Edmondo De Amicis a Imperia. Catalogo della biblioteca

May 25, 2017 | Autor: S. Fiorentina | Categoria: Italian Studies, Ottocento, Edmondo De Amicis
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Diego Divano (Novi Ligure, 1982), docente della scuola secondaria e dottore di ricerca dell’Università degli Studi di Genova, ha studiato l’opera di scrittori e giornalisti vissuti tra la fine dell’Ottocento e il Novecento (Giovanni Ansaldo, Umberto Fracchia, Rubino Rubini). Ha pubblicato Alle origini della «Fiera letteraria» (1925-1926) (Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2009) e curato il Carteggio tra Camillo Sbarbaro e Enrico Falqui (Genova, San Marco dei Giustiniani, 2012).

euro 28,00 www.sefeditrice.it

Edmondo De Amicis a Imperia edmondo de amicis a imperia - catalogo della biblioteca

Considerata dalla ricerca archivistica contemporanea come uno strumento indispensabile per approfondire la conoscenza della personalità degli scrittori d’ogni tempo, l’analisi di una biblioteca d’autore consente agli studiosi di immergersi in un mare magnum librario costituito da testi unici o rari, esemplari annotati, dediche autografe, capace di illuminare il profilo intellettuale – gusti letterari, modalità di lavoro, relazioni intrattenute – del collezionista che le ha dato forma. La biblioteca di Edmondo De Amicis, con i suoi 2.567 titoli qui registrati e descritti al termine di un meditato lavoro di selezione compiuto all’interno della Biblioteca Civica «Leonardo Lagorio» di Imperia ove i volumi sono conservati, rientra a pieno titolo in quest’ambito proponendosi come «una tra le capitali biblioteche d’autore dell’Ottocento» (così Franco Contorbia). Sulle tracce delle schede bibliografiche disposte secondo l’ordine alfabetico degli autori si delineano innumerevoli itinerari di lettura lungo i quali scoprire via via interessi culturali, passioni politiche, infatuazioni poetiche, suggestioni odeporiche, curiosità linguistiche perfettamente sovrapponibili e complementari alle stagioni artistiche di uno scrittore che, nella sua quarantennale carriera, ha saputo cimentarsi in una grande varietà di generi letterari.

2. Catalogo della biblioteca a cura di

Diego Divano

Edmondo De Amicis a Imperia 2. Catalogo della biblioteca a cura di Diego Divano

Società

Editrice Fiorentina

Volume pubblicato con il contributo del MIUR e dell’Università degli Studi di Genova (cofinanziamento PRIN 2010-2011)

© 2015 Società Editrice Fiorentina via Aretina 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 [email protected] www.sefeditrice.it isbn: 978-88-6032-403-0 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata In copertina: Edmondo De Amicis al tavolo da lavoro (F2/A6)

Indice



vii Introduzione



catalogo della biblioteca

3 A 11 B 25 C 43 D 75 E 77 F 87 G 107 H 111 I 115 J 117 K 119 L 131 M 145 N 149 O 153 P 165 Q 167 R 177 S 189 T 199 U 201 V 209 W 211 Y 213 Z

Introduzione

Sottratto alla esclusiva giurisdizione degli anodini regesti topografici redatti dalle biblioteche e delle più accattivanti pubblicazioni allestite dai librari antiquari a beneficio pressoché esclusivo di una ristretta platea di bibliofili, l’apparentemente arido genere del catalogo bibliografico pare aver acquisito negli ultimi decenni un rinnovato vigore in virtù della sua assimilazione allo studio delle biblioteche d’autore, considerate ormai unanimemente come un apparato ineludibile per approfondire la conoscenza della personalità e degli interessi degli uomini di cultura di cui valga la pena serbare memoria. Sebbene difficoltà pratiche sembrino ancora oggi ostacolare il recupero e la sistemazione di patrimoni librari spesso ingenti – si pensi alla maggiore facilità di dispersione nel tempo di singoli volumi, alle possibilità di vendita o di divisioni ereditarie, alla difficoltà nell’individuazione di spazi idonei alla loro conservazione –, la complementarietà filologica del contingente dei testi letti, studiati o semplicemente posseduti da un autore nel corso della sua esistenza con l’analisi dell’intero corpus delle sue opere e delle sue carte private costituisce un’evidenza della quale hanno preso atto tutte le principali istituzioni archivistiche contemporanee. La presenza di esemplari annotati, di una nutrita serie di dediche autografe, di testi unici o assai rari, rende tali collezioni qualcosa di più della semplice somma dei libri che le costituiscono, configurandosi come una vera e propria fotografia del profilo culturale di un autore, della rete delle sue relazioni, delle sue modalità di studio e di lavoro. La volontà dello scrittore di dare corpo a una raccolta da tramandare ai posteri e le dinamiche legate allo scorrere del tempo giocano, nel processo di ricostruzione di una biblioteca d’autore, un ruolo di assoluta predominanza: accade quindi che, allontanandosi progressivamente dai nostri giorni, l’individuazione delle esatte proporzioni del nucleo originario di un patrimonio librario si riveli sempre più complicata, e nel contempo si renda indispensabile procedere a una ricostruzione delle vicende che contribuirono alla sua composizione, non limitando lo sguardo soltanto all’apporto di colui

