Da mamma a mamma. Peer to peer

May 23, 2017 | Autor: Elena Skoko | Categoria: Peer-to-Peer, Breastfeeding, Childbirth Practices, Motherhood
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OSTETRICA

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damammA a mamma peer to peer

una risorsa del servLzLo pubblico

definizione Peer to peer è un termine che nell'amblto delf informatica indica "una rete locale in cui ognuno dei computer collegati ha al pari di tutti gli altri accesso alle risorse comuni (informazioni), senza che vi sia un'unità di controllo dedicata come server; si dice di software che permette di scambiarsi file fra utenti

collegati a Internet". edmologicamente, deriva dalla parola inglese peer,

"pari", e significa "pari a pari".[1] Una definizione calzante e stj.molante per descrivere

il ruolo delle peer to peer nell'allattamento.

Nel1'ambito del sostegno alÌ'allattamento, sarebbe dunque la rete locale in cui ogni madre ha,

ILa nostra forza è Ia nostra gratuità." Michela Cericco

a1

pari

di tutti gli altri, accesso alle risorse comuni senza che vi sia un controllo dedicato; questo permette di scambiarsi informazionl e competenze fra utenti collegali da un esperienza comune. È risaputo che le esperienze condivise, in una relazione tra pari sono una possibile modalità per superare le difficoltà personali. I gruppi di mutuo aiuto sono una risorsa nota e apprezzata in altri ambiti. Ciò che accade oggi in ItaLia e ne1 mondo attorno alla nascita ha motivato gli organismi

mondiali a trovare soluzioni per formare una rete di madri per le madri, a ricreare ciò che in passato era

normalità [2], owero che le donne della comunità si prendevano cura de1le altre donne ne1 puerperio. La nascita era affare de1le donne e pertanto non serviva espJicitare i bisogni, ognuna portava un contributo all'altra perché le esperienze si condividevano ed era intuibile rilevare Ie reall necessità che intercorrevano per Ie neo mamme. Oggi le mamme hanno ulteriormente bisogno di informazioni corrette, un accesso facilltato ad esse e delle risorse comuni che operano e si adoperano per offrire ad altre madri informazioni indi.pendenli da 1a

conflitti di interesse.

storia Le iniziative UNICEF "Amiche dei Bambini", per iI so

stegno all'al.lattamento, arruolano Le madri affinché siano formate e identificate come peer to peer l3l.

L'iniziativa internazionale "Ospedale Amico dei

Community Initiative, BFCI) t6l. Possono richiedere di awiare il percorso di riconoscimento BFHI/BFCI Ie strutture pubbLiche, strutture private convenzionate e strutture private accreditate dai Sistema Sanitario Naziona-le e Sistema Sanitario Regiona-le per llerogazione

dell'assistenza nel percorso nascita, dal1a gravidanza aI parto, al puerperio. Le strutture sanitarie interessate ad ottenere questo riconoscimento devono seguire i. "Dieci Passi" indicati nella Dlchiarazione Congiunta OMS/UNICEq "L'allattamento aI seno: promozione, protezione e sostegno. L'importanza alel ruolo dei servizi per la maternità" de1 1989 [7], che coslituisce iI contenuto principale delle azioni. Un'Azienda Sanitaria Locale (ASL) che aderisce alf inizj.atlva, deve inolLre garantire ii rispetto del C odic e Internazionale suIIa Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno del 1981-[B] e le successive perLinenti risoluzioni dell'Assemblea Mondiale della Sanità [9], che in particolare non

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Bambini" lBaby Friendly Hospital Initiative, BFHI), lanciata dal.l'UNICEF e dall'OMS nel 1991 [4], successivamente alla pubbLicazione della Dichiarazione degli Innocenti [5], incoraggia le buone pratlche per 1a promozì-one dell'allattamento materno. Nei 2007 è stata promossa a livello nazionale anche I'Inizialiva Comunità Amica dei Bambini (Baby Friendly

consentono di accettare forniture gratuite o a basso costo di latte artificiale, biberon e tettarelle. In seguito, l'iniziativa "Amici dei bambini" si è ampliata con l'aggiunta de11e "Cure Amiche della Madre" [10]. Pertanto, I'ASL o la singola struttura ospedaLiera che desidera offrire alLe partorienti un servizio certificato "Amico dei Bambini" può aderire

4?w* anche alla seconda gualifica e garantire rispetto

alla madre che partorisce. In Italia solo 23 dei 498 ospedali nazlonaÌi hanno la certificazione BFHI [11].

