Canapa tra mito e realtà

June 26, 2017 | Autor: Sergio Ragaini | Categoria: Culture, Energy and Environment, Medicine
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Canapa: tra mito e realtà Per molti oggetto del desiderio, per altri prodotto legato ai suoi effetti psicoattivi, per cercare e trovare nuove sensazioni. Ma la canapa è soltanto una pianta, o meglio, un insieme di piante, dagli svariati effetti benefici, sia per le applicazioni in vari settori industriali, che per quelle sull'organismo. Effetti che, se ben utilizzati, possono davvero migliorare la nostra vita. Canapa, tra sogno e realtà. Mi viene spontaneo iniziare in questo modo a trattare un argomento che è davvero sospeso tra illusione e tangibilità, tra situazioni oniriche e, invece, una realtà tangibile, che sotto molti aspetti è completamente differente dalla fantasia. La parola “Canna”, soprattutto per le nuove generazioni del passato e del presente, ha sempre significato qualcosa che sa di emancipazione, di evoluzione, di liberazione da schemi preconcetti. La proibizione di questa sostanza psicoattiva ha portato molti a costruirne un mito, a farne un simbolo di indipendenza e di rottura con gli schemi. Come sempre il proibito affascina. E' la Legge di Attrazione: quello che noi neghiamo diviene parte di noi. Il divieto crea desiderio. E infrangere il divieto diviene infrangere norme sociali, superare gli schemi imposti dalla Società. Oggi questo prodotto, per molti, è quasi una religione, un oggetto di culto. Osservando, però, il tutto più da vicino, possiamo vedere come, in parecchi casi, tutto ciò sia ammantato da un'aura di irreale, una sorta di nebbia che, in qualche modo, va a velare la realtà, impedendone la percezione per quella che è. Le alternative, a questo punto, possono essere due: seguire l'onda del mito, cavalcandola, e cadere nel discorso della Marijuana come oggetto di culto, e come fascino del proibito, oppure cercare di dissipare questa nebbia del mito e della leggenda, per fare chiarezza sull'argomento. Scelgo la seconda via, anche per mostrare che in questa pianta (perché di pianta si tratta) non vi è nulla di misterioso, ma vi è soltanto una pianta che può avere diverse proprietà benefiche e positive. E che, verosimilmente, i motivi della sua proibizione non sono quelli che possono apparire, ma nascondono ben altro. Osservare le cose per quelle che sono, senza il filtro di idee e miti, è secondo me la cosa migliore per comprendere, penetrando la realtà per quella che davvero è. Ed è quello che ci si propone, qui, di fare. Cosa è e come è fatta la canapa? Per iniziare è opportuno rispondere ad una domanda: cosa è realmente la canapa? Diverse persone associano la canapa alla marijuana, pensandoli come sinonimi. Altri parlano, invece, di marijuana come di “canapa indiana”. Entrambe queste visione sono errate. La canapa ha, è vero, varietà differenti, ma la parte psicoattiva è soltanto una sua parte. E, comunque, non tutte le varietà di canapa sono, di fatto, psicoattive. Inoltre, il termine marijuana è stato coniato negli anni 30 del secolo scorso, di fatto per mettere in cattiva luce questa pianta. La canapa è semplicemente una pianta, o meglio, un genere di piante, dal punto di vista scientifico. Per l'esattezza, il genere “Cannabis”. Il genere Cannabis è composto da diverse specie. Quindi si tratta di un insieme di piante. Le due specie più note sono la “Cannabis Sativa” e quella che invece proviene dall'Oriente, la cosiddetta “Canapa Indiana”, il cui nome scientifico è “Cannabis Indica”. Quest'ultima è quella più

2 ricca di sostanze psicoattive. Con il nome di “cannabis”, però, alcuni identificano la parte psicoattiva. Mentre il nome indica semplicemente un insieme di piante, senza nessuna ulteriore connotazione. La canapa appartiene alla famiglia delle Cannabinacee. Alla stessa famiglia appartiene il luppolo, ingrediente base per la birra. Quindi non sembra apparire nulla di strano da questa pianta.
