3 Fados di José Régio

May 27, 2017 | Autor: Giorgio de Marchis | Categoria: Portuguese Literature, José Régio, Modernismo Português
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Descrição do Produto

Associazione Italiana di Studi Portoghesi e Brasiliani

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Luso Brasiliana Sonia Netto Salomão, A língua portuguesa nos seus percursos multiculturais, 2012

2.

S. Celani,

3.

Patrícia Peralta Ferreira, Terminologias do turismo. Instrumentos para a formação especializada em língua portuguesa, 2013

4.

Sonia Netto Salomão, Giorgio de Marchis, Simone Celani (a cura di), Italia, Portogallo, Brasile: un incontro di storia, lingua e letteratura attraverso i secoli, 2014

, 2012

I contributi riuniti nel volume, presentati per la prima volta in occasione del I Convegno dell'AISPEB (Associazione di Studi Portoghesi e Brasiliani), tenutosi nel 2012 presso le sedi dell'Università di Roma “La Sapienza” e dell'Università di Roma Tre, offrono un panorama di temi, linguistici e letterari, legati sia al contesto portoghese che a quello brasiliano. I saggi d’argomento letterario rinnovano il contributo italiano allo studio della letteratura lusobrasiliana, rimanendo nel solco di una tradizione nazionale ricca di spunti, che ha visto arrivare proprio dall’Italia alcuni contributi storici, filologici ed ermeneutici tuttora indispensabili per comprendere l’opera dei maggiori autori di lingua portoghese. I saggi di argomento linguistico sintetizzano invece alcuni dei risultati prodotti dalle cattedre di lingua, di recente istituzione in Italia, privilegiando in particolar modo tematiche legate al binomio lingua-traduzione. I curatori: Sonia Netto Salomão e Simone Celani insegnano Lingua e Traduzione Portoghese e Brasiliana presso la Sapienza, Università di Roma. Giorgio de Marchis insegna Letterature Portoghese e Brasiliana presso l'Università di Roma Tre. Il volume contiene contributi di: Federico Bertolazzi (Università di Roma Tor Vergata), Simone Celani (Sapienza, Università di Roma), Giorgio de Marchis (Università di Roma Tre), Gian Luigi De Rosa (Università del Salento), Barbara Gori (Università di Padova), Michela Graziani (Università di Firenze), Vera Lúcia de Oliveira (Università di Perugia), Silvano Peloso (Sapienza, Università di Roma), Giovanni Ricciardi (Università di Napoli “L'Orientale”), Cristina Rosa (Università di Viterbo), Mariagrazia Russo (Università di Viterbo), Sonia Netto Salomão (Sapienza, Università di Roma).

In copertina: Planisfero di Cantino, 1502.

Italia, Portogallo, Brasile: un incontro di storia, lingua e letteratura attraverso i secoli, a cura di S. N. Salomão, G. de Marchis, S. Celani

1.

La collana intende presentare temi relativi agli studi linguistici, coinvolge non solo Portogallo e Brasile, ma anche l’Africa e alcune aree asiatiche. Si propone, inoltre, di divulgare e approfondire ricerche provenienti da questi contesti multiculturali, nell’ambito di un confronto di paradigmi critici internazionali e interdisciplinari. Si darà particolare attenzione alla prospettiva comparativa

Italia, Portogallo, Brasile: un incontro di storia, lingua e letteratura attraverso i secoli a cura di Sonia Netto Salomão, Giorgio de Marchis, Simone Celani Atti del I Convegno dell'AISPEB – Roma, 24 e 25 maggio 2012

luso-brasiliani ancora dispersi nelle biblioteche italiane, mirando alla loro divulgazione.

Sonia Netto Salomão, Sapienza Università di Roma

Álvaro Manuel Machado, Universidade Nova de Lisboa Antônio Celso Alves Pereira, Universidade do Estado do Rio de Janeiro Dinah Callou, Universidade Federal do Rio de Janeiro Evanildo Bechara, Academia Brasileira de Letras João César Castro Rocha, Universidade de Manchester José Luis Jobim, Universidade Federal Fluminense Sérgio Nazar David, Universidade do Estato do Rio de Janeiro

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15.00

EURO

Edizioni Nuova Cultura

La collana si avvale della procedura di valutazione e accettazione double blind peer review.

Collana di studi linguistici, letterari e storico-culturali

Associazione Italiana di Studi Portoghesi e Brasiliani

Italia, Portogallo, Brasile: un incontro di storia, lingua e letteratura attraverso i secoli a cura di Sonia Netto Salomão, Giorgio de Marchis, Simone Celani Atti del I Convegno dell’AISPEB – Roma, 24 e 25 maggio 2012

Edizioni Nuova Cultura

Collana LusoBrasiliana Direttore scientifico Sonia Netto Salomão, Sapienza Università di Roma La collana adotta un sistema di valutazione dei testi basato sulla revisione paritaria e anonima (peer-review).

Copyright © 2014 Edizioni Nuova Cultura - Roma ISBN: 9788868123659 DOI: 10.4458/3659 Copertina: Tiziano Fani Braga Composizione grafica: Luca Mozzicarelli Revisione a cura degli Autori

È vietata la riproduzione non autorizzata, anche parziale, realizzata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico.

