\"Benvenuto e addio\". Antologia poetica bilingue di Domingo Moreno Jimenes (Santo Domingo, 1894-1986)

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a cura di Danilo Manera

Benvenuto e addio Antologia poetica bilingue di Domingo Moreno Jimenes

a cura di Danilo Manera

Editora Nacional Santo Domingo, República Dominicana, 2009 5

BENVENUTO E ADDIO Antologia poetica bilingue di Domingo Moreno Jimenes

Secretaría de Estado de Cultura EDITORA NACIONAL Ave. George Washington esq. Presidente Vicini Burgos Santo Domingo, D.N., República Dominicana Tel. (809) 221-4141. ext. 261 www.cultura.gov.do www.editoranacionalrd.blogspot.com [email protected] © Editora Nacional, octubre, 2009 Todos los derechos reservados para esta edición Foto de portada: Danilo Manera ISBN: 978-9945-427-89-9 Impreso y hecho en República Dominicana Printed and bound in the Dominican Republic

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a cura di Danilo Manera

Índice

Introduzione ............................................................................. 9 Aspiración .............................................................................. 12 Aspirazione ............................................................................. 13 Melancolía ............................................................................. 14 Malinconia ............................................................................. 15 El poema de la hija reintegrada .............................................. 16 Il poemetto della figlia restituita ............................................... 17 La canción de sus ojos ............................................................ 32 La canzone dei suoi occhi ......................................................... 33 A orillas del Soco.................................................................... 34 Sulle rive del Soco .................................................................... 35 Paisaje .................................................................................... 36 Paesaggio ................................................................................ 37 Lumbre .................................................................................. 38 Barlume.................................................................................. 39 Extasis .................................................................................... 40 Estasi ...................................................................................... 41 Análisis .................................................................................. 42 Analisi .................................................................................... 43 7

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Embriaguez ............................................................................ 44 Ebbrezza ................................................................................. 45 La musa ................................................................................. 46 La musa.................................................................................. 47 Psalmo ................................................................................... 48 Salmo ..................................................................................... 49 Lasitud ................................................................................... 50 Fiacchezza .............................................................................. 51 Canto-grito ............................................................................ 52 Canto-grido ............................................................................ 53 Palabras a Dios ....................................................................... 54 Parole a Dio ............................................................................ 55 Palabras sueltas ....................................................................... 56 Parole sciolte ........................................................................... 57 El pasado ............................................................................... 58 Il passato ................................................................................. 59 Bienvenida y adiós ................................................................. 60 Benvenuto e addio ................................................................... 61 Domingo Moreno Jimenes ........................................................ 61 Bibliografía activa y pasiva

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Introduzione

Domingo Moreno Jimenes (Santo Domingo, 1894-1986) è uno scrittore, educatore e poeta dominicano proveniente da una famiglia tradizionalmente colta (il nonno Juan Isidro Jimenes Pereyra fu Presidente della Repubblica). Lo si ricorda in particolare come fondatore, nel 1921, del movimento poetico denominato Postumismo, che produsse un sensibile rinnovamento nelle lettere dominicane, e come instancabile viaggiatore per tutto il Paese, appassionato professore e dirigente scolastico, nonché animatore di circoli intellettuali e riviste letterarie. Uomo di abitudini semplici e lontano dalla sfera politica, non appoggiò né contrastò la dittatura di Trujillo. Per la sua opera ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Premio Nazionale di Poesia nel 1975, varie lauree honoris causa presso la principali università dominicane, la dedica dell’XI Fiera del Libro nel 1981 e una mostra omaggio presso la Biblioteca Nazionale nel 1983. Nel 1979 il poeta fu proclamato “Patrimonio culturale dominicano vivente” e il giorno della sua scomparsa venne dichiarato lutto nazionale. Oltre a utilizzare tra i primi il verso libero, Moreno Jimenes amplia il campo tematico della poesia dominicana, con esplorazioni in ambiti come la divinità e la morte, impostando un tono meditativo fino ad allora inedito, capace di porsi delicati interrogativi sull’esistere. Il tema della morte, in particolare, affiora ripetutamente nei suoi versi, sulla spinta di lutti familiari (la madre adottiva María Teresa Valencia o la figlia María Josefa di pochi mesi), assenze vicine che colpiscono il poeta e lo spingono a indagare sull’argine finale della vita, sull’orizzonte cupo che minaccia 9

