eBook - Iacopo da Varazze, Leggenda aurea. Storie dal deserto, storie malvagie, storie strane

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Iacopo da Varazze

LEGGENDA AUREA STORIE DAL DESERTO, STORIE MALVAGIE, STORIE STRANE

Antologia e commento a cura di Giovanni Paolo Maggioni Traduzione italiana coordinata da Francesco Stella

SISMEL EDIZIONI DEL GALLUZZO

2016

info e copyright Via Montebello 7, I-50123 Firenze phone +39.055.237.45.37 · fax +39.055.237.34.54 [email protected] · [email protected] PDF: ISBN

978-88-8450-703-7

© 2016 – SISMEL - Edizioni del Galluzzo e Edizione nazionale dei testi mediolatini d’Italia Questo e-book è messo a disposizione dell’utente per uso esclusivamente privato e personale, senza scopo di lucro e senza fini direttamente o indirettamente commerciali. È fatto divieto di riprodurre, trasmettere, distribuire o altrimenti utilizzare l’e-book, per qualsiasi scopo o fine. Tutti i diritti sono riservati. This e-book is for private and personal use only and it may not be used commercially for profit under any circumstance. No part of this publication may be reproduced, stored in a retrieval system or transmitted, in any form or by any means, electronic, mechanical, photocopying, recording, or otherwise. All rights reserved.

Questo e-book ripropone parte del volume: Iacopo da Varazze, Legenda aurea. Con le miniature del codice Ambrosiano C 240 inf. Testo critico riveduto e commento a cura di G. P. Maggioni. Traduzione italiana di G. Agosti, C. Bottiglieri, M. Fucecchi, E. Gelli, L. Graverini, G. P. Maggioni, A. Rodighiero, E. Secci, F. Sivo, F. Stella, coordinati da F. Stella con la revisione di G. P. Maggioni. Premessa di C. Leonardi. Firenze, 2007 («Edizione nazionale dei testi mediolatini» 20). ISBN 978-88-8450-258-2 © 2007 – SISMEL - Edizioni del Galluzzo e Edizione nazionale dei testi mediolatini

online catalogue www.sismel.it online repertories and journals www.mirabileweb.it

SOMMARIO

IX XIII XVII

Leggere la Legenda aurea oggi, di Giovanni Paolo Maggioni Nota alla traduzione, di Francesco Stella Strane storie dal deserto, storie malvagie, storie strane, di Giovanni Paolo Maggioni

STORIE DAL DESERTO, STORIE MALVAGIE, STORIE STRANE STORIE DAL DESERTO

3 7 15 21 23 27 31

San Paolo Eremita Sant’Antonio San Pastore abate San Giovanni abate San Mosè abate Sant’Arsenio abate Sant’Agatone abate

37 41 47 53 57 63

Giuda Iscariota Ponzio Pilato Guerra giudaica Il parto di Nerone Giuliano l’Apostata Maometto

STORIE MALVAGIE

STORIE STRANE

71 75 85 91 95 103

Sant’Anastasia San Giovanni Elemosiniere San Patrizio Santa Petronilla San Cristoforo I sette dormienti vii

SOMMARIO

109 117 125 141 145

Le undicimila vergini San Maurizio e i suoi compagni San Michele San Brizio Santi Barlaam e Iosafat

160

Altri titoli della collana

viii

LEGGERE LA LEGENDA AUREA OGGI di Giovanni Paolo Maggioni IL

CONTESTO STORICO IN CUI È NATA LA

LEGENDA AUREA

Iacopo da Voragine (forse più noto in Italia come Iacopo da Varazze) compose la prima redazione del suo leggendario, quello che noi chiamiamo adottando il titolo tardivo Legenda aurea, negli anni ’60 del XIII secolo, quando non si era ancora spenta l’eco dell’assassinio del suo confratello domenicano Pietro da Verona, ucciso il 6 aprile 1252 a colpi di roncola in un agguato tesogli da eretici lombardi probabilmente in combutta con nobili locali. Il martire Pietro venne canonizzato il 9 marzo 1253 con una rapidità senza precedenti e la sua leggenda fu argomento e occasione per una controffensiva soprattutto culturale che permise finalmente alla Chiesa cattolica di ripristinare la sua piena autorità spirituale nel difficile contesto italiano. Più di trent’anni dopo, quando nelle carceri di Genova, pressoché contemporaneamente alla trascrizione ad opera di Rustichello da Pisa delle memorie del veneziano Marco Polo, il pisano Neri Sampante copiò l’ultima redazione del leggendario di Iacopo, questi rivestiva la carica di arcivescovo della città ed era fortemente turbato per i disordini che avevano portato agli scontri armati tra le diverse fazioni cittadine e all’incendio della cattedrale di San Lorenzo. In questo contesto storico caratterizzato da un’estrema violenza e instabilità, come mostra l’epigrafe del monumento equestre milanese dedicato a Oldrado da Tresseno, che in stretta collaborazione proprio con Pietro da Verona ‘bruciò i catari come era suo dovere’, la Legenda aurea conobbe una grandissima fortuna imponendosi fino a soppiantare completamente nella produzione libraria coeva i leggendari precedenti (come quelli di Bartolomeo da Trento e di Jean de Mailly) e di fatto rendendo marginale e quasi superflua per secoli la composizione di nuovi leggendari agiografici (come quelli di Pietro Calò e di Pietro de Natalibus). ix