Indice

Presentazione ...................................................................................................7 Introduzione dei curatori ...............................................................................9 Silvano Peloso, «O poeta é um fingidor»: paradosso e modernità .................... 13 Sonia Netto Salomão, Tradução e recepção de Machado de Assis na Itália: a função dos paratextos ..................................................................... 21 Giorgio de Marchis, 3 Fados di José Régio .................................................. 35 Simone Celani, Dall’Italia al Portogallo all’Italia: tradizione e traduzione del sonetto portoghese ..................................................................... 47 Mariagrazia Russo, La lingua portoghese di fine Cinquecento: relazioni di viaggio della nunziatura apostolica come fonte socio-linguistica ......... 73 Gian Luigi De Rosa, Segmentazione e costruzioni marcate nel parlato filmico brasiliano contemporaneo ........................................................................ 87 Barbara Gori, Cristianesimo e Cattolicesimo: “L’incontro” di Antero de Quental con San Francesco di Assisi .......................................................... 101 Federico Bertolazzi, Il nome delle cose. Tradurre Sophia de Mello Breyner Andresen ........................................................................................... 119 Michela Graziani, Nel silenzio della pietra, l’antico. Viaggio estetico-filosofico nell’Italia sacra e pagana di Cecília Meireles ............. 133 Cristina Rosa, L’Italia per Nísia Floresta: una viaggiatrice brasiliana del XIX secolo ................................................................................................ 149 Vera Lúcia de Oliveira, Histórias para ninar uma menina: uma leitura do livro Minha guerra alheia, de Marina Colasanti ..................................... 161 Giovanni Ricciardi, Ricordo di Jorge Amado nel centenario della nascita ....... 181

Presentazione

L’AISPEB (Associazione Italiana di Studi Portoghesi e Brasiliani) si è costituita nel dicembre 2010 con il fine di promuovere contatti e incontri regolari fra gli studiosi italiani di ambito lusofono e di favorire la ricerca scientifica e l’attività didattica a tutti i livelli; di incoraggiare e diffondere la conoscenza critica della cultura portoghese, brasiliana e, più in generale dei paesi lusofoni, con particolare attenzione alle discipline linguistico-letterarie e storico-culturali; di coordinare, infine, le proprie iniziative con quelle di Associazioni analoghe in Italia e all’estero. Ottenendo l’adesione dei colleghi di diciassette università italiane (la quasi totalità degli afferenti ai settori scientifico-disciplinari L-LIN/08 – Letterature Portoghese e Brasiliana – e L-LIN/09 – Lingua e Traduzione Portoghese e Brasiliana), l’Associazione ha colmato un vuoto di rappresentatività della lusitanistica e brasilianistica italiana, sia nei confronti del panorama nazionale che di quello internazionale. Finora, nei suoi quasi quattro anni di attività, l’AISPEB si è proposta come interlocutore privilegiato delle altre consulte d’area, del CUN e del MIUR, dando il proprio contributo per affrontare le problematiche legate a processi di ampia portata quali, fra gli altri, l’istituzione dell’ANVUR, la VQR, l’Abilitazione Scientifica Nazionale. Tra i risultati concreti da un punto di vista scientifico sono invece da rilevare il patrocinio della Rivista di Studi Portoghesi e Brasiliani, inserita nella fascia A delle riviste scientifiche ANVUR. Sono stati così pubblicati tre numeri della rivista e si è organizzato un primo convegno, tenutosi nel 2012 presso le sedi dell’Università di Roma “La Sapienza” e dell’Università di Roma Tre, che ha unito, in due intense giornate di lavoro, una

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Presentazione

sezione di tipo istituzionale con riflessioni sui processi di mutamento in atto nell’università italiana ad una più ampia di carattere propriamente scientifico. Un secondo, importante convegno è previsto per la fine del mese di ottobre 2014 presso l’Università di Pisa. Sebbene si tratti di un’Associazione ancora giovane, l’AISPEB ha già dimostrato di avere un ruolo di primaria importanza sia in campo scientifico che istituzionale, sottolineando il contributo fondamentale che la lusitanistica e la brasilianistica italiane hanno dato, e continueranno a dare ancora a lungo, al panorama accademico italiano e non solo. Silvano Peloso Presidente dell’AISPEB

Introduzione dei curatori

I contributi riuniti in questo volume, presentati per la prima volta in occasione del I Convegno dell’AISPEB (Associazione di Studi Portoghesi e Brasiliani), tenutosi presso le sedi dell’Università di Roma “La Sapienza” e dell’Università di Roma Tre il 24 e 25 maggio 2012, offrono un vasto panorama di temi linguistici e letterari legati sia al contesto portoghese che a quello brasiliano. I saggi d’argomento letterario rinnovano il contributo italiano allo studio della letteratura portoghese e brasiliana, rimanendo nel solco di una tradizione nazionale ricca di studi che ha visto arrivare proprio dall’Italia alcuni contributi storici, filologici ed ermeneutici tuttora indispensabili per comprendere l’opera dei maggiori autori di lingua portoghese. Da questo punto di vista, non è casuale che questo volume si apra con un saggio di Silvano Peloso dedicato a Fernando Pessoa, – «O poeta é um fingidor»: paradosso e modernità, in funzione dell’ambito letterario, filosofico e scientifico proprio del poeta dalle molte maschere, – e si chiuda con un Ricordo di Jorge Amado nel centenario della nascita, di Giovanni Ricciardi. Il poeta di Mensagem e l’autore di Gabriela, Cravo e Canela sono, infatti, due degli scrittori che, nei rispettivi ambiti, maggiore interesse hanno suscitato tra gli studiosi italiani. Allo stesso modo, anche l’articolo di Giorgio de Marchis, 3 Fados di José Régio, soffermandosi su una traduzione italiana poco nota dell’autore dei Poemas de Deus e do Diabo, conferma l’interesse con cui in Italia si è sempre guardato al Modernismo portoghese – visto nella sua totalità, come fenomeno articolato e complesso che non si esaurisce con la generazione di «Orpheu», ma si prolunga e si completa nel gruppo che ruota intorno alla rivista «Presença».

