Il dualismo tra disegno e architettura

July 26, 2017 | Autor: Enrico Ansaloni | Categoria: Architecture, Drowing
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Il dualismo tra disegno e architettura

INTRODUZIONE

Enrico Ansaloni La pubblicazione di cui questo testo tenta di spiegarne la ragione d’essere, si attesta come la chiusura di un ciclo d’iniziative che hanno avuto per oggetto l’architettura e le modalità attraverso le quali essa si genera, si sviluppa e si esprime. La mostra Immaginare l’architettura. 15 disegni di Franco Purini fra 20 progetti di linguaggio1 nata da un’idea di Andrea Dragoni e Maurizio Coccia che si è tenuta nella primavera del 2014 a Trevi (Pg) col fine di restituire centralità alla disciplina architettonica puntando prevalentemente sulla sua componente immaginifica, rappresenta il passo decisivo verso la realizzazione del presente volume. Per dare forza all’aspetto creativo molto spesso tradito nella prassi attuale, i disegni di Franco Purini in quell’occasione sono stati accompagnati, grazie alla felice intuizione di Paolo Belardi, da selezionati progetti d’architettura sotto forma di plastici realizzati durante l’ultima esperienza accademica del Maestro romano e che in parte erano a loro volta stati presentati alla mostra Tra Tipo e Modelli allestita nel 2013 a Roma2. L’esposizione di Trevi rispetto al precedente romano aveva quale scopo non solo la celebrazione della componente ideativa propria del disegno quale principale campo di ricerca di Franco Purini da più di quattro decadi3, ma soprattutto l’obiettivo di riaffermare un’innata propensione all’intuizione conoscitiva che va al di là della pura e semplice abilità nel pensare un universo figurativo ben strutturato e che riesce costantemente a imporsi quale idea in grado di scavalcare l’effimero e ribadire la matrice compositiva del progetto mediante un instancabile lavoro d’indagine. Gli stessi venti modelli scaturiti dalla mostra e che ne hanno rappresentato un solido contraltare, hanno dimostrato la valenza indagatrice del disegno in architettura prefigurando edifici o brani di città dalla forte carica utopica, capaci di esaltare il contesto in cui erano stati pensati. Quale appendice alle giornate conclusive della rassegna trevana, con lo scopo di lasciare una testimonianza dell’evento, è stato realizzato un cortometraggio nel quale il Maestro romano, mescolandosi a una platea di allievi, si confrontava sulle tematiche del disegno, dell’architettura e dell’arte in generale, lasciando ancora una volta emergere riflessioni colte e suggerimenti interpretativi frutto di una profonda conoscenza della materia4. Il volume in oggetto svolge quindi una doppia funzione: da un lato si attesta a chiusura della riflessione fotografando gli splendidi disegni di Franco Purini provenienti da diverse collezioni assieme alle composizioni astratte di una parte della nuova generazione di architetti emergenti provenienti tutti dalla “sua scuola” e operanti sul territorio europeo; dall’altro, cerca invece di attivare possibili spunti critici grazie all’apporto dei partecipanti stessi e di contributi del calibro di Gianni Contessi, Maurizio Coccia, Roberto De Rubertis e Paolo Belardi. Alla luce di quanto emerso dalla panoramica fin qui delineata, nel pensiero di chi scrive, l’aspetto cruciale da porre in evidenza è il conflittuale rapporto tra l’architettura e il disegno stesso, non soltanto dal punto di vista del presunto valore aggiunto del progetto realizzato rispetto al progetto rimasto solo sulla carta, bensì sulla vocazione intrinsecamente positiva che sta alla base del primo rispetto al secondo. È infatti innegabile affermare che da sempre, l’architettura rappresenta per eccellenza lo spirito positivo

