Routes Agency -‐ cura of contemporary arts Associazione Culturale -‐ C.F 97809670587 www.routesagency.com
[email protected] via Marino Laziale, 45 00179 Roma tel. +39 3202842897 // +39 3287460330 Routes Agency - Cura of Contemporary Arts Associazione culturale via Marino Laziale, 45 - 00179 Roma - C.F 97809670587
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Routes Agency Cura of Contemporary Arts è un’associazione culturale, che si è costituita nel 2011 come società cooperativa. Nel 2014 Routes Agency cessa le sue attività come società cooperativa, e viene rifondata come Associazione Culturale senza fini di lucro, mantenendo inalterato il legale rappresentante (Viviana Gravano), una parte dei componenti (Giulia Grechi), l’oggetto sociale e quindi i relativi campi di azione.
Vision Fondata nel 2011, l’obiettivo di Routes Agency è porre l’arte contemporanea in una relazione diretta con ogni ambito della società, investendo sulla produzione di trasformazioni responsabili e di occasioni di sviluppo produttivo attraverso la creatività e la ricerca. Routes Agency è un attivatore di processi e collaborazioni tra diversi contesti culturali, sociali, istituzionali e produttivi, italiani e internazionali, con un approccio sperimentale e interdisciplinare. Focus specifico delle sue attività è il rapporto con la cultural heritage e in particolare con le diverse declinazioni della difficult heritage, partendo da un approccio teorico che fa riferimento alla visione dei Cultural Studies e dei Post Colonial Studies. A questo scopo propone a istituzioni, aziende, fondazioni e privati i seguenti servizi: Curatela di eventi di arte contemporanea in contesti istituzionali, aziendali, privati; Curatela di interventi di public art e progetti di arte relazionale; Attività didattica di alta formazione per operatori culturali e aziende; Organizzazione di convegni e seminari di ricerca in strutture pubbliche e private; Pubblicazione di libri d’artista e produzione multipli; Attività editoriali; Organizzazione di residenze per artisti; Organizzazione e curatela di archivi pubblici e aziendali; Start-‐up di musei aziendali; Servizi di consulenza per acquisti di opere all’interno di collezioni. Routes Agency cura inoltre il magazine indipendente on line roots§routes – research on visual culture (www.roots-‐routes.org), che si propone come piattaforma di riflessione e di ricerca internazionale, per individuare le aree teoriche e metodologiche tra pratiche estetiche e antropologiche.
Routes Agency è composto da: Viviana Gravano, Senior curator Giulia Grechi, Ricercatrice Indipendente di Antropologia Culturale e curatrice Carolina Farina, Junior curator
Collaboratori:
Vasco Forconi, Junior curator Sonia Meoli, Junior curator, Ufficio Stampa Isabella Gaffè, Sceneggiatrice e videomaker Serena Scuccimarra, Motion Grapher e Grafica
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CURATELA MOSTRE ED EVENTI
Routes Agency cura eventi di arte contemporanea in ambiti istituzionali pubblici e privati. L’esercizio della curatela è un processo di condivisione nel quale la posizione del curatore interagisce con gli artisti, con le istituzioni, con gli enti pubblici e le aziende private, per produrre un piccolo frammento di senso che conduca una comunità aperta e mutabile a una riflessione. Curare un evento per Routes Agency è quindi un atto profondamente politico, mirato a reinventare uno spazio di incontro, ma anche di conflitto, di intersezione e sincretico, che appaia più come un campo di forze che non come un monumento estetico. Routes Agency propone eventi culturali che sviluppano una riflessione su temi urgenti per la contemporaneità, partendo sempre da un’attenta analisi del contesto in cui è chiamata ad operare o in cui si propone.
co-‐playing. Nuovo Design per Nuove Relazioni La Pelanda – MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma 25 settembre 2011
Evento di chiusura della mostra Nuovo Design per Nuove Relazioni che ha proposto i progetti di tesi degli studenti della scuola di Design dello IED – Istituto Europeo di Design di Roma. Superando le barriere imposte nelle formule tradizionali delle conferenze, co-‐playing si è presentata come un occasione di riflessione sul Creative Commons. L’evento si è svolto come un gioco di carte a cui sono stati invitati a partecipare esperti in materia di Design, studenti dello IED e visitatori casuali, che si sono trovati a dibattere fianco a fianco, seguendo dinamiche di gioco relazionali.