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che si prese cura del suo allestimento, ma anche illustrando le vicissitudini attraverso le quali tale patrimonio è giunto fino a noi. Si lascerà perciò all’immaginazione del lettore un poco esperto del percorso biografico di Edmondo De Amicis la percezione di quanto possa apparire difficoltoso l’isolamento dell’esatto novero di volumi indubitabilmente appartenuti allo scrittore, tenendo conto che l’accidentato percorso di formazione della sua biblioteca – già comprendente un non esiguo numero di testi raccolti dal padre Francesco e dalla madre Teresa, appassionati cultori di lettere –, iniziato durante gli anni dell’apprendistato letterario fiorentino tra il 1867 e il 1871, passò attraverso una serie non irrilevante di peripezie: si sarebbe dovuto infatti attendere il ritorno nella casa materna a Torino, in via S. Francesco d’Assisi, 24, il trasloco con la famiglia nel 1879 in piazza S. Martino, 1 (dal 1888 in piazza dello Statuto, 18), e, in seguito alla morte del figlio Furio e alla separazione dalla moglie Teresa Boassi, il ritiro in via Pietro Micca, 10, prima che la collezione assumesse le dimensioni abbozzate con buon margine di approssimazione in prima persona nel celebre scritto La mia officina pubblicato sulla «Lettura» nel luglio 1902 (II, 7, pp. 577-583). Se non bastassero i dubbi epistemologici legati alla configurazione di una raccolta che, coagulatasi attorno agli interessi personali, agli studi compiuti per la realizzazione di alcuni dei libri che lo avrebbero reso noto al grande pubblico, alle sopraggiunte passioni politiche, finì poi per deflagrare e probabilmente allargarsi ben al di là delle predilezioni dello scrittore sotto il peso di tutti gli omaggi che l’autore di Cuore iniziò sistematicamente a ricevere in ragione della sua celebrità da amici, ammiratori e case editrici, sono soprattutto gli avvenimenti posteriori alla morte di De Amicis a rendere la biblioteca oggetto di questa ricognizione un’entità dotata di una vita autonoma e per certi aspetti insondabile. È così che nel 1908 il trasferimento dell’intero patrimonio librario di De Amicis nelle mani del figlio Ugo, unico erede dello scrittore, segna non certo la conclusione di questa vicenda bibliografica, ma soltanto un momento di passaggio attraverso il quale si aprono le porte per una progressiva integrazione della collezione, frutto di aggiunte arbitrarie e di acquisizioni derivanti da altre biblioteche di famiglia, in un processo protrattosi fino al coinvolgimento dei libri – in aggiunta alla nutrita messe di documenti autografi registrati nel Catalogo dell’archivio di Edmondo De Amicis, pubblicato in parallelo al presente volume – nel lascito testamentario che nel 1970, alla morte di Vittoria Bonifetti, vedova di Ugo, destinò alla Biblioteca Civica «Leonardo Lagorio» di Imperia la tutela dell’eredità culturale deamicisiana. Alla luce di queste riflessioni, che danno conto della sostanziale impossibilità di stabilire con certezza l’appartenenza o meno di molti dei volumi presi in esame alla biblioteca di Edmondo De Amicis, si è scelto di prendere in considerazione soltanto i libri la cui data di pubblicazione fosse anteriore o uguale al 1908, tralasciando tutti quelli con datazione posteriore: un modus operandi che, pur passibile di errori – nulla vieta, infatti, che volumi stampati precedentemente alla morte dello scrittore e privi di segni particolari siano confluiti successivamente nella raccolta –, consente quanto meno di escludere un buon numero di titoli indubitabilmente mai apparte-

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nuti allo scrittore, permettendo di passare dagli oltre tremila volumi conservati presso l’istituzione onegliese alla cifra di 2.567 titoli che corrispondono, al netto di ulteriori espunzioni e della presenza di volumi doppi, alle schede enumerate nel presente catalogo. Pur nelle ridotte dimensioni che la raccolta in questo modo finisce fisiologicamente (e arbitrariamente) per acquisire – assai lontane dalla stima di quattromila testi suggerita in La mia officina –, alla vista delle alte file di scaffali sui quali oggi i volumi sono stati ordinatamente posizionati all’interno del magazzino della Biblioteca Civica di Imperia, si sarebbe propensi a non accogliere l’invito all’arrendevolezza rivolto da De Amicis ai bibliotecari del domani: È una biblioteca senza capo né coda, con un monte di cartaccia superflua e cento lacune vergognose […]. Avendo io avuto il ticchio di raggruppare i libri in ragione dei colori, n’è riuscito un arruffio di rigatteria, in cui non si raccapezzerebbe in un mese il più paziente bibliotecario d’Italia (La mia officina, cit., p. 579).

Parzialmente inibita da uno stato di conservazione dei volumi non certo ottimale – nonostante la presenza di un gran numero di testi che lo stesso De Amicis aveva provveduto a dotare di robusta rilegatura, almeno un quarto della raccolta presenta danni ingenti alle brossure originali, tanto da obbligare i catalogatori a collocare i volumi all’interno di provvisorie buste di carta in attesa di una quanto mai auspicabile operazione di restauro –, una descrizione bibliografica orientata a offrire un quadro realistico e particolareggiato delle predilezioni culturali del collezionista appare tuttavia possibile, a patto che lo studioso si convinca ad allontanarsi dalle suggestioni memoriali deamicisiane, e ancor più dalle troppo limitative differenziazioni cromatiche (la «biblioteca rossa» dedicata alla questione sociale, presente ma numericamente non prioritaria, la «biblioteca americana», composta da libri dedicati all’Argentina e all’Uruguay, ridotta a termini quasi marginali, la «biblioteca delle traduzioni», comprendente le traduzioni dei libri deamicisiani in lingua straniera, folta ma difficile da isolare con certezza dato l’alto numero di inserimenti postumi), per virare prosaicamente sull’individuazione di tassonomie più organiche e complessive che consentano di abbracciare i tanti nuclei tematici che costituiscono la struttura della biblioteca. Un primo elemento significativo di quella che è ormai riconosciuta come una delle capitali biblioteche d’autore dell’Ottocento italiano, vige proprio, paradossalmente, nell’impossibilità di limitare l’orizzonte culturale della raccolta al solo ambito nazionale. La preponderanza di volumi in lingua francese (quasi un quarto dell’intera collezione) si configura non soltanto come sintomo di una personale preferenza letteraria, ma si allarga a fornire una concreta testimonianza dell’influenza della cultura transalpina nella società italiana – ma qui soprattutto piemontese e torinese, a dispetto della situazione storico-politica ancora critica all’indomani della conclusione del processo unitario – dell’epoca. Sebbene non manchino riferimenti ad autori del XVI, XVII e XVIII secolo come Condillac, Molière, Montaigne, Pascal, Rabelais e Rousseau, alcuni dei quali presenti con le loro opere complete in edizioni di pregio