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di dissipare e invalidare ogni impulso e conquista dei giorni, le gioie come le sventure. Per questo ricorre in lui la contrapposizione tra fioritura e marciume, tra luce e oscurità. Al capezzale della figlia agonizzante, il poeta sperimenta insieme i limiti laceranti dell’umana comprensione e il bisogno insopprimibile di saperne di più sul mistero dell’essere e del nulla. Con la fioca speranza che quello spazio indefinito oltre la soglia della morte sia pervaso dalla presenza divina. La spontaneità dei sentimenti, la profondità delle idee e le altre virtù della poesia di Moreno Jimenes sono purtroppo velate e a volte compromesse da una lingua impacciata. È infatti difficile in lui tracciare una separazione netta tra la volontà di innovazione o l’originalità espressiva da un lato e dall’altro la trasandatezza di articolazione che confina con l’uso sciatto o discutibile di lessico e sintassi. I suoi versi più riusciti brillano come fiori sgargianti su un fondo non di rado spento. Ma per il traduttore ciò diventa paradossalmente una doppia sfida: non rinunciare all’interpretazione sforzandosi però di restituire al lettore italiano anche queste caratteristiche di un’ispirazione ancora affascinante e che ha segnato una pietra miliare nella traiettoria della poesia dominicana. L’opera di Moreno Jimenes è dispersa in un gran numero di edizioni e opuscoli, talora con varianti anche significative all’interno dei componimenti ripubblicati. I titoli di maggior rilievo sono: Promesa (1916), Psalmos (1921), Mi vieja se muere (1925), El diario de la aldea (1925), Decrecer (1927), Elixires (1929), Los surcos opuestos (1931), Días sin lumbre (1931), Palabras sin tiempo (1932), El poema de la hija reintegrada (1934), Moderno apocalipsis (1934), El caminante sin camino (1935), Embiste de razas (1936), Sentir es (la) norma (1939), Fogata sobre el signo (1940), Indice de una vida: del mar viene todo (1941), Advenimiento (1941), La religión de América (1941), Poemario de la cumbre y el mar (1942), Siete vías poéticas (1947), Evangelio americano (1942), Exalté el ideal y sufrí ante la vida (1944), Palabras en el agua (1945), Emocionadamente 10

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(1945), Tres pasos en la sombra (1946), Burbujas en el vaso de una vida breve (1948), Santa Berta y otros poemas (1959). Una raccolta pressoché integrale è Del gemido de la fragua: obra poética (1975), a cura di Jesús María Troncoso. Fondamentali sono la biografia scritta da José Rafael Lantigua, Domingo Moreno Jimenes, biografía de un poeta (1976) e la silloge commentata da Manuel Mora Serrano Antología poética de Domingo Moreno Jimenes (1999). In occasione del II Festival Internazionale di Poesia di Santo Domingo 2009, a lui dedicato, i poeti Basilio Belliard e Plinio Chahín hanno curato un’antologia cui in parte si ispira la nostra scelta. Danilo Manera

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Aspiración

Quiero escribir un canto sin rima ni metro; sin harmonía, sin hilación, sin nada de lo que pide a gritos la retórica. Canto que tuviera sólo dos alas ágiles, que me llevaran hasta donde quiere, con su sed de infinito, en las noches eternas volar el alma. Canto que, como un río sereno, fuera diáfano; y en su fondo se vieran como piedras cambiantes, mis ilusiones, como conchas de nácar, mis pensamientos, como musgos perpetuos, mis ironías sobre los arenales de mi esperanza. Y allí mostrarme todo como soy en la vida y seré tras la muerte cuando la eternidad orle mi gloria con sus palmas de luz!

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Aspirazione

Voglio scrivere un canto senza rima né metro; senza armonia, senza filo conduttore, senza niente di quel che chiede a gran voce la retorica. Un canto che abbia soltanto due ali agili, che mi portino fin dove vuol volare, con la sua sete d’infinito, l’anima nelle notti eterne. Un canto che, come un fiume sereno, sia terso; e sul suo fondo si vedano, come pietre cangianti, le mie illusioni, come conchiglie di madreperla, i miei pensieri, come alghe perenni, le mie ironie sugli arenili della mia speranza. E lì mostrarmi tutto come sono nella vita e sarò dopo la morte quando l’eternità orlerà la mia gloria con le sue palme di luce!

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Melancolía

Dejaré mis niños. Partiré del pueblo. Me roerá la angustia que a los peregrinos acoge en silencio. El día que parta, todos a sus puertas saldrán a verme; encontraré en mi senda alguna anciana de las que socorría algunas veces... Cuando unos pinos cruce fustigaré mi potro; y aunque el norte no empañe ni una nube, el pañuelo de hilo me llevaré a los ojos. Al verme las perdices levantarán el vuelo; llorará en una palma una tórtola triste, y tal vez si un can sucio me seguirá a lo lejos... Por semanas y aun meses me instigará una sombra; luego... mis cantos en la mañana alegre. ¿Y después?... el olvido y algunas muertas rosas.

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Malinconia

Lascerò i miei figli. Me ne andrò dal villaggio. Mi consumerà l’angoscia che abbraccia in silenzio i pellegrini. Il giorno della partenza, tutti usciranno sulla porta a vedermi; troverò sul mio cammino qualche anziana di quelle che a volte ho aiutato… Attraversando una macchia di pini frusterò il mio puledro, e pur con l’orizzonte senza una sola nube, mi porterò agli occhi il fazzoletto di lino. Vedendomi, le pernici s’alzeranno in volo; piangerà su una palma una tortora triste, e magari un cane lurido mi seguirà a distanza… Per settimane e mesi mi inciterà un’ombra; poi… i miei canti nel mattino gioioso. E dopo?... l’oblio e qualche rosa morta.

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El poema de la hija reintegrada

Agonía I Hija, yo no sé decirte si la muerte es buena o si la vida es amarga; sólo te aconsejo que despiertes, adulta de comprensión más que tu padre!

