Artistico ed estetico

June 29, 2017 | Autor: Renato De Fusco | Categoria: Cultural Theory, Estetica, Fine arts, Art history,Aestethics
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Artistico ed estetico Preliminare ad ogni discorso sull’arte è il tema del «piacere» perché esso è, o dovrebbe essere, il principale fattore dell'esperienza artisticoestetica. Il piacere, ridotto alle espressioni «mi piace» e «non mi piace», sembra avere un valore elementare e indiscutibile al pari di ciò che semplicisticamente esprime l'aforisma c/c gustibus non est disputandum. Ma non è così. Il concetto di piacere è tra i più ricchi e complessi, implicando assunti filosofici, psicologici, estetici ed un campo assai vasto di «affezioni»; basti pensare che il piacere e il dolore costituiscono le tonalità fondamentali di qualsiasi tipo o forma di «emozione». L'associazione dei due aggettivi «estetico» ed «artistico» impone un chiarimento terminologico, trattandosi di due distinte categorie. Con la prima s'intende un'espressione relativa a qualcosa, principalmente di naturale, che dia piacere: la bellezza della persona, della natura, dei gesti spontanei, della simpatia propria degli uomini e delle cose; con la categoria dell'artistico, invece, s'intende qualcosa, principalmente artificiale, che sia apprezzabile anche se non dà piacere nel senso naturale, ma - come suol dirsi - induce alla riflessione e all'ammirazione. In altri termini, al piacere estetico possono attingere tutti, quale che sia il loro livello di cultura, perché riguarda appunto un godimento naturale. Viceversa al piacere artistico possono accedere solo quelli che hanno una preparazione culturale, che conoscono le «regole del gioco», le norme e i paradigmi coi quali guardare all'arte. Si deve altresì ammettere che spesso anche nel piacere dell’arte coesistono l’“estetico» e l’«artistico”. Infatti possono darsi opere contenenti quel tanto di naturalistico da suscitare il godimento estetico e in pari tempo opere, per lo più lontane dalla natura, oppure rappresentanti temi sgradevoli, tali da negare piacere estetico, concedendo solo quello artistico. Beninteso, poiché distinzione non è separatezza, il piacere artistico non è incompatibile con quello estetico; anzi, l'obiettivo cui tendere è la riduzione del piacere naturale a quello culturale e viceversa

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Artidesign alimentare il piacere naturale con alcuni principi propri di quello artistico. Nella storia dell'estetica, l'intento di unificare i due tipi di godimento fu affrontato dalla teoria dell'Einfublung (da em «in» + fuhlen «sentire», termine tradotto in italiano con «sentire insieme», simpatia simbolica, consenso). Questa teoria, ponendosi il problema psicologico del perché siamo attratti o respinti da un fenomeno naturale o da un oggetto d'arte, avanzava l'interpretazione per cui è l'oggetto a possedere in se stesso una qualità tale da darci piacere; a questa prima si opponeva la seconda interpretazione: siamo noi a conferire all'oggetto quella qualità che ce lo rende piacevole. Alle due risposte, entrambe insoddisfacenti, subentrava una terza accolta poi unanimemente dalla critica: il piacere non dipende soltanto da ciò che caratterizza l'oggetto, né solo da ciò che gli assegna la persona, bensì da un'affinità tra il soggetto e l'oggetto, conclusione espressa dalla proposizione: «nulla agisce solo per se stesso ma in base all'affine che c'è in noi». AI piacere dell'arte è legato un altro aforisma, quello dell'«utile e dilettevole». I due termini risultavano poco conciiabii fin dall'antichità. Orazio nell'Ars poetica ne tenta l'accordo: «I poeti vogliono procurare l'utile e il dilettevole [...] Raggiunge i pieni voti chi unisce l'utile al dolce, nello stesso tempo dilettando e istruendo il lettore». Lo stesso pensiero ritorna in età moderna con Francesco Milizia: anche per lui il fine dell'artista è quello di piacere e insieme di istruire, mentre, a suo dire, il contrario è impossibile: «L'Artista può piacere senza istruire, ma non può istruire senza piacere. Un'istruzione senza diletto è ributtante, non è istruzione. Il solo piacere senza utile è come un bel sogno»2. Tra le altre implicazioni, il piacere, come dirò in seguito, è forse principalmente legato alle nostre aspettative: consideriamo bello e piacevole ciò che per vari motivi, consapevoli o no, abbiamo già prefigurato nella nostra mente come un ideale, un modello per qualcosa di reale. Per questo ed altro, tutto il discorso del piacere è legato ad altri paradigmi, come quello del gusto, che incontreremo più avanti. Affinché il presente saggio abbia anche un valore di attualità, riporto un giudizio di Filiberto Menna su come va ponendosi il rapporto fra

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Artidesign l'artistico e l'estetico: oggi «si manifesta, in termini più aperti e allarmanti, lo scollamento tra artistico ed estetico, che finiscono con il rivolgersi reciprocamente le spalle e procedere in direzioni opposte: l'artistico tende a chiudersi dentro i confini rassicuranti di una definizione autosufficiente, al limite tautologica, dei propri processi [l'A. si riferisce in particolare all'arte concettuale]; l'estetico inclina ad espandersi in un'area diffusa e sfumata, in una sorta di terreno vago privo di emergenze e strutture [qui il riferimento è quasi certamente ai mass media]»  

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