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(senza contare l’assenza dell’edizione delle opere di Voltaire in settanta volumi del 1784, presumibilmente quella nota come édition de Kehl, che De Amicis stesso indicava quale pezzo di maggior prestigio della propria biblioteca), e un rilevante contingente di opere storiografiche – Louis Blanc, Alphonse de Lamartine, Napoleone Bonaparte, Hippolyte Taine, Adolphe Thiers –, la quasi totalità dello spazio è riservata ai grandi romanzieri dell’Ottocento, oggetto di una venerazione proporzionale al numero di titoli posseduti. Accanto ai volumi di Balzac, Paul Bourget, Chateaubriand, Flaubert, Anatole France, Maupassant, Jules Michelet (ispiratore di Cuore con il suo L’amour), George Sand, Stendhal, Eugène Sue, spiccano inoltre le copie delle edizioni di Émile Augier, Alphonse Daudet, Paul Déroulède, Alexandre Dumas figlio, Victor Hugo ed Émile Zola che, come incontrovertibilmente segnalato dalle dediche apposte in apertura, lo scrittore ricevette brevi manu in alcuni dei suoi soggiorni parigini (nel giugno 1878 e nel novembre-dicembre 1880) prontamente documentati in articoli e conseguenti volumi dedicati agli illustri colleghi all’indomani delle visite. La pattuglia relativamente esigua di scrittori inglesi (Byron, Coleridge, Dickens, Scott, Swift, Thackeray, Wilde), spagnoli (Cervantes), russi (Dostoevskij, Gogol, Tolstoj, Turgenev), tedeschi (Goethe, Heine, Nietzsche, Schiller, Schopenhauer) e americani (Poe), nonostante la non occasionale consuetudine di De Amicis con alcune di queste lingue – in particolare con lo spagnolo, oggetto di svariati tentativi di apprendimento fin dal suo viaggio nella penisola iberica del 1872 – arricchisce il quadro degli interessi per le suggestioni letterarie straniere, ma deve necessariamente transitare attraverso l’ausilio di traduzioni italiane o, per l’appunto, francesi. La seconda delle tre principali sezioni in cui il materiale librario può essere suddiviso è certamente quella dei grandi classici italiani, nella quale, a dispetto delle orribili lacune lamentate da De Amicis, non sembrano palesarsi assenze di rilievo rispetto alle canonizzazioni tutt’oggi adottate dalle moderne storie della letteratura. Non mancano tuttavia squilibri, forse del tutto accidentali – un solo volume di Boccaccio, e per giunta un’edizione antologica di Novelle scelte, curate da Raffaello Fornaciari, a fronte di una più ampia presenza di edizioni, anche straniere, della Commedia –, né, per converso, preziosità bibliografiche, come un’edizione di Sonetti canzoni, et triomphi petrarcheschi, stampata a Venezia nel 1548 e donata da Gabriele d’Annunzio nel 1905, o una copia del Misogallo alfieriano recante a frontespizio le indicazioni di luogo e di data «Londra, 1799» – ma assai più probabilmente stampato a Firenze qualche anno dopo –, scampata alla dispersione della piccola biblioteca allestita dal padre Francesco e per la maggior parte messa in vendita per far fronte alle necessità economiche familiari all’indomani della sua morte nel 1863. La quantità di titoli riconducibile a un unico autore permette inoltre di riconoscere con certezza alcune grandi passioni del collezionista in Machiavelli, Tasso, Goldoni (di cui si conserva una sterminata collezione di volumetti editi dalla case editrice Perino accuratamente rilegati a gruppi di quattro) e soprattutto in Manzoni, la cui Appendice alla relazione intorno all’unita della lingua e ai mezzi di diffonderla reca in limine il motto latino au-

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tografo «Macte virtute» quale incoraggiamento alla prosecuzione della carriera letteraria per il giovane ammiratore. All’interno del gruppo dei classici non ci si può esimere dal ricordare la presenza di un numero rilevante di autori greci e latini, per lo più in edizioni scolastiche, che, attraverso le firme di possesso presenti sui frontespizi, ben sottolineano il passaggio generazionale da Francesco De Amicis ai nipoti Furio e Ugo, chiamati a ripercorrere i propri studi sulle orme degli illustri predecessori proseguendo la tradizione familiare. Terza e ultima tra le sezioni capitali individuabili, la collezione che annovera i testi degli autori italiani contemporanei appare come la più vasta, ma anche quella meno sovraintesa dalle precise scelte del collezionista, sebbene proprio a questa si debba demandare il compito, al di là delle differenze tematiche o di genere letterario, di gettare una luce più vivida sui rapporti di amicizia e collaborazione con gli esponenti della cultura italiana dell’epoca. Logico quindi che il criterio di accumulazione preluda qui in buona misura da giudizi qualitativi per – se non proprio affidarsi al caso – concretizzarsi sulla conservazione di cimeli sentimentali legati a vecchi maestri ormai scomparsi, a inseparabili compagni racchiusi nell’orizzonte torinese e oggetto di pressoché quotidiana frequentazione, o viceversa ad amicizie lontane tenute insieme dal filo della corrispondenza epistolare: possono così coesistere sugli stessi scaffali i saggi di Ruggiero Bonghi e Vittorio Bersezio con i volumi di poesie di Aleardo Aleardi e Giovanni Prati – due dei poeti più amati della giovinezza – e le liriche dialettali di Fulberto Alarni, gli studi scientifici di Cesare Lombroso, Michele Lessona e Angelo Mosso con i testi teatrali di Giuseppe Giacosa e le critiche letterarie di Dino Mantovani e Arturo Graf. Un irradiamento delle linee di indagine a partire dal capoluogo piemontese consente poi non soltanto di monitorare più attentamente la rete di relazioni in cui l’autore di Cuore si trova inserito, ma di tracciare a una vera e propria carta geografica del panorama letterario nazionale a cavallo tra Otto e Novecento in cui tutti i principali centri di cultura possono far valere almeno un rappresentante: da quelli più celebri, come Carducci, Pascoli, Verga, Fogazzaro e Capuana, a quelli oggi meno noti come Anton Giulio Barrili, Salvatore Farina, Gerolamo Rovetta, Olindo Guerrini, Renato Fucini, Isidoro Del Lungo, Salvatore Di Giacomo e Mario Rapisardi. Il lettore curioso o il ricercatore di “professione” a caccia di percorsi tematici meno superficiali di quelli indicati, magari capaci di illuminare particolari vicende biografiche o di favorire l’analisi di specifiche sezioni della produzione deamicisiana, troveranno la possibilità di costruire un itinerario di consultazione che, se proprio avaro di sorprese, potrà comunque offrire un valido sostegno alle proposte critiche fino a questo momento avanzate o aprire la strada a nuovi spunti di riflessione. Gli studiosi dell’opera, della sua ricezione in Italia e all’estero e delle vicende editoriali a questa legate potranno, ad esempio, prendere visione dei circa duecento titoli che costituiscono (al netto di un gran numero di volumi aggiunti a posteriori e poco opportunamente catalogati insieme a quelli effettivamente posseduti e raccolti da

