Esame autoptico preliminare ascia-martello [Ginosa - TA]

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Scheda #1 Esame autoptico preliminare ascia-martello [Ginosa-TA] Oggetto La seguente scheda raccoglie i dati relativi ad un’ascia-martello rinvenuta nel territorio di Ginosa, in provincia di Taranto. Si espongono le acquisizioni e i risultati preliminari ottenuti.

Fig. 1 Ascia-martello

Nome del rinvenitore/i: NDD (nessun dato disponibile, a tutela della privacy) (tel. NDD). Nome referente: NDD Località rinvenimento: Contrada Cipolluzzo, 74013 Ginosa.

Rinvenimento n.: 2 Denominazione oggetto: Ginosa 2

Coordinate località rinvenimento: 40.51084, 16.79429 (40.30.39,024 - 16.47.39,444).

Data compilazione scheda: 06 febbraio 2015

Luogo di conservazione: NDD

Redattore documentazione: Vincenzo Stasolla, Dip. Scienze dell’Antichità, Università degli Studi di Bari. Testi, foto e disegni a cura di. [email protected], +39 3273031282.

Anno rinvenimento: 2009-2010.

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Vincenzo Stasolla

î Analisi di carattere descrittivo

forma ovalare;

Ÿ ŸAmpie zone neocorticali; Ÿ ŸFratture concoidali sull’ascia e sul martello; Ÿ ŸEvidente politura lungo la scanalatura

Identificazione manufatto: Ascia-Martello. Intervallo cronologico: Neolitico/Età del Bronzo finale. 197 mm di lunghezza max

trasversale;

Ÿ ŸTranciante convesso polito, arrotondato, con

104 mm di larghezza max 96 mm di spessore max

evidenti residui di bocciardatura, privo tracce d’uso;

95 mm di larghezza mesiale (rilevata a metà del manufatto)

Ÿ ŸPunti circoscritti risultano mediamente fluitati; Ÿ ŸDiscreto stato di conservazione (intero),

304 mm, la taglia del tranciante (ascia) 319 mm, la taglia della parte mesiale

presenza tracce di vomero d’aratro.

î î Considerazioni analitiche

310 mm, la taglia della scanalatura

Allo stato attuale di conservazione, il manufatto può essere considerato un prodotto semilavorato, non del tutto completato, sul quale è possibile discernere le diverse fasi della catena operativa e quindi della sua produzione, dall’approvvigionamento (acquisizione di un ciottolo di colluvio di elevate dimensioni e dalla forma ideale: ampie zone neocorticali), alla piena produzione (façonnage: riduzione mediante scheggiatura riconoscibile nelle parti funzionali, tranciante e martello, e su più punti dell’ascia), bocciardatura (picchiettature diffuse per ridurre il livello delle cicatrici di sgrossatura, e gestirne la forma ideale, ottenendo la traccia iniziale della scanalatura), politura (definizione della scanalatura trasversale).

331 mm, la taglia della parte basale (martello) 150-20 mm larghezza variabile scanalatura 4-5 mm, profondità variabile scanalatura (tipo solco) 3120 gr., Peso del manufatto

La scanalatura (solco) si presenta liscia, appiattita al tatto e di lucentezza opaca rispetto al resto della supeficie.

ŸLitotipo: diaspro (?) ocra, a tessitura media (non dissimile da taluni calcari [ad es. Marnoso]). Osservazione macroscopica;

Ÿ ŸProfilo ovalare allungato, sez. longitudinale con estremità tendenzilamente appuntita, sez. trasversale ovalare;

Ÿ ŸPicchiettature diffuse, specie sul battente di Fig. 2 Negativi dell’attività di façonnage (martello).

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Vincenzo Stasolla

Analisi microscopiche rivelano striature isoorientate a sviluppo trasversale (parallele alla scanalatura) prodotte da un’intenzionale azione con agenti abrasivi come le superfici sedimentarie (es.: Calcarenite+acqua).

alla scanalatura. Le tracce presenti lungo una delle due facce appaiono striate e tratteggiate (effetto rimbalzo), a cagione di una probabile azione meccanica recente (vomero di aratro).