Il

Comitato ltaliano per ]'UNICEF, attraverso la Task

Force appositamente i.slituita [1-2], accompagna tutti i passaggi che vanno da1la promozione alla valutazione e al sostegno della BFHI, mettendo a disposì.zione

delle strutture interessate, direttamente o indirettamente, gli strumenti e Ie competenze necessari aI raggi.ungimento dell'obiettivo, I "Dieci Passi" sono stati accettati come criteri minimi mondiali per raggiungere il riconoscimento di "Ospedale Amico dei Bambini". Le mamme peer to peer compaiono nel decalogo,

esattamente al Decimo Passo che cita: "10. Promuovere la collaborazione tra gli operatori della struttura, iJ territorio, i gruppi di sostegno e la comunità locaJe m

per creare reti di sostegno a cui indirizzare le

adr i alla dimis s io n e d all' o sp e daJe." 17,

p. 4)

"L'obiettivo del sostegno peer to peer è di incoraggiare e sostenere le donne in gravidanza e quelle che attualmente alfattano. I1 sostegno peer to peer,

fornito dalle madri che a loro volta allattano o hanno allattato nel passato, incLude l'assistenza individuale e gruppi di sostegno da madre a madre. Donne che offrono il supporto peer to peer hanno avuto un'adequata formazione e possono lavorare )n gruppi info rmali op p ure indjvidualme nte tramite tele fo no o visite a domicilio, clinica o ospedale. Il sostegno a1la pari include il supporto psico-emozionale, in c o rag g iam e nto, e du c az i o n e re lativa aIl' allattam e nt o e aiuto nella risoluzione dei problemi." t2, p.131 (tda). Oggi 1e peer to peer Ln Ita1ia, sostenendo le madri nell'allattamento, si trovano ad aiutare nella risoluzione dei problemi di fatto dovuti all'assistenza al parto inappropriata e dannosa, che compromette direttamente l'allattamento e la salute della madre e del neonato, come emerge dai numerosi racconti pubblicati neila campagna mediatica #bastatacere[15]:

Un ospedale che aderisce alf iniziativa BFHI deve

promuovere la relazione con il territorlo e i gruppi di sostegno delle madri, anche attraverso la formazione delle peer to peer, che diventano una risorsa preziosa nel comune obiettivo di salute neonatale e materna. Le

fornitrici di sostegno da madre a madre

hanno un

ruolo ben definito. Sono formate attraverso un corso di 20 ore su modello OMS/UNICEF dopo un'iniziale

seÌezione che prevede che Ia futura mamma peer sia madre di uno o pir) fiqli allattati esclusivamente per almeno sei mesi e almeno un anno con la complemen tazione dei cibi solidi [13].

In ltalia, i gruppi di sostegno, organizzati come associazioni di volontariato che si occupano del sostegno

Quando finalmente ho raggiunto mia figlia, la tenevano intubata, sotto glucosata e latte artificiale

"

e sotto lampade per f

ittero.

Ho passato

i

tre giorni

successivi a cercare di attaccarla al seno, con mille infermiere che mi dicevano cose diverse su come fare, mi hanno insultata dicendomi che non ero capace a fare la mamma, che non mi stavo impegnando, mi premevano e strizzavano il seno con la delicatezza di uno scaricatore di porto, senza prestare attenzione al mio disagio e al dolore che mì procuravano. Ho perso il latte perché non sono riuscita ad attaccare la mia bambina perché potesse

nutrirsj da me. È stata un'esperienza triste e traumatica, che mi ha portato compJessi d'inferiorità, mi ha tolto la fiducia in me sfessa e nel sistema

all'allattamento sono censiti dal Movimento Allattamento Materno Italiano (MAMI), associazione fondata nel

sanitario italiano."

L997 a Firenze.[14]

"Piegata in due daL taglio cesareo fare mezz'ora di

Negli Stati Uniti, iI sostegno all'allattamento tramite le madri peer to peer è stato definito ne1 2005 dal Ministero della Salute americano nel seguente modo:

camminata a piedi con annesso tour in ascensore per poter andare ad allattare mia figlia per 6 ore al giorno per 3 giorni e mezzo. Sentirmi dire che

Quando nel puerperio una donna incontra rna madre pee r to peer essa per lei diventa tna risorsa, senza aspettative particolari.

col capezzolo retratto non avrej potuto (neanche)

attraverso canali sicuri e accredltati; individua se è necessario I'intervento medico o specialistico; si

allattare."

