Cosa si fa quando si fa filosofia. Relativismo.

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Daniele Bertini

Relativismo Corso di Propedeutica Filosofica. Modulo B. a.a. 2016/2017

Apologia di Protagora



Protagora accusa Socrate di argomentare come un sofista (162d-162e).



Il problema consiste nell’avere male costruito la posizione relativista (166a-168c).

Apologia di Protagora. 162d-162e Voi dite le cose che la moltitudine desidera ascoltare, cioè che sarebbe terribile se ognuno degli uomini non differisse per sapienza da una qualunque bestia; ma poi non producete nessuna dimostrazione stringente, e ricorrete piuttosto al metodo fondato sulla similitudine. Ma se Teodoro o chiunque altro tra i geometri volesse fare dimostrazioni geometriche servendosi di questo metodo, costui non varrebbe alcunché. Vedete allora, tu e Teodoro, se siete disposti su simili questioni ad accettare argomenti fondati sulla persuasivi e sulla similitudine.

Apologia di Protagora. a) Protagora attribuisce l’onere della prova alla tesi socratica di PEP (166c); b) Protagora enuncia la dottrina dell’homo mensura (166d); c) Protagora spiega la dottrina dell’homo mensura alla luce della nozione di sapienza (166e-167b).

Apologia di Protagora. 166c-167b PRINCIPIO EPISTEMOLOGICO RELATIVISTA (PEREL): “ciascuno di noi è misura delle cose che sono e di quelle che non sono, ma aggiungo che c’è una differenza enorme tra l’uno e l’altro in virtù di questo motivo, cioè perché a uno appaiono cose diverse rispetto a quelle che appaiono a un altro”. COROLLARIO 1. La nozione corrispondentista di verità non è valida. COROLLARIO 2. Non si dà alcuna conoscenza per descrizione ma soltanto incorreggibili esperienze di consapevolezza diretta.

Apologia di Protagora ARGOMENTO AD HOC CONTRO LE OBIEZIONI SOCRATICHE

1. Ontologia mobilista (Interpretazione 2) 2. PEREL ————————C1. Ogni atto cognitivo è un fatto particolare.

Apologia di Protagora. Il valore dei fatti TESI PROTAGOREA SUI FATTI (TF). Ogni fatto particolare ha un valore.

[…] a chi è malato ciò che mangia appare ed è amaro, mentre chi a chi è sano è ed appare il contrario. Tuttavia nessuno di loro deve essere considerato più sapiente - perché non è possibile - né si deve affermare che chi è ammalato è ignorante perché possiede simili opinioni, mentre chi è sano è sapiente perché ne ha di contrarie; bisogna invece trasformare le une nelle altre, dal momento che la seconda condizione è migliore (166e-167a).

Apologia di Protagora. Il valore dei fatti 1) Ogni atto cognitivo è cognitivamente equivalente (da PEREL); 2) Ogni consapevolezza diretta è un atto cognitivo (D1); ————————————C2. Ogni consapevolezza equivalente.

diretta

è

cognitivamente

Apologia di Protagora. Il valore dei fatti

1) C1; 2) D1; ————————————C3. Ogni consapevolezza diretta è un fatto particolare.

Apologia di Protagora. Il valore dei fatti

1) TF; 2) C3; ————————————C4. Ogni consapevolezza diretta ha un valore.

Apologia di Protagora. Eliminativismo 1) C2; 2) Se C2, ogni consapevolezza diretta non è individuata dall’impiego della nozione di verità (da 1); 3) ogni consapevolezza diretta non è individuata dall’impiego della nozione di verità (da 1 & 2); 4) C3; 5) Se C3, ogni consapevolezza diretta è individuata da qualcosa (da 4); 6) ogni consapevolezza diretta è individuata da qualcosa (da 4 & 5); 7) Ogni consapevolezza diretta è individuata dall’impiego della nozione di verità oppure dal suo valore (per ipotesi); —————————C) Ogni consapevolezza diretta è individuata dal suo valore (da 3 & 7).