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De Amicis) la più completa – sebbene non esaustiva – collezione di volumi pubblicati dallo scrittore nel corso della sua quarantennale carriera. Chi si sia soffermato sul pensiero politico deamicisiano non potrà non fissare la sua attenzione da una parte sul consistente blocco dedicato agli ideologi risorgimentali (Abba, Cantù, Cavallotti, d’Azeglio, Gioberti, Guerrazzi, Mazzini, Pellico), dall’altra su ciò che resta di quella summentovata «biblioteca rossa» che, per quantità di testi e soprattutto di annotazioni autografe – per il resto distribuite con parsimonia –, rende quanto meno giustizia alla serietà della sua adesione alle dottrine socialiste e alla questione sociale, talvolta sminuita o ricondotta al rango di espediente pubblicitario già da alcuni contemporanei: ne fanno parte, accanto a pubblicazioni di carattere divulgativo e propagandistico, alle quali non occasionalmente De Amicis, collaboratore di un numero difficoltosamente precisabile di testate socialiste, era solito affidare i propri scritti – su tutti gli annuali almanacchi allestiti per la Società internazionale per la pace da Ernesto Teodoro Moneta –, i testi sacri del socialismo internazionale (Marx) e nazionale (Antonio Labriola e alcune annate della «Critica Sociale»), dell’anarchismo (Proudhon), ma anche delle antitetiche teorie liberiste di Adam Smith e liberali di Herbert Spencer, a testimonianza di un interesse tutt’altro che univoco e superficiale capace di rendere il personaggio di Alberto Bianchini in Primo Maggio ancor più contiguo alla personalità del suo autore. Gli storici della lingua si imbatteranno in un significativo gruppo di opere di consultazione, vocabolari italiani (primo fra tutti il Vocabolario degli Accademici della Crusca edito in nove volumi usciti tra il 1863 e 1905) e dizionari delle principali lingue straniere, ma altresì di opere di riflessione sui meccanismi della lingua – con testi di Pietro Fanfani, Giuseppe Rigutini e Giambattista Giuliani – certo indispensabili “ferri del mestiere” per un autore scrupoloso e attento alle scelte stilistiche, ma nel contempo spie di un interesse per la ricchezza del patrimonio linguistico italiano che dall’apprendistato fiorentino condotto nel salotto di Emilia Peruzzi, agli scritti dedicati alle speculazioni vocabolaristiche (si pensi alle fortunata serie di Ricreazioni linguistiche stampate sul periodico «Museo di famiglia» nel biennio 1874-1875), e fino all’uscita dell’Idioma gentile nel 1905, mai ha abbandonato la vena creativa dello scrittore. Gli amanti e gli studiosi dei reportages deamicisiani potranno immergersi nella corposa sezione dedicata alla letteratura di viaggio, comprensiva di volumi illustrati e guide turistiche, per scoprire quanto – come già avevano rivelato molti commentatori contemporanei, a partire da Benedetto Croce che gli rivolse una inoppugnabile accusa di plagio – la produzione degli anni Settanta (da Spagna a Olanda, da Marocco a Costantinopoli) sia debitrice nei confronti di testi come Voyage en Espagne e Costantinople di Théophile Gautier, l’Histoire de la Turquie di Alphonse de Lamartine, la Description et histoire du Maroc di Léon Godard o La Néerlande di Émile de Laveleye, tutti presenti e sospettosamente ricchi di glosse e annotazioni; ma anche per prendere atto dell’emergere, con il passare del tempo, di un più maturo interesse verso le culture e le condizioni di vita dei paesi extraeuropei che, pur gravato dagli eccessi esotistici allora in auge, spinse De Amicis a posare la sua attenzione su analisi statisti-

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che e sociologiche o su resoconti degli esploratori dedicati al Sudamerica, all’Asia e all’Africa, con la stessa curiosità propria del suo giovanile grand tour, ma con l’aggiunta di quella meditata saggezza che solo l’età matura può offrire. Tante plausibili chiavi di lettura in cui non è difficile veder emergere, di volta in volta, una sfaccettatura della personalità del collezionista, l’attestazione di un fugace incontro o il suggello di un’amicizia, la soddisfazione della propria sete di conoscenza o la spensierata evasione dei momenti di solitudine: tante piccole tessere che compongono il mosaico della biblioteca di uno scrittore come Edmondo De Amicis, ne tratteggiano la vita e l’opera in uno stretto incrocio tra l’immagine pubblica e l’esperienza privata per offrirsi come uno strumento di indagine irrinunciabile per sondarne la poliedrica personalità. Diego Divano

