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May 27, 2017 | Autor: Stefano Settimelli | Categoria: Medieval History, Storia Di Firenze, Storia Della Città e Del Territorio
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Tema della conquista del contado molto diffuso nella storiografia,
Al contrario di quello che comunemente si pensa intorno all'anno 1000, nel XI secolo i rapporti tra città, sede del vescovo, e il contado, sono "aperti" e fluttuanti. I più grandi potenti del regno tengono palatii e pubblica udienza tramite placiti sia in città sia nel contado, dove possiedono torri e fortificazioni presso loro curtes.
Dalla nascita dei comuni, fine XI secolo, i più potentes fanno spesso la scelta di uscire dalla città in continua ascesa economica e sociale, per radicarsi in parti difendibili del contado ove radicarsi e formare dei lignaggi signorili (ad es. Guidi, Ubaldini, Alberti, Bardi nel pratese).
La media e bassa feudalità tende al contrario a radicarsi nella città dove molte sono le possibilità di ascesa e arricchimento grazie alla nuova economia monetaria, anche se spesso mantengono basi fondiarie nel contado, tuttavia sempre più spesso subordinate alla città, centro del loro potere.
Le città vedono inoltre il costituirsi del comune che all'inizio adopra spesso la legittimazione vescovile per espandersi e liberare il suo territorio dagli ostacoli feudali che limitano la libera circolazione economica e monetaria.
Spesso è il vescovo che porta la città nel contado e all'inizio, è attraverso di Lui che la città controlla i principali centri rurali (borgo san lorenzo, sesto fiorentino, castelfiorentino) che hanno sempre più l'interesse ad aprirsi ai mercati cittadini e ai rapporti con essi mediante patti locali e trattati di inurbamento dei milites locali, mezzo per controllarli e inserirli nel vortice sociale cittadino.
Il primo segnale della comparsa della signoria territoriale avviene tramite la privatizzazione delle curtes, aziende agrarie spesso derivate dal fisco pubblico, che vengono nel XI secolo spesso fortificate e divengono dominatus locii di nuovi signori.
Cresce inoltre l'importanza del potere papale e ecclesiastico e il suo forte legame con l'economia monetaria, nel costruire le pievi e controllare così la popolazione rurale e legarla ai vescovi, che riscuotono le decime.
Spesso,attraverso le pievi, si organizza la popolazione. Esse vengono spesso fortificate con l' edificazione di veri castra e il disciplinamento della nuova classe di milites in ascesa che abbisognano di una nuova ideologia organizzatrice; nasce la società signorile tripartita che mette a coltura nuove terre, le organizza razionalmente e le sfrutta; società che nasce nei monasteri e nelle diocesi, fonte di sapere e di legittimazione.
La signoria territoriale toscana e fiorentina in particolare pare identificarsi con la fondazione di castra e forse prima di pievi, che danno agli uomini un nuovo orizzonte del potere locale costituendo una prima organizzazione mentale del potere. La guerra endemica costituisce tuttavia un grande mezzo di mobilità e apertura sociale, gli uomini si organizzano in comunità aperte, rapporti fluidi e in rapida crescita in rapporto dialettico tra città e contado.
In Toscana la signoria territoriale si sviluppa in maniera informale e senza il rivestimento di termini feudali, un pò per la vicinanza sia territoriale sia ideologica del papato, che comunque favorisce e legittima nuove classi venute dal basso capaci di inserirsi nel nuovo ordine sociale delle riforma gregoriana. Spesso presso i castra e i comuni rurali sorgono dei pacta e costitutio che sanciscono un ordine nuovo legittimato dalla riscoperta del diritto romano. Sorgono legami orizzontali fra i cives che si sostituiscono ai vincoli verticali feudali.
Ai servi presenti nelle curtes la nuova riforma cristiana garantisce una parificazione giuridica inquadrata però verso una sottomissione su prospettiva economica; il servus nel corso del XII e XIII secolo si trasforma in colono e sulla base di contratti scritti accetta di subordinarsi economicamente al proprietario della terra, l'economia monetaria e il capitalismo cominciano a insinuarsi nell'economia agraria dell'occidente; a una subordinazione giuridica si sostituisce una subordinazione economica.
Verso l'anno mille paiono sorgere nuove opportunità per i ceti più attivi e possibilità di legarsi personalmente a più signori o istituzioni (istituzioni ecclesiastiche e poi comunali) che assicurano dei pass per l'accesso ai mercati cittadini più ampi e alle loro possibilità di arricchimento.
Molta parte della storiografia del secolo passato ha dibattuto il problema della conquista cittadina del contado, alcuni temerariamente hanno affermato semmai il concetto della conquista da parte del contado verso la città (Plesner). Negli ultimi studi, pare configurasi la questione come un falso problema, visto che in epoca signorile il rapporto era assai fluido, e in reciproca dialettica.
