Domenico Corvi, Sacrificio di Isacco

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Da: Lo Stato dell’Arte - l’Arte dello Stato. Le acquisizioni del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, cat. a c. di M. G. Bernardini, M. Lolli Ghetti, Roma 2015, p. 60.

33. Domenico Corvi (Viterbo 1721 - Roma 1803) Sacrificio di Isacco Olio su tela, 79 x 54 cm Inv. 4581 Roma, Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini

La tela, assieme al suo pendant, è stata donata alla Galleria Nazionale d’Arte Antica da Fabrizio Lemme nel 1999. Si tratta del modello preparatorio per uno dei due grandi quadri laterali che ornano la Capella della Madonna dei Sette Dolori nella chiesa romana di San Marcello al Corso e che Domenico Corvi eseguì entro il 14 settembre del 1762, quando la cappella fu inaugurata dopo un ampio lavoro di restauro e risistemazione. La scelta del soggetto biblico (Genesi 22, 2-13) fu verosimilmente dettata per coerenza con il programma iconografico complessivo della decorazione della cappella, che celebra la sofferenza della Madonna per la prematura perdita del figlio e il disegno provvidenziale in cui l’umano sentimento dei genitori si riscatta nel progetto salvifico di Dio. In questo senso, Abramo, la cui fede non vacilla neppure di fronte al comando divino, apparentemente incomprensibile, di immolare il suo unico figlio, prefigura, prima ancora che il sacrificio di Cristo, la volontaria accettazione da parte della Vergine del proprio dolore di madre per la salvezza dell’umanità. La redazione finale della tela destinata alla chiesa di San Marcello non si discosta sensibilmente dal modelletto della Galleria Nazionale, che presenta però, in generale, una connotazione meno drammatica, sotto il profilo luministico ed espressivo. La concezione dell’ambientazione paesaggistica, in particolare, appare più ariosa, con un cielo più aperto e luminoso e la quinta vegetale degli alberi, a destra, meno incombente dietro le figure. Il disegno del gruppo principale è invece già pressoché perfettamente definito e si ispira liberamente, come è stato più volte osservato, alla tela di identico soggetto realizzata da Tiziano nel 1544 per la chiesa agostiniana di Santo Spirito in Isola, a Venezia, e oggi conservata in Santa Maria della Salute. A parte una più attenta aderenza al dettato del testo biblico, che spiega per esempio la presenza del dettaglio del braciere con il fuoco per l’olocausto (Genesi 22, 67), della composizione tizianesca Corvi ha ritenuto soprattutto la possente figura di Abramo, e la tensione culminante del suo terribile gesto, enfaticamente sottolineata dall’attorcigliarsi del mantello tormentato dal vento. Anche le figure dell’angelo e del giovane Isacco, che invece si discostano dal modello veneziano, gareggiano comunque nella scelta impegnativa e virtuosistica di un difficile scorcio prospettico, con cui il pittore intendeva evidentemente dare un saggio delle proprie capacità disegnative, oltre che della propria cultura figurativa, tanto più in un momento non facile per la sua affermazione nell’ambiente artistico romano (Curzi 1998, p. 108). Michele Di Monte Bibliografia: The Settecento Italian Rococò and Early Neo-Classical Paintings 1700-1800, catalogo della mostra, Matthiesen Fine Arts, London, 1987, n. 20; I. Faldi, Corvi a Londra in due dipinti, in “Faul”, II, 1990, 2, pp. 26-29, ora in I. Faldi, Miscellanea di scritti viterbesi, a c. di A. Pampalone, Roma 2007, pp. 155-156; G. Sestieri, Repertorio della pittura romana della fine del Seicento e del Settecento, Torino, 1994, I, p. 63; G. Sestieri, scheda in La collection Lemme: tableaux romains des XVIIe et XVIIIe siècles, catalogo della mostra, Paris, 1998, p. 46; I. Faldi, scheda in Il Seicento e Settecento romano nella Collezione Lemme, catalogo della mostra, Milano Roma, 1998-99, n. 36, pp. 118-121; V. Curzi, scheda in Domenico Corvi, catalogo della mostra, Roma 1998, p. 108; L. Mochi Onori, Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini. Dipinti del ‘700, Roma 2007, p. 91; L. Mochi Onori – R. Vodret, Galleria Nazionale: Palazzo Barberini. I dipinti. Catalogo sistematico, Roma, 2008, p. 157.

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