Il sistema cinese

June 12, 2017 | Autor: Giacomo Fazzini | Categoria: China, Third world Marxisms/Tricontinental Marxisms (Mao, Cina Capitalism, Storia della cina
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Giacomo Fazzini 5XE LICEO SCIENTIFICO PUBLIO VIRGILIO MARONE

ANNO SCOLASTICO 2014/2015 IL SISTEMA CINESE

Il sistema cinese Ovvero: cause ed effetti della più grande rivoluzione di sempre

Indice La Cina di Mao  Introduzione  Biografia  Rapporti Internazionali  Maoismo o Riforme o Teoria dei Tre Mondi

pag.4 pag.5 pag.8 pag.9 pag.10 pag.12

La Cina oggi  Politica antinatalista  Un disastro ambientale  La Cina di oggi

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pag.13 pag.15 pag.17

La Cina di Mao Storia

Maoismo Filosofia

Politica antinatalista

Un disastro ambientale

Storia/Matematica

Scienze

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La Cina di oggi Storia

PREMESSA Nel Febbraio del 2015 è stato condotto un reportage da molti media italiani e stranieri nell’istituto di Luannan. In questa scuola elementare vengono trasmessi con rispetto e devozione gli insegnamenti dell’ex leader cinese Mao Tse-tung. I bambini della scuola hanno in dotazione una divisa celeste con fazzoletto al collo e berretto con la stella rossa: la copia di quella indossata in guerra dai soldati dell’Esercito contadino e popolare di Mao negli anni Trenta e Quaranta. Il direttore della scuola, interrogato sulla funzione di una scuola di questo tipo, che molti definirebbero “anacronistica”, risponde: «serve a formare dei bravi comunisti». E chi è un bravo comunista? «Il bravo comunista salva la Cina». Nella realtà della Cina rurale, dove la modernità occidentale non è mai arrivata, il giudizio storico su Mao è ancora fortemente condizioniato da una mitizzazione della sua figura. Anche nelle zone metropolitane l’affermata classe imprenditoriale cinese, che deve molto all’occidentalizzazione del Paese più popoloso del mondo, prova nostalgia verso la leadership di Mao. Questo fenomeno non è limitato solo alla popolazione più anziana, come sarebbe normale pensare, ma divide la gioventù cinese, figlia della modernità. La Cina sta attraversando un periodo storico dove l’influenza del maoismo non riesce, perchè in conflitto, a lasciar posto a valori globalmente condivisi, consoni alla posizione di potenza globale occupata dal Paese. Le ragioni di questo stallo politico e sociale sono rintracciabili nel personaggio, quasi divinizzato, di Mao Tse-tung.

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BIOGRAFIA DI UN GRANDE LEADER

Primi anni Mao nasce nel 1893 a Shaoshan, villaggio contadino della Cina. Paese dal grande passato, la Cina del tempo è governata dalla ininfluente e impopolare dinastia Qing. La famiglia, di umili condizioni, è riuscita nel tempo a guadagnare rispetto e importanza nella comunità contadina, che le permettono di mandare il giovane Mao a studiare. Già a 13 anni Mao lavora a tempo pieno nei campi del padre; a 17, dopo contrasti con il padre, lascia la famiglia per andare a studiare a Changsa, capitale della provincia. Nel 1911 scoppia la rivoluzione contro la monarchia. Mao si arruola nell’armata rivoluzionaria organizzata dal Kuomnintang, partiro cinese di ispirazione nazionalista. Nel 1912, guidato dal politico Sun Yat-Sen, il Kuomintang rovescia la monarchia, fondando ufficialmente la Repubblica Cinese. Mao, esaltato dalle possibilità offerte dalla rivoluzione, trova nelle politica un fervente interesse.

Mao Comunista Nel 1918 Mao finisce i suoi studi, diventando maestro; cerca lavoro come insegnante a Pechino, senza nessun successo. Trova quindi un impiego come bibliotecario nell’Università di Pechino. Colpito dagli effetti del comunismo in Russia, in particolar modo dall’esperienza popolare dell Rivoluzione d’ottobre, nel 1921 è membro fondatore del Partito Comunista Cinese (PCC). Nel 1923 il Partito, che conta già molti seguaci, comincia una collaborazione con il Kuomintang nell’interesse di eliminare i potenti signori feudali che controllavano ancora il nord della Cina. Mao scala rapidamente i vertici del Partito Comunista, assumendo la carica di rappresentante a Shanghai.