Sembra che inizialmente spesso si fortificassero le pievi oppure le curtes carolingie, che spesso derivavano da possessi fiscali imperiali, per avere una nuova presa sulla popolazione, e per poter, imporre vecchie e nuove tasse sul territorio, sui fiumi sulle strade, sulle decime nei campi etc.
I castra appaiono costruiti da rami cadetti di nobiles oppure affidate a vescovi che si servono di milites locali per poter avere nuova presa sugli uomini. Da qui dopo alcuni anni avviene la costituzione di comuni rurali e mercatali tramite la condivisione e stesura di statuti e patti da parte della nuova classe di notarii. Collegata al controllo di castra, sorgono nei pressi dei mulini, essenziali per la nuova economia signorile.
La prima documentazione sui possessi rurali delle nuove signorie ecclesiastiche del XI secolo ci è pervenuta non a caso mediante pergamene sciolte,regesti di monasteri, imbreviature, censimenti cittadini del XIII secolo.
In verità il costituirsi del contado cittadino secc. XIII XIV e la sua progressiva annessione alla città-stato avviene parallelamente al cristallizzarsi della società che dopo la fine del XIII tende a stabilizzarsi.
Alla guerra endemica dei secoli X e XI secc. Si accompagna sembra a una certa mobilità sociale che in quest'epoca pare legarsi soprattutto al possesso fondiario.
Nell'ambito delle lotte del XI secolo e della lotta per la riforma ecclesiastica pare emergere una nuova classe di milites minori basati sul possesso fondiario che appoggiano la riforma e da questa traggono forza (sia nel caso milanese della Pataria che in quello fiorentino)….
Nella riforma del XI secolo emerge una classe di milites proprietari di terre e in forte elevazione sociale che svolgono parte attiva nelle lotte per il potere del XI e XII secolo.
Molti dei nuovi castra sorgono fortificando preesistenti pievi e traendo legittimazione dal potere ecclesiastico sia locale (vescovo), sia universale (papa, che nella lotta per le investiture rilascia molte bolle di legittimazione di castra locali).
Gli enti ecclesiastici (monasteri, vescovi, capitoli) vogliono controllare i milites locali ponendoli al contempo in rapporto con la città e il suoi mercati. Si approfitta delle labilità e debolezza del potere pubblico della stirpe, per costituire un nuovo ordine locale basato sulla protezione dei coltivatori incentrata sulla fortificazione di curtes, importanti perchè luoghi di produzione agricola e di accumulo finanziario nel pieno medioevo. In cambio di protezione e pace si pattuiscono dei servigi, come i servizi di guardia ai castra, il regolare pagamento di decime, la promessa di istallarsi nel castello sotto la giurisdizione dei milites più ricchi redigendo così documenti sul possesso di terre e sui giuramenti rilasciati dalle nuove comunità ai loro signori (spesso ecclesiastici).
I documenti su pergamena dei monasteri fanno luce per la prima volta sui milites minori che paiono posizionarsi su castra nel territorio di pievi. I primi documenti noti sul contado fiorentino o vicino ad esso (camaldoli, vallombrosa, passignano, settimo etc.) appaiono venire da fondazioni ecclesiastiche riformate e periferiche rispetto alle città che pure sembrano vivere in simbiosi con essa. Dai monasteri ci pervengono le prime menzioni del controllo delle tasse di derivazione imperiale o/e ecclesiastica, e dei mulini, dal cui controllo deriva il commercio e approvvigionamento delle città. Nel XIII sec. quando il comune si è delineato e pare farsi forte, il processo di inurbamento tocca le vette massime, e non pare appartenere a una sola classe sociale; quei flussi che parevano solo abbozzati nel 1000 sembra si facciano solidi e delineati ; anche le nuove istituzioni comunali, paiono rafforzarsi ponendo sempre più come base del potere la città, è l'inizio di quella crescita e fioritura che toccherà i suoi massimi livelli nel 400, ma pare avere le sue lontane radici già in epoca signorile, a partire dall'anno 1000.
nell'anno mille una nuova sensibilità più terrena si afferma nell'occidente, una nuova sensibilità dello spazio tempo che diventa non già ultraterreno, ma da conquistare, da vivere, da perfezionare, da raggiungere, la salvezza per la comunità cristiana non sta tanto nell'adesione a una comunità terrena di salvati, ma un modo di vivere e aderire agli ideali dal testo sacro e all'anima personale agli insegnamenti del cristo salvatore. la salvezza è nell'aderire a una comunità, seguendo l'esempio cristiano e di santificare con i proprio comportamento tale comunità, curando i debvoli e i chiarici intermediari col mondo celeste. seguendo i comandamenti e proteggendo i deboli. l'uomo è come liberato dall'adesione meccanica a alcune formule ma deve cercare nella comunità una vita che unisca l'anima al salvatore. questa nuova importanza al mondo, che comprende una moralizzazione dei costumi ecclesiastici, condanna della simonia, del nicolaismo, del concubinato, della schiavitù personale, permette a una più larga fascia di popolazione di partecipare alla vita comunitaria, il sorgere delle congregazioni, delle arti di mestieri, delle comunità di popolo, permette di creare uno nuovo stile di chiesa promosso non solo dall'alto ma anche dalla base della popolazione.