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Found in Translation. Visioni Postcoloniali a cura di Viviana Gravano e Giulia Grechi MAXXI B.A.S.E. 1 ottobre 2011 / 26 novembre 2011 / 21 gennaio 2012
Video rassegna curata nell’ambito del programma di approfondimento della mostra Indian Highway che si è svolta al MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma. La rassegna è partita dalla necessità di sviluppare in Italia un dibattito intorno a un tema che fa parte del rimosso collettivo della storia recente di questo paese: il rapporto con la propria storia coloniale e la conseguente costruzione di una relazione con l’alterità. La rassegna si è sviluppata in tre appuntamenti ognuno dei quali ha previsto la proiezione di opere di arte video precedute da una breve presentazione delle curatrici e seguite da un dibattito con esperti. Artisti invitati: Abhishek Hazra, Tejal Shah, Sarnath Banerjee e Pushpamala, Kara Walker, Zineb Sedira, Isaac Julien, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi. Relatori: Shaul Bassi (Docente di Società e Culture Post Coloniali, Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati, Università Ca’ Foscari, Venezia; Lidia Curti (Professore onorario di Letteratura inglese, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”), Iain Chambers (Professore di Studi Culturali e Postcoloniali, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, Miguel Mellino (Professore di Antropologia Culturale, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”), Tarek Elhaik (Media Anthropologist, Film Curator, Assistant Professor, San Francisco State University, San Francisco).
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Dispersione/Disseminazione dello Studio di Cesare Pietroiusti a cura di Paola Bommarito, Massimiliano Di Franca e Rossana Macaluso Studio di Cesare Pietroiusti [Viale Trastevere 259 -‐ Roma] 20 dicembre 2011
Asta evento che ha messo in atto un percorso di disseminazione e di successiva dispersione di sette “oggetti d’affezione” dell’artista Cesare Pietroiusti, conservati nel suo studio, che sono stati battuti all’asta durante la serata del 20 dicembre 2011. Durante l’asta aperta al pubblico, è stata data a tutti i partecipanti la possibilità di partecipare elaborando una proposta di scambio che non prevedesse alcuno scambio economico, ma solo affettivo o emotivo. Ciascun partecipante poteva portare a sua volta un proprio oggetto privato affettivo che avrebbe dovuto “sostituire” l’oggetto di Cesare, o proporre un’azione che si svolgesse nell’arco di un anno dal giorno dell’asta che prevedesse l’uso dell’oggetto ceduto dall’artista.
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Crossing Bodies – Immaginari postcoloniali a cura di Giulia Grechi Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”, Roma 1-‐15 dicembre 2012
Ciclo di eventi espositivi situati tra gli immaginari prodotti dalle e sulle migrazioni contemporanee in un’ottica postcoloniale, con uno sguardo critico sulle visioni stereotipate e retoriche che a volte ne caratterizzano lo studio e le rappresentazioni. Crossing Bodies è uno dei progetti vincitori del bando Idee Migranti, lanciato al fine di ampliare il dialogo tra museo e pubblico, per aprire uno spazio di confronto con quanti operano sul territorio nazionale con progetti sul tema delle migrazioni e promosso nell’ambito della mostra [S]oggetti migranti: dietro le cose le persone, ospitata al Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” di Roma. Il ciclo di eventi ha previsto: -‐ Presentazione in anteprima nazionale del video Traces (2012) di Fiamma Montezemolo e talk con la partecipazione di Fiamma Montezemolo, Iain Chambers, Lidia Curti, Viviana Gravano e Giulia Grechi; -‐ Observing ethnography, installazione fotografica di Mauricio Lupini; -‐ Quattro Danze coloniali viste da vicino, performance di danza contemporanea della formazione indipendente MK; -‐ Rassegna video con talk di presentazione a cura di Paola Bommarito, Laura Estrada Prada, Rossana Macaluso con: Zineb Sedira, MiddleSea, 2008; Isaac Julien, Western Union: Small Boats, 2007; Adelita Husni-‐Bey, Gestures of Labour, 2009; Marco Baroncelli e Enzo Orlandi, Parole crociate, 2001. -‐ Spazi vocali, opera relazionale di Massimiliano Di Franca, con la partecipazione di Jimmie Durham, Susanne Franco e Tarek Elhaik.
