Diventeremo Eurabia

June 29, 2017 | Autor: Filippo Spagnoli | Categoria: International Security, International Political Economy
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"Diventeremo l'Eurabia"

Ormai anche gli scettici, o meglio, i buonisti, stanno smettendo di illudersi che il cosiddetto Stato Islamico avrebbe visto presto la fine.
L'Isis continua la sua avanzata, tutt'altro che silenziosa, verso il ripristino del Corano e della sharia quali uniche fonti del governo e della giurisdizione negli Stati islamici.
Non passa un solo giorno senza una strage da parte degli integralisti musulmani; è di pochi giorni fa la notizia degli attentati a Sunc e in Turchia; di poche ore fa l'arresto di due fanatici dell'Isis nel bresciano.
I due terroristi, un pakistano e un tunisino, volevano colpire la base militare di Ghedi e non solo.
"Siamo nelle strade. Siamo ovunque. Stiamo localizzando gli obiettivi in attesa dell'ora X". Questi sono i messaggi che, scritti su un foglio di carta, avevano come sfondo luoghi come il Colosseo, il Duomo e la stazione di Milano.
Pericolo scampato, diranno in molti, purtroppo non è così.
Proviamo quindi a spiegare perché questi due terroristi sono solo la punta di un iceberg molto, troppo grosso.

L'ascesa dell'Islam non costituisce una rivoluzionaria innovazione ideologica poiché rientra in un'ininterrotta corrente storica che alimenta la jihad. La jihad, un conflitto versatile e pluridimensionale, non si lascia circoscrivere in una definizione. Essa si manifesta tramite azioni terroristiche dei militanti al servizio di alcuni Stati (quali Iran, Iraq, Siria, Libia) attraverso pressioni economiche, minacce e condizionamento psicologico.
La jihad è quindi una guerra militare ed espansionistica che può divampare anche all'interno del mondo islamico stesso: la Terra appartiene ad Allah e tutti i suoi abitanti devono conoscerlo; affinché questo avvenga esiste solo un mezzo: la guerra.
Le conquiste non comportano un semplice mutamento di proprietario per i territori ma hanno l'obiettivo di plasmare gli abitanti nell'ottica di un'ideologia collettiva e obbligatoria.
In molti si chiedono se sia possibile giungere a un accordo con gli integralisti ma la storia, disciplina non certo innocua e farcita di eventi ricorrenti, ci insegna che non è possibile giungere alla pace con il mondo della guerra.

Oggi più che mai ci tornano in mente le parole di Oriana Fallaci, esternate al pubblico quando fu insignita del Annie Taylor Award, prestigioso riconoscimento statunitense, nel 2005 "Diventeremo l'Eurabia. Il nemico è in casa nostra e non vuole dialogare (…)".
Aveva ragione, il movimento integralista vuole islamizzare l'Occidente.
La sua propaganda è contenuta in opuscoli consultabili in rete, tant'è vero che a febbraio il sito "Wikilao" ha scovato il primo scritto in italiano, che ne chiarisce gli scopi ed i mezzi, che includono il proselitismo, le conversioni, i matrimoni con donne indigene e soprattutto l'immigrazione.
Ricordando che i musulmani partirono sempre minoritari nei paesi conquistati prima di diventare maggioranza, le menti del movimento considerano l'insediamento islamico in Europa e negli Stati Uniti come la grande occasione dell'Islam. Se inoltre si pensa alle infrastrutture antiterroristiche che oggi presiedono l'Europa, i suoi luoghi pubblici e i suoi aeroporti, a quanto investono i capi di stato per finanziare la difesa, all'impatto psicologico del terrorismo intellettuale, alle restrizioni politiche e giudiziarie imposte dal ricatto dei terroristi, è legittimo chiedersi se l'Occidente non sia già entrato, senza accorgersene, in una fase di colonizzazione.
Sveglia Occidente! Sveglia!!


Filippo Spagnoli





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