Apologia di Protagora. Eliminativismo ❖

La nozione di verità non gioca alcun ruolo nella valutazione delle esperienze cognitive degli esseri umani;



La sapienza non è conoscenza;



L’expertise filosofica consiste:

A. Nella capacità di ordinare gerarchicamente il valore dei fatti particolari; B. Nella capacità di trasformare fatti particolari (o atti cognitivi) di basso valore in fatti particolari (o atti cognitivi) di maggior valore.

La Peritropé (170a-171e) Passaggi introduttivi (170a-171a):



richiamo a PEREL;



evidenza che la maggior parte degli individui non ritengano le performance cognitive equivalenti;



usi linguistici in merito ai termini sapienza, ignoranza, vero, falso;



insindacabilità del punto di vista in prima persona.

La Peritropé (170a-171e) L’argomento centrale. Prima parte (170e-171a): E che accade alla stesso Protagora? Se lui stesso non avesse pensato che l’uomo è misura, e non lo pensassero i molti, come in effetti non lo pensano, non sarebbe necessario che questa verità che lui ha messo per iscritto non ci sia per nessuno? Se invece lui lo pensasse ma la moltitudine non fosse d’accordo, comprendi in primo luogo che quanto maggiore è il numero di coloro ai quali non sembra così rispetto a quello di coloro ai quali sembra così, nella stessa misura essa non è vera piuttosto che essere vera?

La Peritropé (170a-171e) L’argomento centrale. L’autoconfutazione I (171a-171b): S. Inoltre la tesi presenta questa conseguenza, di estrema sottigliezza: a proposito della sua opinione Protagora riconosce in qualche modo che sia vera l’opinione di coloro che hanno un’opinione opposta alla sua, in quanto ritengono che lui si sbagli, dal momento che concorda sul fatto che tutti opinano cose che sono. T. Certamente. S. Riconosce allora che la sua opinione è falsa, se ammette che è vera l’opinione di coloro che ritengono che lui si sbaglia? T. E’ necessario.

La Peritropé (170a-171e) L’argomento centrale. L’autoconfutazione II (171b-171c): S. Si avranno obiezioni da parte di tutti, a cominciare da Protagora, o piuttosto da lui si avrà un assunto quando converrà con chi dice cose opposte, riconoscendo che quello ha opinioni vere; e perciò perfino Protagora finirà con l’ammettere che né un cane né il primo venuto è misura di nessuna cosa che non abbia imparato. Non è così?

La Peritropé (171c-171e)

Difesa da parte di Socrate della correttezza dell’analisi del relativismo protagoreo.

Schema riassuntivo A) Nessuno crede che “ciò che appare a ciascuno, quello è”; B) Protagora crede che “ciò che appare a ciascuno, quello è”, mentre la rimanente parte dell’umanità non crede che “ciò che appare a ciascuno, quello è”. ❖

Quanto più un’opinione è creduta, tanto più essa è vera;



Se “ciò che appare a ciascuno, quello è”, e a qualcuno appare che “ciò che appare a ciascuno, quello è è falsa”, allora ciò che appare a ciascuno, quello è è falsa.

Tre letture della Peritropé

a) Interpretazione relativista (McDowell 1973); b) Interpretazione a molti mondi (Burnyeat 1976); c) Interpretazione dell’analisi riduttiva (Chappell 2006).

Burnyeat 1976

Protagoras and Self-Refutation in Plato’s Theaetetus, The Philosophical Review, 85(2), 1976, pp. 172-195

Burnyeat 1976 La dottrina protagorea è una dottrina relativista della verità:

a) il predicato è vero è un predicato diadico (i.e., a due argomenti): _____ è vero per _____ b) P è una proposizione, x un individuo: ❖

Se x crede P, P è vero per x.

c) I qualificatori non possono essere omessi dal predicato è vero.