La trascrizione delle voci riproduce fedelmente le informazioni presenti sui frontespizi originali, riproponendo le esatte caratteristiche interpuntive e le forme eventualmente erronee o imprecise dei titoli delle opere e delle altre notizie bibliografiche; per esigenze di ordine, si è scelto di sottoporre a normalizzazione soltanto i nomi degli autori, facendoli peraltro seguire, in caso di difformità, dalla lezione presente a frontespizio posta tra parentesi quadre. Allo stesso modo, sono inserite tra parentesi quadre tutte le indicazioni rintracciabili in altre sezioni del volume o ricostruibili attraverso l’ausilio di cataloghi telematici. Le schede sono disposte in ordine alfabetico per autore; in presenza di più voci dello stesso autore si ricorre all’ordine cronologico di pubblicazione; nel caso di volumi con lo stesso anno di edizione vale l’ordine alfabetico dei titoli. Si contravviene a tale norma soltanto in presenza di opere composte da più volumi pubblicati in anni differenti: per salvaguardarne la compattezza si è scelto di tenere uniti i volumi che le compongono enumerandoli in successione a partire dall’anno di edizione del primo. Al fine di evitare una superflua reduplicazione di schede le copie identiche di libri, qualora riconducibili a una stessa edizione e prive di significative differenziazioni (quali ad esempio dediche distinte) non godono del beneficio di una propria scheda ma sono raggruppate in un’unica voce. Al contrario, è stato necessario dividere in più schede bibliografiche la registrazione di alcuni volumi che, pur costituendo un singolo oggetto fisico, sono stati sottoposti a una rilegatura che ha comportato l’unione di due o più volumi originariamente distinti. In tal caso è stata dedicata una voce a ciascun frontespizio, ricordando, nella sezione conclusiva della scheda, le numerazioni dei volumi a questo collegati. Ciascuna scheda si compone di due o tre sottosezioni. La prima, in corpo maggiore, contiene la voce bibliografica vera e propria secondo lo schema: autore, titolo, sottotitolo, eventuali curatori, traduttori e indicazioni di volume, città di edizione, casa editrice, anno di stampa; seguono le diciture relative alla numerazione di pagina, in romano (paratesti) e in arabo (testo), e le misure dell’altezza del volume in centimetri (rilevate sulla rilegatura); la seconda, presente solo in caso di necessità e in corpo minore, è costituita da una didascalia informativa che illustra alcuni particolari legati allo stato di conservazione del volume, alla presenza e collocazione di appunti autografi, o di dediche (riprodotte integralmente tra virgolette); la terza, rientrata e in corpo minore, contiene la collocazione e segnala eventualmente la presenza di ulteriori copie identiche e i rimandi a schede collegate.

xiv   edmondo de amicis a imperia. catalogo della biblioteca Nata sulla scorta dell’imponente lavoro di inventariazione messo in atto alcuni anni or sono presso la Biblioteca Civica «Leonardo Lagorio» di Imperia da una competente équipe di archivisti e bibliotecari che ha portato all’inserimento del patrimonio librario deamicisiano nel Sistema bibliotecario nazionale (SBN) e alla redazione di un regesto topografico, la presente ricerca ha potuto porsi in una stretta linea di continuità con le esperienze del passato in virtù dell’impegno e della collaborazione che la direttrice Silvia Bonjean, insieme a tutto il personale tecnico e bibliotecario, hanno avuto la bontà di manifestarmi nel corso delle operazioni di allestimento di questo catalogo. Un ringraziamento particolare va inoltre a Franco Contorbia, coordinatore del PRIN 2010-2011, per la sua supervisione attenta e incoraggiante, e ad Andrea Aveto, Francesca Bottero e Giorgina Colli per la loro significativa partecipazione.

catalogo della biblioteca

A

1.  Abba Giuseppe Cesare, Da Quarto al Faro. Noterelle d’uno dei Mille edite dopo vent’anni, seconda edizione con aggiunte, Bologna, Zanichelli, 1882; 272 p., 17 cm. EDA 2320

2.  Abba Giuseppe Cesare [G. C. Abba], Cose vedute. Prose, Faenza, Conti, 1887; 169 p., 17 cm. Dedica sul frontespizio: «All’Amico Edmondo De Amicis | con affetto Abba». EDA 1015

3.  About Edmond, Le roi des montagnes, douzième édition, Paris, Hachette, 1876; VI, 301 p., 18 cm. EDA 1354

4.  About Edmond, La Grèce contemporaine, septième édition, Paris, Hachette, 1880; 408 p., 19 cm. EDA 527

5.  Adam Lambert Juliette [ Juliette Lamber (Madame Adam)], Païenne, Paris, Ollendorff, 1883; III, 237 p., 19 cm. EDA 920

6.  Adam Paul, La force, dixième édition, Paris, Ollendorff, 1899; 611 p., 19 cm. EDA 921

7.  Agostino Aurelio (sant’), Le confessioni, volgarizzate da monsignor Enrico Bindi, seconda edizione riveduta, corretta e aumentata del volgarizzamento della vita del santo scritta da Possidio, volume unico, Firenze, Barbèra, 1869; LXXVI, 407 p., 19 cm. Appunti sul foglio di guardia e sull’occhietto. EDA 613

8.  Agoult Marie-Catherine-Sophie de Flavigny contessa d’ [Daniel Stern], Histoire des commencements de la République aux Pays-Bas 1581-1625, Paris, Lévy, 1872; IV, 448 p., 23 cm. EDA 2258

9.  Agoult Marie-Catherine-Sophie de Flavigny contessa d’ [Daniel Stern], Histoire des commencements de la République aux Pays-Bas 1581-1625, ouvrage couronné par l’Académie française, deuxième édition, Paris, Lévy, 1874; IV, 448 p., 24 cm. EDA 2220

10.  Aix Vittorio Amedeo Seyssel d’ [Vittorio Seyssel d’Aix], Armeria antica e moderna di S. M. Carlo Alberto, Torino, Fontana, 1840; XLVII, 452 p., 24 cm. EDA 1201

4   edmondo de amicis a imperia. catalogo della biblioteca 11.  Albicini Cesare, Prime nozioni di diritto civile italiano, Milano, Hoepli, 1891; 128 p., 16 cm. Firma sul foglio di guardia: «Ugo De Amicis». EDA 1531

12.  Alcott Louisa May [Luisa Alcott], Piccoli uomini, traduzione dall’inglese di Ciro e Michelina Trabalza, libro di lettura per fanciulli e fanciulle, Lanciano, Carabba, 1905; XI, 354 p., 20 cm. EDA 2451

13.  Aleardi Aleardo, Poesie varie, precedute da alcuni pensieri per N. Nicodemi, [Salerno], [Migliaccio], [1860]; 188 p., 18 cm. Volume privo del frontespizio. EDA 1436

14.  Aleardi Aleardo, Canti, edizione notabilmente accresciuta e rivista dall’autore, volume unico, Firenze, Barbèra, 1864; XXVIII, 526 p., 19 cm. Dedica sul foglio di guardia: «In segno d’amicizia | a Edmondo Deamicis | Ernesto Levi | Genova il 26 Luglio 1864». EDA 1508