II Hija, ya no habrá oriente ni poniente para tu porvenir: una sábana blanca serán tus días, una sábana blanca será tu pasado y tu recuerdo una estrella que frente a frente me iluminará el porvenir!

III No sé por qué tu agotamiento me trae una recóndita dicha anegada en lágrimas, que me hace amainar la pulsación de la tarde.

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Il poemetto della figlia restituita

Agonia I Figlia, io non so dirti se la morte sia buona o la vita amara; solo ti consiglio di svegliarti, adulta di comprensione più di tuo padre!

II Figlia, non ci sarà più oriente né ponente per il tuo futuro: un lenzuolo bianco saranno i tuoi giorni, un lenzuolo bianco sarà il tuo passato e il tuo ricordo una stella che qui di fronte m’illuminerà il futuro!

III Non so perché il tuo sfinimento mi porta una recondita gioia annegata in lacrime, che mi fa calare le pulsazioni della sera.

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IV Tu infancia y tu silencio me parecen hermanos.

V Hija, hazme tomar la resolución de los otros: vuelve mi proa añicos y mi voluntad una piragua; que nada sea mío desde hoy, que no quiera poseer nada mañana; desnudo de bienes y desnudo de virtudes hazme; sin egoísmo de lealtades y sin egoísmo de pureza; hazme entero el milagro de darme todo a los elementos, como si fuera en sustanciación un ser increado!...

VI Tu vida fue microscópica, pero grande; el segundo de tu inexistir, eterno!

VII Hija, ¡cuántas nubes, cuántos pájaros, cuántos horizontes insospechados me abre en el amanecer tu ruta!

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IV La tua infanzia e il tuo silenzio mi paiono fratelli.

V Figlia, fammi prendere la decisione degli altri: sbriciola la mia prua e fa della mia volontà una piroga; che da oggi nulla sia mio, che nulla io voglia possedere domani; rendimi nudo di beni e nudo di virtù; senza egoismo di lealtà e senza egoismo di purezza; rendimi completo il miracolo di darmi tutto agli elementi, come se fossi in sostanza un essere increato…

VI La tua vita è stata microscopica, ma grande: il secondo del tuo non esistere, eterno!

VII Figlia, quante nuvole, quanti uccelli, quanti orizzonti insospettati mi apre la tua rotta allo spuntar del giorno!

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VIII Hija mía, para ti la mañana no será clara ni fresca; verás envuelta el alba en la noche, y las cosas de mayor transparencia tomarán ante tus ojos la actitud de un largo crepúsculo.

IX En este mundo donde sólo se premia la capacidad de fingir mejor, era justo que llegaras, y después de breves instantes, ya estuvieras confundida con la cal y con la mariposa, con el carbón y con la piedra.

X ¡Cómo me alivianas la sombra, al advertir desde que te dormiste que en mi derredor todo es sombra!

XI ¡Oh tú, que me enseñaste desde que naciste a ver la vida con ojo más sabio y a la humanidad con ojo más triste! Triste, triste; ¿y no es acaso la suprema alegría de los seres mudables el ser tristes? Triste fue la faz de la tierra cuando se desperezó el primer hombre. Triste tiene que quedar la tierra cuando se desentuma en su regazo el último hombre! 20

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VIII Figlia mia, per te il mattino non sarà chiaro né fresco; vedrai l’alba avvolta nella notte, e le cose più diafane ai tuoi occhi prenderanno l’andamento di un lungo crepuscolo.

IX In questo mondo dove si premia solo la capacità di fingere meglio, era giusto che arrivassi, e dopo brevi istanti, fossi già confusa con la calce e con la farfalla, con il carbone e con la pietra.

X Quanto mi alleggerisci l’ombra, nel sentire che da quando ti sei addormentata attorno a me tutto è ombra!

XI O tu che m’hai insegnato da quando sei nata a vedere la vita con occhio più saggio e l’umanità con occhio più triste! Triste, triste; e non è forse la suprema allegria degli esseri mutevoli l’esser triste? Triste era il volto della terra quando stirò le membra il primo uomo! Triste deve rimanere la terra quando si sgranchirà nel suo grembo l’ultimo uomo! 21

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XII ¡Oh, tú, que desde que naciste pude decir: boleta de la tumba! ¡Oh, tú, que ya crecida pude decir, por tu desvalidez, la preferida mía!

XIII Por ti quise cambiar y que la fortuna me sonriera; y por ti no cambié y la fortuna no me sonreirá nunca!

XIV Hija, cada vez que examino tu vida me doy cuenta que tú eres como mi vida: una sombra entre dos crepúsculos!

XV Iba a decir entre dos agotadoras auroras y ya ves, reincidí, sin querer, entre dos crepúsculos!

XVI ¿Por qué tan pura, tan casta y tan leve, te debas parecer al crepúsculo?

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XII O tu, che da quando sei nata ho potuto dire: biglietto per la tomba! O tu, che ormai cresciuta ho potuto dire, per la tua fragilità: la mia preferita! XIII Per te ho voluto cambiare e che mi sorridesse la fortuna; e per te non sono cambiato e la fortuna mai mi sorriderà!