Se poi saliamo di un altro passo nella classificazione naturale, vediamo che la canapa appartiene all'Ordine delle Urticales. A questo ordine appartiene anche la famiglia delle Urticacee, a cui appartiene l'ortica che noi ben conosciamo. Sin qui appare, quindi, una normale pianta come ce ne possono essere tante. E forse questo è l'inizio per guardarla meglio, per comprendere quello che davvero è. Canapa: fonte di risorse a tutti i livelli. Oltre a non apparire nulla di strano, appaiono invece evidenti diversi impieghi benefici di questa pianta. Impieghi noti sin dall'antichità. La canapa ha svariate possibili applicazioni, e può essere utilizzata in svariati modi. Per comprenderli, osserviamo questa pianta più da vicino: essa è composta da un fusto alto e sottile e da un'inflorescenza superiore. Il fusto della canapa può raggiungere i 4 metri di altezza e può essere pensato come diviso in due parti: la parte legnosa, che si dice “canapolo”, e la parte fibrosa, che si definisce “tiglio”. La canapa si può anche coltivare per ricavarne i semi. La modalità di coltivazione, o meglio, la modalità di raccolto, dipende dall'uso che se ne vuole fare. Se raccogliamo la canapa subito dopo la fioritura, la fibra costituirà circa il 20% della pianta, il canapolo il 70% e per il 10% avremo una parte definita “stoppa”. Se invece il nostro scopo è quello di ricavare semi, potremo ottenere una parte fibrosa costituita interamente da stoppa. La produttività della canapa, in termini di biomassa, è notevole. Una coltivazione di tre mesi e mezzo produce un quantitativo di biomassa quattro volte maggiore della stessa zona boscosa in un anno. Questo elemento permetterebbe anche, coltivandola, di eliminare tutte le erbe infestanti, rendendo quindi inutile l'uso di diserbanti. La fibra di canapa permette di ottenere tessuti molto resistenti. La coltivazione della canapa riduce anche al minimo l'utilizzo di pesticidi (a differenza della coltivazione del cotone). I tessuti di canapa possono avere svariati campi di utilizzo. Nell'abbigliamento essi possono sostituire il cotone, essendo anche più resistenti. Possono essere anche utilizzati per fabbricare corde. In passato, anche le case erano costituite, in parte, da prodotti della canapa. Nella canapa non si elimina quasi nulla. Con il fusto della canapa, pressato con un collante, si possono ottenere tavole per l'edilizia. La cellulosa della canapa permette poi di realizzare materie plastiche, utilizzabili, ad esempio, per imballaggi o come isolanti. I semi di canapa contengono una grande percentuale di olio (dal 30% al 40%) ed hanno anche un elevato quantitativo di proteine (circa il 24%). L'olio di canapa ha diversi usi. Tra cui anche un uso terapeutico. L'elevata presenza, al suo interno, di grassi insaturi, lo rende molto utile come complemento dietetico, e per la prevenzione delle malattie cardiocircolatorie. L'alto quantitativo proteico permette anche di poter ovviare ad eventuali carenze alimentari, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Più avanti vedremo alcune delle applicazioni mediche della pianta. Anche l'uso industriale dei semi di canapa appare notevole. Con esso si possono fabbricare vernici, che, oltre ad essere di qualità superiore a quelle ottenute con materiali derivanti dal petrolio, risultano anche non inquinanti.

3 Sempre con l'olio, si possono fabbricare saponi e cosmetici. L'elevato quantitativo di biomassa disponibile con la canapa, oltre che l'elevato quantitativo di olio dei suoi semi, la rendono anche un ottimo combustibile. E' utile, qui, ricordare che i combustibili vegetali, che hanno assorbito ossigeno durante la loro crescita, lo restituiscono con la combustione. Dopo aver ultimato i processi di utilizzo della canapa, come semi o come fibra tessile, rimangono il canapolo e la stoppa. Questi sono ben lungi dall'essere prodotti di scarto. Con essi, infatti, si può ottenere dell'ottima carta. Con la stoppa di ottiene carta di alta qualità, mentre con il canapolo si può fabbricare carta di uso più corrente, quale quella dei giornali. Rispetto ad altro legname, comunemente utilizzato per produrre carta, il legno della canapa contiene una più bassa percentuale di lignina: esattamente la metà (20% contro 40%). Produrre carta dalla canapa ha un altro grande vantaggio: rende nullo (nel caso della carta prodotta dalla stoppa) o riduce di oltre il 50% (nel caso della carta prodotta dal canapolo) l'impiego di acidi, utilizzati per sciogliere il legno. La carta che si ottiene, inoltre, essendo bianca, è già stampabile. Inoltre, se la si vuole ulteriormente sbiancare, è sufficiente trattarla con acqua ossigenata (perossido di idrogeno), invece che composti a base di cloro, composti responsabili, in gran parte, dell'assottigliamento dello strato di ozono nell'atmosfera terrestre. L'impiego della canapa aveva avuto un'impennata negli anni 30 del XX secolo. La Ford, prima del proibizionismo negli Stati Uniti, ha addirittura costruito un'automobile, la Ford T (1923) utilizzando per oltre il 60% prodotti della canapa. Henry Ford, fondatore della Ford General Motors, era uno dei massimi fautori del suo utilizzo per la produzione di combustibile per auto, e per la costruzione di auto stesse. Lo stesso Ford ideò la Ford Hemp Body Car, un'auto interamente realizzata con prodotti della canapa. Questo modello, però, non fu mai messo in commercio. Questa pianta, tuttavia, è stata coltivata sin dall’antichità. Alcune località geografiche prendono il nome proprio dalla coltivazione della canapa. Tra queste ricordiamo il Canavese in Italia e l’Hempshire in Gran Bretagna. Più avanti tratteremo anche degli usi medici di questo vegetale. Usi che, come vedremo, risalgono davvero alla notte dei tempi. Canapa: benefici per l'uomo e per la sua salute Sin qui gli effetti di tipo “esterno”, in un certo senso. Tuttavia, la canapa ha diversi benefici effetti anche sull'organismo. L'olio di canapa (che può anche essere mescolato all'olio d'oliva), ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi, meglio se non decorticati, è naturalmente ricco di grassi omega 3 e 6, e ha un potente effetto antinfiammatorio. Dai semi di canapa si può ottenere anche una farina, che, se assunta quotidianamente, rinforza il Sistema Immunitario, regolandone la risposta. I prodotti della canapa sono utili in svariati tipi di problematiche legate alla salute. In dettaglio: malattie cardiovascolari (prevenzione dell'arteriosclerosi, maggiore elasticità dei vasi sanguigni); colesterolo (l'olio di canapa, assunto in dose di qualche cucchiaio al giorno, abbassa il colesterolo “cattivo”, quello LDL); problemi legati alla sfera neuropsichica (problemi di apprendimento, problemi della memoria, difficoltà di concentrazione, depressione, ansia, disturbo bipolare – effetto meno confermato -, riduzione dell'aggressività); malattie ossee (artrosi, artrite reumatoide, osteoporosi); infiammazioni (infezioni della vescica, colite, colon irritabile, Morbo di Crohn); malattie respiratorie (asma, affezioni respiratorie in generale); ginecologia (sindrome premestruale, menopausa); malattie della pelle (Psoriasi, vitiligine, eczemi, micosi, irritazioni da allergie, dermatiti secche, acne e tutte le infiammazioni o irritazioni localizzate). I prodotti della canapa possono essere utilizzati con successo anche nel caso di nausea e vomito, e

4 come antidolorifici. Studi sono in corso per testarne l'efficacia nelle malattie autoimmuni, nel cancro e nei disordini della pressione arteriosa. C'è anche chi afferma che, grazie alla cannabis, è riuscito a superare la dipendenza dall'alcool o dalla cocaina. Gli effetti terapeutici della canapa sono tuttavia anche legati alla sua parte psicoattiva, di cui parleremo più avanti. Diversi utilizzi terapeutici di questa pianta sono noti sin dall'antichità. La utilizzavano, soprattutto per i suoi effetti soporiferi, popoli del Mediterraneo come gli Antichi Egizi, ed in Oriente è utilizzata da tempo immemorabile. Non a caso sono stati proprio gli inglesi a riscoprire le proprietà terapeutiche di questa pianta, durante la loro permanenza in India. Nel 1842, il medico inglese O’Shaunghnessey portò in Inghilterra, dall'India, la tintura di canapa, la quale divenne, nel Mondo Anglosassone, uno dei rimedi più Le proprietà terapeutiche della canapa erano largamente utilizzate sino alla fine del XIX Secolo. Poi, gradatamente, il suo utilizzo è stato sostituito da farmaci sintetici. Credo che