documenta e, esperienza su esperienza, arriva ad "Dove era ricoverata mia figlia io

potevo vedere

1a

solo 4 volte al giorno ma le davano il latte artificiale 'perché sennò piangeva', sapendo che allattavo e non

ampliare i suol percorsi formativi. La madre di sostegno per 1'allattamento diventa

mi facevano spremere

strategica se riesce a entrare in empatia e mantenere un profiLo comune con Ia puerpera; se

una

ha buona memoria della sua esperienza personale

il seno, tant'è che ho avuto forte mastite con febbre alta e non sono riuscita a portare avanti l'allattamento perché la bimba era abituata al biberon e non ciucciava."

di allattamento in tutte le sue fasi; se ricorda, come se fosse oggl, il vissuto della gravidanza, parto e allattamento; se non si fa sopraffare dall'inevitabile competenza acquisita con 1o studio, ricerca e pratica su temi che orbitano intorno alla nascita.

Nell'accogliere una madre che torna dall'ospedale in queste condizioni, Ie madri peer to peer sono abbandonate delle istituzioni e dalle stesse ASL, le quaLi hanno

difficoltà a relazionarsi con il fenomeno

È sdmolante capire megiio la parola ernpowerrnent

della violenza ostetrica [16], lasciando 1e utenti e le madri peer to peer a gestirne g1i effetti da sole.

in pratica Che cos'è una madre peer to peer neJla pralica? Non è un'amica. Non è una persona che si occupa delÌe

faccende domestiche per aiutare le neo mamme. Non è una doula. Non è una professionista sanitaria. Non

è

nell'aliattamento, osservando come manifestare sinceramente 1'approvazione renda forte la determinazione del.la madre a proseguire nel suo personale progetto di allattamento. Perché la relazione che si crea con la mamma ha senso se inizia aJla pari, instaurando una semplice relazione tra uguali. Assumendo un atteggiamento di vantaggio per le competenze acquislte, qualcosa si romperà prima

un medico.

di cominciare la relazione di sostegno.

Quando nel puerperlo una donna incontra una madre peer to peer essa per 1ei diventa una risorsa, senza aspettative partrcolaridk. Così accade che possa diventare un'amica; potrebbe occuparsi anche de11e faccende domestiche; si attiva per dare rì.sposte professionali cercando informazioni corrette

supporto che le madri peer mettono a disposizione aIIe puerpere, o madrJ. di bimbi più grandi che desiderano allattare ma che per una ragione o un'altra non riescono, è un contributo che le peer to peer deslderano offrire senza compenso.



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reciproco d'intenti che crea la base per raggiungere 1'obbiettivo di intervenire È uno scambio

strategicamente sulla salute e benessere a breve, medio e lungo periodo nella comuni.tà di cui si fa

parte. Donando gratuitamente

il loro supporto e

condividendo la loro esperienza 1e peer to peer non si mettono al di sopra de1le madri e dei padri che si trovano in un momento dj. bisogno. Loro non agiscono dall'alto come autorità in materia di. allattamento o nascita. A1 contrario, il dono crea una relazione alla pari, tra uguali, dove entrambe Ie parti sono vaLidate

per

i1

bene reciproco e collettivo.

aleune erit§.cità il valore profondo di queste pratiche di sostegno gratuite, messe in atto dalle madri verso altre madri, spesso sfuggono alle stesse persone coinvolte, che si mettono a disposizione non senza difficoltà, districandosi tra i propri bambini, la cura della famiqlia, iI lavoro e le amministrazioni La ragione e

quotidiane. [17]

madri peer to peer si chiedono perché 1o stanno facendo e alcune volte Ia loro pratica gratuita si trasforma in lavoro o professione, senza sfuggire a conflitti interni che provoca questo passaggio.

A

volte

1e

Le difficoltà che Ie peer to peer affrontano nel momento di transizione da lavoro volontario a quelio professionale possono includere: Ia perdita

dellidentità, 1a restrizione dei tempi di cura dedicati alle madri, pressione e ansia per il raggiungimento degìi obietLivi, Ia responsabilità riguardante la documentazione dei casi,l'ostiLità e ie pratiche di sbarramento da parte di alcuni professionisti sanitari. Questo emerge da uno studio inglese, iI quale suggerisce la creazione di sistemi flessibili che includono i1 coinvolgimento diretto delle utenli