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dell’ambito creativo: fin dalla capanna primitiva ogni costruzione ha lo scopo di proteggere l’uomo dalla forza bruta della natura e quindi nasce sempre, al di là della declinazione che assume, contenendo in nuce tutta le possibili aspettative di felicità. È la materializzazione di un sentimento favorevole e genuino per sua stessa definizione, secondo la poetica definizione di Eduardo Persico è appunto «sostanza di cose sperate»5. Con questo non mi sento di annoverare tutto ciò che è stato costruito come “buona” architettura; l’esempio calzante che veniva proposto proprio da Franco Purini durante le sue apparizioni pubbliche – lezioni agli studenti o conferenze varie – è la differenza tra le sensazioni suscitate da due opere ispirate alla tragedia della seconda guerra mondiale e ai suoi caduti: da un lato il Monumento alle Fosse Ardeatine del “gruppo” Fiorentino6, dall’altro il Museo Ebraico di Daniel Libeskind. Sebbene riferiti entrambi a fatti tragici, il primo attraverso l’asola di luce che lo stacca dal terreno fa svanire la pesantezza del massivo volume di chiusura, quasi a simboleggiare una definitiva liberazione dalle oppressioni verso una tanto agognata quanto meritata vita eterna; il secondo al contrario gestisce gli effetti di luce in maniera radicalmente opposta: le fenditure suggeriscono e rimandano alla violenza subita dal popolo ebraico attraverso i tagli irregolari nelle pareti, aumentando il senso di disagio del visitatore. Mi pare evidente e condivisibile che l’architettura non possa permettersi di incarnare questi sentimenti. Le altre arti per contro possono farsi portatrici di valori e sentimenti negativi: dalla scultura alla pittura, dal cinema alla letteratura, dalla musica fino al disegno c’è una vasta casistica in tal senso. Attenzione con ciò non voglio affermare che tutte le altre arti non possiedano o tentino di esprimere sentimenti positivi, ma credo che abbiano il diritto di estrinsecare sensazioni di malessere, anche violente come succede in pittura nel famoso Urlo di Edward Munch o ancora nei Trittici di Francis Bacon. Sono altresì famose al grande pubblico le provocatorie installazioni di Maurizio Cattelan, oltre che le terrificanti scene del film Shining di Stanley Kubrik o le pellicole del “maestro del brivido” Alfred Hitchcock, Psycho su tutte. Da ultimo proprio recentemente in campo musicale si riscontra un utilizzo del rap quale strumento comunicativo di rappresaglia religiosa di stampo fondamentalista. A questo punto del ragionamento mi permetto di introdurre una forzatura: ricadendo le arti comunque nel nostro mondo “fisico” si potrebbero prendere per validi i due principali assiomi scientifici «a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria» e «nulla si crea nulla si distrugge, tutto si trasforma»7. Ribadito che l’opera architettonica nasce sempre con uno spirito totalmente positivo, la matrice distruttiva che rappresenta il suo contraltare e che necessariamente caratterizza ogni aspetto della vita, deve risiedere per contro in una o più delle pratiche artistiche sopra elencate. E il momento che assorbe le energie negative strettamente legato alla pratica architettonica non può non risiedere nella componente applicativa del disegno; tracciare segni sul foglio – di solito bianco – ricorda da vicino l’impronta della vanga o il solco dell’aratro sul terreno al fine di dissodarlo o ancor meglio lo sbancamento operato tramite scavatore che con il suo atto prepotente e feroce prepara in modo invasivo il campo al getto

La mostra Immaginare l’architettura. 15 disegni di franco purini fra 20 progetti di linguaggio a cura del sottoscritto e di Andrea Dragoni, si è svolta tra il 15 marzo e il 30 aprile 2014 nel quadro degli eventi organizzati nell’antica e prestigiosa cornice di Palazzo Lucarini a Trevi (Pg), sotto il preciso coordinamento generale Maurizio Coccia. Tale esposizione, così 1