importante notare che le fondazioni vallombrosane e le sue incamerazioni del XI e XII secolo si localizzano in aree di confine e incolte periferiche del contado, sulle tracce e insieme all'esempio camldolese, in luoghi appartati perifericie e da disssodare (moscheta, crespino,coltibuono, marradi, susinana, montepiano etc.). Ciò ad una prima analisi significa che quei territori nell'anno mille erano strategici e di un certo interesse fondiario e di popolamento, in rapporto assai più vitale di quello che si pensi oggi con la città, a cui spesso fornivano preziose derrate agricole in un'età di insicurezze e guerre. ciò è testimoniato anche dalla storia di singoli castra del XI e XII, a volte dipendenti dai singoli monasteri, in tutto o in parte, come ad esempio Rifredo, la cui prima documentazione risale alla fine del X secolo, la cui riccheza documentaria in quel periodo pare suggerire un popolamento e appetibilità strategica del castrum, che spesso appare diviso e contesa da più signori. la fondazione ivi di comunità monastiche dimostra òla voglia di controlloe insieme di coloniuzzazione di quei territori e un cero grado di importanza che allora tetsimoniano, come in un'altra vallata vicina come il casentino che appare assai vitale nel XI secolo, ricca di monasteri tra cui camaldoli e con un traffico di terre e possessi notevole.notevole sembra la fondazione e in collegamento tra istituzioni monastiche tramite il vescovo cittadine e zone periferiche e fondiarie nel contado. Inoltre la presenza negli archivi monastici sia della città che nel contado di carte di possessi e di scambi, testimonia la apertura di vitalità di scambi tra città e contado. All'inzio del XIII quando le sitituzioni comunali decollano, si compie la partizione tra guelfi e ghibellini e presto si compirà la divaricazione tra popolo e nobili. Compaiono i primi documenti cittadini comunali e insieme escono dall'obra molte famiglie nobiliari e di cavalieri che ottengono un cognome. non è chiaro se queste emigrino dalla città al contado , o la contrario si originano proprio dai castra e curtes del contado emigrando presto in città.
Romualdo, nobile diuna casata eminente, proveniva da ravenna, si ritira sull'appennino devo fonda camaldoli.
il marche ugo e sua madre con l'appoggio degli otytoni fondano o riforniscono monasteri in toscana anche per salvaguardare terre fiscali di origine pubblica. il Baroncolo del 1038 è fittuario regio le cui terre confinano con quelle della badia fiorentina legate al marchese di Tuscia. All'inizio del XI ci sono vaste proprietà regie che sono pronte per essere messe ea coltura e proptette dalla violenza delle invasioni. Importanza delle terre in luoghi periferici del dominio dove si fondano i monasteri e che conti e marchesi vogliono salvaguardare dalle incursioni esterne. La fondazione dei castelli sembra collegata alla protezione della terra e della proprietà in un'epoca ad alta violenza, di lì l'impulso alla costruzione di chiese. All'inizio arriva per impulso dall'alto contro le invasioni normanne, saracene e ungare. Poi la messa a coltura di sempre più ampia terra fertile, il clima più mite, un'organizazione più raccolta e dal basso fa si che sorga una classe di coltivatori più ricchi addetti anche al salvaguardia dei castra e della terra, che presto con l'avanzare del diritto di chiesa e della sua filosofia razionalista che vede il ri-emergere di una classe di liberi-agricultores addetti alla protezione del teritorio nasce nei monasteri l'ideologia tripartita del miles, sacerdoti, agricoltori che è la base di quella che emergerà nell'epoca moderna nei tre stati fino alla rivoluzione francese.Il riemergere del diritto romano e di quello greco mediato dagli arabi fa sorgere associazioni di unomini liberi che si associano liberamente per uno scopo christai, sorge così sa societas christiana, che si difende dagli attacchi esterini .. e spesso contrattacca. I soldati detti miles e cavalieri dal possesso del cavallo e dall'importanza della cavalleria, che spesso cristallizza una sua ideologia e cultura, si associano tra loro fra di loro con l'appoggio della cultura cittadina e di monastero e si ha intorno all'anno mille una notevole mobilità sociale che colma spesso un vuoto istituzionale dato dal tracollo dgli imperi e dalle invasioni. Il diritto romano colma questo vuoto, nascono il codice cavalleresco e i comuni dall'associazione orizzontale di cittadini, i conversi, i conventi,l e compagnie, le artes. nell'anno mille il potere pare privatizzarsi e risorgere dal basso, i castra che nascono, sono alcuni di fondazione pubblica , altri anche spontanei, importante pare che la legittimazione vescovile sulla scia delle immunità pubbliche che molti imperatori concedono nei distretti ad essi.