NOTA ALLA TRADUZIONE di Francesco Stella L’idea di riproporre estratti tematici di quell’immenso ma ingestibile complesso testuale che è la Legenda aurea è segno della sensibilità di un editore cui sta a cuore diffondere una cultura, quella medievale, che è fondativa della civiltà europea ma abitualmente poco accessibile nei canali convenzionali, nella consapevolezza della diversità di interessi dei possibili destinatari. E naturalmente in un’operazione, come questa si propone di essere, di trasmissione di contenuti verbali l’impostazione traduttologica diventa strumento fondamentale e non può che farsi carico della distanza fra gli obiettivi ideali e la realizzazione concreta. Ai tempi di Iacopo, infatti, il latino era una lingua franca internazionale più di quanto sia oggi l’inglese per l’Occidente europeo e americano, dato che si usava anche nella liturgia quotidiana e nei documenti politici e intellettuali di tutte le nazioni, ma a differenza dell’inglese attuale non era lingua madre né lingua d’uso familiare per nessuno. É dunque impossibile riprodurre in italiano questo effetto di lingua “padre”, come è stata chiamata, o di seconda lingua universale. Su questo sfondo generale si innestano le caratteristiche specifiche del testo di Iacopo. L’impresa dell’edizione originaria, realizzata in soli due anni per onorare i tempi editoriali, mirava a una prosa italiana corrente, evitando nei limiti del possibile gli arcaismi scolastici che non fossero necessari alla correttezza tecnica, ma preservando nel contempo l’ambientazione rituale della raccolta; intendeva aderire allo stile semplice, modesto e finanche ripetitivo di Iacopo senza cercare estetismi anacronistici ma anche senza indulgere alla negligenza facilmente indotta da testi, come le raccolte agiografiche, solitamente privi di ambizioni stilistiche perché destinati all’uso pratico e, oseremmo dire, performativo più che alla lettura privata o alla presentazione letteraria. Nel contempo avevamo raccomandato all’équipe di traduttori, il cui lavoro è stato poi revisionato da me e dal curatore del testo latino G. P. Maggioni, di tenere presente la stratificazione di interxiii

STORIE DAL DESERTO, STORIE MALVAGIE, STORIE STRANE di Giovanni Paolo Maggioni Nella letteratura agiografica il deserto libico di Sirte rappresenta una sorta di spazio fuori dal tempo, soprattutto fuori dal ritmo della rituale quotidianità degli uomini comuni. Le leggende riguardanti questi santi del deserto circolavano nell’Europa latina soprattutto in una raccolta intitolata Vite Patrum (Vite dei Padri), la quale era composta da una serie di libelli dedicati - monograficamente diremmo noi – a singoli santi e da un’antologia intitolata Verba seniorum (Parole degli anziani) in cui erano raccolti brevi aforismi costituiti in massima parte da risposte sapienziali e argute. Il contenuto dei manoscritti delle Vitae Patrum era molto variabile, vista la facilità con cui durante la ricopiatura si potevano aggiungere o togliere leggende e aneddoti, ma una parte, costituita da opere dei grandi padri della Chiesa, come Gerolamo, Sulpicio Severo, Cassiano e Palladio, era raramente tralasciata. Si è scelto di inserire qui le leggende di Paolo primo eremita, in un certo modo considerato il precursore di questo particolare tipo di santità e di Antonio abate, la cui vita, scritta da Atanasio, costituì un modello che rimase per secoli imprescindibile nella letteratura agiografica, radicandosi profondamente nella cultura europea e fornendo spunto per una impressionante serie di capolavori letterari e artistici, a partire dal Trittico di Hieronymus Bosch, conservato a Lisbona. Iacopo da Voragine scelse di raccogliere alcuni dei Verba seniorum riprendendo alcuni detti memorabili di cinque venerabili abati, in cinque capitoli inseriti nella parte finale della Legenda aurea, senza una corrispondenza effettiva con l’anno liturgico. La posizione nella parte finale del leggendario rispondeva anche a un’utilità pratica: i predicatori, a cui era destinata innanzitutto l’opera, potevano ritrovare con facilità questi capitoli che fornivano materiale conciso, efficace e utilissimo per illustrare i sermoni. Va considerato inoltre che l'ultima parte della Legenda aurea ha un valore simbolico, rappresentando un cammino che va dal verbum (i Verba seniorum), l’exemplum (la leggenda di Barlaam e Iosaphat, di cui si dirà più xvii

STORIE DAL DESERTO

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