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Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione Corso di laurea in Scienze e Tecnologie della Comunicazione

Un website per il turismo smart city, Dovado. Candidato Marco Guidi 1565926 Relatore Anna Rosa Montani Anno Accademico 2014/2015

1

Indice Introduzione.

p.4

CAP. 1 L’evoluzione del turismo. 1.1 La nascita del turismo.

p.8

1.2 Il turismo organizzato.

p.9

1.3 Turismo di massa.

p.11

1.4 Turismo di qualità.

p.13

1.5 Come cambia il turismo con le nuove tecnologie

p.14

1.6 La sostenibilità.

p.17

CAP. 2 Nuove tecnologie, sistemi partecipativi. 2.1 Internet come mercato.

p.21

2.2 Il ruolo dell’ICT.

p.23 2

2.3 I social Network (approccio collaborativo e partecipativo, coinvolgimento dell’utente e delle sue recensioni e commenti, il Prosumer).

p.28

2.4 Dal new media al we media.

p.32

CAP. 3 Dall’intrattenimento notturno al turismo culturale. 3.1 Che cos’è Dovado e come nasce.

p.36

3.2 Social Media per Dovado.

p.39

3.3 Allargare l’orizzonte.

p.41

3.4 Il target di riferimento.

p.42

3.5 Dovado Tour.

p.44

Appendice

p.46

Bibliografia

p.71

Sitografia

p.73

3

Introduzione. Il web 3.0 – termine ancora difficile da ricondurre ad una interpretazione univoca – indica comunque una forte evoluzione del web nel reperire informazioni e dati sempre più completi e dove l’interazione con i diversi sistemi o tramite essi, in futuro, faciliterà lo scambio di dati, non più solo filtrati, ma interpretati dalle macchine stesse. Già oggi l’evoluzione del web 2.0 è caratterizzato dalla intensità delle interazioni web, tra siti e utenti o tra utenti stessi, mediante reciprocità social. Maggiore è la quantità di dati in nostro possesso, migliore sarà la risposta che possiamo fornire o avere. Ma l’evoluzione di questi sistemi sono caratterizzati, anche, dal passaggio dei tradizionali siti web a social website e alle applicazioni su smartphone. L’ultima generazione di telefonini, offre le stesse caratteristiche di un PC portatile, con la specifica che, a differenza di quest’ultimo, il telefonino ti accompagna in tutti i tuoi spostamenti. Inoltre, lo smartphone, ti dà la possibilità di visionare tramite applicazioni specifiche, 4

luoghi, strade, foto in tempo reale, stato e posizione (denominazioni specifiche dei social network) dei tuoi amici e tanto altro. Allora, perché non inventarsi qualcosa in grado di soddisfare le esigenze di molti giovani che, trovandosi fuori casa, decidono di cercare un luogo dove recarsi per divertirsi o per andare a visitare luoghi specifici? Sono state queste considerazioni che hanno suscitato l’interesse per lo sviluppo della mia idea. In un freddo pomeriggio di gennaio mentre mi preparavo per l’esame imminente di Marketing, ebbi l’intuizione di poter essere io a creare un’applicazione in grado di suggerire tutto questo e soprattutto dare origine ad un luogo virtuale dove reperire i giudizi e le considerazioni degli utenti sul dove ci si è recati nelle ultime settimane, e del come è trascorsa la serata. Un luogo dove poter interagire e dove l’utente stesso, trasformandosi in PROSUMER, possa indicare le caratteristiche della destinazione. Insieme ad alcuni amici di Facoltà diverse congetturammo, prima un sito web che raccogliesse tutte le offerte e poi una applicazione in grado di suggerire dove recarsi nel tempo libe5

ro o dove passare la serata in compagnia di amici. Quindi abbiamo deciso di fondare una start-up innovativa, che prende il nome di Dovado S.r.l.s. Questa idea supportata dalla creazione di una società under 35 e da diverse competenze, ha da subito trovato risposta nel mondo dei giovani e non solo. Il 28 settembre 2015 abbiamo lanciato l’applicazione su dispositivi iOS e Android e in poche ore abbiamo ricevuto più di 30 recensioni sugli store iOS e Android (a titolo d’esempio posso dire che l’app di Atac ha avuto in un anno solo 10 recensioni, nonostante questa stessa sia molto utilizzata e scaricata). La parte più interessante dell’app è naturalmente legata all’offerta dei servizi turistici. Infatti l’app non offre solo la possibilità di prenotare l’ingresso presso gli eventi, festival, ecc, ma dà la possibilità di acquistare biglietti presso i musei, teatri o ancora di prenotare viaggi verso destinazioni turistiche, attraverso accordi specifici con un Tour Operator, University Equipe. Attualmente io sono il presidente e amministratore delegato della società Dovado S.r.l.s. Partita Iva: 13480651002, con sede legale presso Via dei Ge6

rani 67/A. L’applicazione è stata scaricata da 5000 utenti e sono orgoglioso di avere presentato come prova finale di laurea non solo una mia idea, ma sopratutto un progetto concreto. Firmato Marco Guidi

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CAP. 1 L’evoluzione del turismo. 1.1 La nascita del turismo. Marc Boyer, generoso studioso del fenomeno turistico in tutta la sua complessità, osserva che la maggior parte degli autori fa risalire l’origine del fenomeno basandosi su due criteri: la migrazione e la durata, proponendo così sottocategorie variabili secondo le epoche e i paesi. La pratica del Grand Tour, moda diffusa dagli aristocratici inglesi nel 1500 e successivamente tra i giovani nobili europei, presentava l’idea di un turismo visto come momento formativo fondamentale nella vita di qualsiasi aristocratico o membro dell’upper class. Il passaggio da questa “arte di viaggiare” al turismo moderno vero e proprio si ha con l’occupazione del tempo libero in strutture ricreative costruite interamente per accogliere ed ospitare gli ospiti. Ne può essere un esempio il turismo termale nella città della Cornovaglia Bath, per poi passare ai bagni al mare delle coste mediterranee, mentre si dovrà aspettare l’avvento della ferrovia per la trasformazione dei centri balneari della costa inglese in poli turistici. È in 8

questo periodo che si può collocare la nascita del turismo di massa, avvenuta in Gran Bretagna verso la metà dell’Ottocento, in seguito alla diffusione della rete ferroviaria e della prima rivoluzione industriale. La montagna invece assume solo nel XVIII secolo un fascino particolare grazie al movimento romantico e alla sua scoperta e rispetto della natura. Con Thomas Cook nasce invece il viaggio organizzato: i Cook’s tour permettevano un viaggio e soggiorno ad un prezzo unico e stabilito alla partenza, cosa che segnò l’inizio della standardizzazione dei viaggi turistici tramite un pagamento all inclusive 1.

1.2 Turismo organizzato. Come già accennato Thomas Cook pianificò il primo viaggio organizzato della storia del turismo. Naturalmente non fu un caso che le prime forme di turismo organizzato nascono in Gran Bretagna, poiché il paese di San 1 A. R. Montani, Messer Milione… Internet. Territorio, Turismo, Comunicazione,

Liguori, Napoli 2005.