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G. di Villehardouin & figli di Matteo Fraterno 18 maggio / 17 luglio 2013 Biblioteca Museo Nitsch, Napoli a cura di Rossana Macaluso
La mostra G. di Villehardouin & figli, ospitata nella Biblioteca Museo Nitsch, circuito della Fondazione Morra di Napoli, è incentrata sulle affascinati vicende che ruotano intorno a Goffredo e Guglielmo II di Villehardouin, reggenti del Principato di Acaia e Morea (l’attuale Peloponneso) nel XIII secolo. La ricerca sui Villehardouin si presta al racconto di una Grecia scomoda oggi come allora, restituita dall’artista alternando in mostra materiale di ricerca documentativa a lavori di ispirazione fantasiosa che comprendono tele di grandi dimensioni, disegni e materiale lapideo, trattati con la tecnica ad acquarello. La “&” commerciale inserita nel titolo attiva una riflessione sulla funzione dell’arte contemporanea: un sistema culturale produttore di idee e di nuove coscienze politiche e identitarie, ma al contempo oggetto di un articolato sistema di marketing. I lavori di Matteo Fraterno sono spesso incentrati sulla memoria storica che riattualizza questioni ancora oggi centrali sia dal punto di vista estetico che etico. L’artista lavora su queste tematiche dagli anni ’80, e dopo diversi anni trascorsi in Grecia torna a Napoli con questo lavoro inedito.
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Impression d’Afrique, MK
24-‐25 maggio 2013 Danze al Museo Nazionale Etnografico Luigi Pigorini, Roma A cura di Viviana Gravano, Giulia Grechi, Rossana Macaluso
La collaborazione tra la compagnia di danza Mk e Routes Agency (in partnership con il progetto europeo MeLa – European Museums in an age of migrations), riprende il titolo del romanzo di Raymond Roussel, Impressions d’Afrique (1910), per testare gli inediti percorsi possibili in una rinnovata concezione del museo etnografico; la dismissione delle analisi e delle classificazioni stereotipate, tipiche del taglio museale etnografico classico, lascia spazio ad una performance coreografica che recupera un’idea di Africa scevra dalle etichette ad essa attribuite da un certo pensiero occidentale, un’idea di Africa che si carica di irrealtà per diventare laboratorio di impianti combinatori tra NUOVI soggetti e situazioni. La performance è stata introdotta da un talk dal titolo Performing the Ethnographic Museum nel quale ricercatori provenienti da diversi ambiti disciplinari si sono confrontati intorno alla relazione tra la danza contemporanea e alcune questioni poste dagli Studi Postcoloniali. Focus della discussione è stato il ruolo che le istituzioni museali (e in particolare i musei etnografici) possono svolgere nel proporre una diversa narrazione dei loro archivi e un rinnovato ruolo di mediazione interculturale. Relatori: Michele Di Stefano/Mk, Viviana Gravano. Giulia Grechi, Vito Lattanzi, Rossana Macaluso, Annalisa Piccirillo, Stefano Tomassini.
