlds of sounds. The range of percussion instruments is vast: from woods, skins and metals to invented instruments, objet trouvée, “improper” solicitations, substances, fluids, actions, things. Virtually anything is percussion… *

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In the intro of Modello di coincidenze II (Model of coincidences II) the blows of the floor-tom “coincide” with the guitar’s dry arpeggios in a sequence of relentless micro explosions. “Coincidences” are exposed, and the listener is exposed to their violence: shall we call this intro exposition? The piece then dives down to a slow breathing: a mass of drone like whisper (audio file) and low, piano instrumental borborygmi. In this new environment, as random as the thoughts of a volcano, the coincidences/events emerge scattered, unexpected, less defined but still violent. For these reasons the conscious wait of the listener increases the crackling aggression of the sounds. * The electric guitar can also corresponds to different instruments through electricity it produces a variety of sounds: crystalline or earthquake-like, compact masses or chirps, sand paper frictions, embracing echoes, interferences, halos, lustres, opacities… * Primes 17 – pipes, distorted guitar, pre-recorded beat – is a study constructed on Indian theories of rhythm, that becomes as slighter as the race goes faster, dividing in ever changing rhythmic subdivisions that work like leaps in speed (discrete acceleration). Accelerations of a group of prime numbers (7/5/3+1), of its division in half; of the passage from first to second; expansion of acceleration caused by repetition. Contextually, a different kind of acceleration takes place, a long-range one, not local, when the groups are organized on irrational bases, shrinking step by step from quintuplet to ninetuplet: thus the speed leaps are fractional, imponderable but measured, on the steady background meter (17/4). Such a rhythmical complexity of the monolinear dimension is perceived by the Western ear as an insolvable tangle of syncopations, backbeats and added values. It’s a different kind of rhythmical culture that relates to a lucid structural plane and a ludic guitar riffing, burning like prog-rock. * These vast “sounds libraries” will somehow cross. Exploring or creating friction, fighting or blending, hard task of composing for the two instruments will be in finding and limiting a field of action. If pushing the limits of sound on a violin (or other gave instrument) may result in a forced action, when dealing with instruments as rich in sound as acoustic crowds, it is rather a matter of being tamed... * La nostra rabbia intatta (Our rage intact) is a quote from Il sogno di una cosa, an Opera by Montalbetti on the 1974 Brescia massacre, symbol of a country, Italy, wounded in Seventies by unpunished neo-fascist terrorism. The author continue his own musical ponderings on those events, beyond and out the theatrical project, in more abstract terms. Amidst constellations of unstable resonating figures, mostly performed by metals, the guitar advances in a linear invective, that stands out thanks to sharp penetrating distortions. The attitude is that of a soloist concert, pursuing a relation of immersion between instruments, rather than of figure-background one: the voice of rage, surrounded by interfering resonating chatter, demands attention. A true solo cadenza marks

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the change to a more intimate sound: after rage, elaboration. What is left of the title, urging not to forget, isn’t the words but the spirit, because after all rage cannot remain intact. It becomes Memory, i.e. active relation, emotional-reasoning source of civil, political and human movements that fluctuate in the air like harmonic spectra. * But opening to such crowds of acoustic identities is virtually the same as to include what is lived in what is cultivated, what is experienced in what is speculative, the personal variable in the research. Thus one affirms a freedom that is not yet pacified: it is indeed the mastering of Babel, the deranged contemporary complexity. * Beneventi and Virzì work together frequently and with composers who write for them. They both think of concerts as opportunities to analyze in depth and develop their interpretations. They also invent functional and spectacular solutions, such as the percussion cage by Beneventi, an instrument of instruments (used by Manfrin and Montalbetti). Formidable catalysts, the two musicians have distilled in this CD a work in progress aiming to a much bigger idea. For these reasons this CD is, in some ways, a concept album. Roberto Fabbi translation by Giulia Masci

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Simone Beneventi Percussionista dedito allo studio e alla diffusione della Nuova Musica, si è esibito come solista in festival di tutta europa, suona come camerista con ensemble Algoritmo, L’arsenale, Klangforum Wien, mdi ensemble, Neue Vocalsolisten, Prometeo, Repertorio zero e con solisti e artisti multimediali quali Yuval Avital, Mario Caroli, IanniX, John Malkovich, Matmos, Otolab, Andrea Rebaudengo. Alla carriera d’interprete affianca sia un’attività di ricerca (realizzando edizioni musicali per percussioni) che di divulgazione. Ha inciso per Aeon, Kairos, Neos, Raitrade, Stradivarius, Wergo ed è stato trasmesso da Rai-Radio3, Croatian Radio, Austrian Radio, Deutschlandfunk. Nel 2011 ha ricevuto il premio “Leone d’argento” alla Biennale di Venezia. www.simonebeneventi.com

Luigi Manfrin nato a Melbourne (Australia), diplomato in Composizione presso il Conservatorio Verdi di Milano sotto la guida di Giuliano Zosi; successivamente ha frequentato i Corsi di perfezionamento con Franco Donatoni. Nel 2007 ha frequentato in qualità di allievo effettivo l’Atelier d’informatica musicale dell’IRCAM presso l’ACHANTES (Metz). Le sue composizioni sono state eseguite in prima assoluta presso diverse rassegne internazionali di musica contemporanea. Nel 2002 ha conseguito la laurea in Filosofia con una tesi dal seguente titolo: Spettromorfologia E “Durée Réelle” La presenza di Bergson nel pensiero musicale di Gérard Grisey. Le sue musiche sono state trasmesse da Rai Radio 3, dalla Radio svizzera francese, e le sue partiture sono edite dalla Casa Editrice Suvini Zerboni di Milano.