9

Giorgio, San Patrizio e San Andrea fu il primo a rinnovarsi grazie alla rivoluzione industriale e quindi ad un incremento della ferrovie e delle strutture turistiche. Il turismo dell’800 era molto differente dal turismo moderno, infatti i viaggiatori per eccellenza furono rappresentati da redditieri 80%, da clericali e uomini di legge e soltanto dal 5% da commercianti e banchieri2. Questa situazione avanza fino al XIX secolo, ma subirà un immenso cambiamento dovuto alla crisi economica del 1929, la quale determinerà un crollo sostanziale dell’aristocrazia europea e si caratterizza, nel turismo con un nuovo modo di viaggiare.3

2 P. M. De Biasi, La carta. Avventura quotidiana, Universale Electa Gallimard,

Milano, 1999. 3 A. R. Montani, Messer Milione… Internet Territorio, Turismo, Comunicazione

Napoli,Liguori, 2005

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1.3 Turismo di massa. Per differenziare il turismo di massa dobbiamo affidarci allo schema proposto da Savelli. - Turismo Multistagionale caratterizzato da soggiorni invernali nella città mediterranea e soggiorni estivi nelle stazioni termali inglesi, tedesche e francesi, meta preferita del turismo montano e senza dubbio la Svizzera, inoltre c’è un ritorno alla vita di castello presso casali aristocratici. Questo periodo fu definito da Savelli il “perpetuo nomadismo” e del “ruolo del turista tutto l’anno”4. - Anno 1871. In Gran Bretagna nascono le prime “vacanze” ufficiali, è un periodo che aumenta la costruzione di strade, ferrovie e strutture turistiche, creando così espansione e modernità nel settore. Inoltre si cerca in tutti i modi di soddisfare il clienti con comfort e benefici, nascono i primi alberghi aperti principalmente per la

4 A. R. Montani, Messer Milione… Internet.Territorio, Turismo, Comunicazione,

Napoli,Liguori, 2005, pp.51.

11

media borghesia. La meta preferita è la Costa Azzurra, la quale si trasformerà sempre di più negli anni, in un centro d’incontro della fascia alta della popolazione dell’europa. - Anni Venti e periodo post seconda Guerra Mondiale. E’ un periodo dove finalmente vengono riconosciute le ferie retribuite ai lavoratori, grazie a lotte interne e scioperi. Nasce quindi una forma di turismo diversa aperto a tutti , si comincia a parlare di “turismo popolare”. Naturalmente questo cambiamento è stato diverso per paese e paese. In Italia con Mussolini nel 1925 nascono le prime forme di dopo lavoro, un momento di post lavoro ricreativo; il quale sviluppa il turismo balneare di genere fascista sulla costa adriatica. Stalin trasforma le strutture termali e di lusso in case di cure per lavoratori meritevoli, Hitler invece fonda la “forza della gioia”. Questo tipo di turismo è considerato a basso costo, turismo a ribasso aperto a tutti. In seguito queste tipologie di aggettivi affiancati alla parola turismo, vengono definitivamente sostituiti da un unico attributo, il turismo di 12

massa. Questo passaggio segna la diffusione della pratica turistica, ma anche l’omologazione dei comportamenti e delle volontà dei clienti che cercano sempre di più una meta più similare alle altre.

1.4 Turismo di qualità. Il comportamento turistico sta cambiando notevolmente nel corso del tempo, se prima si cercava una meta standardizzata, ora c’è una percentuale del turista che vuole una nuova meta e cerca nuove avventure. Però secondo il WTTC (World Travel and Trade Council) il 75% dei turisti cerca ancora sicurezza e relax, non vuole novità e sopratutto non ama gli “imprevisti “5. Alcune ricerche ultimamente evidenziano un cambiamento del turista, in un viaggiatore alla ricerca di qualità del servizio e non più del solito viaggio standardizzato e omologato alla massa; certamente questo è un piccolo gruppo di viaggiatori, che

5 A. R. Montani, Messer Milione... Internet.Territorio, Turismo, Comunicazione,

Napoli, Liguori,2005, pp.61

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tuttavia sta trainando verso di sé un innumerevole gruppo di turisti di massa. Il gruppo trainante, secondo una ricerca svolta nell'istituto AC Nielsen sul turismo italiano, è rappresentato solamente dal 9% del target di riferimento il quale è favorevole ad itinerari per un turismo etico, culturale e responsabile 6.

1.5 Come cambia il turismo con le nuove tecnologie (destinazioni, mete culturali, indotti economici). Successivamente ai moti rivoluzionari dell’Europa del XVIII secolo, la pratica del Grand Tour, tendenza diffusa soprattuto dall’élite inglese e successivamente dai nobili francesi tedeschi e olandesi, finì rapidamente. Diari di viaggio e corrispondenze letterarie hanno contribuito no-

6 R. Apollonio , G. Carosella, Promozione e comunicazione per i “nuovi” operatori

turistici. Bed and Breakfast, agriturismi, dimore storiche, appartamenti, villaggi, campeggi e alberghi a conduzione familiare, Franco Angeli, Milano, 2004, pp.44.

14

tevolmente all’analisi delle caratteristiche fondamentali dei viaggiatori dei Seicento e del Settecento: Itinerari di viaggio, comportamento, appartenenza sociale. Tali fonti hanno aiutato a comprendere ciò che è considerato come la genesi del turismo moderno, il come e il perché il Grand Tour , e le forme successive di turismo, nascono e si sviluppano in Gran Bretagna 7. Gli Inglesi sono i fondatori del turismo moderno poiché sono stati i primi a volersi avvicinare alle culture del mondo, infatti il Grand Tour non era considerato un periodo vacanziero per occupare il proprio tempo libero, bensì era fondamentale, poiché rappresentava un momento formativo importantissimo nella vita della nobiltà inglese. Il momento formativo durava circa tre anni e doveva concludersi obbligatoriamente a Roma. La prima forma di turismo moderno è senza alcun dubbio il passaggio del tempo libero in ambienti ricreativi per ospitare gli ospiti: si intende quindi il turismo delle 7 A. R. Montani, Messer Milione… Internet. Territorio, Turismo, Comunicazione,

Liguori, Napoli 2005, pp.44-45.

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stazione termali. La seconda forma di turismo moderno sono i bagni al mare, dove Battimani afferma: ”L’invenzione del mare come meta turistica appartiene ancora una volta all’aristocrazia: come era già avvenuto per le città termali, furono spesso le famiglie reali a decretare il successo di una stazione balneare e a renderla di moda“ 8 . Con la costruzione delle ferrovie si può identificare il primo periodo di turismo di massa dove naturalmente grazie al treno è molto più facile raggiungere le mete balneari. La montagna che fin’ ora è stata poco considerata nel XVIII secolo viene scoperta come una meta romantica che contribuì alla ritrovamento e alla considerazione della natura.