XIV Figlia, ogni volta che esamino la tua vita mi rendo conto che sei come la mia vita: un’ombra tra due crepuscoli!

XV Stavo per dire tra due spossanti aurore e, come vedi, ho ripetuto ancora, senza volerlo, tra due crepuscoli!

XVI Perché, così pura, così casta e così lieve, dovresti somigliare al crepuscolo?

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XVII ¡Olvidaba que toda adjetivación es cruel y ruda: Dios dio desnudo a los hombres el verbo, y del lenguaje, sólo debe quedar desnudo el verbo!

XVIII Toda filigrana de síntesis es una profanación, ¿verdad hija mía? Ya te puedo buscar sin parcializaciones, sin atributo contingente: ¡serás en mi incompleto nombrar, sencillamente, el vaho de las cosas! XIX No te puedo asir con una palabra, y no debe extrañarte, recónditamente, porque tú estás para mí más alta que la región de las palabras!

XX Y vuelvo a caer en las comparaciones. ¡Oh, hija, cuán subordinado estoy a la vida!

XXI Miserable del hombre que osa creer que después de la sombra la vida es vida! 24

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XVII Dimenticavo che ogni aggettivazione è crudele e brusca: Dio ha dato agli uomini nudo il verbo, e del linguaggio, deve restare soltanto il verbo nudo!

XVIII Qualunque filigrana di sintesi è una profanazione, non è vero, figlia mia? Ormai ti posso cercare senza frammentazioni, senza attributo contingente: sarai, nel mio incompleto nominare, semplicemente, il fiato delle cose! XIX Non ti posso afferrare con una parola, e non deve lontanamente sorprenderti, perché per me stai più in alto della regione delle parole!

XX E ricado nei paragoni. O, figlia, come sono sottomesso alla vita!

XXI Miserevole l’uomo che osa credere che la vita è vita dopo l’ombra. 25

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XXII De imperfecciones se forman nuestras excelencias y es toda la existencia del hombre un brazo tendido hacia el turbio por qué de los enigmas.

XXIII –Tiene el pulso demasiado débil, pero ese letargo no es la muerte–. Su médico era mi propia almohada de cabecera y yo quedé perplejo ante su callado sufrimiento y la miseria de la vida!

XXIV Si fuera bizco de pensamiento y tuviera la boca siempre llena de mentidas palabras; hija, iba a blasfemar por tu dolor... pero, ¡perdona!

XXV Compran caro el suelo donde colocan a los muertos y ellos son más dueños de la tierra que los hombres que comercian con ellos! XXVI Al través de los milenios, los hombres son puñados de tierra que se deforman a su antojo! 26

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XXII Di imperfezioni sono costituite le nostre eccellenze e tutta l’esistenza dell’uomo è un braccio teso verso l’opaco perché degli enigmi.

XXIII “Ha il polso troppo debole, ma questo letargo non è la morte.” Il suo medico era il mio cuscino al capezzale e rimasi perplesso di fronte al suo muto soffrire e la miseria della vita!

XXIV Se fossi guercio nel pensiero e mi riempissi sempre la bocca di parole bugiarde; figlia, avrei bestemmiato per il tuo dolore… ma, perdonami!

XXV Comprano caro il suolo dove pongono i morti, eppure loro possiedono la terra più di chi ne fa commercio!

XXVI Attraverso i millenni, gli uomini sono manciate di terra che si deformano a suo capriccio!

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XXVII Hija, ya me han avisado que tus pies están fríos. Hija, resígnate a que lo blanco no sea blanco y a que lo negro no sea negro.

XXVIII Hija, cuánto crece el sol sobre la sombra de los tilos, cómo se agiganta la nada sobre la soledad de tu aposento, cómo nace y renace la esperanza por entre los ámbitos de la vida!

XXIX –Tibien la leche terciada con agua para si mi chiquitina despierta. Cuídenmela, hasta que se vuelva esperma como capullo inmortal el cuidado. Ella es carne de mi vida, flor de mi pensamiento, cemento de mi alma.

XXX (Eres, amada mía, como la flor del higüero joven, como el azogue del crepúsculo, como la diafanidad de la naturaleza toda!).

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XXVII Figlia, mi hanno già avvertito che i tuoi piedi sono freddi. Figlia, rassegnati a che il bianco non sia bianco e a che il nero non sia nero.

XXVIII Figlia, quanto cresce il sole sull’ombra dei tigli, come s’ingigantisce il nulla sulla solitudine della tua stanza, come nasce e rinasce la speranza in mezzo agli ambiti della vita!

XXIX “Scaldate il latte, tagliato con acqua, casomai la mia piccolina si svegliasse. Abbiatene cura, finché l’attenzione si trasformerà in moccolo di cera come bocciolo immortale. Lei è carne della mia vita, fiore del mio pensiero, cemento della mia anima.”

XXX (Sei, mia amata, come il fiore del totumo giovane, come l’argento vivo del tramonto, come la trasparenza della natura tutta!)

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XXXI –No seas padre, sé hombre, sencillamente. ¡Gira tu vista a tu derredor y que tu amor a una abstracta “Humanidad”, no te haga olvidar jamás de que eres hombre!