Burnyeat 1976 Ogni agente cognitivo ha accesso (per acquaintance) al suo mondo privato.

1) Se Protagora non crede la dottrina dell’homo mensura, nessuno la crede; 2) Se molti credono la dottrina dell’homo mensura, molti confutano Protagora nel loro mondo privato, perché in esso la dottrina non vale; 3) Se la dottrina non vale in tutti i mondi privati, la dottrina non vale in nessun mondo.

Burnyeat 1976 Assunti dell’analisi:



non si possono ripetere i qualificatori in modo indefinito;



asserire qualcosa consiste nel fare una affermazione che valga non solo nel proprio mondo.

Chappell 2006

Reading the !εριτρο!ή: Theaetetus 170c-171c, Phronesis, 51(2), 2006, pp. 109-139

Chappell 2006 Critica dell’interpretazione a molti mondi:



si possono ripetere i qualificatori in modo indefinito;



è question begging;



se non si potessero ripetere i qualificatori in modo indefinito, non si potrebbero fare affermazione di ordine superiore al primo, il che è palesemente assurdo (Platone avrebbe dovuto incolpare Protagora di tale assurdità).

Chappell 2006

Principio generale dell’analisi della peritropé:

La dottrina relativista della verità trae origine dal problema di rispondere alle contraddizioni.

Chappell 2006 ❖

x e y sono individui;



P è una proposizione;



x dispone dell’evidenza E1 in sostegno di P;



y dispone dell’evidenza E2 in sostegno di ¬ P.

Disaccordo doxastico. ∃ x, y : [R(x, E1) & R(y, E2)] → [P(x) & ¬ P(y)]

Chappell 2006 a) PEREL; b) Il predicato è vero è utilizzato senza qualificatori; c) Disaccordo doxastico.

1) ∃ x, y : [R(x, E1) & R(y, E2)] → [P(x) & ¬ P(y)]; 2) [P(x) & ¬ P(y)] (dalle ipotesi precedenti sull’accesso all’evidenza e 1); _____________________ 3) P è vero & ¬ P è vero (da PEREL & b & 2)

Chappell 2006 Tre ipotesi circa la conclusione precedente:

1) Il disaccordo è reale, ma la contraddizione no (x ha ragione a credere P oppure y ha ragione a non credere P); 2) Il disaccordo non è reale, e di conseguenza non c’è contraddizione (x ha ragione a credere P, y ha ragione a non credere P, ma P e non P non hanno il medesimo contenuto - a rigore x crede P1 e y non crede P2); 3) Il disaccordo è reale, e di conseguenza la contraddizione esiste (x ha ragione a credere P, y ha ragione a non credere P, e P e non P hanno il medesimo contenuto).

Chappell 2006

Protagora riduce la nozione di verità alla nozione di verità qualificata (rifiuto della premessa (b) nell’argomento che conduce all’affermazione della contraddizione doxastica).

Relativismo ed empirismo

Principi Nozione di verità Proposizioni

Principi ❖

L’empirismo muove da un principio analogo a PER



Il relativismo muove da un principio analogo a PEREL

Entrambi accettano che la fondazione dell’atto cognitivo sia una relazione di consapevolezza diretta, ma il primo passa dal contenuto della consapevolezza a una descrizione, mentre il secondo nega la legittimità di tale transizione.

Nozione di verità



Empirismo. La legittimità della transizione dalla knowledge by acquaintance alla knowledge by description implica il rifiuto della qualificazione nell’impiego del predicato è vero.



Relativismo. Esser vero è un predicato diadico.

Proposizioni ❖

Empirismo. La particolarità dell’esperienza è compatibile con la molteplicità delle prospettive, ed esiste un mondo comune a cui è possibile accedere, perchè la semantica di particolare non si sovrappone interamente con la semantica di instabile.



Relativismo. Molteplicità dei mondi personali.

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