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Introduzione dei curatori

Barbara Gori con Cristianesimo e Cattolicesimo: “L’incontro” di Antero de Quental con San Francesco di Assisi analizza, invece, l’inquietudine religiosa di Antero de Quental, cogliendo nel modello francescano uno snodo fondamentale della riflessione poetico-filosofica ed esistenziale del poeta di Ponta Delgada. Da questo punto di vista, è interessante notare come Antero avverta la fragilità del Cattolicesimo nella radicale separazione che questo impone tra divinità e natura e come veda in S. Francesco la possibile soluzione di ogni dissidio. In questa chiave, se è vero che Antero si muove verso una sintesi tra ciò che nel Paganesimo riguarda la realtà e ciò che nel Cristianesimo riguarda l’ideale, risolvendo l’iniziale antinomia nella necessità di una fusione armonica tra spirito e natura, le considerazioni anteriane rivelano una sorprendente affinità con l’immaginario poetico ormai pienamente novecentesco di Cecília Meireles analizzato da Michela Graziani nel saggio Nel silenzio della pietra, l’antico. Viaggio estetico-filosofico nell’Italia sacra e pagana di Cecília Meireles. Le quaranta liriche scaturite da un viaggio in Italia e, più tardi, riunite dall’autrice nella raccolta Poemas italianos, ribadiscono, sotto la inevitabile eco di un retaggio estetico-filosofico vicino al misticismo orientale, il rifiuto di qualsivoglia dualismo contrapposto tra la religione della terra e la religione dello spirito. Alla scissione, Cecília Meireles oppone, infatti, una complementarietà di figure, oscillanti tra mondo sacro, cattolico, e mondo pagano, greco-romano che annulla ogni distanza spazio-temporale. L’intenso colloquio tra Italia e Brasile prosegue, quindi, con lo studio di Cristina Rosa, L’Italia per Nísia Floresta: una viaggiatrice brasiliana del XIX secolo, che ricostruisce l’immagine del nostro Paese negli anni precedenti l’Unità attraverso le pagine di una scrittrice brasiliana, progressista e democratica. Agli occhi di Nísia Floresta, l’Italia, spogliata delle sue glorie passate, appare viva soprattutto nel desiderio di libertà del suo popolo. Il costante dialogo italo-brasiliano si conclude con il saggio di Vera Lúcia de Oliveira, Histórias para ninar uma menina: uma leitura do livro Minha guerra alheia, de Marina Colasanti, nel quale si analizza il recente libro autobiografico di una scrittrice migrante, perennemente in transito, che, attraverso un ponte di ricordi, riannoda l’infanzia italiana alla sua vita brasiliana. Venendo all’ambito linguistico, visto l’indirizzo che lo stesso MIUR

Introduzione dei curatori

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ha dato alle cattedre di lingua create recentemente in Italia, il binomio lingua/traduzione è prevalente negli studi qui riuniti. Il contributo di Sonia Netto Salomão, Tradução e recepção de Machado de Assis na Itália: a função dos paratextos, prende in considerazione il valore di prefazioni, note e glossari come parte integrante del lavoro di traduzione di Memórias póstumas de Brás Cubas (1881), in prospettiva diacronica e comparativa. Si è analizzato sia il valore critico dell’interpretazione, che le note e i glossari. Importanti sono le informazioni sui mutamenti storico-semantici dei lessemi nel percorso delle varie traduzioni messe a confronto. Simone Celani, nel suo contributo intitolato Dall’Italia al Portogallo all’Italia: tradizione e traduzione del sonetto portoghese, riflette sulla traduzione italiana del sonetto portoghese come peculiare esempio di ‘ritorno della forma’; alla base dell’introduzione di questa composizione metrica nella tradizione lusitana si trova una forte intertestualità (petrarchesca, ma non solo) che è impossibile ignorare, anzi fornisce al traduttore italiano un repertorio lessicale e semantico che non può essere disatteso. Nel confronto fra la traduzione del sonetto cinquecentesco (attraverso l’analisi di sei traduzioni di Alma minha gentil que te partiste di Camões) e quella del sonetto novecentesco (qui il caso preso in considerazione è Alexandre O’Neill), si nota però una profonda differenza di approccio in ambito sia metrico che intertestuale. Nel suo saggio, intitolato La lingua portoghese di fine Cinquecento: relazioni di viaggio della nunziatura apostolica come fonte socio-linguistica, Mariagrazia Russo esamina, con dovizia di esempi, le particolarità linguistiche del diario di viaggio scritto dal cardinale Giovanni Battista Venturino da Fabriano, che accompagnò in Portogallo, alla fine del novembre del 1571, il legato a latere di Pio V, Michele Bonelli (1541-1598), chiamato Cardinale Alessandrino. Il contributo di Gianluigi De Rosa, Segmentazione e costruzioni marcate nel parlato filmico brasiliano contemporaneo, si propone di rilevare la frequenza di fenomeni quali focalizzazione, segmentazione e ordine marcato nei dialoghi cinematografici, come riflesso del processo di ri-standardizzazione del portoghese brasiliano. Nello specifico, vengono analizzati i costrutti marcati noti come scisse o frasi scisse all’interno del portoghese brasiliano, segnalando la presenza e la frequenza di tali costrutti all’interno del corpus filmico preso in considerazione.

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Introduzione dei curatori

Federico Bertolazzi infine, nel suo contributo intitolato Il nome delle cose. Tradurre Sophia de Mello Breyner Andresen, fornisce alcuni esempi tratti dal suo processo di traduzione della poesia della scrittrice portoghese, riflettendo da un lato sul profondo lavoro di scavo e scelta lessicale compiuto dal traduttore, dall’altro su un’idea complessiva di unitarietà e autonomia dell’antologia lirica, vista come vero e proprio genere letterario. In conclusione, crediamo che il presente volume fornisca un ventaglio di temi ampio e diversificato, nel quale però si colgono linee di fondo coerenti che permettono di avere una visione certamente parziale, ma quanto più possibile ampia, delle più recenti tendenze critiche della lusitanistica italiana. Sonia Netto Salomão Giorgio de Marchis Simone Celani