8 P. Battilani, Vacanze di pochi, vacanze di tutti, 2001,pp. 100-101.

16

1.6 La sostenibilità. Che cosa vuol dire sostenibilità? a cosa si riferisce ? La sostenibilità è un elemento fondamentale della nostra società. La prima definizione di sostenibilità (inteso come sviluppo sostenibile) si deve alla commissione presieduta da Gro Harlem Brundtland la quale affermava che : “uno sviluppo che soddisfi i bisogni

del

presente

senza

compromettere la capacità delle generazioni future” 9. Inoltre la parola sostenibile deriva dal concetto di “raccolto sostenibile”, termine che viene usato in agricoltura per la resa di colture nel tempo. Non tutto ciò che conosciamo è sostenibile, poiché non tutto ciò che conosciamo è riproducibile, non tutte le risorse possono sostituire le precedenti o addirittura essere riprodotte. Di seguito possiamo avvicinare al termine sostenibile quello rinnovabile, il quale il nostro ambiente circostante è ricco di esem-

9 World Commission on Environment and Development(1987) Docu-

mento disponibile su: http://conspect.nl/pdf/Our_Common_Future Brundtland_Report_1987.pdf

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pi; ad esempio la pesca, se essa è praticata con il rispetto del ciclo naturale di riproduzione dei pesci non ci saranno assolutamente problemi nel proseguimento di questa attività, e specialmente non creando problemi all’uomo. Se invece non si rispetta la soglia critica, senza considerare i cicli di riproduzione, ci saranno ingenti nel reperire determinate risorse e quindi problemi economici/sociali per il nostro futuro. Difatti la sostenibilità è un concetto chiave che deve assolutamente essere ragionato e capito dalle generazioni future, riconosciute titolati di un diritto di equità intergenerazionale 10. Un’altra definizione di sviluppo sostenibile è data dall’International Council for Local Environmental Initiatives (ICLEI) che nel 1994 lo definisce come: “uno sviluppo che offre servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità, senza

10 G. Senatore, Storia della sostenibilità. Dai limiti della crescita alla genesi

dello sviluppo, FrancoAngeli, Milano, 2013

18

minacciare l’operabilità dei sistemi naturali, edificato e sociale da cui dipende la fornitura di tali servizi 11“. Inoltre nel settore turistico troviamo documenti importanti che esprimono che il concetto di sostenibilità sia importantissimo per il turismo globale. Un esempio è la Carta del Turismo Sostenibile prodotta dalla Conferenza di Lanzarote nel 1995, la Carta dell’Organizzazione Mondiale del Turismo del 1996, dal titolo: “Turismo: principi base per uno sviluppo sostenibile”; la Dichiarazione di Berlino del 1997 dal titolo: “Turismo durevole e sviluppo sostenibile”; il Documento di Manila e di Calvià. Inoltre nel 1999 la Commissione per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite ha sottolineato l’urgente bisogno di

11

Definizione riportata dal sito: http://archive.iclei.org/index.php?id=1202

19

strategie per il turismo sostenibile in continuità con gli obiettivi di Agenda 21 12.

12 Agenda 21 è un documento di intenti ed obiettivi programmatici su

ambiente, economia e società sottoscritto da oltre 170 paesi di tutto il mondo, durante la Conferenza delle NazioniUnite su Ambiente e Sviluppo (UNCED) svoltasi a Rio de Janeiro nel giugno 1992. Tale documento è formato da 40 capitoli e suddiviso in 4 sezioni: dimensioni economiche e sociali, conservazione e gestione delle risorse per lo sviluppo, rafforzamento del ruolo delle forze sociali e strumenti di attuazione. In particolare, il capitolo 28 “Iniziative delle amministrazioni locali di supporto all'Agenda 21” riconosce un ruolo decisivo alle comunità locali nell'attuare le politiche di sviluppo sostenibile, tenuto conto che oltre il 45% della popolazione mondiale vive in contesti urbani, percentuale destinata a crescere fino al 63% nel 2030. L'Agenda 21 locale può in questo modo essere definita come un processo, condiviso da tutti gli attori presenti sul territorio (stakeholder), per definire un piano di azione locale che guardi al 21° secolo. Definizione e approfondimento sul tema consultabile al sito: http:// www.minambiente.it/pagina/coselagenda21.

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CAP.2 Nuove tecnologie, sistemi partecipativi. 2.1. Internet come mercato. Internet rappresenta un nuovo habitat, un nuovo contesto propizio allo sviluppo, alle attività sociali ed economiche, attraverso la combinazione di diverse tecnologie in unico Framework. Fra il “mercato virtuale” e il “mercato reale” è possibile cogliere delle discontinuità per il marketing; per analizzarle prendiamo in considerazione alcuni elementi fondamentali dello scambio: le parti coinvolte, le relazioni, l’oggetto. - Le parti. Riferendoci alle principali parti coinvolte nei mercati “Business to consumer”, analizziamo l’impatto innovativo sotto il profilo di identità e consumer empowerment. I consumatori non sono più identificabili mediante le tecniche di analisi di segmentazione ma conoscibili in rete grazie ai media digitali che integrano i classici strumenti quali-quantitativa con informazioni di 21

natura comportamentale (si pensi all’analisi di percorsi di navigazione). Se da una parte il consumatore è più facilmente identificabile e conoscibile, dall’altra ha ormai perso il suo ruolo debole e passivo. I clienti sono sempre più informati e consapevoli circa il valore relativo della product offering, grazie alla crescente possibilità di accedere ad una grande quantità di informazioni, quali i siti aziendali di E-commerce. Inoltre i consumatori sono sempre più interconessi ai social media, dove sono continui gli scambi diretti di contenuti informativi e valoriali. - Le relazioni. Con lo sviluppo del marketing digitali “ one to many” e “one to one” , possono essere integrate da nuove dinamiche interattive tra più soggetti dette di tipo “many to many”. Nei nuovi mercati digitali infatti le potenzialità di interazione ed engagement tra imprese e clienti hanno raggiunto livelli senza precedenti, accrescendo la prossimità tra le parti, nell’ambito di un “villaggio globale”. 22

- L’oggetto dello scambio. Nel nuovo marketing digitale l’oggetto dello scambio, sia esso digitalizzatile o meno, una volta contestualizzato in rete, diventa necessariamente “virtuale”. Il prodotto diviene quindi un nodo del network, con una propria identità digitale e centralità relazionale 13.

2.2 Il ruolo dell’ICT (il passaggio dal 2.0 al 3.0). In inglese Information and Communications Technology, in acronimo ICT, sono letteralmente le tecnologie della comunicazione e dell’informazione. Naturalmente queste tecnologie sono in continua crescita e sviluppo e stanno portando il mercato online ad un cambiamento. Ad esempio la nascita di nuovi strumenti sociali (es. community, social network, blog, siti di recensione ecc).

13 A. Mattiacci, A. Pastore, Marketing il Management orientato al mercato, Hoe-

pli, Milano,2013

23

Internet crea la possibilità di una grande condivisione. Tale interazione coinvolge sia i produttori del settore che il consumatore e sta portando ad un cambiamento dei comportamenti dei PROSUMER. Quest’ultimo è “un espressione, coniata da Alvin Toffler nel libro The third wave (1980): è una crasi dei termini producer e consumer che indica un consumatore che è a sua volta produttore o, nell’atto stesso che consuma, contribuisce alla produzione. Il termine nasce per descrivere il protagonismo dei consumatori in un’epoca che usciva dalla produzione seriale di massa per aderire alla molteplicità dei gusti e delle tendenze dei cittadini delle ricche società del primo mondo; un’epoca ancora totalmente analogica e nella quale la globalizzazione appariva soprattutto come un’opportunità di delocalizzare produzioni di beni in Paesi del terzo mondo dal basso costo del lavoro” 14. Grazie ad Internet, ed alla rivoluzione dei modi di comunicazione e di interazione tra gli individui che esso ha 14 http://www.treccani.it/enciclopedia/prosumer_(Enciclopedia_della_-

