05 - 20 febbraio 2017.pdf_seconda parte

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Un ricordo che evoca una vocazione Giovedì 16 febbraio festa del beato Allamano, fondatore dei Missionari della Consolata, abbiamo partecipato al simposio dei nostri fratelli e sorelle di Martina Franca. Devo molto a loro. Negli anni ‘50 andavamo a Martina da ragazzi, scout, marcia a piedi anche di notte. P.Mario Monegat una figura di missionario pieno di fascino. Al primo rientro dall’Indonesia, catapultato a Zurigo, in pieno inverno, vestito d’estate. Accol

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Predilezione e sofferenza

to nella missione cattolica di Baden, conobbi le Suore della Consolata. Un piacere e una scuola di vita lavorare con loro tra gli emigrati italiani. La storia continua vivificata dal ricordo. p.stefano

Redazione - stefano coronese, missionari saveriani Via Tre Fontane 15 - 74122 Taranto Lama - 099/777.31.86

Cell.33.55.74.73.24 - e.mail: [email protected]

stampato a cura della Cartoleria Mandrillo - Via Medaglie d’Oro 145 - Taranto

Continua il discorso sulla coeducazione con il seguito delle riflessioni di Tizian Albano, i ricordi di Giorgio Cocozza dopo Galatone, la Giornata Mondiale del Malato, celebrata a S.Roberto Bellarmino al Corso Italia in Taranto. Sono episodi di vita, che risvegliano momenti di emozioni passate, ma presenti nel cuore e confermano quanto le riflessioni proposte, di cui sopra, siano di una attualità sorprendenti. Vivere “con passione” Non solo nella relazione con le persone. Anche nelle relazioni con le cose e le attività dobbiamo avere com-passione, che si traduce in predilezione e attività. Come ci consiglia-

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no questi due maestri del pensiero. Senza passioni: c’è noia e malinconia Fare le cose “con passione e sereno entusiasmo, metterci il cuore, farci scorrere dentro l’amore. Sono i due momenti che vanno intima mente coniugati: l’impegno e il dono di sé” (Anselm Grün, L’arte di invecchiare, Paoline 2009).

“Nulla nell’uomo è così insopportabile come il ritrovarsi senza passioni, occupazioni o doveri. Sente allora tutta la sua nullità, la sua solitudine, la sua insufficienza, la sua dipendenza, il suo vuoto. Ed ecco levarsi dal fondo della sua anima la noia e la malinconia, la tristezza, l’affanno, il cattivo umore, la disperazione” (Blaise Pascal)

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Il ricordo: possesso perenne di se stessi Il ricordo, sollecitato con op“Invecchio imparando portune esperienze, può stisempre molte cose” molare un miglioramento (Solone, VII secolo a.C.) L'educazione attraverso il ri- della respirazione, del movicordo è un modo per affer- mento, la conoscenza del pro mare il possesso perenne di sé prio corpo e dell’immagine stessi - come diceva già lo di sé. Consente, inoltre, un storico Tucidide nel V secolo recupero di abilità sensoa.C. - è un principio universa- percettive uditive, visive, tatle valido per ogni epoca, mal tili, olfattive e gustative. grado le possibili debolezze. È un potere Giovedì 11 febbraio Giorgio Cocozza che ognuno possiede ci ha accompagnato per le viuzze di e che, con un naturale Martina Franca fino alla Chiesa Arciimpulso, deve poten- preturale. Lì c’è questo affresco: la Madonna in preghiera, i Pastori in ziare e valorizzare. adorazione, San Giuseppe invece semBenefici del ricordo bra pensoso e assorto nei suoi… proGrazie al ricordo, la blemi. Una nuova immagine di Giupersona di ogni età seppe Imprenditore dei nostri tempi? viene stimolata chia mando in causa tutti i canali informativi: sensoriali, percettivi, corporei, creativi, umoristici, immaginativi idonei al conseguimento di una maggiore stabilità emotiva e/o per la rigenerazione di altre abilità.

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Essere come una casa accogliente già passato, oggi è già finito. Domani è un altro giorno con più scelte, più coraggio. “Co sì riparte in avanti il proprio pensiero sempre più stimolante”. La nostra casa, anche se piccola, perché molto accogliente, poche cose messe con spirito direi quasi france scano, dove vengono fuori tante di quelle energie, tanta voglia di fare, di dire, di confronto, di aggregazione e soprattutto di condivisione. Mettere a proprio agio È molto bello entrare in casa e salutare con una stretta di mano, con un abbraccio, con un sorriso e mettere a proprio agio il nuovo venuto e subito, se può, proporci nuovi obiettivi e non tenerlo lì in zona parcheggio. Farlo parlare è un’ottima terapia… perché solo attraverso il Dialogo c’è quel Dare e Ricevere. Sempre con garbo, senza gesti poco consoni e sempre con un linguaggio da Adulti Scout e non con linguaggi da bassa

bottega. (Scusatemi se vi sug gerisco questo). Il Magister di casa nostra Un grazie particolare e un abbraccio va al nostro Magister e a tutti voi. Abbiamo avuto la fortuna di aver avuto un ottimo magister che con passo felpato ha dato alla Comunità Luce e Speranza. Ha studiato il passato per capire l’oggi, scoprendo il coraggio, la determinazione e l’aggregazione. Continua pure, aprendo nuovi orizzonti e vedrai che raccoglierai frutti copiosi Abbracciando te, abbraccio tutta la comunità. Martina Franca, 20 febbraio 2017 Giorgio Cocozza Ave Maria Madre della Grazia che si venera nel santuarietto delle Suore della Consolata a Martina Franca