3 Fados di José Régio Giorgio de Marchis (Università Roma Tre)

Nonostante la rilevanza di un autore come José Régio – indispensabile per comprendere «Presença» ma anche necessario per cogliere lo snodo fondamentale che, tra la fine degli anni Venti e gli anni Quaranta del Novecento, collega il primo Modernismo portoghese ai movimenti successivi che, volenti o nolenti, recepiscono Orpheu e lo leggono sulla scia o in contrapposizione dell’interpretazione presencista –, l’opera regiana non ha goduto di grande fortuna in Italia. A parte la recente e meritoria opera di divulgazione della poesia dell’autore di Biografia realizzata da Enrico Martines1, i pochi testi di questo scrittore disponibili in traduzione italiana si trovano per lo più all’interno di antologie poetiche e sillogi della letteratura portoghese. In realtà, l’interesse degli studiosi italiani per questo autore si manifesta relativamente presto, visto che già nel 1942 due poesie (Genesi e Cantico Negro) figurano in un’antologia della moderna poesia portoghese pubblicata dall’Istituto di Cultura Italiana in Portogallo2. Nel dicembre del 1948 – e, quindi, con almeno sette anni di anticipo rispetto alla data proposta da Jaime Raposo Costa per la prima traduzione di un testo regiano E. Martines, José Régio, il poeta di Dio e del Diavolo. Edizione critico-genetica di Poemas de Deus e do Diabo e Mas Deus é Grande, Parma, MUP, 2003; E. Martines (a cura e traduzione di), Giochi di ritmo e rima… Poesie di José Régio, in «Palazzo Sanvitale. Quadrimestrale di letteratura», 18-19, Dicembre 2006, pp. 13-104. 2 Poeti moderni portoghesi, tradotti da E. Vólture – presentati da Gino Saviotti, Lisbona, Ed. «Estudos Italianos em Portugal», 1942, pp. 70-72. 1

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edito in Italia3 – la rivista La Commedia: diorama di teatro pubblica, poi, una traduzione ad opera di Gilberto Beccari e Oscar Cecchi di Benilde ou a Virgem-Mãe 4. Tuttavia, nonostante questo precoce interessamento, nel corso del Novecento ben poche saranno le opere di José Régio tradotte in italiano. Per quanto riguarda la vasta produzione poetica, appena una manciata di poesie: oltre ai due componimenti pubblicati a Lisbona nel 1942, Fado Canzone (Fado-Canção) inserita da Jannini, nel 1955, nel suo Pagine della letteratura portoghese 5 – in una traduzione poi parzialmente riproposta da Luciana Stegagno Picchio, nel 2004, all’interno dell’antologia Poesia portoghese e brasiliana 6; Racconto (Conto) ed Epitaffio del Poeta (Epitáfio do poeta), tratti da Biografia e selezionati da Leo Negrelli per una raccolta del 1964 dedicata al sonetto portoghese7; tre poesie – Adamo ed Eva (Adão e Eva), Il poeta pazzo, la vetrata e la santa morta (O poeta doido, o vitral e a santa morta) e Amore (Amor) – scelte da Giuseppe Tavani per la sua antologia, Da Pessoa a Oliveira, pubblicata nel 1973 dalle Edizioni Accademia8; infine, Cantico nero (Cântico negro), Mitologia (Mitologia) e Fado dell’Alentejo (Fado alentejano) che, nel 1998, trovano spazio nell’Antologia della letteratura portoghese curata da Giovanni Ricciardi e Roberto Barchiesi9. Per quanto concerne il teatro, dopo l’iniziale pubblicazione di Benilde, solo Giacobbe e l’Angelo (Jacob e o Anjo) arriva in Italia in una traduzione realizzata da Giuseppe Carlo Rossi e pubblicata, nel 1956, all’interno del Cfr. J. Raposo Costa, Autori portoghesi tradotti ed editi in Italia. Narrativa poesia saggistica (1898-1998), Roma, Ambasciata del Portogallo, 1999, pp. 76-77. 4 J. Régio, Benilde o la Vergine-Madre, in «La commedia. Diorama di teatro», IV, 6, dicembre del 1948, pp. 2-41. 5 P.A. Jannini (a cura di), Pagine della letteratura portoghese, Milano, Nuova Accademia Editrice, 1955, pp. 400-405. 6 L. Stegagno Picchio (a cura di), Antologia della poesia portoghese e brasiliana, Roma, Gruppo Editoriale L’Espresso, 2004, pp. 255-259. 7 L. Negrelli (a cura di), Il sonetto portoghese dalle origini ai nostri giorni. Antologia da Sá de Miranda ai contemporanei, Firenze, Il Fauno, 1964, pp. 242-245. 8 G. Tavani (a cura di), Da Pessoa a Oliveira. La moderna poesia portoghese. Modernismo – Surrealismo – Neorealismo, Milano, Edizioni Accademia, 1973, pp. 173-189. 9 G. Ricciardi – R. Barchiesi, Antologia della letteratura portoghese. Testi e traduzioni, Napoli, Tullio Pironti, 1998, pp. 721-722. Il Fado alentejano è tradotto da Barchiesi, mentre le traduzioni dei rimanenti testi regiani presenti nel volume sono da attribuire a Ricciardi. 3

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volume Teatro portoghese e brasiliano10. Praticamente ignorato, poi, anche il Régio narratore: appena un paio di racconti – «Menina» Olímpia (Menina Olímpia e a sua criada Belarmina), scelto da Enrico Cicogna per un’antologia di narratori portoghesi pubblicata nel 196311, e La strada (O Caminho) apparso, però, solo nel 2006, grazie alla traduzione dell’Antologia do conto português curata da João de Melo12 – e poche pagine tratte dal romanzo Uma gota de sangue, inserite da Ricciardi e Barchiesi nell’Antologia della letteratura portoghese (volume nel quale compare anche la traduzione dell’articolo Literatura viva uscito sul primo numero di «Presença»)13. In un panorama così scarno di traduzioni, appare significativo registrare una pubblicazione passata apparentemente inavvertita, forse ignota allo stesso Régio oppure, come parrebbe più probabile, deliberatamente occultata dall’autore. Se è vero, infatti, che la pubblicazione di Benilde o la Vergine-Madre è nota da tempo – in quanto più volte segnalata da Eugénio Lisboa14 e, ancora di recente, ricordata anche da Manoel de Oliveira che, anticipandone la pubblicazione di un anno (1947), ha potuto, per quanto prudentemente, associarla all’episodio Il miracolo girato, nel 1948, da Roberto Rossellini per il film Amore15 – nessuno, a quanto mi risulta, ha mai fatto G.C. Rossi, Teatro portoghese e brasiliano, Milano, Nuova Accademia, 1956, pp. 267-363. 11 E. Cicogna (a cura di), Carosello di narratori portoghesi, Milano, Martello, 1963, pp. 171-190. 12 J. de Melo (a cura di), Antologia del racconto portoghese, Roma, Cavallo di ferro, 2006, pp. 187-196. 13 G. Ricciardi – R. Barchiesi, op. cit., pp. 723 e 720-721. 14 Si vedano le bibliografie inserite all’interno dei volumi: E. Lisboa, José Régio ou a Confissão Relutante. Estudo Crítico-Biográfico e Antológico, Lisboa, Rolim, 1988; idem, José Régio – Uma literatura viva, Lisboa, ICALP, 19922 (1978). 15 «[…] num encontro casual que tivemos no Porto, no passeio central da Praça da Liberdade, contou-me que mudara de ideias e que a Benilde já não figuraria em A Velha Casa, e que passaria a ser uma peça de teatro, como realmente aconteceu, tendo a mesma até aparecido, em 1947, numa publicação italiana. No ano seguinte, Rossellini apresentou Il Miracolo, segundo episódio do filme Amore, em que Fellini encarnava um personagem que uma pastora toma por S. Pedro ao aparecer-lhe a sós, quando ela guardava um rebanho. Logo de seguida a este encontro, a personagem misteriosa desaparece para sempre, deixando a pastora engravidada. O povo da aldeia, escandalizado com o que ela conta de se ter encontrado com S. Pedro, tal era a semelhança com o Santo pintado num dos altares da igreja do lugar, põem-na 10