Scienza_e_della_Tecnica)/

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comportato, oggi chiunque può crearsi la propria offerta: è un produttore attivo ed allo stesso tempo è un consumatore attivo. Come notato da diversi autori, come Fabris, Toffler e Rifkin, i clienti diventano sempre più esigenti, attivi e interattivi, tanto da configurare il modello di prosumer, ovvero un turista che è al contempo consumatore e produttore 15. Le caratteristiche del web 2.0 evidenziano un cambio di prospettiva manageriale e di orientamento di marketing. In presenza di un utente attivo e una concorrenza sempre più globale, le tradizionali strategie promozionali ricche di contenuti auto-centrati e un controllo autoritario perdono il loro appeal presso un pubblico abituato a conversare in modo aperto e paritario. Abbandonare il sito ufficiale per seguire la conversazione online attraverso i social media, accedendo ad una comunicazione personalizzata è sicuramente un atteggiamento promozionale in 15 G. FABRIS, Societing. Il Marketing nella società post-moderna, EGEA,Milano,

2009

25

linea con le caratteristiche del web 2.0 e del nuovo consumatore. Quando si parla di tecnologie dobbiamo mettere in considerazione la parola evoluzione, infatti questa è incessante. Quindi il passaggio da web 2.0 a web 3.0 a cosa è dovuto ? Da due termini chiavi del 3.0 ovvero openness e semantica. In soldoni: apertura, trasparenza, vastità (di dati e di loro utilizzo/riutilizzo) ma anche accesso più semplice ai risultati (e ai dati) grazie al riconoscimento del vero significato che i dati stessi hanno rispetto al contesto in cui sono stati creati (semantica) 16. Nel 2006 durante il Technet Summit queste sono alcune parole del fondatore del portale yahoo: “Il Web 2.0 è ampiamente documentato e discusso. Il potere della Rete ha raggiunto la massa, con potenzialità sviluppabili in rete, non solo tramite hardware come consoles gioco e dispositivi mobili, ma anche attraverso architetture software. 16 https://reteparcosud.wordpress.com/le-imprese/comunicazione/pia-

cenza-maurizio/dal-web-1-0-al-web-3-0/

26

Non è necessario essere informatici per creare un programma. Stiamo osservando che ciò che si manifesta nel Web 2.0 e nel Web 3.0 sarà una grande estensione di tutto ciò, un vero e proprio mezzo comune... la distinzione tra professionista, semi-professionista e consumatore andrà sfocandosi creando un effetto rete per business e applicazioni”.  (Jerry Yang)17.

17 www.forbes.com

27

2.3 I social Network (approccio collaborativo e partecipativo, coinvolgimento dell’utente e delle sue recensioni e commenti, il Prosumer).

Con l’avvento dei social network nasce una nuova figura di

con

consumatore

il

“Prosumer”.

Il

termine

“prosumer”, come scritto prima, è stato coniato da Alvin Toffler in “The third wave”

18.

Nel suo libro The Third

Wave 19, Toffler descrive i tre punti che hanno caratterizzato la storia socio-economica del nostro sistema: il primo punto, l’economia agricola,il secondo, l’era della produzione e industrializzazione di massa e il terzo, o era postindustriale, ma anche Information Age. Secondo Toffler la massima quantità dei mercati dovuta ad una produzione di massa che aveva caratterizzato il secondo punto ha portato ad un miglioramento nei rapporti tra consu18 G. GRANIERI, La società digitale, Editori Laterza, Bari, 2006 19 A. TOFFLER, The third wave, Bantam Books,New York, 1981.

28

matori e produttori, con i primi ad avere un ruolo attivo nella selezione dei prodotti e servizi creati dalle aziende. Si passa quindi da un consumatore passivo ad uno molto più attivo intraprendente, tanto da essere considerato una parte determinante della produzione di beni e servizi, al fine di personalizzarli. La tecnologia digitale ha accelerato questo processo di coesione tra produttori e consumatori, recando la nascita del concetto di web 2.0, all'interno di esso il prosumer gioca un ruolo da protagonista 20. Il termine prosumer indica innumerevoli cose, dal consumatore attivo che collabora allo sviluppo e al cambiamento del prodotto o servizio, alla personalizzazione del prodotto o servizio stesso che si desidera acquistare. La “società digitale” si trasforma nel luogo delle differenze individuali che interagiscono tra loro e rivendicano costantemente la propria individualità 21. Siamo di fronte a quella che viene definita “mass customization”, ovvero 20 A. CRAVERA, Verso una civiltà trans-market, 2010, in L'impresa n.

11/2010, in http://www.limpresaonline.net/articolo.php?id=3861 21 G.GRANIERI, La società digitale, Editori Laterza, Bari, 2006

29

alla personalizzazione di massa 22. Eric Von Hippel, nel suo libro “Democratizating Innovation” 23 ha infatti teorizzato uno dei comportamenti principali del consumatore online attivo, da lui chiamato “lead users”, paragonabile a quello che qui è stato definito prosumer. Afferma che sono proprio loro i principali innovatori dei prodotti, grazie alle loro competenze, conoscenze, capacità e voglia di sperimentare per soddisfare i propri bisogni e la voglia di condividere le loro passioni con altri utenti all’intero di specifiche community, grazie anche alle nuove tecnologie che rendono più semplice e veloce produrre informazioni a costo “zero”24. I modelli di innovazione, progettazione e consumo di pro-

22 M. BANDULET ,K. MORASCH, Would You Like to be a Prosumer? Informa-

tion Revelation, Personalization, Successful Products and Services”, Erich Schmid Verlag, Berlino, 2003 23 E. VON HIPPEL, Democratizating Innovation, Cambridge, The MIT Press,

London, 2005 24 E. SCOTTI, R.SICA, Community Management. Processi informali, social net-

working e tecnologie Web 2.0 per la gestione della conoscenza nelle organizzazioni, Apogeo, Milano, 2007.

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dotti e servizi stanno trasformando la situazione tra produttori e consumatori, dando vita al prosumer, cioè quel consumatore che Goldhaber definisce come colui che “è sempre pronto a leggere e contemporaneamente a scrivere, interagendo con le informazioni e ricostruendole dopo averle elaborate concettualmente…” Si evidenzia così “un soggetto collettivo, che si manifesta tramite la produzione di un’infinità di frammenti che compongono un disegno globale di cui nessuno detiene realmente il controllo” 25. Il prosumer è quindi l'espressione della creatività condivisa, in quanto combina la creatività individuale -personalizzazione - alla socialità - passaparola e condivisione delle esperienze

26.

Si va strutturando una conoscenza

collettiva condivisa, che permette al prosumer di effettuare scelte d'acquisto ragionate e corrispondenti alle sue esigenze, grazie alla possibilità di accedere alle esperien-

25 G. Granieri, La società digitale, Bari, Editori Laterza, 2006, pp. 120-121. 26 N. Costa, I professionisti dello sviluppo turistico locale, Milano, Hoepli,2005.

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ze di suoi simili che hanno le sue stesse necessità e motivazioni.

2.4 Dal new media al we media. La creazione di UGC (user generated content), infatti, è un trend, con milioni di internauti in tutto il mondo, che trasforma Internet da “new media” a “we media”27 esaltando la componente partecipativa dal basso che caratterizza il Web 2.0. Ogni contenuto è libero, aperto a nuove interazioni di altri utenti, che possono considerare le informazioni, commentarle, aggiungere foto e video, pubblicarlo o “linkarlo" su altri siti web. Si nota così un processo di condivisione e interattività, tipico del nuovo consumatore-prosumer. Come sottolinea lo studio di Munar della Copenaghen Business School28, l'affermarsi del prosumerismo fa si che l'immagine e la reputazione di desti-

27 D. GILLMOR, We the media, in Sebastopol, O'Reilly Media, Inc,2006. 28 A, M. MUNAR, Technological mediation and user created content in tourism, in

CIBEM Working Paper Series, April 2010.