Fig. 6 Sezione scanalatura trasversale (rilevata con sagomatore)

Lenti puntiformi brune, che dal centro si diffondono verso l’esterno, si riscontrano negli interstizi della superficie picchiettata del battente del martello, molto probabilmente esito dell’utilizzo per ripetuta percussione e quindi della compressione del materiale battuto e trattenuto sulla superficie del manufatto*. Fig. 3 Striature iso-orientate, al margine della scanalatura (50X)

Fig. 6 Lente bruna sul battente del martello (50X) Fig. 4 Striature iso-orientate, scanalatura (100X)

î Conclusioni Si tratta di uno strumento da cava e miniera estrattive. Le sue dimensioni garantivano una forza di inerzia tale da destrutturare l’obiettivo colpito (rocce di vario tipo). La presa era garantita da robuste immanicature biforcate organiche, probabilmente di origine vegetale, ospitate e saldate lungo la scanalatura trasversale del manufatto con una legatura di origine vegetale o animale.

î Note del redattore Il reperto è stato rinvenuto in superficie durante le attività di aratura del terreno su cui si estende il tendone di uva. Un secondo esemplare di Ascia-Martello proviene da C.da Spiàno (Ginosa) (Stasolla 2014). Esemplari simili vengono documentati nel materano (Museo Archeologico Nazionale “D. Ridola”) e dai ricercatori della missione di ricerca

Fig. 5 Striature iso-orientate, scanalatura (50X)

Lungo l’ascia, a livello macroscopico si osservano striature e solchi a sviluppo longitudinale rispetto 3

* Non si esclude un impiego attuale del manufatto. Vincenzo Stasolla

speleo-archeologica del Centro Regionale “E. de Medici” presso S. Agata di Esaro (Cosenza) (Larocca 2005), o ancora, nelle miniere adibite all’estrazione della selce presso il Gargano (Di Lernia, Galiberti 1993).

BIBLIOGRAFIA DI LERNIA S., GALIBERTI A. 1993, La materia prima: caratteristiche, ricerca, estrazione attrezzature minerarie e inquadramento cronologico/culturale in Archeologia mineraria della selce nella preistoria. Definizioni, potenzialità e prospettive della ricerca, Quaderni del dipartimento di archeologia e storia delle arti sezione archeologica - Università di Siena, 1993, Edizioni All’insegna del Giglio (Firenze). DE PASCALE 2003, “Hammerstones from early copper mines": sintesi dei ritrovamenti nell'Europa e nel Mediterraneo orientale e prime considerazioni sui mazzuoli di Monte Loreto (IV millennio BC - Liguria), Rivista di Studi Liguri, LXIX. 2003, pp. 5-42.

Fig. 9 Negativi molati dell’attività di façonnage (tranciante)

LAROCCA F. 2005, La miniera pre-protostorica di Grotta della Monaca - Sant’Agata Esaro (Cosenza), edito dal Centro Regionale di Speleologia Enzo dei Medici, Bari. BREGLIA F. 2009, Gli strumenti litici scanalati come indicatori di remote attivitá minerarie. Il caso di Grotta della Monaca in Calabria. Tesi di laurea in Paletnologia, Università degli Studi di Bari facoltà di Lettere e Filosofia corso di laurea in Scienze dei Beni Culturali curriculum Scienze dei Beni Archeologici, anno accademico 20082009. STASOLLA V. 2014, Tecnologia della preistoria. Gestione delle materie prime, produzione aspetti tecno-tipologici delle industrie litiche di Grotta San Pellegrino (Laterza) e dei Settori limitrofi (A-F), Università degli Studi di Bari a.a. 2012-2013, edizione pubblicata, p. 13, Tav. I:6.

Fig. 10 1) Traccia di azione meccanica recente. 2-3) particolare. In basso in B/N

Fig. 7 Evidenti segni di bocciardatura alla base del martello (battente), e residuo di superficie neocorticale

Fig. 8 Evidenti segni di bocciardatura alla base del martello (battente)

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Vincenzo Stasolla

Fig. 12 Scanalatura trasversale (particolare del punto di giuntura e dei residui di picchiettatura sul fondo della scanalatura, e in basso). Sotto, evidenza striature

Fig. 11 Scanalatura trasversale. Sotto, evidenza striature

Fig. 13 Sezioni

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Vincenzo Stasolla

Fig. 14 Particolare tessitura materia prima (150X)

Fig. 15 Particolare del neocortice lungo la superficie dell’ascia, che non presenta tracce di politura (50X)

Fig. 16 Ipotesi di immanicatura di un mazzuolo scanalato. Da Larocca © 2005, f. 55, p. 44

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10 10 B/N

12 11

7 2

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Fig. 17 Punti rilevati. Ad ogni punto corrisponde un numero di figura

Si ringrazia la collaborazione del dr. Felice Larocca e del dr. Francesco Breglia, Università degli Studi di Bari, Centro di documentazione speleologica “Enzo dei Medici” (CS). 7

Vincenzo Stasolla

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