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XXXI Non essere padre; sii uomo, semplicemente. Volgi lo sguardo attorno a te e che il tuo amore per un’astratta “Umanità” non ti faccia mai scordare che sei uomo!

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La canción de sus ojos

Su mirada no es verde, no es áurea ni es azul. ¿Será violeta como El crepúsculo o gris como muerte? Puede ser... El rayo Matinal de sus ojos tiene del alba y del crepúsculo; de la felicidad Que abre todas las puertas del cielo, y de la infelicidad que cierra Todas las puertas de la tierra. En sus ojos muere la muerte y se Levanta el alba de los vésperos imposibles. ¡Oh tus ojos, qué condenación de infinito y azul, mezclados a Un tiempo mismo!

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La canzone dei suoi occhi

Il suo sguardo non è verde, né dorato o celeste. Sarà viola come Il crepuscolo o grigio come la morte? Forse… Il lampo Mattutino dei suoi occhi partecipa dell’alba e del tramonto; della felicità Che apre tutte le porte del cielo, e dell’infelicità che chiude Tutte le porte della terra. Nei suoi occhi muore la morte e Sorge l’alba dei vespri impossibili. I tuoi occhi: che condanna di infinito e di azzurro, mescolati Nello stesso tempo!

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A orillas del Soco

Vas corriendo, alegre río, Vas corriendo y vas dejando Un recuerdo en cada espuma, Y una espuma a cada paso. Y al mirarte correr, pienso Que Manrique comparara Tu corriente con la vida, Pues cual tú voluble, pasa. Y cual rosas tiernas se abren Las sonrisas en mis labios, Pues, figúrome la muerte Un gran mar inmenso y raro. Mientras suenan a lo lejos Las brumosas campanadas Del crepúsculo, y la luna Nos contempla muda y pálida.

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Sulle rive del Soco

Scorri via, lieto fiume, Scorri via e lasci indietro Un ricordo in ogni spuma, E una spuma a ogni passo. E vedendoti scorrere, penso A Manrique che comparava La tua corrente con la vita, Perché passa come te, volubile. E come tenere rose s’aprono I sorrisi sulle mie labbra, Perché m’immagino la morte, Un grande mare immenso e strano. Mentre suonano in lontananza I brumosi rintocchi Del crepuscolo, e la luna Ci contempla muta e pallida.

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Paisaje

Se ajan con el sol las rosas blancas; el día parece de oro, y el azul de los cielos se ha tornado cenizo. Se ajan con el sol las rosas blancas; los ruiseñores van de huida, y una oración conmueve el bosque. Se ajan con el sol las rosas blancas; rima el camino su cinabrio, y el guayabal su verde perla. Se ajan con el sol las rosas blancas; entre la rama crece un tilo, y sin silbar corre una fuente.

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Paesaggio

Appassiscono al sole le rose bianche; il giorno sembra d’oro, e l’azzurro dei cieli è diventato cinereo. Appassiscono al sole le rose bianche; gli usignoli sono in fuga, e una preghiera commuove il bosco. Appassiscono al sole le rose bianche; il sentiero rima il suo cinabro, e il frutteto il suo verde perlaceo. Appassiscono al sole le rose bianche; tra gli arbusti cresce un tiglio, e senza zufolare sgorga una sorgente.

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Lumbre

Me da miedo seguir andando por el camino solo. acompáñame, tú que fuiste mi amor un día... Haz que renazca en tu alma la fe Y QUE UN MISMO SOL DE ESPERANZA NOS ILUMINE a ambos aquí en la tierra. Lo demás será pura fórmula de la vida; tú podrás ser la estrella que sonríe a la nube o simplemente, la nube tras quien oculta sus resplandores la estrella...

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Barlume

Mi fa paura continuare a camminare lungo la strada da solo. Accompagnami, tu che fosti un giorno il mio amore… Fa’ che ti rinasca nell’anima la fede E CHE UNO STESSO SOLE DI SPERANZA CI ILLUMINI entrambi qui sulla terra. Il resto sarà pura formula di vita; tu potrai essere la stella che sorride alla nuvola o semplicemente la nuvola dietro cui nasconde il suo sfavillio la stella.

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Extasis

Sus notas eran débiles. ¿Qué tenía mi amada? ¡Ay! Tal vez pensaba en la soledad de mis horas grises. Alegría de verla conmoverse por mis lágrimas. Pesar de sentirla llorar aún núbil. ¿Le revelaré mi amor? ¡Jamás! Ella tiene que ser un enigma para mi vida: sus ojos no pueden hablar.

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Estasi

Le sue note erano deboli. Che aveva la mia amata? Ahi! Forse pensava alla solitudine delle mie ore grigie. Allegria di vederla commuoversi per le mie lacrime. Sofferenza di sentirla piangere ancora nubile. Le rivelerò il mio amore? Mai! Lei dev’essere un enigma per la mia vita: i suoi occhi non possono parlare.

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Análisis

Cuando con fe y lágrimas Se construye un amor, ¿qué hace el mundo con sus negras intrigas? ¿el tiempo con su guadaña? ¿y la voz de la vida que nos enlaza al sol? Lo importante no es que no seamos vencidos; sino que el ideal no nos abandone. La dicha puede ser o no ser, esto es secundario: en la muerte se realizan todos los imposibles.