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nazioni e prodotti o servizi diventi un collage di input provenienti da diversi utenti, che si espande in tutto il globo, ampliando il classico fenomeno del passaparola. In questa nuova realtà nessun operatore del settore potrà avere il controllo, potrà posizionarsi allo stesso livello del consumatore, iniziare a interagire con lui e scoprire le esigenze e desideri e le volontà di persone, attraverso il social fatto di commenti, elogi e critiche, un nuovo modo di fare business che ha la necessità di avere competenze relazionali nel saper ascoltare e dialogare, tralasciando in maniera definitiva i monologhi. Secondo Fabris29 si è venuto a delineare un nuovo consumatore definito come autonomo, più critico, determinato ed indipendente nei confronti della produzione perché rivendica una maggiore discrezionalità di scelta e chiede a chi produce la possibilità di instaurare un dialogo paritario. E' un consumatore competente, informato sulla composizione dei prodotti, servizi, sul rapporto qualità/prezzo. E' un consu29 G. Fabbris, Societing, Il Marketing nella società post moderna, Milano,

EGEA, 2009.

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matore esigente, che chiede qualità e attenzione alle sue esigenze. E' selettivo ed orientato a dimensioni tangibili, ma soprattutto quelle intangibili. Inoltre é sempre più connesso, quasi 24 ore su 24 in un mondo virtuale e abituato ad usare le nuove tecnologie, come ad esempio Facebook, Twitter, Whats App, Instagram, ecc. Il nuovo consumatore teorizzato da Fabris riflette perfettamente le caratteristiche prosumer online, ad esempio nel mondo turistico i vaggiatori sono sempre più “frequent travellers”, girovagando spesso per brevi e frequenti week-end grazie anche alla diffusione dei voli low cost. Sono inoltre sempre più perfezionisti, sanno utilizzare il web e soprattutto affermano la loro unicità richiedendo servizi personalizzati e su misura, con un buon rapporto qualità/ prezzo. Il prosumer oggi è più mobile e veloce, informato, attento, critico ma sopratutto diffidente. Difficile da coinvolgere e attrarre, visti i frequenti messaggi promozionali (spam) a cui è continuamente bombardato. Il prosumer sceglie in base al prezzo, ma specialmente secondo la propria motivazione, alle esigenze e all'esperienza ri34

cercata, è necessario ascoltare e parlare con il cliente per creare ed affermare un prodotto vincente. Sono sempre meno interessati ai pacchetti standardizzati e riservati alle masse, mentre richiedono sempre più vacanze che si adattino a loro, in cui divertimento e relax si fondono a passioni e conoscenza, verso un modello di edutainment (education + entrateinment) 30.

30 A. CARCIOFI, I nuovi turisti chiamati "prosumer", in WTM C-magazine n.

5, del 4/01/2010. pp. 9-10,

35

CAP. 3 Dall’intrattenimento notturno al turismo culturale. 3.1 Che cos’è Dovado e come nasce. Sempre più si utilizzano applicazioni per condividere i luoghi e gli spazi dove trascorrere il proprio tempo. Mi trovo in una destinazione turistica sto visitando un museo, sto mangiando un cheeseburger in una paninoteca e altro ancora. Dove passo la mia prossima serata ? Non saprei, cerco di organizzarmi e nel frattempo guardo le recensioni nei diversi locali e ristoranti. L’idea nasce a Roma nel Gennaio 2015, davanti al testo di Alberto Mattiacci e Alberto Pastore “Marketing il management orientato al mercato”, da studiare per l’appello d’esame, mentre tentavo di trovare un modo per unire la “domanda all’offerta” in un website semplice e innovativo. Immediatamente ho condiviso col gruppo di amici universitari di varie facoltà, i quali anche essi immersi nel mondo della movida notturna, hanno sentito la necessità di trovare

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una soluzione al dubbio creato dalle tipiche domande che noi stessi ci poniamo quotidianamente: Stasera che facciamo? Come passiamo il tempo? Dove? La risposta a queste domande non è così facile come sembra, soprattutto nelle metropoli, dove la movida risulta essere così varia ed interessante quanto disorganizzata e dispersiva. Da questi bisogni ed esigenze nasce la start-up Dovado Club che progetta soluzioni e strumenti basati su modelli. La start-up si è proposta di costruire un’applicazione per smartphone, dalle funzionalità innovative ed intuitive e dal design unico ed accattivante. A cosa serve? L’applicazione consiste in una vetrina virtuale che racchiude in se tutto il palinsesto della movida capitolina e fornisce all’utente una lista di eventi in programma con la possibilità di poter consultare con pochissimi passaggi, tutte le informazioni a riguardo, quali location, tema della serata e listino dei prezzi per le varie modalità, avendo la possibilità di prenotare o acquistare il proprio: ingresso, tavolo, privé o ticket. Il design con 37

cui si presenta e la necessità di dover restituire una risposta nel minor tempo possibile, fanno dell’applicazione uno strumento pratico, veloce ed unico nel suo genere. La prima idea è stata proprio quella di sviluppare un portale online aperto a tutti dove vi è la possibilità di prenotare il proprio evento; ma con il passare del tempo l’idea è cresciuta cercando così di creare un vero e proprio Family Brand “DOVADO”. Oggi in cantiere, dopo l’applicazione per la movida romana, che è operativa da qualche mese, ci sono nuove possibilità sopratutto rivolte all’offerta culturale. Quindi il progetto più importante sarà l’apertura di DOVADO al contesto culturale e turistico di cui il nostro paese è ricco, ma poco sviluppato. Quante volte siamo incapaci di scegliere, oppure manchiamo di un accesso facile ad alcuni eventi culturali/turistici. DOVADO cercherà di fornire la giusta soluzione e la possibilità a tutti di scegliere quel che si vuole. Il progetto è quello di instaurare un brand madre DOVADO ed una serie di sottobrand che coprono 38

una grande varietà di campi d’interesse, quali il cinema, l’arte, la cultura, i musei, il teatro, i viaggi ecc. Ogni sottobrand avrà quindi caratteristiche proprie ed un’identità specifica compresa di sito, applicazione e nome proprio come: DOVADO.CINEMA, DOVADO.HOTEL, DOVADO.TEATRO, DOVADO.RISTORANTE, DOVADO.MUSEI , sono solo alcuni degli esempi per dimostrare la versatilità del modello d’impresa e la grande varietà di campi di mercato che si possono coprire.