da questa panoramica emerga molto chiaramente come questa pianta abbia davvero svariati e molteplici impieghi, anche legati al nostro benessere e alla nostra salute. Effetti psicoattivi della canapa Terminata questa veloce panoramica degli utilizzi della canapa per scopo industriale e medico, passiamo a trattare forse il discorso più “incriminato”, vale a dire quello legato agli effetti psicoattivi di questo vegetale. Come dicevo, spesso si associa la canapa alle sue proprietà psicoattive, sino ad identificarla con queste (si parla addirittura di “cannabis” per indicare gli effetti psicoattivi, mentre, come visto, questo nome indica soltanto un genere di piante). Mentre, come visto, la parte psicoattiva della canapa è, appunto, solo una sua parte, presente in misura maggiore non in tutte le varietà. La cosiddetta “marijuana” è ottenuta da varie parti della pianta: foglie, semi e cime fiorite. L'hashish, invece, altro noto prodotto della canapa, è ottenuto dalla resina disidratata estratta dalle cime fiorite. Nelle varietà ad alto contenuto di sostanze psicoattive, quali la già citata Cannabis Indica, il quantitativo di tali sostanze può variare dal 7 al 14%. La sostanza che qui si trova è l'Acido Tetraidrocannabinolico, il cui simbolo è THCA. [Da un punto di vista chimico questa è una “macromolecola”, vale a dire una molecola composta da più molecole unite assieme (un po' come accade negli zuccheri, che sono macromolecole di amidi).] Il THCA non è psicoattivo. Per diventarlo, deve essere ingerito o esposto ad alta temperatura (non è un caso, quindi, che la marijuana si fumi). Così facendo, si genera un processo detto “Decarbossilazione”. Questo processo consta nella perdita di una molecola di anidride carbonica. Mediante questo processo, il THCA diviene psicoattivo, trasformandosi in quello che si definisce “Delta-9-Tetraidrocannabinolo”, o anche, più semplicemente “Tetraidrocannabinolo” o anche solo “Cannabinolo”, e il cui simbolo è THC. Questa sostanza fa parte della famiglia dei cosiddetti Fitocannabinoidi. Queste sostanze non sono estranee al corpo umano : infatti, il corpo stesso ne produce (come capita per diverse sostanze psicoattive secrete dall'organismo, quali le endorfine). Si tratta degli Endocannabinoidi, prodotti all'interno delle cellule neuronali. Tra questi, possiamo ricordare l'Amandamide, l'Arachidonoilglicerolo (simbolo 2-AG) e la Virodamina. Il THC fu isolato per la prima volta da Raphael Mechoulam, , Yechiel Gaoni, e Habib Edery

5 dell’Istituto Weizmann, a Revohot, in Israele, nel 1964. Il THC puro si presenta in forma solida, e diviene viscoso e appiccicoso se riscaldato. L’azione psicoattiva di questa sostanza, nell'organismo, è data dal suo legame con i Recettori Cannabinoidi, che si trovano nel Sistema Nervoso Centrale e nel Sistema Immunitario. Il THC stimola il rilascio di dopamina, provocando così sensazioni come euforia, rilassamento, alterazione della percezione spazio – temporale. Ma anche ansia, disorientamento, stanchezza e stimolazione dell'appetito. Vi sono, tuttavia, diversi effetti terapeutici di questa sostanza. Uno di questi è il suo utilizzo, già citato in precedenza, come antidolorifico e antinfiammatorio. Questi effetti avvengono perché il THC va ad inibire la secrezione di alcune sostanze specifiche della classe dei Prostanoidi e delle Citochine, che provocano un aumento delle infiammazioni, e della Sostanza P, responsabile del segnale doloroso. Le riconosciute applicazioni terapeutiche del THC hanno fatto sì che, laddove è proibito l'utilizzo dei prodotti della canapa per via naturale, vi siano versioni sintetiche di questa sostanza. Una delle più note è il Marinol. Tossicità e proibizionismo: legame solo dichiarato La tossicità del THC è ancora, in buona parte, da dimostrare. Se è vero che il THC, ad alte dosi, può danneggiare il Sistema Nervoso, è anche vero che la sua tossicità è comunque inferiore a quella dell'alcool etilico. Infatti, mentre i danni che l'alcool, al disopra di un certo dosaggio, può causare sul Sistema Nervoso, non sono poi così noti quelli del THC sullo stesso. Gli studi e gli esperimenti effettuati sembrano fornire risultati controversi, e a tratti anche in opposizione tra di loro. Alcuni