Interessante che quando i castra appaiono appartenere al comune cittadino verso la metà del XIII secolo, sono le parrocchie a fare da base" per la tassazione in denaro e in matura di grano per finanziarie le guerre del comune, è allora fra l'altro che appaiono le famiglie di milites proprietarie di parte dei castra che partercipano alle guerre, e sembrano già inglobate nell'organizzazione cittadina; non è chiaro se queste sono originarie dei castra oppure importate nei castra in seguito alla guerre dal comune...che le ha nelle vicinanze. Esse sono inquadrate nella lotta tra guelfi e ghibellini che pare fare ds ponte tra le lotte feudali tra papato e impero e quelle fra città nella rivalità di fazione e forse, anche di ceto sociale. All'alba dell'anno millle si assiste dal ceto dominante, a una fondazione o ridotazione di vecchi monasteri fondati nei 2 secoli precedenti, che ricollacono la proprietà fondaria, principale ricchezza dall'età imperiale, tramite la propaganda ecclesiale entro la dotazione di questi monasteri aventi anche il compito di attrarre entro il suo sitema come molti soli anche la media e piccola proprietà che in luoghi di confine spesso preferisce collocarsi entro la dotazione di questi enti e la loro protezione del marchese o di altre potenti casate o vescovati, che paiono tra x e xi secolo porsi tra le avanguardie del potere capaci di attrarre nella propria orbita anche la prorpietà terriera media e minore ponendosi al culmine così del sistema feudale, prima di superarlo con le lotte per le investiture dell'inizio del XII. E' nell'interesse quindi delle istituzion ecclesiatiche che tengono viva la fiamma del diritto romano, stilare documenti e conservarli sui loro diritti acquisiti e sul loro patrimonio fondiario, spesso insidiato dalla bellicosità dell'aristocrazia. i fondi ecclesiatici che rimangono nei fondi monastici risalgono spesso a quest'epoca e si articolano per tutto il XI fino alle nouve dotazioni dei monasteri riformati di camaldoli e vallombrosa prima e dei cistercensi poi del XI e XII secolo, che spesso per la loro densità e influenza assumono la guida della cristianità e ne teorizzano le crociate e altre guerre.Anche le concessioni imperiali e regie, cominciano dalla metà del X e sono rivolte o a monasteri, ma sopratutto a vescovati, che in questo periodo instabile ridefiniscono le loro pertinenze territoriali e attraggono nella loro orbita molti poteri locali grandi e piccoli, vicini e ai confine delle loro pertinenze, struttanto spesso nuove fondazioni riformate e fungendo spesso da primo collegamento tra i mercati e la circolazione cittadina e i fornitori delle aziende agricole decentrate nel contado che vanno rapidamente organizzandosi e ri-definendosi. In questo quadro che vede il sorgere e il venire alla luce dopo vari secoli di buio documentario, la media e piccola proprietà, che fa leva sui nuovi monasterie con l'amicizia con i vescovi cittadini. essa non priva di cultura e fondatrice spesso di parrocchie rurali viene a essere aprte attiva sia nella pataria milanese sia alleata e mischiata al movimento vallombrosano a firenze, del movimento che promuove la riforma ecclesiastica dal basso, e che tra le righe del dissenso rivendicano in modo surrettizio l'eredarietà dei feudi, che vedrà arrirare a maturazione all'inizio del XII secolo con la costitutio de feudiis e la maturazione del feudalesimo. Lo stesso Gualberto fondatore a Firenze dei vallobrosani pare venire proprio dalla media feudalità, che nell'ambiente informale fiorentino, con vasti territori disponibili al regime signorile, pare avere buon terreno per attecchire. Il movimento della pataria milanese pare avere in un'altra realtà, più sistematizzata signorilmente, in cui la signoria territoriale ha presto una legittimazione pubblicistica, terreno fertile.NOn è un caso che questi 2 movimenti paralleli che promuovono anche moralmente la riforma, saranno alle origini di 2 dei comuni italiani più rappresantivi e fertili di libertà e sviluppi.
un altro aspetto della riforma dell'XI secolo è la riscoperta del diritto romano sulla base del quale si creano i decreti che vogliono fondare la supramazia del papato e la necessità del suo controllo fondativo più saldo sulla cristianità.