come la precedente in ordine temporale descritta nella nota successiva, ha avuto il merito di mostrare il lavoro di Franco Purini secondo la declinazione di quelli che sono stati suoi allievi sia durante l’ultimo periodo romano a Valle Giulia (2001-2012) sia nel biennio 20102011 e 2011-2012 durante il corso di Architettura e Composizione architettonica IV tenuto alla presso la Facoltà di Ingegneria assieme al Professor Roberto De Rubertis. Lo sforzo di chi scrive assieme a Matteo Clemente e Marco Filippucci è portarne avanti l’eredità: un compito gravoso quasi impossibile svolto con grande rispetto e stima nei confronti del Maestro. 2 Questo evento che ha avuto luogo nella storica sede di Fontanella Borghese a Roma dal 23 Aprile al 12 Maggio 2013 è stato curato da Sara Petrolati e Patrizia Pescarolo insieme al sottoscritto ed è stato accompagnato da un piccolo catalogo edito da Librìa dal titolo Tra tipo e modelli - Abschlussforlesung per Franco Purini. Il volume ha raccolto il commiato ufficiale di Franco Purini dalle lezioni da parte dei suoi assistenti al Corso di Laboratorio di sintesi finale presso la Facoltà di Architettura di Valle Giulia a Roma. 3 I disegni erano provocatoriamente riassunti in soli quindici exempla ficta molti dei quali a colori. Mi preme ricordare che l’esposizione presentava sei quadri di una collezione privata che per opportunità e concomitanza dell’uscita di questo volume col catalogo della mostra La Serie e il Paradigma - Franco Purini e l’Arte del Disegno presso i Moderni alla Triennale di Milano dal 15 al 18 Gennaio 2015 sono stati sostituiti da altri della collezione dell’autore altrettanto significativi. 4 Il presente volume esce contestualmente alla presentazione del cortometraggio Slittamenti e depistaggi realizzato da Riccardo Dogana su un’idea di Maurizio Coccia responsabile del coordinamento generale. 5 E. Persico, Profezia dell’Architettura, Torino, 1935. 6 «Nel settembre del 1946, alla fine di un concorso suddiviso in due fasi, vengono dichiarati vincitori ex aequo i gruppi contraddistinti dai motti Risorgere (Nello Aprile, Cino Calcaprina, Aldo Cardelli, Mario Fiorentino con Francesco Coccia) e U.G.A. (Giuseppe Perugini con Uga de Plaisant e Mirko Basaldella). L’incarico congiunto ai due gruppi, anziché ampliare i conflitti tra le varie correnti interne, porterà alla definizione di un progetto d’inedita limpidezza iconografica e iconologica». Fonte: http://www.archidiap.com/opera/monumentoai-martiri-delle-fosse-ardeatine/ 7 Si tratta del primo principio della termodinamica, anche definito come “legge di conservazione dell’energia” e del terzo principio della dinamica, presentato da Newton nel 1687 nell’opera Philosophiae Naturalis Principia Mathematica. 8 Il tema che è stato trattato più volte da Franco Purini nel corso delle sue lezioni durante i vari Anni Accademici, viene da me ripreso sotto una nuova chiave interpretativa. 9 È interessante riscontrare come, in molti artisti su tutti Michelangelo, il tema della fatica fisica e mentale nella realizzazione delle proprie opere venga magistralmente celato per fare emergere la perfezione dell’arte e ne permanga traccia solo in alcune righe messe su carta. Famoso è il verso contenente la dichiarazione all’amico Bartolomeo Ammannati: «Nelle opere mie caco sangue» in R. Clements, Michelangelo. Le idee sull’arte Trad. It. di E. Battisti, Milano, 1964, p. 378.

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delle fondazioni8: è violenza pura. La base quindi che conserva gelosamente i segni di questa pratica di fuoriuscita di energie negative, molto spesso inconscia, è il medium che gestisce l’effetto contestuale di liberazione per l’autore e di auto-incameramento della brutalità nel supporto stesso9. Che si trasforma nel sacrario in cui tutti gli aspetti negativi vengono custoditi e conservati, preservando la futura costruzione come un amuleto su carta, una pergamena del lato oscuro dell’architettura. Al contempo l’atto di purificazione, il traghettatore di esperienza, il baco da seta dell’architettura che consente la trasformazione della crisalide in farfalla è contenuta nell’aspetto profetico del disegno: è proprio con esso che si manifesta quell’essenza “di cose sperate” intuita da Persico. Ed è il motivo per cui molti progetti rimasti solo sulla carta quali ad esempio la Convention Hall di Mies Van Der Rohe, il Fun Palace di Cedric Price o il Padiglione Internazionale per l’Esposizione di Osaka di Maurizio Sacripanti grazie alla loro forte carica evocativa rappresentano tutt’ora quale modello per l’intera storia dell’architettura. Per questo motivo, secondo l’interpretazione di Franco Purini ogni disegno contiene una sorta di custode, “un anticorpo che rende difficile al lettore l’interpretazione del quadro” e che spostandone progressivamente l’attenzione occulta e camuffa strategicamente la chiave di lettura. Questa sentinella dal mio punto di vista può essere intesa come il difensore segreto del codice della negatività e del male che ogni atto creativo intrinsecamente racchiude e di cui velatamente si fa portatore sano. È lasciato a noi il compito di verificarne l’esistenza e confermare che la composizione di cui si erge a vigile guardiano, ne preservi il valore assoluto. Ed è ciò che mi fa definire l’architettura come quell’equilibrio armonioso ma incostante tra la vita e la sua realizzazione.

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Inter-stellar, 2014 inchiostro su cartoncino, cm 30 x 30, collezione dell’autore, Roma.

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