esperimenti effettuati sui ratti sembrano affermare che il THC, ad alte dosi, provoca la perdita di neuroni nell'Ippocampo, area del cervello preposta alla memoria. Altri studi, tuttavia, sembrano affermare esattamente il contrario: vale a dire che questa sostanza favorisce la neurogenesi (formazione di nuove cellule nervose) proprio a livello dell'Ippocampo. A favore di questa seconda opzione vi sono studi effettuati da Wien Jiang, dell'Università di Cardiff (Galles - Gran Bretagna). Il Prof Jiang ha dimostrato che i cannabinoidi possono regolare la proliferazione delle cellule ippocampali. Tuttavia, studi recenti hanno dimostrato come l'utilizzo di sostanze psicoattive della canapa porti danni al tessuto nervoso encefalico. L'utilizzo psicoattivo della Cannabis è comunque, come già visto, solo uno dei possibili utilizzi, Inoltre, la parte psicoattiva di questa pianta è solo una parte della pianta stessa, e presente di fatto soltanto in alcune specie (quelle che provengono dall’Oriente, tra cui la citata Cannabis Indica). E diviene psicoattiva soltanto dopo un passaggio nell'organismo o un forte aumento di temperatura. La maggior parte degli impieghi di questa pianta non hanno alcun legame con le strutture psicoattive. Ci chiediamo allora il perché del proibizionismo. Come spesso accade, dietro l'idea di protezione si nasconde il limitare la libertà personale. O addirittura il voler favorire qualche struttura a discapito di altre. In questo caso, alcuni elementi per comprendere appaiono dagli usi della canapa. In particolare, la sua possibilità di essere utilizzata per la produzione di combustibili e di materie plastiche. Oggi tutto questo è effettuato da materiale di tipo fossile. Compresi i combustibili. Appare quindi, subito, un possibile legame tra proibizione della canapa e interessi legati al petrolio e, in generale, all'industria petrolchimica. Gli effetti psicoattivi, infatti, sono noti da tempo. Ma, nella maggior parte dei casi, si tratta di effetti medicinali. E non è l'unica pianta ad avere effetti psicoattivi, visto che molti agenti psicotropi sono stati

6 scoperti proprio a partire da piante. Persino la reserpina, neurolettico, ha come fonte naturale una pianta, la “Rauwolfia Serpentina”. L'”Atropa Belladonna”, poi, è fonte naturale di Atropina, inibitore dell'Acetilcolina. Solo per citare alcune tra le piante psicoattive: ma l’elenco potrebbe continuare a lungo! Gli effetti psicoattivi della canapa, in particolare quella ricca di resina, sono però piuttosto blandi, tanto da non creare problemi per la sua somministrazione ai bambini. Il proibizionismo legato a questa pianta si sviluppò proprio negli anni 30 del secolo scorso. Quegli anni in cui, come dicevo, si stava registrando un forte utilizzo di questa pianta, sempre più riscoprendone anche le sue proprietà come combustibile e per la fabbricazione di materie plastiche, oltre che di vernici. Come accennavo, furono proprio questi suoi utilizzi a contrastare con gli interessi del settore petrolifero e petrolchimico. Fu proprio questo ultimo settore a coalizzarsi contro la canapa. Negli Stati Uniti dell'epoca vi erano due grandi industrie: la Du Pont, nel settore petrolchimico, produttrice, in particolare, di solventi, e la Herbst, produttrice di carta dagli alberi. Questa aveva bisogno di grandi quantitativi di solventi chimici, forniti dalla Du Pont. Il termine marijuana, parola messicana, venne coniato proprio in quegli anni, per mettere in cattiva luce questa pianta. Il periodo di crisi che gli Stati Uniti attraversavano rese facile l'utilizzare la canapa come “capro espiatorio”. Essendo Du Pont, in quegli anni, consigliere alla Presidenza degli Stati Uniti, fu facile far approvare, nel 1937, una legge che vietava la coltivazione di qualsiasi tipo di canapa, anche quelle, come la Cannabis Sativa, che non contengono di fatto alcun principio attivo. Questo fatto dimostra chiaramente che il vero obiettivo della proibizione non era il combattere la droga, ma il combattere la diffusione della canapa per uso industriale, e forse anche medico. Come spesso accade, le proibizioni fanno nascere un oscuro desiderio dell'oggetto proibito. Un desiderio che, in questo caso, ha preso vie non luminose, facendo