3.2 Social Media. Alla base del piano di comunicazione vi è la forza del social networking. Il vero punto di contatto con il target è, nella prima fase di vita del brand, la pagina Facebook. Soprattutto nella fase teaser, per preparare il lancio del prodotto, si è rivelato uno strumento fondamentale che ci ha permesso la creazione di un bacino di utenti su cui poter fare affidamento e riferimento. La pagina ha il ruolo di parlare con gli utenti, informandoli sugli eventi dispo39

nibili e proposti nella webapp, e intrattenerli condividendo articoli legati al mondo della vita notturna e non solo. Nella fase teaser, abbiamo utilizzato la pagina per il countdown dell’evento di lancio, condividendo quotidianamente dei post di aggiornamento. Parallelamente abbiamo lanciato la campagna “#staserachefamo?” con l’obiettivo di comunicare un aspetto molto importante legato al tribal marketing: comunicare con lo stesso linguaggio della tribù. Ci poniamo le stesse domande che ogni membro si pone: dal problema centrale dell’indecisione sul cosa fare e dove andare la sera, derivano delle domande comuni, che sono quelle a cui noi rispondiamo con DOVADO. La pagina facebook è attualmente seguita da più di 5000 persone. I risultati raggiunti a due mesi dalla pubblicazione del video hanno superato le nostre aspettative. Il video sulla pagina Facebook ufficiale di Minimad ha raggiunto 32’000 visualizzazioni, 435 likes e 430 condivisioni. Sul loro canale Youtube il video è stato visualizzato 4’500, 350 apprezzamenti e 0 feedback negativi. Sulla nostra pagina Facebook lanciata nello stesso 40

minuto della pubblicazione del video, il post ha raggiunto le 20’000 visualizzazioni, ricevuto 200 likes ed è stato condiviso 220 volte. Il metodo di condivisione del video con un amico tramite il tag nei commenti, si è rivelato molto utile e funzionale. Il nostro account Instagram vanta 500 followers e più di 5000 persone si sono accreditate con DOVADO per andare a ballare. Questi dati sono in continua crescita giorno dopo giorno.

3.3 Allargare l’ orizzonte. Sebbene il mirino risulti attualmente puntato su un target giovane e dinamico, l’obiettivo risulta comunque quello di allargare l’orizzonte societario verso un pubblico più maturo ed eterogeneo, che aspiri ad altri passatempi o divertimenti. Subentra a questo punto la scissione del brand madre DOVADO in tanti piccoli sottobrand figli ,quali i precedentemente citati, per allargare l’offerta societaria in modo tale da accoppiarla ad una domanda più variegata e consistente. Prenderebbero il posto di di41

scoteche e bar notturni attrazioni di altro genere, quali cinema, eventi teatrali o musicali, mostre, esibizioni, destinate ad un pubblico che ha ormai già vissuto la tribù della notte e che ora gli preferisce divertimenti di altro genere. A portata di click, o meglio di app, si potrebbe facilmente trovare un dettagliato elenco di mostre in corso, eventi in programma, con allegate informazioni riguardanti la location, il prezzo di entrata ed eventuali ingressi settimanali ridotti, con la possibilità di fare una eventuale prenotazione.

3.4 La prima fase di Dovado e il suo target di riferimento. La prima fase è già operativa e si rivolge ad un pubblico prettamente giovane, come abbiamo visto in precedenza. Il target di riferimento è quello che nasce quando cala il sole e si perde nelle vie delle città per cercare un luogo di socialità (età compresa tra i 16 e i 30 anni), mentre gli adulti cominciano a preparare il letto per andare a dor42

mire. Il target territorialmente è composto maggiormente da giovani romani che conoscono le abitudini, i ritmi e le attrazioni capitoline. Una minoranza, in crescita, è costituita da fuori sede che si trovano a Roma per lavoro o per motivi di studio e rientrano in una fascia d’età che vai dai 19 ai 30 anni. Altri sono gli studenti Erasmus, che si trovano in Italia per studio e motivati alla ricerca del divertimento notturno. “La tribù della notte” è molto eterogenea e si diversifica per le abitudini e le proprie tendenze. In base al vestiario e alla musica che ascoltano si possono identificare delle sotto-tribù. Identificare precisamente chi sono diventa quasi impossibile. Quello che è invece possibile è cercare di identificare i bisogni e quindi cosa cercano. DOVADO Club è uno strumento che raccoglie le informazioni principali relative alle serate, sempre aggiornato che sostituisce il P.R. di fiducia, rendendo immediatamente fruibili tutte le risorse che offre la movida notturna.

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3.5 Dovado tour. Oggi nel XXI secolo regnano incontrastati i viaggi prenotabili online, tramiti siti quali booking.com, edreams.com, trivago.com ecc. Da un unico portale si può facilmente prenotare il viaggio, il soggiorno, con la possibilità di aggiungere eventuali assicurazioni e noleggi auto o moto. Per far comprendere come la tecnologia sia oggi un importante elemento determinante nella scelta della destinazione turistica, basta pensare che una percentuale di turisti scelgono il proprio albergo in base alla disponibilità del WI-FI. Le mete risultano in generale stereotipate, con poca diversificazione, volte principalmente ad un turismo di massa. L’obiettivo di DOVADO risulta quello di valorizzare quei percorsi trascurati dalle piattaforme prima citate, all’insegna di un rilancio culturale del patrimonio italiano, facendo leva su quelli che sono i punti forti della tradizione della nostra penisola. Ad esempio si potrebbe lanciare un tipo di turismo eco-sostenibile volto a valorizzare, sulla scia del cammino di Santiago, la via 44

Francigena, addirittura più datata della ormai ben nota meta spagnola. All’insegna invece del turismo eno-gastronomico, più importanza sarebbe da dare alle manifestazioni di paese, tradizioni popolari che accompagnano la nostra penisola da molto tempo; le cosiddette “Sagre” risultano momento di aggregazione e riscoperta dei prodotti locali, depurati da qualsiasi raffinatezza forzata, serviti nel modo stesso in cui vengono lavorati. Ogni regione può in tal modo diffondere e valorizzare i propri punti forti in maniera sostenibile, by-passando qualsiasi portale di portata internazionale.

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APPENDICE.

L’idea nasce a Roma nel Gennaio 2015, davanti al testo di A. Mattiacci, A. Pastore, Marketing il management orientato al mercato, da studiare per l’appello d’esame, tentavo di trovare un modo per unire la “domanda all’offerta” in un portale semplice e innovativo. Immediatamente ho condiviso col gruppo di amici universitari di varie facoltà, i quali anche essi immersi nel mondo della movida notturna, hanno sentito la necessità di trovare una soluzione al dubbio creato dalle tipiche domande che loro stessi ed i loro coetanei si pongono quotidianamente: stasera che 46

facciamo? Come passiamo il tempo? Dove? Trovare una risposta a questa domanda non è così facile come sembra, soprattutto nella città in cui nasce, dove la movida risulta essere così varia ed interessante quanto disorganizzata e dispersiva. Per avere sempre la risposta disponibile ed avere sempre le idee chiare quando si decide cosa fare la sera, nasce una start-up che progetta una soluzione, proponendo uno strumento basato su un modello scalabile e ripetibile. La soluzione proposta è quella di un’applicazione per smartphone, dalle funzionalità innovative, pratiche ed intuitive e dal design unico ed accattivante: DOVADO Club. A cosa serve? L’applicazione consiste in una vetrina virtuale che racchiude in sé tutto il palinsesto della movida capitolina e restituisce all’utente una lista di eventi in programma con la possibilità di poter consultare con pochissimi passaggi, tutte le informazioni a riguardo: location, tema della serata e listino dei prezzi per le varie modalità, avendo la possibilità di prenotare o acquistare il proprio: ingresso, tavolo, privé o ticket. Il design con cui si presenta e la necessità di dover restituire 47

una risposta nel minor tempo possibile, fanno dell’applicazione uno strumento pratico, veloce ed unico nel suo genere.