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Analisi

Quando con fede e lacrime si costruisce un amore, che può fare il mondo con le sue oscure macchinazioni? o il tempo con la sua falce? e la voce della vita che ci congiunge al sole? L’importante non è che si venga sconfitti; bensì che l’ideale non ci abbandoni. La felicità può essere o non essere, ciò è secondario: nella morte si realizzano tutti gli impossibili.

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Embriaguez

Fui a ver a una rosa al otro día de abierta, y ya comenzaba a marchitarse. Sobre sus pétalos había descendido la noche y el sol ya sólo le sonreía por delicadeza. Muy cerca del jardín copudos árboles recortaban el cielo. A veces se escurría una perdiz del campo y en horas el paisaje quedaba inmóvil.

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Ebbrezza

Sono andato a vedere una rosa il giorno dopo ch’era sbocciata e cominciava già ad appassire. Sui suoi petali era scesa la notte e il sole le sorrideva solo più per gentilezza. Vicinissimo al giardino alberi frondosi ritagliavano il cielo. A volte una pernice se la svignava dai campi e per ore il paesaggio rimaneva immobile.

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La musa

Hace días que siento sus alas ungirme las sienes. Ayer la perseguí en el jardín y se me escapó como una sombra blanca. A la fuente le dije que ya no reconozco sus palabras. Debe estar dormida y no muerta; al menos, esa es mi esperanza.

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La musa

Da giorni sento le sue ali ungermi le tempie. Ieri l’ho inseguita nel giardino e mi è sfuggita come un’ombra bianca. Alla fontana ho detto che non riconosco più le sue parole. Dev’essere addormentata e non morta; almeno, questa è la mia speranza.

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Psalmo

Su voz. La voz de la amada. La voz del cierzo. La voz del sol alto. La voz de las golondrinas La voz del rocío mañanero. La voz del hombre adusto que se mantuvo siempre en oblación perenne hacia la cumbre. (Las palabras se oyen por dentro, en tanto, que la trepidación de la vida se escucha por fuera).

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Salmo

La sua voce. La voce dell’amata. La voce della tramontana. La voce del sole alto. La voce delle rondini. La voce della rugiada mattutina. La voce dell’uomo arcigno che è rimasto sempre in perenne tributo verso la vetta. (Le parole si odono da dentro, mentre la trepidazione della vita si ascolta da fuori).

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Lasitud

He estado en la selva y el pueblo me ha aconsejado: ama más la tranquilidad que el olvido, ama más el silencio que la muerte, ama más la serenidad que la gloria. Y he puesto a dormir mis bienaventuranzas dos siglos.

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Fiacchezza

Sono stato nella selva E la gente mi ha consigliato: ama più la tranquillità che l’oblio, ama più il silenzio che la morte, ama più la serenità che la gloria. E ho messo a dormire le mie beatitudini per due secoli.

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Canto-grito

Mi vida tosca y triste; mi vida llena de miserias y de lampos de infortunio, infinitos; mi vida ahuecada por el presente y paralizada por el futuro; mi vida poblada de infantes que piden pan y de mujeres que esquivan caricias; mi vida torpe y desgarrada como una pitahaya; mi vida, sin razón de ser y sin sentido, como la misma muerte que circunda la Vida. Mi vida, ¡oh, sopor de abismo; oh faro apagado por el pensamiento; oh destino que devuelve el destino!

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a cura di Danilo Manera

Canto-grido

La mia vita grezza e triste; la mia vita piena di miserie e di bagliori di sventura, infiniti; la mia vita scavata dal presente e paralizzata dal futuro; la mia vita popolata di bimbi che chiedono pane e di donne che schivano carezze; la mia vita goffa e lacerata come un cactus; la mia vita, senza ragion d’essere e senza senso, come la morte stessa che circonda la Vita. La mia vita –oh, torpore d’abisso; oh faro spento dal pensiero; oh destino che riconsegna il destino!

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Palabras a Dios

Señor: Soy pequeño pero te amo! Señor: Bien es verdad que tú llenas el mundo! Señor: Cierto es que el que está contigo ya no se encuentra solo. Valor das a mis alas, fe a mis pasos; entusiasmo a mi pensamiento; paz a mis yerros; sueño a mis inquietudes; contorno a mis metas. Hace tiempo que el ideal me sacó de la tierra... Mi voluntad se quedó tartamuda. Después... fui sólo para seguir mis hijos; un amor, siempre para todos los que me quieren. Ascua he sido y ascua seré en tu decir ferviente. No olvides llamarme cuando lo creas factible y necesario. Mientras tanto, heme aquí, todavía en este mundo, transportado pero dolido; manumitido pero sobresaltado. (El espacio fue roto; el tiempo ha quedado sin limitación en la llanura; si algo quise seguir, la nada, que es silencio, se sobrepuso a toda sombra. Sólo a ti veo y sólo contigo hablo!) 54