collegato se non parallelo allo sviluppo della media signoria fondiaria lo sviluppo del papato che si rafforza come ideologia, come sviluppo del culto e come forza morale della cristianità proprio in questo periodo coincidente con la riforma della chiesa, la lotta per le investiture e la libertà di trasmissione del potere collegata al possesso fondiario. La cristianità elabora e perfeziona in questo periodo un organico specchio di autorappresentazione e di unione verso l'esterno che per molti aspetti sopravviverà fino alle guerre mondiali. Il papato approfitterà della crisi del potere pubblico, per inserirsi a favore delle forze provenienti dal basso per legarsele e costruirsi un'ideologia unificante e moralmente significativa, e porsi come forza che favorirà la crescita dal basso dalle autonomie e le legalizzerà tramite il proprio armamenterio cancellereasco, ponendosi prima in collaborazione ma anche inconcorrenza e autonomia dell'impero che dopo la lotta del XI XIII si ridimensionerà fortemente schiacciato anche dall'avanzata dalle monarchie nazionali. La cancelleria pontificia darà l'avallo e l'armamentario spesso iodeologico per lo sviluppo delle associazioni tra uomini dal basso e delle nuove libertà, e collegamenti tra uomini liberi sulla base del diritto e della filosofia greco-romana. la spiritualità dei nuovi monasteri vallombrosani oltre a professare un ritorno ai valori del cristianesimo delle origini, davano particolare importanza all'anima dell'individuo e al suo contatte coi valori evangelici di castità e perfezione e al contatto con l'esempio di povertà del cristo che sarà uno dei cardini della riforma morale della chiesa del XI secolo. Qusta fatto accentuava l'attenzione per una nuova importanza data al modo di agire e dicomportarsi nel mondo lontana dalla precedente angolazione di dispprezzo e ritiro del mondo visto come luogo del male alto medioevale sulla base anche dei testi di agostino e dei padri. La nuova luce verso il mondo come luogo di salvezza e redenzione produce una compattazione del popolo cristiano contro le forze che si oppongano ad esse (paci cristiane e all'esterno crociate) e una nuova spinta espansiva verso questo.
Molte famiglie della media e bassa feudalità cercando di stabilizzare e farsi riconoscere da un'autorità superiore il loro potere locale, chieserodal vescovo spesso titolare di immunità nel contado e addirittura questi al papa il riconoscimento nell'insediamento dei castra. (Lo stesso Calenzano sembra essere citato per la prima volta in una bolla papale di conferma al vescovo di fiesole del possesso del curtes calenzano da parte del papa innocenzo II nel 1134). Successsivamente in piena bagarre per la lotta tra impero e nascenti autonomie locali, spesso appoggiata dalle autorità ecclesiastiche, pare il posesso del castro di Kalenzano insieme a parti di castra locali nella zona dall'imperatore Federico I nel 1164 e poi confermato da Enrico VI nel 1192. Attraverso la cancelleria papale e poi localmente dei vescovi e delle nuove parrocchie fondate dopo il XI localmente da signori locali, base per il controllo delle coscienze e delle popolazioni e dell'esazione delle tasse in natura e in moneta, avviene l'ascesa e la legittimazione dei poteri locali dell'occidente cristiano e italiano in particolare. Molte parrochie dentro o fuori dei castra paiono fondate infatti dopo la riforma dell'XI come base inquadrante e legittimante del potere dei signori miles locali che le controllano e le usano come base del potere delle nascenti casate megntizie. In questo quadro ancora nel XII secolo il contado è terreno di scontro e in continuo fermento, spesso infeudato riconosciuto che spesso vede il sorgere nel quadro delle lotte locali e internazionali lasciato a vantaggio delle libertà di potere e ricchezza più promettenti delle città e dei nascenti comuni dove le propsettive di ricchezza e ascesa sono ancora più promettenti. Questo si vede dalla fine del XII a tutto il XIII, con l'esplosione dell'espansione urbana, con la costruzione di nuovi monumenti e mura immigrazione sia di nobiles che di lavoratori comuni necessari per rimpinguare le forti industrie comunali, tessitura, edilizia, commercio. La bolla di innocenzo II del 1134 in cui è fatta menzione di una curtis de calenzano appannagio del vescovo di fiesole è esplicativa dello stato di fluidità e di crescita di potentati locali in quell'epoca con la fondazione di castra e potentati fortificati che riorganizzano il territorio locale.I vescovi con i loro collementi potenti sono spesso la base legittimente di una organizzazione legittimante. E' esplicativo il cambiamento vorticoso di quegli anni e i protagonisti di quel periodo i vescovi e monasteri riformati, le signorie territoriali e i castra, nonchè il regista papa che dall'alto della sua cancelleria elargisce privilegi e consuetudini a signori locali.
Per quanto riguarda l'esempio della signoria territoriale di rifredo, essa compare nei documenti alla fine del X secolo (995 refutazione tra pari) con la presenza del castrum e della chiesa. sembra che possiamo dare luce a tale signoria grazie alla sopravvivenza del fondo di san pietro a luco, fondato nella metà del XI secolo dall'ordine riformato dei camaldolesi e rientrante presto nell'orbita dei guidi, ma non esente dall'influenza dal XII degli ubaldini. Dal XII secolo, secolo della comparsa nella coscienza patrimoniale della stirpe degli ubaldini ma anche dall'influenza dei guidi, che Rifredo o parte frazionaria di esso rientra nelle donazioni degli Ubaldini, al monastero di Luco, ma anche a quello vallombrosano di moscheta, possesso più diretto degli ubaldini. Il monastero femminile camaldolese di san Pietro a Luco, pare una fondazione della seconda metà del XI secolo da parte di stirpi antecedenti gli ubaldini incrociati pure dai guidi; a tal riguardo sembra che a partire dalla fine del XI, varie donazioni al monastero si intersecano da parte di stirpi ubaldine proprietarie di varie quote del castello e della chiesa di Rifredo. questo grazie al fatto che la documentazione de l monastero sia in parte pervenuta grazie al legame anche con parti dei Guidi. Solo nel XIV secolo, con la sconfitta di Montaccianico e il controllo dei passi appenninici, grazie anche agli statuti di comune rurale rifredo entra stabilmente nell'orbita fiorentina anche se sarà con i primi medici che esso sarà completamente distrutto e sottomesso.