sì che si diffondesse l'uso della canapa per i suoi effetti psicotropi, invece di diffondersi quello, benefico, per uso medico o industriale. Con la proibizione della canapa, di sicuro, è stata negata all’umanità una possibilità notevole, di ottenere energia e prodotti da qualcosa di non inquinante, per un maggior beneficio di tutto il Pianeta. Passi avanti verso la liberalizzazione della canapa Qualche passo avanti, nel verso della liberalizzazione, si sta però facendo, anche laddove questo prodotto è stato proibito, vale a dire negli Stati Uniti. Qui, in 19 Stati, l’utilizzo della marijuana per uso medico è stato liberalizzato. Ma passi avanti sono stati fatti anche per la sua liberalizzazione per uso più “ludico”. Dall’ 1 gennaio 2014 il suo utilizzo è stato liberalizzato nel Colorado. Grazie a questo, lo Stato del Colorado, nel solo mese di gennaio, ha incassato oltre 2 milioni di dollari di tasse, che ha deciso di devolvere per l’edilizia. scolastica. Stessa sorte ha seguito lo Stato di Washington. Ed è bello che tutto ciò provenga da dove è nata la proibizione. Come spesso accade, quando qualcuno rompe una cortina impenetrabile, quella prima o poi crolla. In questo caso, questa cortina di proibizione comincia ad essere rotta in più parti. Questo è di buon auspicio per il divenire. Siamo poi in un’epoca in cui l’informazione non può essere più nascosta, ed in cui la conoscenza delle cose per quello che davvero sono è molto facile da poter ottenere: basta davvero solo un click.

7 E’ bello, quindi, poter pensare ad un mondo, un giorno, in cui questa pianta sarà liberalizzata, ed in cui i suoi effetti positivi, in tutte le sue applicazioni. Potranno di nuovo essere riscoperti e fruiti da tutti. Questo potrà sicuramente essere un mondo più libero, più giusto, più pulito, dove l’ambiente sarà maggiormente rispettato, e dove l’energia non sarà solo monopolio di pochi interessi economici, ma sarà davvero “di tutti”. E dove tutti potremo davvero respirare, anche metaforicamente, aria migliore. Approfondimenti In Rete si trova diverso materiale sull’argomento. Un sito interessante per una panoramica semplice ma decisamente esauriente sull’argomento è www.usidellacanapa.it. Al suo interno si possono trovare molti dati ed elementi per far luce su questa pianta dalle molte proprietà. Informazioni sulla canapa si possono trovare su: http://it.wikipedia.org/wiki/Cannabis. Per quanto riguarda il suo principio attivo, il THC, e la forma naturale non psicoattiva, il THCA, si possono trovare informazioni su: http://it.wikipedia.org/wiki/Delta-9-tetraidrocannabinolo e su: http://en.wikipedia.org/wiki/Tetrahydrocannabinolic_acid (lingua inglese). Sulle proprietà della canapa ad uso medico si possono trovare diverse informazioni all'indirizzo: http://www.laleva.cc/cura/canapa_medica.html. Sui benefici della canapa nell'alimentazione si possono trovare interessanti dati all'indirizzo: http://www.wired.it/lifestyle/food/2014/01/13/6-motivi-per-mangiare-canapa/. (Una raccolta di link sulla canapa si possono trovare all'indirizzo: http://www.laleva.cc/cura/canapa_link.html. ). Sugli effetti tossicologici della canapa si può anche vedere lo studio all'indirizzo: http://www.emernet.it/artcann.htm. Sul tema del proibizionismo si può vedere, oltre al sito citato all'inizio, anche: http://www.mednat.org/cure_natur/proibizionismo.htm. Può essere interessante conoscere anche la vita di Henry Ford, che della canapa ad uso industriale e combustibile era stato un fautore. Per farlo, si può andare all'indirizzo: http://it.wikipedia.org/wiki/Henry_Ford. Alcuni prodotti di canapa possono essere già acquistati anche online. Un sito di riferimento è: http://www.bottegadellacanapa.it. Presenti anche prodotti alimentari come olio di canapa e pasta di canapa, oltre che cosmetici a base di canapa. Come materiale audiovisivo, per una panoramica sulla canapa e sul suo utilizzo, oltre che sul perché della proibizione, è interessante e fortemente raccomandata la visione del film documentario “The Hemp Revolution” di Anthony Clarke (1995). Lo potete trovare su Youtube all’indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=aURYMVmYao8.

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