Flavio Virzì Flavio Virzì - originario di Palermo – é un chitarrista e polistrumentista italiano che spazia tra diversi generi musicali; ha realizzato numerose prime esecuzioni di brani per chitarra classica ed elettrica, mandolino, banjo e basso elettrico. Da solista o collaborando con diversi gruppi é stato invitato ad esibirsi in molti festivals tra i quali Schwetzinger SWR Festspiele (D), Il suono dei Soli (IT), Milano Musica (IT), Euro Microfest (D), Highscore new music Festival (IT), Festival Aperto (IT). Dopo essersi avvicinato alla musica giovanissimo e da autodidatta e militato in diversi gruppi punk, Flavio si diploma al conservatorio “V. Bellini” di Palermo, école normale de musique “A.Cortot” a Parigi e Musik-Akademie der Stadt Basel. Attualmente vive e lavora a Francoforte.

Giovanni Mancuso Pianista e compositore nato a Venezia nel 1970. Ha vinto numerosi premi di composizione tra i quali: Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa Mediterranea - Lisbona 1994; Grieg Memorial Conpetition (Oslo 1995); Rockefeller Foundation (New York, 2003); European Association for Jewish Culture (London – Paris) 2003 Grant Award; Concorso Internazionale Orpheus. Registrazioni come direttore e pianista per la RAI, NBC - Oslo, RNE - Madrid. Pubblicazioni con Edipan, CMP, Wergo, Rai Trade. Collaborazioni con Raiz, Elliott Sharp, Pietro Tonolo, Frederic Rzewski, Philip Corner, Malcolm Goldstein, Butch Morris, Lukas Ligeti, Sylvano Bussotti. Ha fondato nel 1991 l’ensemble Laboratorio Novamusica. www.laboratorionovamusica.it

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Mauro Montalbetti Nato a Brescia nel 1969, allievo di Antonio Giacometti, si è diplomato in composizione presso il Conservatorio Verdi di Milano sotto la guida di Paolo Rimoldi e Irlando Danieli. La sua musica è stata commissionata ed eseguita da importanti Teatri, Festival e Istituzioni Musicali si ricordano: Filarmonica della Scala, Teatro la Fenice, Biennale di Venezia, Accademia Santa Cecilia, Rai Nuova Musica, Playit, Bang On a Can, Accademia Filarmonica Romana, Festival Aperto, Gaudeamus music week, Real Filharmonia de Galicia, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Teatro di Monfalcone, Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, Cantiere Internazionale d’arte di Montepulciano, Fondazione Teatro Grande.

Gabriele Manca Gabriele Manca ha studiato pianoforte con Bruno Canino e composizione con Giacomo Manzoni. Ha vinto il premio “Musica nel nostro tempo-Casa RICORDI”, il premio “Neue Generation in Europa”, WDR (Köln), Biennale Musica (Venezia), Festival d’Automne (Paris) per l’Anno Europeo della Musica. Ha ottenuto, nel 2000, la Japan Foundation Uchida . Ha soggiornato in seguito alcuni mesi in Giappone dove si è occupato della musica nel Teatro Noh. La sua musica è stata eseguita nelle più importanti rassegne e festival di nuova musica ed eseguite da solisti e ensemble di fama. Tiene regolarmente workshop e conferenze in Asia e Americhe.Dal 2006 al 2013 è stato profesor visitante presso la Pontificia Universidad Católica di Santiago del Cile. Riccardo Nova Riccardo Nova nasce a Milano. Studia flauto e composizione al conservatorio G. Verdi di Milano con Giuliano Zosi e Giacomo Manzoni. Approfondisce i suoi studi con Franco Donatoni. La sua musica è stata eseguita dai maggiori ensemble e programmata nelle più importanti rassegne di musica europee. Dal 1993 soggiorna periodicamente in India, dove studia la musica dell’India del Sud con M.T. Raja Kesari. Dal 1998 opera attivamente anche nel campo della musica techno d’avanguardia e fonda, insieme a Massimiliano Viel, Overclockd . Nel 2000 ha fondato Sincronie assieme a Fausto Romitelli, Giorgio Bernasconi, Giovanni Verrando e Massimiliano Viel. Le sue opere sono pubblicate da Casa Ricordi e Suvini Zerboni.