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Chiacchierata sul metodo scout Giorgio Cocozza, nella foto in basso, con p.Tony Senna, saveriano, davanti al Palazzo Patronale dei Motolese, casa natale di Mons. Guglielmo. Giovedì prossimo nel salone Paolo VI di S.Antonio ci sarà una conferenza sulla grande figura dell’arcivescovo, che ha disegnato e fatto costruire la nuova Taranto. Ma qui Giorgio ci riporta un sua riflessione in calce all’assemblea regionale Masci di Puglia di fine gennaio. Chiacchierata sul metodo scout per la Branca Rover e lo scautismo per adulti. … Ricordo benissimo il Convegno sul Metodo tenutosi a Pompei il 25-27 ottobre del lontano 1991. Sono decenni che si parla di un avvicinamento della Branca Rover al Masci. A mio avviso, anziché pensare alla branca Rover, pensiamo di portare in Comunità le nostre famiglie, i nostri amici e tutti coloro che vogliono giocare con noi quel meraviglioso gioco dello Scautismo per Adulti.

Se ben ricordo, noi già nel lontano 1981 portammo in comunità la famiglia, gli amici, i nostri figli, nipoti. In seguito portammo anche le massime autorità civili e militari. E fu successo! Casa-Comunità-Famiglia La comunità è la nostra casa e la casa è la nostra comunità. Entrando in quella stanza ritornano in me infiniti ricordi. Non sono un nostalgico, né vivo di ricordi. La mia filosofia di vita è che ieri è

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Il ricordo: educazione globale all’equilibrio Il ricordo come autobiografia Un ulteriore stimolo viene an che dall’esercitare il ricordo come orgogliosa autobiografia con la quale la persona tenta, gradualmente, di risalire all’inizio delle proprie memorie, scavando nel tempo, ritrovando tracce di sè che si ritenevano scomparse, procedendo sempre più all’indietro. È un modo anche per riflettere sul passato, per rendersi conto dell’esistenza di ricordi formatisi in seguito all'esperienza e all'apprendimento di aspetti importanti della vita. Crea armonia interiore Quanto “creano ambiente” i ricordi: alla fine aiutano sem pre a trovare una via verso la propria armonia interiore! Se la memoria viene meno, se le domande si fanno incalzanti e ricorrenti perché non risalgono più ad una risposta che le rassicuri, nasce in quel momento il bisogno del

la persona di sentirsi e farsi sentire come identità narrativa per ricominciare a condividere e rivivere emozioni, affetti ed esperienze vissute. Il ricordo come sinonimo di educazione globale all'equilibrio Questa esperienza è rivolta alla realizzazione di un graduale accomodamento tra sensazioni, emozioni e bisogni. Grazie a tale bisogno si generano 'esperienze per co noscersi', indispensabili per continuare a vivere nel mondo insieme agli altri. L'equilibrio che si tende a raggiungere in questo modo porta ad ampliare la personale spontaneità, libertà interpretativa e creativa e a realizzarsi come individuo ed essere sociale. Tiziana Albano Le dotte e invitanti riflessioni per “Creare ambiente” continuano nel prossimo numero.

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XXV Giornata mondiale del Malato Venerdì 10 febbraio Paola e Gianfranco sono venuti a tro varmi. Finalmente è arrivata la pensione. Ora ci sarà più tempo da dedicare alle attività di servizio. A cominciare da domani con la Giornata Mondiale del Malato. Il tema dell’anno: “Stupore per quan to Dio compie”. E noi?... Come tradizione anche questo l’11 Febbraio 2017 dalle prime ore della mattinata, ha visto radunarsi presso la Chiesa di S Roberto Bellarmino, in Corso Italia a Taranto, numerosi devoti della Vergine di Lourdes, intorno alla bella riproduzione della Grotta dei Pirenei situata nel tempio sin dalla sua costruzione e voluta dal compianto Mons. Saverio Greco, cappellano della Grotta di Lourdes, onorificenza assegnata a tutti i religiosi che si sono particolarmente distinti nella devozione e nella frequentazione del Santuario mariano.

Numerosi barellieri e dame della locale sottosezione Uni talsi di Taranto, ora guidata dal dr Gianfranco Di Giorgio, si sono adoperati per allietare la giornata di tanti amici disabili lì convenuti per passare in un clima di festa e preghiera questa importante ricorrenza. I foulard bianchi A coadiuvare i volontari dell’Unitalsi anche alcuni Foulards Bianchi - gli scout cattolici che fanno promessa di servizio a giovani e ammalati nello spirito dell’Hospitalité Notre Dame de Lourdes e tanti amici e devoti.

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Si è creata l’atmosfera di Lourdes Dopo la supplica a Nostra Signora, grazie anche alla solidarietà di alcuni imprenditori, l’Unitalsi ha allestito un pranzo per oltre 180 ospiti fra i quali numerosi malati e disabili. La processione con le torce Nel pomeriggio, guidati dal parroco mons. Antonio Rubino, dopo la recita del S. Rosario, si è snodata per le vie attorno alla Chiesa, la processione aux flambeaux con le caratteristiche fiaccole, che ogni sera si accendono a Lourdes durante la processione mariana.

Culmine della giornata la solenne liturgia eucaristica pre sieduta da S.E. mons Filippo Santoro che nell’omelia ha voluto riprendere opportunamente, in questo giorno dedicato alla sofferenza, il richiamo alla commozione con cui aveva inaugurato, nello scorso settembre, l’anno pastorale diocesano. La commozione è quell’atteggiamento che il vero cristiano deve coltivare nel suo cuore come sentimento inconfondibile della sua attitudine alla compassione verso chi soffre e alla conversione costante del cuore.

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