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riferimento a una plaquette intitolata 3 Fados pubblicata, per i tipi dell’editore romano Carucci, il 2 marzo del 1957 come quarto titolo della Collana del Punto diretta da Maria Grazia Biovi con la collaborazione di Nicoletta Festa16. Il volume – di 71 pagine in sedicesimo, messo in vendita al prezzo di trecento lire e del quale i primi venti esemplari furono numerati – contiene la traduzione di tre poesie di José Régio, pubblicate con testo a fronte e tutte tratte dalla raccolta Fado del 1941 (raccolta di cui, sempre nel 1957, in Portogallo, si pubblicava una seconda edizione con sei illustrazioni di Stuart Carvalhais) – che, a questo punto, si può considerare il libro regiano più apprezzato dagli editori italiani: Fado d’amore (Fado de Amor), Fado dei poveri (Fado dos Pobres) e Fado delle strade senza sole (Fado das Ruas sem Sol). A conferma della fortuna italiana della raccolta Fado, segnalo che la traduzione di Magnino di Fado dos Pobres era già apparsa, con il titolo Canzone dei poveri, in un’antologia della lirica universale curata, nel 1949, daVincenzo Errante ed Emilio Mariano17 e che questa versione sarà riproposta, vent’anni più tardi, nell’Antologia della letteratura portoghese e brasiliana di Cesco Vian18. In questa pubblicazione del 1957, le tre poesie sono precedute da un’introduzione firmata da Leo Magnino, che è anche il traduttore dei tre fados. Il volume appare corredato di una fascetta con la riproduzione in fora do templo. O mais curioso é que se veio a saber depois que um semelhante acontecimento fora anteriormente narrado num conto argentino ou de outro qualquer país sul-americano. Eram plágios? Nem plágios, nem sugestões. De resto, esta ideia de Benilde em Régio já dela tinha notícia em 1931, se bem que pudesse até ser de data anterior. Creio serem ideias que podem occorer em simultâneo ou em espaços e tempos diversos, com algo de comum, mas por formas distintas». M. de Oliveira, Régio e o cinema, in «Jornal de Letras, Artes e Ideias», XVII, num. 960, 18-31 Julho de 2007, p. 40. 16 I titoli apparsi in precedenza all’interno della collana sono: Ibn Sina (Avicenna), Opera poetica, a cura di A. Bausani, Roma Carucci, 1956; Cento poesie giapponesi, a cura di L. Magnino, Roma, Carucci, 1956; Pierre Jean Jouve, Poesie, a cura di N. Risi, presentazione di G. Ungaretti, Roma, Carucci, 1957. 17 V. Errante – E. Mariano (a cura di), Orfeo. Il tesoro della lirica universale interpretato in versi italiani, Firenze, Sansoni, 1949, pp. 1421-1424. Gli unici poeti portoghesi contemporanei presenti in questa raccolta sono José Régio, presentato come un esponente del neorealismo portoghese, e António Botto, le cui tre poesie (Maratona, Amanti e Atleta) sono considerate espressione di «lirismo classico». 18 C. Vian (a cura di), Antologia della letteratura portoghese e brasiliana, Milano, Fabbri, 1969, pp. 242-245.

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bianco e nero dell’Uomo con la chitarra di Georges Braque affiancata dalla traduzione della prima strofa di Fado português 19, altro componimento della raccolta Fado che, però, non figura tra i tre testi presenti nel volume curato da Magnino – sebbene nell’introduzione si citino le prime tre strofe di questo componimento. Non è mia intenzione proporre un’analisi dettagliata delle traduzioni di Magnino. La resa in italiano delle tre poesie appare francamente poco felice e le soluzioni proposte dal traduttore evidenziano una conoscenza non troppo approfondita del poeta e, più in generale, della lingua portoghese. Tra i numerosi esempi che si potrebbero citare, mi limito, quindi, a segnalarne alcuni particolarmente significativi Nel sesto verso della terza strofe di Fado d’amore, Magnino trasforma la prima persona dell’imperfetto del verbo ser nella seconda persona, stravolgendo il senso di un componimento che si regge tutto sulla comune parabola di degradazione che lega la ragazza intravista in gioventù al poeta: Eras criança e mulher, Eri bambina e donna Tinhas, petulante e doce, e avevi, petulante eppur dolce, Um jeito como se fosse un gesto come di chi voglia De quem quer dar, receber… tutto dare e pur ricevere… Eu – começava a saber Io incominciavo a comprendere Que era uma pobre criatura che eri una povera creatura, Das que vivem na loucura di quelle che vivono nella follia De redimir tudo, e todos, di tutto voler redimere e tutti E têm falas e modos e avevi parole e maniere De altiva e triste figura… di altera e triste persona20.