Interessante come prospettiva di crescita è il vuoto di potere che si situa alla fine del X secolo, e lascia ampi margini di manovra ai poteri superiori del papa e dell'imperatore ma che non implica di meno l'assenza di mobilità sociale e un certo attivismo delle classi medie , che anzi ponendosi all'ombra dei più forti poteri, fanno il loro ingresso attivo e pongono le basi legittimanti della loro ascesa dei secoli XII-XIII con l'avanzata del romanico e della figura naturale, della figura del cristo paziente, delle grandi somme filosofiche dove ognuno ha un proprio posto e ruolo nelle comunità che con la rifondazione o fondazione ex nuovo di numerose chiese, diventano soggetti partecipi e attivi, con una crescita della produzione e così anche della popolazione fino al XIV secolo. sono i secoli dove si sperimentano nuove strutture del potere e dove insieme si sistematizzano nuovi attori sociali. E' il cristianesimo in primo luogo che è usato come soggetto su cui si innestano i nuovi virgulti, dei monasteri, delle città, delle pievi, dei comuni e poi dei conventi e delle università. La costitutio de feudis del 1039 dell'imperatore corrado II è esplicativo della tendenza dell'ereditarietà del possesso e del potere con kyersy del 877 e della centralità del lignaggio e della famiglia agnatizia per l'identificazione e lla trasmissione e gestione del potere. La costruzioni di fortificazioni e luoghi della comunità in pietra quali chiese cittadine e parrocchiali e fortezze, testimoniano della nascita e de decollo della società europea. La costitutio de feudiis si inquadra in una temperie storica di coivolgimento di ampi strati militari nelle fedeltà a un potere universale, come cosa già di fatto acquisita, al vertice della lotta per il controllo dell'imperio e nello specifico del potere temporale. Fu un segno dunque del risveglio dell'occidente. E' da notare che molti dei primi documenti del XI secolo nascano da zone periferiche del contado,lì dove vengono fondati i primi monasteri riformati e da pochi documenti di monasteri cittadini di derivazione alto medioevale come badia , santa felicita e san miniato). Questo prova a mio avviso l'importanza e la vitalità delle zone periferiche e di confine del contado, dove la fondazione di monasteri prelude al loro legame con picccoli e medi possidenti, che colgono l'occasione in un'epoca violenta di porsi sotto la protezione morale e materiale delle chiesa e presto quindi di collegarsi al mercato commerciale della città.
I monasteri vallombrosani si caratterizavano per una maggiore adeguamento evangelico, una vita a favore della povertà del mondo, la fondazione di ospedali e ospizi per pellegrini lungo le principali vie commerciali, la protezione della media proprietà terriera, almeno all'inizio, il lavoro materiale dei conversi, una maggior aderenza morale al vangelo contro la simonia e il concubinato dei preti. Si caratterizzarono sopratutto durante la riforma di cui furono motori attivi per il forte legame con la media e bassa feudalità, di cui teorizzarono la rivolta contro le alte cariche sociali feudali come vescovi e abati simoniaci. I rapporti di fedentà personale di derivazione signorile e feudali, sono alla base delle aggregazioni fra uomini pari come boni homines, cives, (termine di derivazione del diritto romano) sono alla base del formarsi dei primi associazioni fra uomini, che prima subordinato a un poter superiore, poi sempre più svincolati da un potere eminente /(vescovi, monasteri ecc.) sono all'origine del formarsi dei comuni rurali prima e dei comuni cittadini poi.
Si nota dopo il mille l'interfisicarsi di rappori orizzontali e il sorgere di quartieri cittadini, di leghe di protezione e i comuni rurali sempre dipendenti dalla protezione delle città.
Presto i consoli si svincolano dalla dipendenza vescovile e si formano i primi comuni, organizzati ora in tutto al servizio della città. La riscoperta del diritto romano sposato alle consuetudini di fara barbariche è alla origine del comune che si basa sull'unione di uomini liberi sulla base di statuti e leggi. Questo equilibrio orizzontale si rompe solo alla fine del XIII sec. col formarsi delle signorie e con l'esigenza di un uomo solo che garantisce tra le varie fazioni pace e prosperità. Il papa impegnato nell'espansione del proprio patrimonio e dell'apologetica favorisce spesso l'emergere di fazioni a cui legarsi (i medici, i visconti, gli scaligeri, gli estensi, i gonzaga). Si formano così gli embrioni degli stati moderni; con i cittadini con i diritti e doveri e le leggi inter pares da seguire.