15.  Alexis Paul, Émile Zola. Notes d’un ami, avec des vers inédits de Émile Zola, Paris, Charpentier, 1882; 338 p., 18 cm. Dedica sull’occhietto: «a M. de Amicis | hommage d’un confrère | Paul Alexis». EDA 1599 Alexis Paul, vedi anche n. 2565

16.  Alfani Augusto, Della vita e delle opere di Augusto Conti, Firenze, Alfani e Venturi, 1906; XVIII, 560 p., 19 cm. EDA 2362

17.  Alfieri Vittorio, Il misogallo. Prose e rime, Londra, 1799; 184 p., 21 cm. Firma sul frontespizio: «F.[rances]co De Amicis». EDA 320

18.  Alfieri Vittorio, Vita scritta da esso,

terza edizione corretta sugli autografi, Firenze, Le Monnier, 1893; 334 p., 18 cm. EDA 1181

19.  Alighieri Dante, La Divina Commedia, già ridotta a miglior lezione dagli Accademici della Crusca, ed ora accuratamente emendata, ed accresciuta di varie lezioni tratte da un antichissimo codice, tomo primo, Livorno, Masi e Comp., 1807; XXIV, 359 p., 22 cm. EDA 553

20.  Alighieri Dante, La Divina Commedia, già ridotta a miglior lezione dagli Accademici della Crusca, ed ora accuratamente emendata, ed accresciuta di varie lezioni tratte da un antichissimo codice, tomo secondo, Livorno, Masi e Comp., 1806; 416 p., 22 cm. EDA 554

21.  Alighieri Dante, La Divina Commedia, già ridotta a miglior lezione dagli Accademici della Crusca, ed ora accuratamente emendata, ed accresciuta di varie lezioni tratte da un antichissimo codice, tomo terzo, contenente la vita, e le annotazioni, Livorno, Masi e Comp., 1807; 454 p., 22 cm. EDA 555

22.  Alighieri Dante, La Divina Commedia, già ridotta a miglior lezione dagli Accademici della Crusca, ed ora accuratamente emendata, ed accresciuta di varie lezioni tratte da un antichissimo codice, tomo quarto, contenente le annotazioni alle due ultime cantiche, Livorno, Masi e Comp., 1813; V, 474 p., 22 cm. EDA 556

23.  Alighieri Dante [Dante Allighieri], Commedia, con ragionamenti e note di Niccolò Tommaséo, Milano, Rejna, 1854; 773 p., 24 cm. EDA 816

24.  Alighieri Dante [Dante Allighieri], La vita nuova e il Canzoniere, commentati da G.[iovanni]-B.[attista] Giuliani, Firenze, Barbèra, 1863; XX, 477 p., 11 cm. EDA 1629

a   5 25.  Alighieri Dante, Göttliche Comöedie, metrisch übertragen und mit kritischen und historischen erläuterungen versehen von Philalethes, zweiter unveränderter abdruck der berichtigten ausgabe von 1865-66, erster theil, Die hölle, mit einem portrait Dante’s, einer karte und zwei grundrissen der hölle, Leipzig, Teubner, 1871; XII, 447 p., 20 cm. Firma sul foglio di guardia: «Degiòanninis». EDA 557

26.  Alighieri Dante, Göttliche Comöedie, metrisch übertragen und mit kritischen und historischen erläuterungen versehen von Philalethes, zweiter unveränderter abdruck der berichtigten ausgabe von 1865-66, zweiter theil, Das fegfeuer, nebst einer karte und einem grundrisse des fegfeuers, Leipzig, Teubner, 1871; VIII, 344 p., 20 cm. Firma sul foglio di guardia: «Degiòanninis». EDA 558

27.  Alighieri Dante, Göttliche Comöedie, metrisch übertragen und mit kritischen und historischen erläuterungen versehen von Philalethes, zweiter unveränderter abdruck der berichtigten ausgabe von 1865-66, dritter theil, Das paradies, nebst einem grundriss von Florenz, einer darstellung des sitzes der seligen und einer karte, Leipzig, Teubner, 1871; XII, 447 p., 20 cm. Firma sul foglio di guardia: «Degiòanninis». EDA 559

28.  Alighieri Dante, De Goddelijke Komedie, in nederlandsche terzinen vertaald, met verklaringen en geschiedkundige aanteekeningen nopens den dichter door Mr Joan Bohl, eerste lied, De hel, Haarlem, De Graaff, 1876; 462 p., 22 cm. Dedica sul foglio di guardia: «Al chiarissimo Signore | e | Sommo Autore | il Sig. | Edmondo de Amicis | dal Traduttore | Amsterdam | il 2 di Maggio | 1876». EDA 803

29.  Alighieri Dante, La divina Commedia, Firenze, Barbèra, 1879; 604 p., 11 cm. EDA 1628

30.  Alighieri Dante [Dante Allighieri], La Vita nuova – Il Convito – Il Canzoniere, con prefazione e note, 4a edizione stereotipa, Milano, Sonzogno, 1890; 325 p., 20 cm. EDA 2341

31.  Alighieri Dante, La Divina Commedia, riveduta nel testo e commentata da G. [iovanni] A.[ndrea] Scartazzini, seconda edizione riveduta, corretta e notevolmente arricchita coll’aggiunta del rimario perfezionato del dott. Luigi Polacco, Milano, Hoepli, 1896; XX, 1034, 122 p., 20 cm. EDA 143

32.  Alighieri Dante, La divina Commedia, illustrata nei luoghi e nelle persone a cura di Corrado Ricci, con 30 eliotipie e 400 zincotipie, Milano, Hoepli, 1898; LX, 743 p., 32 cm. Sul foglio di guardia incollato tagliando a stampa con dedica: «L’editore Ulrico Hoepli Le offre questo volume in | omaggio con la preghiera di raccomandarlo agli | amici e favorirne la diffusione». EDA 55

33.  Allievo Giuseppe, Principii di metafisica, antropologia e logica ad uso delle scuole secondarie, Torino, Tipografia subalpina, 1890; 207 p., 20 cm. Appunti sul risguardo di copertina e sul foglio di guardia. EDA 1242