Bizzarre, poi, appaiono alcune scelte che portano, ad esempio, Magnino a tradurre Aquele estranho maneta con «E quello strano manichino»21 (Fado dei poveri) e sono numerosi i falsi amici in cui Magnino inciampa: il quartinho dove si vende una prostituta diventa un «quartierino»22 (Fado dei po«Il fado nacque un giorno/ in cui il vento era agitato/ e il cielo prolungava il mare, / nella murata di un veliero/ nel petto di un marinaio/ che essendo triste cantava//» 20 J. Régio, 3 Fados, Roma, Carucci, 1957, pp. 26-27. 21 Ivi, p. 45. 22 Ivi, p. 47. 19

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veri), mentre i vidros baços di un edificio cadente si trasformano fatalmente in «vetri bassi»23 (Fado delle strade senza nome)… Come dimostrano alcune soluzioni adottate nella resa di Fado de Amor, scarsa è anche la familiarità del traduttore con il linguaggio colloquiale e con il registro più popolare adottato da Régio in una raccolta che, ovviamente, rielabora la tradizione del Fado di Coimbra e di Lisbona, dialogando, però, anche con la letteratura de cordel del nord del Portogallo24: Depois passaram-se os dias, A vida meteu-se ao meio, Quanto havia de vir veio, (vv. 37-39)

ma poi passarono i giorni, la vita mi assorbì totalmente e avvenne ciò che doveva accadere:

¿Caíste, meu ai-Jesus Dum passado que passou, Caíste, ou quem te empurrou Ao mal, que, por mal, seduz? (vv 51-54)

Sei caduta, o mio Gesù per un passato che è già passato, sei caduta, ma chi ti ha sospinto A quel male che al male conduce?

¿Quantos, nas mãos, te sujaram, Minha pombinha alvadia (vv. 65-66)

Quanti, nelle loro mani, t’insozzarono, o mia colombina smarrita,

Numerosi anche gli errori presenti nella trascrizione dei componimenti in portoghese: in apertura delle interrogative, come si è visto, compaiono castiglianissimi punti di domanda capovolti e lo stesso Josè Regio (sic) in questa sua sfortunata edizione italiana perde l’accento sul cognome per guadagnarne uno grave sul nome. Anche l’introduzione è piuttosto originale e verte tutta intorno al ruolo della città di Coimbra – «la capitale ad un tempo dell’intellighenzia portoghese e dell’arte e della musicalità di questo popolo […] la città più caratteristica e affascinante del Portogallo»25 –, presso la cui università Magnino aveva ricoperto il ruolo di lettore26. Se l’Atene lusitana è «il Ivi, p. 59. Cfr. M.A. Galhoz, A ligação do livro “Fado”, de José Régio, com os folhetos de cego, in «Boletim do Centro de Estudos Regianos», I (1998), 2, pp. 41-45. 25 L. Magnino, Introduzione, in 3 Fados, Roma, Carucci, 1957, p. 7. 26 Cfr. R. Marnoto, O ensino da língua e da literatura italianas na Universidade de 23 24

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centro spirituale e geografico del Paese» da dove, scrive sempre Magnino, «tutti i grandi movimenti ideologici, che trasformarono il Portogallo negli ultimi secoli, si partirono»27e oggi «continua ad essere uno dei principali fattori del rinnovamento dello spirito portoghese»28, José Régio viene qui presentato ai lettori italiani come un «autentico coimbrão per elezione»29 che si inserisce in una tradizione di poeti cantori della città: António Nobre (Carta a Manoel), Alberto de Oliveira (Balada dos Estudantes), António H. de Melo (Cantigas), João Lebre e Lima (Rio Mondego) e Cândido Guerreiro. Prima di soffermarsi sulla poesia regiana, Magnino ricorda, poi, il suo soggiorno nell’università portoghese, «gli illustri maestri del glorioso ateneo»30 e alcuni amici sui quali sarà necessario tornare in seguito. Infine, Régio e i suoi versi «pieni di dolce melanconia e di profonda saudade»31. L’autore di Mas Deus é Grande è «uno dei fondatori e, per qualche tempo direttore, della rivista «Presença», l’organo della rinnovata poesia lusitana»32, ma, secondo il curatore della plaquette, i versi ora proposti ai lettori italiani sono soprattutto opera del creatore del «moderno romanticismo portoghese»33, spiritualmente vicino ad António Nobre e Cândido Guerreiro, che, nella sua capacità di cogliere «l’intimo valore delle cose […] anche le cose più banali, i piccoli avvenimenti della nostra vita quotidiana»34, può essere accostato al nostro Guido Gozzano. Sorprende, però, soprattutto il tentativo di avvicinare il poeta di As Encruzilhadas de Deus alla poetica neorealista perché, ignorando decenni di polemiche con esponenti del Neorealismo portoghese35, Magnino arriva al punto di considerare José Régio

Coimbra, in Actas do I Colóquio da Associação Portuguesa para a História do Ensino das Línguas e Literaturas Estrangeiras, Aveiro, Universidade de Aveiro, 2000, pp. 91-117. 27 L. Magnino, op. cit., p. 8. 28 Ivi, p. 9. 29 Ivi, p. 13. 30 Ivi, p. 15. 31 Ivi, p. 18. 32 Ivi, p. 17. 33 Ibid. 34 Ivi, p. 20. 35 Cfr. G. de Marchis, “Fado”. La risposta di José Régio alla critica neorealista, in «Rivista di Studi Portoghesi e Brasiliani», XIII, 2011, pp. 37-45.

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un precursore del neo-realismo, ma di un neo-realismo tutto speciale, portoghesizzato […]. Un neo-realismo che, come il lettore potrà facilmente osservare dalla lettura di queste pagine di poesia, si è unito al migliore romanticismo e dall’armonica unione ne è venuto fuori “un caso unico” nella letteratura mondiale: José Regio36.