Un metodo innovativo.

La vera innovazione risiede nel poter prenotare o acquistare direttamente tramite l’applicazione, l’accredito all’evento al quale si vuole partecipare semplicemente con un tocco di smartphone. DOVADO Club non offre solo questo tipo di servizio, ma ti permette di ricevere dei privilegi esclusivi come per esempio saltare la fila all’ingresso dei locali, ricevere consumazioni e drink aggiuntivi, omaggi ed agevolazioni di ogni genere a seconda del tipo 48

di evento che si sceglie. Il metodo è: SCEGLI l’evento che preferisci dalla lista proposta, PRENOTATI con un semplice tocco e DIVERTITI in compagnia dei tuoi amici.

Queste caratteristiche sono i punti di forza dell’applicazione che risponde a quelle che sono le esigenze del pubblico a cui fa riferimento.

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La tribù della notte.

Il target di riferimento, ovvero la tribù della notte, com’ è facilmente intuibile dal nome, nasce quando cala il sole e si riversa nelle strade nella tarda ora, quando le persone cominciano a preparare il letto per andare a dormire. Comprende una fascia di persone che va dai 16 ai 30 anni. Territorialmente è composto maggiormente da romani che conoscono e governano i ritmi e le attrazioni capitoline. Una minoranza, in crescita, è costituita da fuori sede che si trovano a Roma per lavoro o per motivi di studio e rientrano in una fascia d’età che vai dai 19 ai 30 50

anni. Altri sono gli studenti Erasmus, che si trovano in Italia per studio e motivati alla ricerca del divertimento notturno. “La tribù della notte” è composta da molte sfaccettature ed ognuna di esse ha i suoi bisogni e le sue tendenze. In base al vestiario e alla musica che ascoltano si possono identificare delle sotto-tribù. Identificare precisamente chi sono diventa quasi impossibile. Quello che è invece possibile è cercare di identificare i bisogni e quindi cosa vogliono. DOVADO Club è strumento che raccoglie le informazioni principali relative alle serate, sempre aggiornato che si sostituisce il tuo PR di fiducia, rendendo immediatamente fruibili tutte le risorse che offre la movida notturna.

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Il Brand.

Il nome. L’operazione di naming è stata molto delicata. Dovevamo cercare un nome che potesse integrarsi bene e facile da ricordare all’interno della tribù notturna romana, spiegando con un unico termine lo spirito e la funzionalità del prodotto e che potesse essere al passo con i canoni ed il trend del momento, in modo da poter entrare velocemente nel mondo del mercato ed affermarsi rapidamente. Il nome necessitava però di essere duraturo nel tempo e di non perdere valore con il passare delle mode. Il nome DOVADO racchiude, e nello stesso tempo rispecchia, tut52

ti i punti sopra descritti. Deriva da un adattamento del dialetto romano per l’espressione “dove vado” diretta discendente della domanda chiave del “che facciamo stasera?”. Si integra bene all’interno della tribù romana, in quanto ricorda un’espressione tipica del suo linguaggio, usando la forza emotiva intrinseca del dialetto un elemento radicato nella società culturale in cui opera. Ulteriore punto di forza è la sonorità del termine, che rientra per assonanza in quelli che sono i criteri del trend del momento.

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Il logo.

Il

marchio

prima

linea

è

la del

fronte di comunicazione. Progettato per essere di forte impatto e al tempo stesso descrive lo spirito e la forza che racchiude in sé. La forma che spicca e che si percepisce per prima è il place marker (segnaposto). Costruito per descrivere la funzionalità di fornire informazioni sui luoghi di intrattenimento della movida romana, il place marker riporta alla mente il legame tra, il concetto di luogo fisico e la corrispettiva vetrina virtuale, dando un’idea solida del tipo di servizio che offre. Questo viene progettato all’interno del marchio per accogliere il nome del prodotto, 54

che grazie alla sua composizione di sei lettere risulta sillabato. La costruzione del naming non fa riferimento a nessun carattere tipografico preesistente e le lettere sono progettate da zero su una griglia modulare. Il tutto è reso armonico ed innovativo dal modo particolare in cui le lettere sono disposte, ovvero simmetrico e speculare.

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La colorazione. Uno degli elementi di supporto del tono del brand, è quello del colore. La gamma cromatica scelta è quella tipica del club. Il viola scuro, usato come sfondo, permette di rivivere l’atmosfera buia che si respira nei locali e che fa da sottofondo alle azioni che avvengono nel suo abbraccio. L’unica fonte d’illuminazione consiste nelle luci stroboscopiche di colore bianco, i neon per antonomasia, di colori molto accesi tra cui il rosa fluorescente. Questi tre colori convivono così nel

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logo,supportando il tono tribale del brand ed inserdo gli utenti in un contesto che appare loro come familiare.

Obiettivi. L’obiettivo principale per cui l’idea nasce è quello di fornire una risposta alla domanda “stasera che facciamo ?”. In che modo? Istituendo una tribù intorno al nostro prodotto applicando quelle che sono le strategie

l e-

gate al marketing tribale e creare una piattaforma sociale e comunitaria sul mondo della notte, che non dia solo la possibilità d’informarsi sugli eventi disponibili ma che fornisca agli utenti delle nuove funzionalità che rendono più comoda e rapida l’organizzazione del divertimento notturno. L’obiettivo della comunicazione è quindi quello di entrare nella tribù della notte, soprattutto tramite i social come Facebook, Twitter e Instagram, consolidando e creando un prodotto che diventi per loro uno strumento 57

abituale, fonte di ispirazione per la scelta quotidiana del dove andare e cosa fare.

Accordi e sponsor.

DOVADO fa affidamento a reti di pubbliche relazioni già esistenti e consolidate, che si occupano di organizzazione di eventi. Partendo da queste possibilità abbiamo cominciato, stipulando degli accordi con loro per costruire una base solida su cui poter avviare l’impresa. Il meccanismo di DOVADO viene infatti reso possibile dal consenso e dalla partecipazione dei locali partner con cui, vengono 58

stretti accordi in base al contesto con cui ed in cui operano. Presentando infatti la nostra iniziativa ad un buon numero di locali abbiamo ricevuto subito un ottimo riscontro: vedendo infatti la possibilità di essere pubblicizzati su una piattaforma che può diventare un nuovo strumento di uso comune ben organizzato. I proprietari dei locali coinvolti hanno dato una risposta positiva rendendosi disponibili a stringere degli accordi. Il metodo più gettonato, che fornisce il primo approccio per colpire la clientela, è stato quello di creare delle file dedicate (salta fila); la proposta successiva è stata quella di offrire un servizio aggiuntivo una volta entrati all’interno del locale ovvero una consumazione o uno shot omaggio. Tutto questo viene offerto in cambio dell’inserzione sul nostro servizio e la relativa pubblicità che ne consegue, sia sull’applicazione/webapp, sia sulle pagine social.

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Social Media.