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Parole a Dio

Signore: Sono piccolo ma ti amo! Signore: Com’è certo che riempi il mondo! Signore: È vero che chi sta con te non è più solo. Dai valore alle mie ali, fede ai miei passi; entusiasmo al mio pensiero; pace ai miei sbagli; riposo alle mie inquietudini; contorni alle mie mete. Da tempo l’ideale mi ha tolto dalla terra… La mia volontà è diventata balbuziente. Dopo... sono andato solo per seguire i miei figli; un amore, sempre per tutti quelli che mi amano. Brace sono stato e brace sarò nel tuo dire fervente. Non scordare di chiamarmi quando lo riterrai fattibile e necessario. Nel frattempo, eccomi qui, ancora a questo mondo, trasportato ma dolente; liberato ma sgomento. (Lo spazio è stato infranto; il tempo non ha più limiti nella pianura; se qualcosa ho voluto seguire, il nulla, che è silenzio, si è imposto su ogni ombra. Vedo solo te e solo con te parlo!) 55

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Palabras sueltas

No mascullo caldeo ni ninguna palabra antigua; pero no importa si la actitud de hablar me parece fosca y hasta la de pensar me parece risible. Soy todo acto de la cabeza hasta los pies; y de la intuición a la obra ¡quiero ser todo acto! «El mar, el mar...» ¡Todavía queda sobre la tierra el mar, como huella del hombre contra el destino! ¡Qué sería del hombre y de sus anhelos si no existiera el mar! Por el mar nacemos, y por el mar tenemos que morir. He aquí, el mar, astros, como la única razón de ser del hombre!

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Parole sciolte

Non biascico caldeo e nessuna parola antica; ma non importa se l’inclinazione a parlare mi pare fosca e persino quella a pensare mi sembra ridicola. Sono interamente atto dalla testa ai piedi; e dall’intuizione all’opera voglio esser completamente atto! «Il mare, il mare...» Resta ancora sulla terra il mare, come impronta dell’uomo contro il destino! Cosa sarebbe dell’uomo e delle sue aspirazioni se non esistesse il mare! Dal mare nasciamo, e per mare dobbiamo morire. Ecco, il mare, gli astri, come unica ragion d’essere dell’uomo!

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El pasado

La sopa caliente de por la tarde con el contacto de los amigos, la algazara de algún vecino espirituoso y el recuerdo a simple intención de una mañana que me desperdigué en un camino, en unión pertinaz con el reconfortante frescor de un lecho virgen y, venciéndolo todo, esto, que será pueril: mi intrepidez, el día que tascando orgullos y zahiriendo el temor, llegué a la puerta de mi amada abanderado de una rosa!

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Il passato

La minestra calda del pomeriggio con il contatto degli amici, la baldoria di qualche vicino spiritoso e il ricordo istintivo di un mattino in cui mi dispersi lungo una strada, in pertinace unione con la riconfortante freschezza di un giaciglio vergine e, al di sopra di tutto, questo, che sarà puerile: la mia audacia, il giorno in cui, trinciando l’orgoglio e umiliando il timore, mi presentai alla porta della mia amata portabandiera di una rosa!

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Bienvenida y adiós

Oh el hombre de la amistad perfecta, del alma perfecta, de las acciones perfectas. Recuerdo nuestros viejos días cuando nos escudábamos para hablar en el campo. El aliento de las hojas nuevas a ti te decía: no dudes y a mí me decía, mañana. La mañana está de par en par abierta en tus manos. Ya ves?: algunas canas y un poco de pesimismo. Tu camino es sesgado, pero la flor del espino no te escatima ni preces ni zumos. Me recojo de la fiesta para desearte un sendero claro, una nube ligera y un viento en popa fresco.

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Benvenuto e addio

Oh l’uomo dall’amicizia perfetta, dall’anima perfetta, dalle azioni perfette. Ricordo i nostri vecchi giorni quando ci riparavamo per parlare nei campi. Il soffio delle foglie nuove a te diceva: non dubitare e a me diceva: domani. Nelle tue mani il mattino è spalancato. Vedi? Qualche capello bianco e un po’ di pessimismo. Il tuo percorso è sghembo, ma il biancospino non ti fa mancare né preci né linfe. Mi ritiro dalla festa per augurarti un sentiero chiaro, una nuvola leggera e un vento in poppa fresco.

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Domingo Moreno Jimenes

Nació en Santo Domingo el 7 de enero de 1894. Poeta y educador. Fruto del matrimonio formado por Domingo Moreno Arriaga y María Josefa Jimenes, hija de Juan Isidro Jimenes, quien fuera presidente de la República Dominicana en 1899 y 1914. Cursó su educación básica en la escuela primaria San Luis Gonzaga y se graduó de Maestro Normal de Segunda Enseñaza en la Escuela de Bachilleres de Santo Domingo dirigida por Federico Henríquez y Carvajal. Se inició muy joven en el magisterio llegando a ser director de la Escuela Primaria Graduada de Sabaneta en dos ocasiones (1918 y 1926) y profesor de la Escuela Normal de San Pedro de Macorís. También dirigió el Instituto de Poesía Osvaldo Bazil (1950-1970), fundado a instancia suya en San Cristóbal por el dictador Rafael Leonidas Trujillo Molina. Sus primeros versos fueron divulgados en las revistas Páginas, Renacimiento y Letras. En 1921 junto a Rafael Augusto Zorrilla, Andrés Avelino, Vigil Díaz y Francisco Ulises Domínguez, anunció en la revista La Cuna de América, el nacimiento del Postumismo, movimiento poético que patentizó, mediante el uso de elementos genuinamente nacionales, el versolibrismo iniciado por Vigil Díaz en la segunda década del siglo XX. Su extensa obra poética abarca innumerables temas y ha sido ampliamente difundida por todo el país, tanto a través de sus libros como de un largo peregrinaje literario que lo llevó por todos los rincones de la geografía nacional durante medio siglo. Fue la figura más destacada del movimiento postumista y poseyó por 63