Stupisce che, nonostante tale encomiastica presentazione, l’autore di Mas Deus é Grande non abbia mai fatto riferimento a questa pubblicazione italiana. Non vi è un solo accenno ai 3 Fados nelle Páginas do Diário Íntimo37 – il diario di José Régio che, sebbene ancora in parte inedito, è ormai noto nella sua quasi totalità38 – e mai si menziona questa traduzione nella corrispondenza dell’autore. Anzi, il 7 aprile del 1958, a poche settimane dall’inizio della campagna elettorale per l’elezione del Presidente della Repubblica, sul quotidiano «República» appare un’intervista molto polemica a José Régio sui problemi dell’istruzione in Portogallo, preceduta da una presentazione del poeta in cui si legge un curioso accenno alla fortuna internazionale delle sue opere: Tem traduzidas e publicadas em italiano as suas peças «Jacob e o Anjo» e «Benilde ou a Virgem-Mãe». De outras obras suas há traduções inéditas. Mas tem-se desinteressado de traduções, que lhe têm sido propostas, da sua poesia39.

A poco più di un anno dalla pubblicazione di 3 Fados, l’autore di A Velha Casa rivela, quindi, di non aver autorizzato alcuna traduzione dei suoi versi e, pertanto, sarebbe lecito supporre che José Régio ignorasse l’esistenza del volume curato da Leo Magnino. Tenuto, poi, conto che il L. Magnino, op. cit., pp. 20-21. È vero che nel diario dell’autore non si fa alcun riferimento neanche alla traduzione di Benilde ou a Virgem-Mãe e di Jacob e o Anjo, ma, come si evince anche da un articolo apparso sul quotidiano «República», queste traduzioni erano note in Portogallo sin dal 1958. 38 Cfr. J. Régio, Páginas do diário íntimo, Lisboa, Imprensa Nacional – Casa da Moeda, 2000. 39 I. Cadete Novais, José Régio. Itinerário fotobiográfico, Lisboa, Imprensa Nacional – Casa da Moeda, 2002, p. 193. 36 37

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poeta morirà nel dicembre del 1969, dovremmo, inoltre, supporre che Régio sia rimasto per ben dodici anni all’oscuro dell’operazione editoriale allestita da Magnino – operazione che, è bene ricordarlo, porta alla pubblicazione dell’unico volume interamente dedicato all’autore edito all’estero prima della scomparsa del poeta. D’altra parte, però, sembra alquanto improbabile che Magnino si sia lanciato in un’operazione di pirateria editoriale realizzata all’insaputa dell’autore. Docente presso l’università di Roma “La Sapienza” e “L’Orientale” di Napoli, Leo Magnino negli anni Cinquanta è anche il Presidente dell’Associazione degli Amici del Portogallo (associazione da lui fondata nel novembre del 1947) e, nell’ambito del Comitato Internazionale per l’Unità e l’Universalità della Cultura, è anche membro della Presidenza onoraria della Commissione di studi luso-brasiliani. Vicino all’Onorevole Giovanni Alliata di Montereale, Magnino ricopre, poi, incarichi istituzionali di un certo rilievo presso il Ministero della Pubblica Istruzione, per conto del quale dirige il «Bollettino di legislazione scolastica comparata». Francamente, appare inverosimile che una personalità del genere – con rapporti personali e istituzionali così frequenti e stretti con il mondo politico, culturale e accademico portoghese – si sia potuta avventurare in una pubblicazione illegale, portata a termine senza che l’autore ne venisse informato. Si stenta anche a credere, però, che il riserbo di Régio – un silenzio più che decennale – sia dovuto solo alla pessima qualità delle traduzioni di Magnino e ai lusinghieri spropositi presenti nella sua introduzione. Probabilmente le ragioni dell’occultamento di questa traduzione italiana vanno ricercate altrove e, più precisamente, nella figura di Leo Magnino e nei suoi rapporti con il regime portoghese, impegnato dagli anni Cinquanta a promuovere anche in Italia una politica culturale tesa a imporre un’immagine del Portogallo alternativa a quella proposta dagli ambienti anti-salazaristi. Come scrive Vera de Matos: […] o Estado português utilizava em proveito próprio a latinidade enquanto vector da propaganda cultural em Itália. Nesta lógica, subvencionou o Gruppo Amici del Portogallo, uma associação privada para o conhecimento e divulgação da cultura portuguesa em Itália, fundada, inter alia, por Leo Magnino, em 1947. Como acederia mais tarde, por sugestão do Ministro António Ferro, à criação,

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em Roma, do Centro Português de Informação (1955), o qual constituiria uma fonte informativa e documental de referência. No final dos anos 50, o Embaixador Eduardo Brazão salientava a importância da divulgação da cultura portuguesa para a valorização e a projecção política de Portugal. E aqui residia o problema: a presença cultural em Itália era significativamente diminuta. Não por acaso foi Leo Magnino, presidente do Gruppo, quem orientou em Itália as cerimónias comemorativas do V Centenário da Morte do Infante D. Henrique (1960), a derradeira e magna manobra de publicitação axiológica do Ultramar Português. A efeméride abria o período de maior investimento na visibilidade cultural de Portugal, com a criação de novos leitorados de língua e cultura portuguesa junto das principais universidades ao longo dos anos 60 e 7040.

I legami di Magnino con il Secretariado Nacional de Informação e Cultura Popular – principale organo di propaganda del regime, il cui primo segretario, dal 1933 al 1950, era stato proprio quell’António Ferro che, dal 1954 al 1956, sarà a Roma in qualità di Ministro del Portogallo presso il Quirinale41 – sono noti e si inseriscono all’interno della politica salazarista di strumentale promozione della cultura e dell’arte portoghese nel mondo. Come afferma, infatti, Bernardo Cotrim: o Secretariado promovia encontros de cariz social, oferecendo almoços e jantares, organizando concertos e exposições de artistas portugueses, dinamizando conferências, e convidando jornalistas e intelectuais a visitar Portugal, encorajando-os depois a escrever as suas impressões de viagem. A escolha não era inocente – o Secretariado requeria aos seus agentes no estrangeiro informações minuciosas sobre o posicionamento político dos jornais e dos jornalistas locais, a fim de se proceder a uma selecção cuidada dos indivíduos a convidar42. V. de Matos, Portugal e Itália. Relações diplomáticas [1943-1974], Coimbra, Imprensa da Universidade de Coimbra, 2010, p. 200. 41 Solo nell’ottobre del 1956, i due Paesi concordarono di elevare al rango di Ambasciata le rispettive sedi diplomatiche a Lisbona e Roma. 42 J.P. Caeiro da Silva Bernardo Cotrim, Tradutores e Propagandistas. Da tradução como ferramenta de propaganda do Estado Novo no estrangeiro e da indústria que se desenvolveu 40