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Presente Imperfetto. Eredità coloniali e immaginari razziali contemporanei 27 e 28 novembre 2014, ore 9.30-‐19.30 Casa della Memoria e della Storia, Roma a cura di Viviana Gravano e Giulia Grechi (Routes Agency) Con il patrocinio di:
In collaborazione con:
Presente Imperfetto è stato un Convegno performativo, durante il quale si sono alternati incontri, tavole rotonde, rassegne video, piccole esposizioni e performance su quello che gli immaginari prodotti nel periodo coloniale in Italia e nelle colonie hanno lasciato in eredità al nostro presente. In Italia c’è un “passato che non passa” e continua ad agire sul presente in modi spesso poco chiari e difficili da cogliere. Il nostro paese sta vivendo ormai da decenni una sostanziale difficoltà nell’entrare in relazione con qualsiasi forma di “diversità”, anche in conseguenza di una mancata elaborazione del proprio passato coloniale, spesso considerato un episodio di scarsa rilevanza nella storia nazionale. Al complesso fenomeno migratorio che sta attraversando l’Italia, soglia dell’Europa per molti migranti, corrispondono politiche istituzionali spesso inadeguate e un atteggiamento culturale a tratti di chiusura, di difesa incondizionata o di aperta diffidenza. Questo scenario produce a livello culturale degli immaginari che, pur sembrando “nuovi” perché legati all’attualità o alla cronaca, scaturiscono dalla mancata rielaborazione di stereotipi su di sé e sugli “altri”, legati al passato coloniale. Presente Imperfetto ha proposto una piattaforma di riflessione e analisi delle diverse possibili declinazioni di questi immaginari, e del modo in cui sono tutt’ora presenti a molti livelli nella nostra vita quotidiana. È stata un’occasione di confronto tra realtà che, da diversi punti di vista, stanno già lavorando, con modalità affini, intorno al tema della relazione tra il colonialismo italiano e l’oggi. Presente Imperfetto si inserisce in un progetto più ampio – Immaginari (post)coloniali. Memorie pubbliche e private del colonialismo italiano – del quale è simbolicamente il punto di partenza, che vedrà la costruzione di un archivio digitale condiviso delle memorie coloniali dei cittadini italiani.
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Presente Imperfetto si è sviluppato in due giornate. La prima giornata, dal titolo Immaginari (post)coloniali, è stata articolata in sei panel di discussione, ognuno centrato su un aspetto specifico. Ogni tavolo ha presentato un relatore che ha portato con sé e mostrato al pubblico presente un oggetto quotidiano che è in qualche modo intriso di immaginari coloniali e, a partire da questo, dopo un breve intervento è entrato in aperta conversazione con il pubblico presente. Il tavolo del relatore era posto al centro della sala con altri posti liberi a cui si potevano sedere persone del pubblico e, le altre sedie destinate ai fruitori, erano messe tutti intorno al tavolo del relatore costruendo un’idea di circolazione della discussione che potesse abbattere gerarchie e rapporti frontali.
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Al termine della prima giornata la compagnia di teatro contemporaneo Clinica Mammut (Alessandra Di Lernia e Salvo Lombardo) ha realizzato una performance scritta e messa in scena appositamente per il convegno, dal titolo Come essere felici già alle prime note dell'inno alla gioia di Beethoven.
La seconda giornata, dal titolo Archivi aperti, si è aperta con la presentazione del progetto Immaginari (post)coloniali. Memorie pubbliche e private del colonialismo italiano di Viviana Gravano e Giulia Grechi. A seguire si è svolta una Tavola rotonda pensata come spazio di confronto tra diversi progetti già operativi in Italia su tematiche affini, o sviluppati con metodologie analoghe. L'incontro, articolato con un primo momento con brevi interventi dei relatori della tavola, ha dato spazio in un secondo momento ad uno spazio libero di confronto e dibattito nel quale anche altre realtà, non invitate “ufficialmente” hanno parlato di progetti e/o attività già in corso. La tavola rotonda è stata pensata come un primo luogo di incontro concreto da cui partire per la costruzione di una rete condivisa di progettualità.