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muchos años el título de Sumo Pontífice del mismo. Además, contribuyó significativamente a la formación del grupo La Poesía Sorprendida. Víctima del rechazo de los intelectuales de su época, quienes lo tildaban de “poeta sin formación ni escuela”, la figura de Moreno Jimenes, gracias al esfuerzo de su biógrafo José Rafael Lantigua y de su más lúcido defensor Manuel Mora Serrano, ha ido adquiriendo lentamente la estatura y el espacio que le corresponde en las letras nacionales. Murió en Santo Domingo el 21 de septiembre de 1986. BIBLIOGRAFÍA ACTIVA POESIA. Promesa. Santo Domingo: Imprenta de J. R. vda. García, 1916; Vuelos y duelos. Santo Domingo: Imprenta de J. R. vda. García, 1916; Psalmos. Santo Domingo: Imprenta Cuna de América, 1921; Del anodismo al Postumismo. Santo Domingo: Editora Dominicana, 2da. edición, 1938, primera edición, 1924; Mi vieja se muere. Santo Domingo: Ediciones Césped, 2da. edición, 1939, primera edición, 1925; El diario de la aldea. Santo Domingo: Librería Dominicana, 1925; Canto a la ceiba de Colón. Santiago Rodríguez: Edición libre, 1925; Decrecer. Santo Domingo: Linotipografía Independiente, 1927; Elixiris. Santo Domingo: Imprenta P. A. Gómez, 1929; Los surcos opuestos. Santo Domingo: Ediciones Colina Sacra, 1931; Sésamo. Santo Domingo: Ediciones Colina Sacra, 1931; Días sin lumbre. San Pedro de Macorís: Imprenta Cervantes, 1931; Movimiento postumista interplanetario. Santo Domingo: Edición libre, 1932; Palabras sin tiempo. Santiago: Imprenta Corazón de Jesús, 1932; Moderno apocalipsis. Santiago: Imprenta Helú, 1934; El poema de la hija reintegrada. Santiago: Imprenta Helú, 1934; El caminante sin camino. Santo Domingo: Imprenta Montalvo, 1935; América-mundo. San Pedro de Macorís: Ediciones Pro Día Es64

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tético, 1935; Embiste de raza. Santiago: Imprenta Helú, 1936; Nueva cosmogonía americana. Santiago: Imprenta Helú, 1936; Sentir es (la) norma. Santiago: Edición libre, 1939; Fogata sobre el signo. Santiago: Ediciones Colina Sacra, 1940; Indice de una vida: Del mar viene todo. Santo Domingo: Imprenta Roldán, 1941; Advenimiento. Santo Domingo: Edición libre, 1941; La religión de América. Santiago: Editora El Diario, 1941; Canto al Atlántico. Santo Domingo: Edición libre, 1941; Poemario de la cumbre y el mar. Santiago: Ediciones Colina Sacra, 1942; Evangelio americano. Santo Domingo: Librería Dominicana, 1942; Cuatro (que se yo) estambres. Santiago: Ediciones Colina Sacra, 1942. Antología mínima. Santo Domingo: Imprenta Corazón de Jesús, 1943; Exalté el ideal y sufrí ante la vida. Santiago: Imprenta Corazón de Jesús, 1944; Los milenios del tercer mundo. Santo Domingo: Imprenta Domínguez, 1945; Palabras en el agua. Santiago: Imprenta Helú, 1945; Emociona-damente. Santiago: Imprenta Corazón de Jesús, 1945. Tres pasos en la sombra. Santo Domingo: Imprenta Domínguez, 1946; Siete vías poéticas. Santo Domingo: Imprenta San Francisco, 1947; Burbujas en el vaso de una vida breve. Santo Domingo: Imprenta Rincón, 1948; Antología poética. Santo Domingo: Librería Dominicana, 1949; Santa Berta y otros poemas. Santo Domingo: Librería Dominicana, 1959; Del gemido de la fragua: obra poética. Santo Domingo: Editora Taller, 1975. Murio en Santo Domingo el 21 de septiembre de 1986. BIBLIOGRAFIA PASIVA Alcántara Almánzar, José. “Domingo Moreno Jimenes”, en Estudios de poesía dominicana. Santo Domingo: Editora Alfa y Omega, 1979: 107-132. | Alvarez del Real, María Eloisa. Domingo Moreno Jimenes”, 12,000 minibriografías. Panamá: Editorial América, 1986: 454. | Amarante, Héctor. “Domingo 65

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