insieme alla messa in pratica de1le strategie mirate, basate su bisogni effettivi [18]. Benché i gruppi di sostegno siano una risorsa prezio sa e gratuita per il Sistema Sanitario e le ASL, Ia loro formazione in ltaha è sparsa, poco valorizzata e lasciata alfiniziativa dei singoh dirigentl sanitari. * * Le prove scientifiche del1'efficacia del sostegno peer to peer per 1a salute materno-infanLile e per il miglioramento dei tassi dell'allattamento sono

state ampiamente documentate all'eslero[19]. L'implementazione di queste figure al livello nazionale è stata descritta in una pubbÌicazione t201. Uno studio in Inghilterra analizza così il lavoro e gli

effetti del sostegno peer to peer "In questo articolo, ci siamo basati sul lavoro di Morse e colleghi per interpretare i dati relativi alle manifestazioni comportamentali della speranzat insieme all'approfondimento delle strategie usate dai fornitori di sostegno peer to peer per aumentare la fiducia delle donne nei loro obiettivi di allattamento. I presupposti teorici e pratici esposti offrono una conoscenza su cone le sostenitrici peer to peer abbiano provveduto a fornire valutazioni realistiche in vari contesti e situazioni, offrendo strategie e piani per aiutare le donne a superare gli ostacoJi, rendendo le donne consapevoli di qualsiasi esito negativo, mobilitando risorse esterne e personali per la realizzazjone dell'obiettivo, fornendo valutazioni e riscontro suJ progresso delle madri (e dei bambini); e tramite l'apprezzamento, la rassicurazione e

instillando la calma, le sostenitrici peer to peer hanno aiutato le donne a focaLizzare la loro energia nella direzione del raggiungimento dei loro obiettivi di allattamento"[2 1] (tda).

in eoncLusione Oggi Ia nascita è circondata da tanti, troppi

L'

esperti o presunti tali, che trascurano L'ascolto e Ia comprensione del singolo caso in ogni momento del percorso nascita. Sarebbe necessario fermarsi e comprendere piìr a fondo la storia di que11a diade madre-bambino. Pochi sono disposti a conoscere e riconoscere i loro reali bisogni, qualunque sia iI progetto personale della madre riguardo aIIa nutrizione che desidera offrire al figlio neonato. 11 contesto sociale e culturale invita al nonallattamento e 1l marketing violento rende l'awio e la continuità deLl'allattamento difficile, quasi impossibile. Tutti dispensano consigli per gli acquisti

Simih intenzioni sono condi.vise da gruppi di mamme peer j.n djverse zone d'Italia. Esse si attivano per fare rete tra di loro, organizzando il sostegno alle donne vicino al luogo dl residenza. È in questo modo che si hanno a disposizione mamme attive per un progetto volto a migJiorare la salute pubblica di una comunità agendo attraverso la promozione, iL sostegno e la protezione deII'allattamento.

o suggerimenti che aÌla lunga scoraggiano anche Ie

sempre più numerosi e decidono di istituzionalizzare

migliori intenzioni. I gruppi di sostegno peer to peer organrzzano

la loro attlvità, essi istituiscono un'organtzzazione di volontariato in conformità alla Legge no266122) che regolamenta i1 volontariato in ltalia. In questo modo 1e mamme peer acquisiscono un'identità adatta per

incontri tra mamme, favorendo

1a circolazione di esperienze e informazioni. Si apprende lnsieme l'arte delI'allattamento, guardando i gesti del1'aLlattamento di"versi per ogni mamma, ma simili tanto da rendere tutto più normale. I bimbi piccoli sono ammessi sempre, saranno così esposti alla normalità dell'allattamento fin da plccoli. Una mamma peer che fa esercizio di buona memoria e ricorda 1e insidle che essa stessa doveva superare con i1 suo bambino, sarà così presente per Ia mamma alle prese con Ia sua prima esperienza.

Magari si confronterà con altre mamme peer e 1e loro esperienze. Se ha sete di caplre di piÌr farà un percorso per conoscere 1e tattiche dt marketing, che tanto hanno fatto per invertire La cultura dell'allattamento facendo fissare la credenza che I

il latte o che i1 loro latte non è sufficiente. Se poi fa lo sforzo di individuare nel territorio professionisti del settore, veramente esperti e preparatì. sull'argomento, che magari lavorino per il Servizio Sanitario Nazionale, per creare una rete calda di supporto per ogni esigenza, non tutte hanno

ecco che una mamma peer si metterà a disposizione

della comunità realizzando a pieno i1 suo potenziale.