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All’inizio della sessione pomeridiana, sono stati presentati i risultati del laboratorio di Novel Journalism, realizzato in collaborazione con la casa editrice Becco Giallo, realizzato dal disegnatore Manuel De Carli nel liceo artistico di viale Pinturicchio a Roma, in collaborazione con la prof.ssa Anna Maria Piemonte. I ragazzi e le ragazze del liceo hanno proiettato le tavole realizzate durante il workshop dando una attenta spiegazione del lavoro fatto, spiegandone sia le scelte formali che gli argomenti trattati.
In chiusura della seconda giornata sono state proiettate tre opere filmiche e video, che hanno affrontato da diverse angolazioni e con diversi linguaggi le tematiche del convegno: Stanze, di Gianluca e Massimiliano De Serio (2010), Inconscio Italiano di Luca Guadagnino (2011) e The remains of the fathers, di Bridget Baker (2012).
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PUBLIC ART Rock Your City Da aprile -‐ maggio 2012 a cura di Massimiliano Di Franca Routes Agency in collaborazione con Routes Agency
Rock Your City è un progetto dedicato alle scuole superiori realizzato da Routes Agency in collaborazione con la Fondazione Insieme per Roma e Labsus – Laboratorio per la sussidiarietà. Rock Your City è la prima rete per la sussidiarietà creata da giovani studenti delle scuole superiori per il proprio territorio. Tre workshop in tre scuole differenti pensate per produrre una vera e propria opera creativa permanente all’interno e/o all’esterno della struttura scolastica. Un’iniziativa che intende rimettere in circolo la possibilità di creare nuovi nessi culturali e responsabilità comuni. Rock your city -‐ :// Space Code Maggio -‐ Giugno 2012, Istituto d'Istruzione Superiore Statale "Leon Battista Alberti" Space Code è un intervento site-‐specific realizzato dal giovane artista e grafico Damiano Stingone all’esterno dell’Istituto Leon Battista Alberti di Roma. L’opera consiste in una scultura in plexiglas di dimensioni (1,50x 1.50) cm, rappresentante un QR code, installato sul parapetto della terrazza dell’Istituto. Fotografando il codice tramite un cellulare dotato di un QR code reader, è possibile visualizzare il contenuto fotografico risultato di un’ampia ricerca sviluppatasi insieme agli studenti sul territorio. Le immagini, raccolte all’interno di una pagina web, sono delle soste riflessive di un viaggio nel quartiere circostante la scuola, l’EUR. I partecipanti al workshop grazie ad apposite lettere di cartoncino, realizzate dall’artista, hanno dato forma alle loro considerazioni componendo delle parole, dei messaggi, che come delle installazioni effimere e temporanee, delle sculture mobili, fuoriescono dal paesaggio contemporaneo. Un passaggio dal semplice guardare all'osservare, un riappropriarsi dello spazio che parte dagli occhi. Rock Your City -‐ QR Wall Aprile-‐Maggio 2012, Liceo Scientifico Farnesina QR Wall è il primo intervento realizzato dell’artista Damiano Stingone sui muri esterni del Liceo Scientifico Farnesina nei mesi di aprile-‐maggio 2012. La facciata della scuola è stata decorata utilizzando 28 elementi modulari pittorici monocolore, uno per studente, rappresentanti dei QR Code che una volta fotografati con un'apposita applicazione dello smartphone, rimandano ad altrettanti contenuti online. I contenuti on line sono dei video che presentano un trittico formato da una parola, un colore e un suono scelti da ogni studente. Con questi video, attraverso una tecnologia familiare ormai per i giovani, ogni studente ha messo in condivisione aspetti intimi sia con gli altri studenti della scuola che con tutti i fruitori casuali dell'opera.
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