A partire dalla fine del X e inizio del XI secolo assistiamo con l'appoggio della popolazione locale alla fondazione di chiese locali. base dell'inquadramento, del recludamento militare, e dell'orizzonte di vita della popolazione, nonchè base del sistema fiascale delle decime di derivazione imperiale, e del reclutamento degli eserciti comunali mentre vengono rafforzate e spesso fortificate le chiese pievane, sede dei battesimi, spesso legate ai vescovi e tramite spesso dei primi incastellamenti.
Si noti che gran parte della toponomastica dei luoghi rurali del contado, deriva dalla comparsa nei documenti del XI e XIII secolo, e in molti casi deriva da origini etrusche e soprattutto romane, con la centurazione e fertilizzazione, quando anche le vallate e le pianure fuorono coltivate e distribuite sopratutto ai coloni come ricompensa militare; nell'XI pare avvenire nel contado la riemersione alla luce delle aree abbandonate del contado, ma questo non pare implicare un arretramento della città, che anzi usano il contado per rafforzarsi. Compaiono copiosi i castelli, spessi promossi e cofondati con la legittimazione dei vescovi. Il contado pare destinato a rianimarsi e il suo controllo appare importante ai nuovi potentes. Non a caso molti nuovi monasteri vengono fondati in esso, in luoghi fiscali periferici comunque su strade di grande comunicazione per la discesa di eserciti imperiali.
I nuovi milites e i signori minori paiono approfittare delle situazione legandosi alle istituzioni ecclesiatiche e presto cercando un legame con la città e prima di tutto con i monasteri e i suoi vescovi. Nel XI XII secoli una nuova vitalità pare toccare i contadi. Molti castra sono fondati e insieme vengono create le chiese parrocchiali, con l'emergere della nuova spiritualità di cooperazione e aiuto reciprico che sarà alla base della spiritualità fiorentina dei secoli seguenti, della fondazione copiosa e coinvolgente di misericordie, confraternite e ospedali. Molte famiglie di milites cominciano la loro ascesa di grandi lignaggi in questo periodo, creando proprie torri e palazzi in città, e disponendo di basi sia in città che in contado.
L'esplosione dei castra nel contado avviene nella documentazione tra XI e XIII secolo e copre la svolta tra il potere proveniente dal contado e quello della città che ormai domina il territorio. Molte curtes e castra appaiono nel XII secolo nella lotta tra impero e città per il controllo del territorio e si trasmettano successivamente nella lotta tra guelfi e ghibellini nel XIII secolo. Varie famiglie importanti che costituiscono il comune appaiono originarsi dal contado nelle guerre endemiche in esso per il controllo di castra, avendo comunque delle torri e palazzi in città ; poi anche la residenza.
Col sorgere dei comuni nelle città e la loro forza economica attrattiva, le sue solariedità orizzontali, il suo riprendere le polis greche mediate dal diritto romano e dalle consuetudini barbariche; il polo di attrazione per il potere diviene più marcatamente la città che viene organizzandosi e equilibrando i luoghi del potere, torri poi palazzi, palazzi del popolo e del podestà cattedrali, e conventi,spedali e sedi di arti e mestieri. Le pievi e le nuove parrocchie fondate nel contado basati sui nuovi e vecchi centri demici, sono adottate dalle città come base per il reclutamento di milites per le sue guerre e come base delle decime e delle tasse. Emigrano dal contado molte famiglie di milites. dopo l'ondate edificatoria di pietra tra XII e XIV la cotruzione nel contado pare cristallizzarsi, se non per la riconversioni come casa da signore o fattorie di vecchie grandi fortificazioni. IL tempo tende a ridivenire lento e il contado prima luogo di scorrerie di compagnie di ventura, torna a divenire come in epoca romana luogo di produzione e di rifornimento delle città, luogo privilegiato della fioritura rinascimentale e dello sfarzo dei nuovi potenti.
I secoli centrali del medioevo sono quelli ove avvengono più marcatamente cambiamenti di mentalità, la chiesa costruisce anche grazie a documenti spurii il suo potere temporale e totalizzante tramite l'edificazione di paci di dio e ruolo pacificatore e motivatore della chiesa. I documenti provenienti dalle abbazie e monasteri testimoniano la fluidità, città contado fino tutto XII secolo.
Nel corso del XI con la riforma, ma sopratutto nel XII con l'emergere delle nuove libertà il denaro torna copioso nell'occidente ed è alla base del nuovo potere e eminenza sociale, prima nelle città marinare, poi nei centri commerciali dell'interno nel corso del XIII (milano e Firenze, Padova, Bologna), dove presto viene profuso per i nuovi palazzi del potere e della ricchezze e sfarzo (i duomi, i palazzi del popolo, le sedi delle banche). La banca sorge per prima proprio nelle città marinari per diffondersi nei nuovi piccoli e grandi comuni.