Nel momento in cui questi gruppl di donne diventano

dialogare con tutte le istituzioni di ordine e grado, per motivare tutti ad occuparsi del1'allattamento, vlsto i bassi tassi in Italia [23]. Perché proprio un'organizzazione di volontariato? Perché oggi. si lucra su molti aspetti legati al percorso nascita, e i profitti che ne vengono daÌle difficoltà e paure indotte alle mamme in allattamento sono vergognosi. Chiunque si al.vi.cini a una madre oggi dovrebbe facilitare in modo disinteressato tutti i suoi presunti o concreti bisogni, perché in passato abbiamo già giocato troppo con 1a salute e il benessere dei bambini passando attraverso i portafogli delle madri e dei padri. Le persone che hanno acquisito saperi in questo settore, per essere dawero credibili ed efficaci nel sostenere una madre in allattamento, devono essere disinteressate, altrimenti non sarà mai un intervento nella direzione del1a reale autonomia, consapevolezza e compeLenza materna.

§OTE (1) Gm.alrr Lrucursrrca, Pzsn ro ema, arlrlv:./ fww.GllzANrllrNcuIsrrcl.tr/nrcrnce/?e=pEER-ro-pEER (2) K. R. Suur.v, R. Lr, S. Brmox-Dlvrs, L. M. Gnuuuun-Srnaml , Tnz CDC Gunr ro BnzasrFsznwc lurnRwnmons, U.S. Drpaarurnt op Hralru all» Huueu Snnr,,rcm, CrlmsRs ron Drsress Coxtnol lxn Pn-ewlrroll, Arur,rra, 2005 (3) Conrrero Ir.er,rmo pnn I,'UNICEE ONr,us, Ivsmzr ptp r'etrerreuaNro, Ospzaetr & CouuurcÀ Autct om Beuetut uNrrt pER LA pRorEzroNEl pRoMozroNl E sosrEcNo Rol.r.a,,

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(13) Courrato lrnr,rallo pen L'UNICEF Oulus, Il,rsrrua eta t'atr,errauzuro, Ospmau & Couuutà Aurcr ail Bauswt uwrrr pER LA pRorEZroNEt PRoMozroNE E sasTEGNa ozu.'ettarr.euzNro MATERNq Malluer,e DEL PARTECTPANTE DEL coRso or 20 ont pER lL PERSoNAT-E ltl-Le LntsRNmÀ, Coutraro Irelmno pen L'UNICEF Or.nus, Rorua, 20L0. wrvs:/ /www.ur.lrcnr.rt/Ar,r,ncarr/MeNuar,e_pARrEcrpANrE_Conso_2O_one1_7om10.plp (14) MAMI, www.MAMr.oRG. (15) E. S«oxo, A. Bamrstr, #Besmrecrnn Rreonr, OVOIrar,m, 2016. urrpsl.//www.ACAnEMrA.EDu/26325603/sesrAracsnr_REPORT. Pzn ecceotaa

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r'now.2010.03.011. Epus 2010 Mev l-4 (20) M.E. Bnt.rntnr,r,r, E.M. Crurrw, A. Catureo, Esreausmxc raz Besv FaEuow CouuuNty lt'tuar:t ru haty: DEnLIzMENT, srRATEGy, IM?LEMENTATI1T Jountret or HUMAN Lecraruou,2Ol2 Auc;28(3):297 303. nor: 10.!L77 /0890334412447994. Epua 2012 JuN 6 (21) G. Tuousou, N. Cnossr.ello, F. DyKEs, Marznuu, & Cnno Nurarruou, Voi,uue B, Tssur 3, re 340-353, Jury 2Oa2 (22) GovenNo lrar,rano, TEsro ozr,ta Lece 266/9L. Ltccz eutopo suL voLoNrARuro, Hrrp://www.Golcmlo.rr/snns/col,nnuo.rt/ur,ns/

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Selum, 2015.

Storie di latte tta, r i c e r c atr ic e univ e rs itar ia, s c r ittr i c e, pittrice e manrna di Rebecca {tutti ruoli cui viene negato valore sociale) dipinge can le parole dei quadri, raffiguranti momenti di queste sue che si intrecciano in un insieme, immerso nello scorrere della vita quotidiana, costellato dal sua "dare latte". La forza del sua "dare latte" rimane una costante che sovrasta le sue inquietudini, paure e debolezze... È la storia ditficile e beLla di una maternità creativa raccontata con fresca ironia e spirito Ni c o I e

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