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Simone Beneventi Percussionist dedicated to the study and dissemination of New Music, he has given solo concerts throughout Europe. He played with ensemble Algoritmo, L’arsenale, Klangforum Wien, mdi ensemble, Neue Vocalsolisten, Prometeo and Repertorio zero and with soloists and multimedia artists such Yuval Avital, Mario Caroli, IanniX, John Malkovich, Matmos, Otolab, Andrea Rebaudengo, Alvise Vidolin. Alongside the career of performer he follows both activities as a researcher (realizing edition for percussion music), as a lecturer. He has recorded for Aeon, Neos, Raitrade, Stradivarius, Wergo and broadcasted by Rai-Radio3, Croatian Radio, Austrian Radio, Deutschlandfunk. In 2011 he was awarded at the Biennale di Venezia with the “Silver Lion”. www.simonebeneventi.com

Luigi Manfrin Born in Melbourne (Australia), Luigi Manfrin studied composition at the “Conservatorio Giuseppe Verdi” Music Academy in Milan with Giuliano Zosi. He then went on to complete his specialization with Franco Donatoni. He was selected for the Atelier of computer music (IRCAM) at the Centre Acanthes in Metz in 2007; his works has been performed in many important international contemporary music festivals. Luigi Manfrin took a Ph.D. with full marks and honors in 2002, with a thesis on «Spectromorphology and “Durée Réelle”, the presence of Bergson in Gérard Grisey’s musical thought». His works have been broadcast by the Italian public radio network RAI and the French Swiss radio and his scores are published by Suvini Zerboni (Milan).

Flavio Virzì Flavio Virzì – originally from Palermo – is an italian guitarist and poly-instrumentalist performing a wide range of music styles; he did numerous first performances of pieces for classical and electric guitar, mandolin, banjo and electric bass. As a soloist or as a member of different ensemble has been invited to perform in many festivals, among them Schwetzinger SWR Festspiele (D), Il suono dei Soli (IT), Milano Musica (IT), Euro Microfest (D), Highscore new music Festival (IT), Festival Aperto (IT). After approaching music as an autodidact and playing with several rock and punk bands, Flavio graduated at conservatorio “V. Bellini” in Palermo, école normale de musique “A.Cortot” in Paris, Musik-Akademie der Stadt Basel. Currently Flavio lives and works in Frankfurt.

Giovanni Mancuso Pianist and composer born in Venice in 1970. He was awarded in several music composition competitions, such as: “Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa Mediterranea” (Rome, Italy 1994): first ranked for the public performances in Lisbon. “Grieg Memorial Conpetition” (Oslo, Norway 1995) “Rockefeller Foundation” (New York, USA 2003) “European Association for Jewish Culture” (London – Paris 2003). He recorded for RAI, NBC - Oslo, RNE Madrid . His works are published by Edipan, Wergo and Rai Trade. He collaborated with Raiz, Elliott Sharp, Pietro Tonolo, Frederic Rzewski, Philip Corner, Malcolm Goldstein, Butch Morris, Lukas Ligeti, Sylvano Bussotti. In 1991 he founded the ensemble Laboratorio Novamusica.

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Gabriele Manca Gabriele Manca studied piano with Bruno Canino and composition with Giacomo Manzoni. He was the prize winner of the “Neue Generation in Europa” competition, WDR-Köln, the Biennale-Venezia and Festival d’AutomneParis. In 2000 he won the Japan Foundation Uchida Fellowship. He has lived a few months as a result in Japan where he worked on the music in the Noh Theater. His music has been performed at a number of important contemporary music events and festivals and performed by famous soloists and ensembles. He gave workshops and lectures around Asia and Nord and South America. From 2006 to 2013 was visiting profesor at the Pontificia Universidad Católica in Santiago, Chile. www.gamank.it

Mauro Montalbetti Mauro Montalbetti was born in Brescia, Italy, in 1969. He began studying composition in 1987 with Antonio Giacometti. He attended the “Giuseppe Verdi” Conservatory in Milan, where he studied with Irlando Danieli, Paolo Rimoldi. Montalbetti has regularly been commissioned pieces by Filarmonica della Scala, Teatro la Fenice, Biennale di Venezia, Accademia Santa Cecilia, Rai Nuova Musica, Playit, Bang On a Can, Accademia Filarmonica Romana, Festival Aperto, Gaudeamus music week, Real Filharmonia de Galicia, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Teatro di Monfalcone, Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, Cantiere Internazionale d’arte di Montepulciano, Fondazione Teatro Grande. www.mauromontalbetti.com

Riccardo Nova Riccardo Nova was born in Milan. He studied both flute and composition at the G. Verdi Conservatory of Milan, with Giuliano Zosi and Giacomo Manzoni, respectively. He went on to advanced studies with Franco Donatoni. He has been working with all main European ensemble. His music has been performed on important concert series. Since early 90s he has been living periodically in India where he studied South Indian music with M.T. Raja Kesari. Since 1998 Riccardo Nova is active in the field of “hard core/avantgarde techno”. He is the founder with Massimiliano Viel of the group Overclockd.In 2000, together with Fausto Romitelli, Giorgio Bernasconi, Giovanni Verrando and Massimiliano Viel, he has founded Sincronie. Riccardo Nova’s music is published both by Casa Ricordi  and Suvini Zerboni.

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