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Il profilo di Magnino – «reconhecido colaborador do fascismo mussoliniano e simpatizante do Estado Novo»43, poligrafo e autore di studi come Portogallo, paese atlantico44 e 40 anni di pace e lavoro in Portogallo45, nonché promotore, nel 1955, del I Congresso di Studi Filosofici, Storici e Politici che, tra le altre cose, si prefiggeva la fondazione di una centrale di informazione propagandistica anticomunista – appare perfettamente in grado di rispondere alle esigenze del Salazarismo e il suo nome, non a caso, figura in una lista del 1952 del Secretariado Nacional de Informação e Cultura Popular di personalità italiane «[…] às quais foram fornecidos elementos de estudo para a elaboração de livros, artigos, conferências, etc. sobre assuntos portugueses»46. Si chiariscono, così, gli elogi spesi nell’introduzione a 3 Fados per gli amici Maximino Correia – «dinamico rettore dell’Università di Coimbra»47, secondo Magnino, alla guida dell’ateneo portoghese nel ventennio in cui, come afferma lo storico Luís Reis Torgal, «a universidade submetia-se organicamente à tutela do Estado Novo e iniciará um casamento quase perfeito com o regime de Salazar»48 – e per «l’amico carissimo José Guilherme de Melo e Castro, il cui spirito animatore e geniale lo doveva ben presto fare assurgere alle più alte vette della vita politica portoghese»49 – dirigente dell’União Nacional e, nel 1957, Sottosegretario all’Assistenza Sociale dopo essere stato, come ricorda sempre Magnino, tra il 1937 e il 1939, em torno desta no Secretariado da Propaganda Nacional/Secretariado Nacional de Informação, Tese de Mestrado em Tradução, Coimbra, Faculdade de Letras da Universidade de Coimbra, 2010, p. 18. 43 V. de Matos, op. cit., p. 62. 44 Bologna, Pàtron, 1957. 45 Roma, Quaderni de La Cultura nel Mondo, 1966. 46 J.P. Caeiro da Silva Bernardo Cotrim, op. cit., p. 92. Questo è l’elenco completo: «Aldo Bizarri – Salvatore Bonfiglio – Felice Le Monnier – Baldi Papini – Angelo Marini – Leo Negrelli – Dante Severin – Prof. Giuseppe Rossi – Giovanni Papini – Prof. Leo Magnino – Amintore Fanfani – Nelle Enriquez – Silvio d’Amico», Ivi, p. 93. 47 L. Magnino, op. cit., p. 15. 48 L. Reis Torgal, A Universidade e a Academia de Coimbra perante o Estado Novo (1926-1961). Entre a tradição e a inovação, sep. «Revista de História», 10, 1990, p. 211. 49 L. Magnino, op. cit., p. 15.

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Presidente dell’Associazione Accademica di Coimbra, proprio negli anni in cui il regime comincia a controllare l’associazione, nominandone direttamente i dirigenti. Una pubblicazione del genere non può che avere indispettito uno scrittore come José Régio che, pur senza aver mai nutrito simpatie comuniste, era ideologicamente vicino alle posizioni di António Sérgio50 e sin dal 1945 aveva pubblicamente manifestato il suo dissenso nei confronti del Salazarismo, aderendo al Movimento de Unidade Democrática (MUD) e sostenendo, più tardi, durante le campagne elettorali del 1945 e del 1958, i candidati alla Presidenza della Repubblica dell’opposizione: i generali Norton de Matos e Humberto Delgado. Non sarà, quindi, nel profondo imbarazzo di un autore assurto suo malgrado a poeta di regime che andranno cercate le ragioni del silenzio di José Régio e dell’occultamento dei suoi 3 Fados?

«No domínio político, Régio confessou-se sempre afim de um António Sérgio: um socialista libertário, minado de dúvidas que todavia nunca lhe travaram o passo, quando tratou de se manifestar, em situações críticas da vida nacional. Nestas alturas – e tendo em conta a sua situação de funcionário público – Régio nunca teve receio de correr todos os riscos, como demonstram os escritos publicados em vários jornais e a frontalidade com que assumiu posições». E. Lisboa, José Régio ou a Confissão, cit., p. 19. 50

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Silvano Peloso, «O poeta é um fingidor»: paradosso e modernità, 10.4458/3659-01 Sonia Netto Salomão, Tradução e recepção de Machado de Assis na Itália: a função dos paratextos, 10.4458/3659-02 Giorgio de Marchis, 3 Fados di José Régio, 10.4458/3659-03 Simone Celani, Dall’Italia al Portogallo all’Italia: tradizione e traduzione del sonetto portoghese, 10.4458/3659-04 Mariagrazia Russo, La lingua portoghese di fine Cinquecento: relazioni di viaggio della nunziatura apostolica come fonte socio-linguistica, 10.4458/3659-05 Gian Luigi De Rosa, Segmentazione e costruzioni marcate nel parlato filmico brasiliano contemporaneo, 10.4458/3659-06 Barbara Gori, Cristianesimo e Cattolicesimo: “L’incontro” di Antero de Quental con San Francesco di Assisi, 10.4458/3659-07 Federico Bertolazzi, Il nome delle cose. Tradurre Sophia de Mello Breyner Andresen, 10.4458/3659-08 Michela Graziani, Nel silenzio della pietra, l’antico. Viaggio estetico-filosofico nell’Italia sacra e pagana di Cecília Meireles, 10.4458/3659-09 Cristina Rosa, L’Italia per Nísia Floresta: una viaggiatrice brasiliana del XIX secolo, 10.4458/3659-10 Vera Lúcia de Oliveira, Histórias para ninar uma menina: uma leitura do livro Minha guerra alheia, de Marina Colasanti, 10.4458/3659-11 Giovanni Ricciardi, Ricordo di Jorge Amado nel 1 centenario della nascita, 10.4458/3659-12

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