Alla base del piano di comunicazione vi è la forza del social networking. Il vero punto di contatto con il target è, nella prima fase di vita del brand, la pagina di Facebook. Soprattutto nella fase teaser, per preparare il lancio del prodotto, si è rivelato uno strumento fondamentale che ci ha permesso la creazione di un bacino di utenti su cui poter fare affidamento e riferimento. La pagina ha il ruolo di parlare con gli utenti, informandoli sugli eventi disponibili e proposti nella webapp, e intrattenerli condividendo articoli legati al mondo della vita notturna e non solo. Nella fase teaser, abbiamo utilizzato la pagina per il countdown dell’evento di lancio, condividendo quotidianamente dei post di aggiornamento. Parallelamente abbiamo lanciato la campagna “#staserachefamo?” con l’obiettivo di comunicare un aspetto molto importante legato al tribal marketing: comunicare con lo stesso linguaggio della tribù. Ci poniamo le stesse domande che 60

ogni membro si pone: dal problema centrale dell’indecisione sul cosa fare e dove andare la sera, derivano delle domande comuni, che sono quelle a cui noi rispondiamo con DOVADO.

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Raccolta dei dati.

L’applicazione ci permette di raccogliere una serie di dati sul tipo di pubblico che frequenta i locali, fondamentali, sia per un tipo di analisi interna, sia per i proprietari dei locali, permettendo loro di poter fare mosse mirate ed avere un riscontro sul proprio locale.Per prenotarsi è infatti necessario un identificazione: si ha la possibilità di entrare con il proprio account Facebook, con quello Instagram oppure di compilare un piccolo modulo con il nome della persona che sta usufruendo dell’applicazione, il numero di persone che porterà con lui il giorno dell’evento, la modalità di ingresso che ha scelto (nel caso il 62

locale ne propone più di una), l’indirizzo email per ricevere l’avviso di avvenuta prenotazione e il numero di telefono (opzionale). Questi dati permettono quindi di accedere ad una serie di informazioni molto specifiche sul pubblico dei locali e risultano essere fondamentali per le azioni strategiche future.

Un po‘ di numeri. La pagina Facebook è attualmente seguita da più 5000 persone. I risultati raggiunti a tre mesi dalla pubblicazione del video hanno superato le nostre aspettative. Il video sulla pagina Facebook ufficiale di Minimad ha raggiunto 32’000 visualizzazioni, 435 likes e 430 condivisioni. Sul loro canale Youtube il ha è stato visualizzato 4’500 visualizzazioni, 350 apprezzamenti e 0 feedback negativi. Sulla nostra pagina Facebook lanciata nello stes63

so minuto della pubblicazione del video, il post ha raggiunto le 20’000 visualizzazioni, ricevuto 200 likes ed è stato condiviso 220 volte. Il metodo di condivisione del video con un amico tramite il tag nei commenti si è rivelato molto utile e funzionale. Il nostro account Instagram vanta 300 followers e più di 5000 persone si sono accreditate con DOVADO per andare a ballare. Questi dati sono in continua crescita giorno dopo giorno.

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App per smartphone. L’applicazione è l’elemento portante della struttura di DOVADO. E’ disponibile dal 28/09/2015 sia per i dispositivi con sistema operativo Android sia per iOS. Si presenta con un design molto minimale volto alla semplicità ed implementato con informazioni aggiuntive rispetto a quelle presenti: vogliamo dare maggiore importanza all’aspetto della location creando una vera e propria guida notturna con l’inserimento di una sezione speciale legata ai locali che collaborano che vengono recensiti e pubblicizzati.

Ritorno dell’investimento. Essendo agli albori, la startup si limita a fare una previsione di quello che è il possibile ritorno dell’investimento e delle fonti di 65

guadagno per alimentare il capitale d’impresa e poter aprire le porte a nuove iniziative ed investimenti. Inizialmente gli accordi stipulati hanno come unico riscontro quello della pubblicità: sono infatti accordi che non hanno uno scopo di lucro e che puntano esclusivamente allo scambio reciproco di servizi e pubblicità che porta nella fase iniziale un’ottima visibilità e fornisce all’impresa una buona dose di credibilità, elemento fondamentale per colpire il target. La previsione è quella di alimentare il capitale d’impresa una volta che il servizio si afferma tra il pubblico, quindi avere un inserzione su DOVADO, risulta essere nell’interesse dei locali stessi, che sono disposti a pagare una tassa mensile o annuale, per essere pubblicizzati e recensiti, in base ai nuovi accordi che verranno stipulati. Una volta che ciò succede si possono avere tante forme di sovrattassa che i locali potranno pagare per ricevere servizi aggiuntivi quali: pubblicità prioritarie o sponsorizzazioni interne. Successivamente, grazie al modello d’impresa che risulta essere replicabile e scalabile si può pensare all’espansione territoriale portando 66

DOVADO in altri capoluoghi per poi in un futuro ancora prossimo estenderlo sulla totalità del territorio italiano. Un altro aspetto per il quale la start-up punta per poter crescere anche finanziariamente è quello di creare in futuro un brand madre DOVADO, con tanti sottobrand quanti sono i servizi offerti.

Family branding. Uno dei primi progetti futuri è sicuramente l’espansione in altre città. Il modello di costruzione del brand è infatti scalabile e ripetibile e la funzionalità viene garantita in67

dipendentemente del territorio in cui si opera. Nel mirino c’è sicuramente Milano come prima città da integrare nel progetto, e si guadagna questa priorità grazie alla sua movida molto particolare e caratterizzata dalla centralità della città stessa. Abbiamo già contatti con alcune realtà milanesi che sono disposte a collaborare con noi qualora questo progetto andasse in porto. Subito dopo verrebbe coinvolta qualche altro capoluogo del nord come Torino o Bologna per poi portare l’idea anche verso il Sud, soprattutto a Gallipoli dove siamo bene agganciati a realtà locali molto importanti, fino ad arrivare a coprire l’intero territorio italiano e diventare un punto di riferimento nazionale per il mondo della vita notturna. Uno dei progetti futuri è quello della creazione di un family brand e di una rete di comunicazione che tiene sotto-controllo, monitora e si occupa di offrire servizi su più campi d’azione. Il progetto è quello di instaurare un brand madre DOVADO ed una serie di sottobrand che coprono una grande varietà di campi d’interesse, quali il 68

cinema, l’arte e la cultura, il teatro, i viaggi ecc. Ogni sottobrand avrà quindi caratteristiche proprie ed un’identità specifica compresa di sito, applicazione e nome proprio come: DOVADO.CINEMA, DOVADO.HOTEL, DOVADO. TEATRO, DOVADO.RISTORANTE sono solo alcuni degli esempi per dimostrare la versatilità del modello d’impresa e la grande varietà di campi di mercato che si possono coprire.

Impegno sociale. Trovandosi a creare uno strumento di utilità per una tribù già esistente ed affermata il brand vuole tutelarla ed essere un punto di riferimento per tutti i suoi membri. La tribù della notte si trova infatti ad essere piuttosto trascurata dal sistema in cui si muove, ed il nostro brand vuole fare da intermediario tra queste due identità. Abbiamo infatti molto a cuore i meccanismi che regolano le dinamiche della tribù e ci impegniamo per diffondere i principi in cui crediamo: vogliamo una vita notturna che 69

goda di una propria identità e di una sua autorevolezza per cercare di attutire quegli aspetti negativi che gravitano intorno ad essa. Crediamo infatti, che semplicemente riconoscendo l’identità della vita notturna e fornendo dei mezzi adeguati e all’altezza, molti dei disagi legati a questo mondo possano scomparire. Gli incidenti del sabato sera, l’abuso di alcool e sostanze stupefacenti e la movida selvaggia, sono alcuni dei punti che riflettono un disagio e una trascuratezza con i quali la tribù della notte fa i conti quotidianamente.

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