34.  Almanacco dei socialisti 1903, Lodi, Tipografia nuova, 1902; 80 p., 22 cm. EDA 213

35.  Almanacco socialista per l’anno 1895, s.d.; 95 p., 19 cm.

EDA 1092. Presente una seconda copia con collocazione EDA 1093

36.  Anacreonte, Odi, traduzione di Andrea Maffei, seconda edizione, Firenze, Le Monnier, 1875; 116 p., 19 cm. EDA 284

37.  Anacreonte, Le odi, traduzione letterale in prosa del professore Emmanuele Rocco

6   edmondo de amicis a imperia. catalogo della biblioteca fatta secondo la lezione seguita da Giuseppe Spalletti e Valentino Rose preceduta dalla vita dell’autore scritta da Filippo De Jorio, Napoli, Chiurazzi, 1888; XIX, 60 p., 16 cm. EDA 330

38.  Anastasi Guglielmo, L’amante. Commedia in un atto, Milano, Galli, 1896; 61 p., 18 cm. EDA 2591

39.  André Giuseppe, Nizza 1792-1814, Nizza, Malvano-Mignon, 1894; XI, 593 p., 24 cm. Dedica sull’occhietto: «A De Amicis | all’autore di Cuore | Omaggio di | G. André». EDA 2197

40.  Angelini Achille, Codice cavalleresco italiano, seconda edizione con schiarimenti ed aggiunte, Firenze, Barbèra, 1886; XXXIII, 212 p., 20 cm. Firma sul foglio di guardia: «Ugo De Amicis». EDA 615

41.  Annali bibliografici e catalogo ragionato delle edizioni di Barbèra, Bianchi e comp. e di G. Barbèra con elenco di libri, opuscoli e periodici stampati per commissione 1854-1880, Firenze, Barbèra, 1904; VI, 594 p., 31 cm. EDA 1848

42.  Antona-Traversi Camillo, Le Rozeno. Commedia in 4 atti, Napoli, Bideri, 1892; XXII, 87 p., 20 cm. EDA 957. Presente una seconda copia con collocazione EDA 1028 (85 p.)

tina dopo. Commedia in un atto, Milano, Galli, 1893; 36 p., 18 cm. EDA 1798

46.  Antona-Traversi Giannino, Per vanità! Scena unica, Milano, Galli, 1893; 29 p., 18 cm. EDA 1797

47.  Arcangeli Giovanni, Compendio della flora italiana ossia manuale per la determinazione delle piante che trovansi selvatiche od inselvatichite nell’Italia e nelle isole adiacenti, edizione seconda, Torino-Roma, Loescher, 1894; XIX, 836 p., 21 cm. EDA 1150

48.  «Archivio per l’Alto Adige. Con Ampezzo e Livinallongo», direttore Ettore Tolomei, anno I, fasc. I-II, Gleno presso Egna, Circolo di Bolzano, [1906]; 136 p., 23 cm. EDA 174

49.  Arcoleo Giorgio, Palermo e la coltura in Sicilia. Conferenza, Milano, Treves, 1897; 86 p., 20 cm. Dedica sull’occhietto: «All’illustre | Edmondo De Amicis | omaggio dell’[…]». EDA 342

50.  Ardigò Roberto, Senso comune e suggestione, con proemio di Filippo Turati sopra Le frasi e i pregiudizi correnti, Milano, Critica sociale, 1892; 27 p., 19 cm. Dedica in copertina: «a DeAmicis | Turati». EDA 1034

43.  Antona-Traversi Camillo, Danza macàbra. Commedia in quattro atti, Bologna, Società editrice, 1893; XIV, 84 p., 19 cm.

51.  Arène Jules, La Chine familière et galante, [Paris], [Charpentier], s.d.; 288, 12 p., 17 cm.

44.  Antona-Traversi Camillo, “Tordi o fringuelli?”. Bizzarria comica in 3 atti, Napoli, Pierro, 1894; XXXXVIII [sic], 75 p., 18 cm.

52.  Aretino Pietro, Commedie, nuovamente rivedute e corrette, aggiuntavi l’Orazia, tragedia del medesimo autore, edizione stereotipa, Milano, Sonzogno, 1875; 431 p., 18 cm.

EDA 2132

EDA 2310. Presente una seconda copia con collocazione EDA 2592

45.  Antona-Traversi Giannino, La mat-

Volume privo del frontespizio. EDA 2349

EDA 1365

53.  Ariosto Lodovico, Orlando furioso,

a   7 volume I, Milano, Società tipografica de’ Classici Italiani, 1812; XCI, 286 p., 22 cm. EDA 548

54.  Ariosto Lodovico, Orlando furioso, volume II, Milano, Società tipografica de’ Classici Italiani, 1812; 427 p., 22 cm. EDA 549

55.  Ariosto Lodovico, Orlando furioso, volume III, Milano, Società tipografica de’ Classici Italiani, 1813; 505 p., 22 cm. EDA 550

56.  Ariosto Lodovico, Orlando furioso, volume IV, Milano, Società tipografica de’ Classici Italiani, 1813; 448 p., 22 cm. EDA 551

57.  Ariosto Lodovico, Orlando furioso, volume V, Milano, Società tipografica de’ Classici Italiani, 1814; 496, 82 p., 22 cm. EDA 552

58.  Ariosto Lodovico, Orlando furioso, volume primo, Firenze, Barbèra, 1872; X, 540 p., 11 cm. EDA 1636

63.  Aristophane, traduction nouvelle avec une introduction et des notes par C.[onstant] Poyard, huitième édition, Paris, Hachette, 1884; XII, 523 p., 19 cm. EDA 2426

64.  Arlia Costantino [C. Arlía], Giunte al lessico dell’infima e corrotta italianità, Milano, Carrara, [1884]; VIII, 83 p., 21 cm. EDA 2418

Arlia Costantino, vedi anche n. 951

65.  Arnaud Henri, Histoire de la glorieuse rentrée des vaudois dans leurs vallées, Pignerol, Chiantore et Mascarelli, 1880; 327 p., 19 cm. Dedica sul foglio di guardia: «Al mio caro Ed. de Amicis | Come Italiano vi ammiro. | Come Valdese vi adoro. | Permet[t]ete; ed | un[o] sfogo del cuore; non posso | trat[t]enerlo per più lungo tempo. | Chi come me ha | let[t]o “Alle Porte d’Italia” la parte che più | a me interes[s]a, ed vede scrit[t]o la nostra | senza ugual storia; sente bollire il sangue | non di vendetta contro chi ci op[p]rimeva, ma | si di ammirazione per chi l’ha scrit[t]a. | Oh! Se potesse almeno | aver un Suo ritrat[t]o, od un Suo autografo | mi crederei l’uomo il più felice de la terra | Suo ed Suo. Pietro Baridon». EDA 535

59.  Ariosto Lodovico, Orlando furioso, volume secondo, Firenze, Barbèra, 1872; 551 p., 11 cm.

66.  Arnaudo Giovanni Battista [G. B. Arnaudo], Il nihilismo. Come è nato – Come si è sviluppato – Che cosa è – Che cosa vuole, Torino, Casanova, 1879; 168 p., 20 cm.