Ruolo del papa nel favorire l'ascesa del diritto romano e dello ius civilis giustinianeo; dei ceti minori, e dei poteri con i nascenti comuni che si oppongono ai disegno dei grandi poteri (impero). avanzare della razionalità e della forza dell'uomo nell'ambito di un disegno teologico di fondo ma sempre più sull'orizzonte divino (scolastica).
Parallelamente si intensifica il ruolo accentratrice del papa che guida le anime attraverso le nuove disposizioni dei concili duecenteschi, fino all'istituzione del giubileo (1300).
Si afferma riprendendo una tematica cara alle annales il tempo di corta durata, dove i cambiamenti sono sempre più vecoli e sostenzialmente positivi contro la lunga durata dell'epoca moderna dove l'uomo europeo riscopre il mondo, ma i cambiamenti sociali nelle campagne sono cristallizzati fino alle guerre mondiali.
Anche la nobiltà e il vertice sociale si modifica fortemente in questo periodo. Da un'assoluta preminenza di una nobiltà funzionariale ma con connotati decisamenti militari di origine carolingia e longobarda; famiglie eredi di grosse prerogative pubbliche nell'alto medioevo, a stretto contatto con il potere imperiale.Esse nel periodo post carolingio e ottoniano si appropriano anche delle cariche vescovili locali, dove si circondano di clientele emergenti locali (feudalità verticali). Con la costruzione di castra, dall'alto prim,a ma poi anche spontaneamente dal basso, con la clientele dei cosidetti valvassori e valvassini, (feudalità minore), che approfittando del clima violento, costruiscono catra e le gestiscono nelle principali contese. Nella riforma e nella lotta papato impero, lotta contro gli infedeli all'esterno, saraceni, normanni e slavi. questi emergono dalle nebbie legandosi alle vechie e nuov e fondazioni monastiche e poteri vescovili, e presto facendo leva sia su possessi nel contado ma anche nelle città dove possiedono torri e palazzi, emergono. A volte esse provengono da rami minori delle grosse casate magnatizie, a volte sorgono dal basso sull'ascesa della cavalleria, fondamentale in ogni scontro, e si radicano nelle loclaità strategiche e ai confini delle contadi cittadini, nascono cosi le grosse casate feudali, dei guidi, degli alberti, dei bardi, degli ubaldini, degli ademari nel solo contado fiorentino, che si sviluppano all'ambra dei Canossa e che si radicano all'esterno dei contadi in luoghi strategici ma meglio difendibili e il cui potere sopravviverà almeno fino a tutto il XIV secolo, quando saranno assorbilti nei nascenti stati regionali. Molti singoli di essi saranno assorbiti nelle contese comunali. lotta tra gulefi e ghibellini, lotte per l'egemonia locale, nomina di podestà, e più tardi sorgere di compagnie di ventura provenienti da rami cadetti periferici e presto si isseranno a signori locali e regionali nel rinascimento (sforza, pallavicino, brancaleone,montone).
Monasteri vallobrosani del XI secolo mnei contadi fiorentino, fiesolano e pistoiese..
San salvatore a fontana taona (pt)
San Michele in forcole (pt)
san maria a montepiano (po)
san salvatore a vaiano (po)
Il monastero benedettino vallombrosano di Santa Maria di Opleta (pian del voglio) BO
monasteri vallomrosani
santa maria di nerana presso figline (fiesole)
san fedele di strumi (poppi fiesole) fondato dal conte tegrimo 993 passato a vallobrosa verso 1080
san salvatore di sofena castelfranco di sopra fiesole dal 1014
santa maria di riocesare (o di susinana) dal 1190 soppresso 1790
vallombrosa 1037
settimo
san michele passignano
san lorenzo coltibuono
montescalari
badia vigesimo
moscheta
ronta
crespino
marradi,
susinana (palazzuolo sul senio)
montepiano (pistoia)
badia vaiano (pistoia)
badia ripoli
san salvi
luco (camaldoli)
rosano (camaldoli guidi)
badia buonsollazzo
sud firenze:
san salvatore a fucecchio
san salvatore a settimo (scandicci)
monastero santa maria a coneo (colle val elsa siena)
monastero di cavriglia


BIBLIOGRAFIA
TABACCO EGEMONIE SOCIALI E STRUTTURE DEL POTERE NEL MEDIOEVO ITALIANO 1979
CAMMAROSANO NOBILI E RE 1999
V. FUMAGALLI I VINTI DELLA STORIA 1996
CASINI LA SIGNORIA TERRITORIA NELLA TOSCNANA DEL NORD EST DOTTORATO 2010
FAINI FIRENZE NELL'ETA' ROMANICA 2012
M.E. CORTESE L'ARISTOCRAZIA NELLA TOSCANA DEI SEC X-XIII 2007
VIOLANTE ALCUNE TIPOLOGIE DELLA SIGNORIA TERRITORIALE 1999


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