60.  Ariosto Lodovico, Orlando furioso, volume terzo, Firenze, Barbèra, 1872; 558 p., 11 cm.

Dedica sull’occhietto: «Al caro De Amicis | G.[iovanni] B.[attista] Arnaudo». EDA 274

EDA 1637

EDA 1638

61.  Ariosto Lodovico, Orlando furioso, edito ad uso della gioventù con note ed indice dal dott. G.[iovanni] B.[attista] Bolza, 11a edizione stereotipa, volume unico, Firenze, Barbèra, 1890; 365, XIV p., 20 cm. EDA 1068

62.  Ariosto Lodovico, Orlando furioso, s.d.; 600 p., 36 cm. Fascicoli rilegati. EDA 2164

67.  Arnulfi Alberto [Fulbert Alarni], Sang bleu. Vint Sonet, Torino, Stabilimento artistico-letterario, 1876; 22 cm. EDA 1697

68.  Ashurst Venturi Emilie [E. Ashurst Venturi], Biographie de Mazzini, suivie de deux essais Pensées sur la démocratie en Europe – Les devoirs de l’homme, traduction par Mme É.[milie] de M.[orsier], Paris, Charpentier, 1881; VII, 451 p., 19 cm. EDA 2293

8   edmondo de amicis a imperia. catalogo della biblioteca 69.  Audouard Olympe, Les mystères de l’Egypte dévoilés, deuxième édition, Paris, Dentu, 1866; 482 p., 18 cm. EDA 1369

70.  Audouard Olympe, Les mystères du sérail et des harems turcs (lois – mœurs – usages – anecdotes), dessins de C. Rudhardt, troisième édition, Paris, Dentu, 1866; 276 p., 19 cm. EDA 1130

71.  Augier Émile, Œuvres diverses (Les pariétaires – Les méprises de l’amour – La question électorale – Discours de réception a l’Académie française – Réponse de M. Lebrun – Discours de réception de M. Émile Ollivier – Réponse a M. Émile Ollivier), Paris, Calmann Lévy, 1878; 304 p., 19 cm. EDA 1455

72.  Augier Émile [E. Augier], I Fourchambault. Commedia in 5 atti, Milano, Libreria editrice, 1879; 80 p., 19 cm. EDA 1811

73.  Augier Émile, Théatre complet, I, La ciguë – Un homme de bien – L’aventurière – L’habit vert – Gabrielle – Le joueur de flute, Paris, Calmann Lévy, 1880; 470 p., 19 cm. Dediche sul foglio di guardia: «à mon fraternel confrère | Edmondo de Amicis | J’ai offert ces livres comme un | hommage digne de son talent, | comme une preuve réelle de | mon amitié | Xbr 80 Paul Déroulède»; «En vous donnant mes oeuvres, | mon cher poète, mon neveu me prive du plaisir de vous les offrir moi même. Qu’elles | vous soient un souvenir de l’un et de l’autre. | E. Augier». EDA 1456

74.  Augier Émile, Théatre complet, II, Diane – Philiberte – Le gendre de M. Poirier – Ceinture dorée, Paris, Calmann Lévy, 1877; 457 p., 18 cm. EDA 1361

75.  Augier Émile, Théatre complet, II, Diane – Philiberte – Le gendre de M. Poirier –

Ceinture dorée, Paris, Calmann Lévy, 1880; 457 p., 19 cm. EDA 1457

76.  Augier Émile, Théatre complet, III, La pierre de touche – Le mariage d’Olympe – La jeunesse – Sapho, Paris, Calmann Lévy, 1878; 454 p., 19 cm. EDA 1458

77.  Augier Émile, Théatre complet, IV, Les lionnes pauvres – Un beau mariage – Les effrontés, Paris, Calmann Lévy, 1878; XI, 426 p., 19 cm. EDA 1459

78.  Augier Émile, Théatre complet, V, Le fils de Giboyer – Maitre Guérin – La contagion, Paris, Calmann Lévy, 1877; VII, 497 p., 18 cm. EDA 1355. Presente una seconda copia con collocazione EDA 1460 (19 cm.)

79.  Augier Émile, Théatre complet, VI, Paul Forestier – Le post-scriptum – Lions et renards – Jean de Thommeray – Madame Caverlet, Paris, Calmann Lévy, 1879; 531 p., 19 cm. EDA 1461

Aulnoy Marie-Catherine d’, vedi n. 1912

80.  Aurelj Mariano, La figlia del veterano e la gran dama. Dramma in quattro atti, Milano, Barbini, 1877; 110 p., 16 cm. EDA 2535

81.  Autobiografie e vite de’ maggiori scrittori italiani fino al secolo decimottavo narrate da contemporanei, raccolte e annotate da Angelo Solerti, Milano, Albrighi, Segati & C., 1903; VIII, 580 p., 19 cm. EDA 857

82.  Autobiografie (Petrarca – Lorenzino de’ Medici – Chiabrera – Raffaello da Montelupo – Vico – Foscolo – Balbo), Firenze, Barbèra, 1863; 481 p., 11 cm. EDA 1626

a   9 83.  Avé-Lallemant Robert Christian Barthold [Ch. Avé-Lallemant], La police en Allemagne, traduction de Louis de Hessem, Paris, Librairie illustrée, s.d.; 266 p., 19 cm. EDA 915

84.  Aversa a Domenico Cimarosa nel primo centenario della sua morte, XI gennaio MCMI, Napoli, Giannini, 1901; LVI, 456 p., 31 cm. EDA 1834

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