Conflitto con il Kuomintang Nel 1925 il primo presidente cinese Sun Yat-Sen, leader del Kuomintang, muore, lasciando il posto a Chiang Kai-Shek. A differenza del suo predecessore, Chiang ha idee molto più conservatrici e tradizionali, assimilabili a quelle esistenti durante la monarchia. Cresce immediatamente la tensione con il Partito Comunista, tanto che nell’aprile 1927 Chiang ordina l’imprigionamento di molti esponenti comunisti. Il settembre dello stesso anno Mao guida un’armata di volontari contro il Kuomintang, rispondendo alle violenze, ma viene sconfitto. I rimanenti di questo esercito si trasferiscono nella zona montagnosa del Jiangxi, dove insieme a Mao si riorganizzano, imponendo dura disciplina e l’immediata esecuzione di chi si fosse rifiutato di seguire il leader.

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Lunga Marcia Nel 1934 I’influenza di Mao si estendeva su più di 10 regioni. Chiang, preoccupato della rapida ascensione e dell’incredibile numero di consensi che i comunisti stavano raccogliendo, circonda il quartier generale, il soviet supremo, di Mao. Dopo varie discussioni con i rappresentanti delle regioni, che avrebbero preferito il combattimento, il leader decide per la ritirata. Ha inizio la Lunga Marcia, durata 12 mesi, che vede più di 100000 comunisti camminare instancabilmente percorrendo 12000 km di strade imbattute, altopiani aridi e fiumi imponenti. Logorati dalla stanchezza e soprattutto dai combattimenti con il Kuomintang, arrivano a Yanan solo 30000 cinesi. Tuttavia si aggiungeranno a Mao, ormai indiscusso leader del Partito, molte altre persone, esaltate dagli ideali comunisti espressi nell’efficace oratoria del leader rivoluzionario.

Seconda guerra mondiale e Guerra civile Nel 1937 il Giappone invade la Cina. Chiang non riesce a fronteggiare da solo la minaccia nipponica, ed è costretto a rivolgersi al Partito Comunista. In questo periodo Mao, aiutato dal suo consigliere militare Lin Biao, si impone come leader militare e con l’aiuto degli Alleati, nel 1945 i Giapponesi sono definitivamente sconfitti. Inizia un sanguinoso periodo di Guerra Civile tra PCC e Kuomintang. Il 1° ottobre del 1949 Mao annuncia in Piazza Tienanmen la nascita della Repubblica Popolare Cinese (RPC). Chiang nel frattempo si trasferisce a Taiwan dove fonda la Repubblica di Cina (RDC), stato che coprirà il seggio della Cina alle Nazioni Unite fino al 1971.

Mao presidente Negli anni che seguono Mao attua una politica socialista di identità popolare: spartisce le terre dei vecchi proprietari terrieri tra i contadini, raddoppia la quantità di scuole aumentando il livello d’istruzione, organizza un efficiente sistema sanitario. Non rinuncia mai all’applicazione della violenza contro gli oppositori, che soprattutto nelle aree metropolitane lo accusano di privilegiare le zone rurali.

Campagna dei cento fiori Nel 1956 Mao lancia la “Campagna dei Cento Fiori”, volta a valorizzare la libertà di pensiero della popolazione cinese, favorendo una rinascita di valori, con l’intento di staccarsi definitivamente dall’immagine di satellite dell’ URSS comunista. La situazione tuttavia sfuggì di mano, e le poche voci di protesta iniziali alimentarono manifestazioni contro l’apparente mancanza di ideologia del Partito comunista. Mao decise ancora una volta di reprimere il malcontento popolare con la violenza e la censura: l’intervento dell’esercito pose velocemente fine a tutte le proteste. 6

Il Grande Balzo in Avanti Nel 1958 Mao lanciò la riforma che più caratterizzerà il suo programma economico: chiamata “Il Grande Salto in avanti” la riforma si proponeva di incrementare la produzione agricola e industriale. Il sistema doveva essere fondato su grandi appezzamenti di terra che, distribuiti a comunità di circa 75000 contadini ciascuno avrebbero provvisto al fabbisogno alimentare del paese. Mao credeva che la Cina sarebbe stata in grado di reggere una rivoluzione economica così grande e di portarsi al livello dei paesi industrializzati nel giro di poche decadi. Una terribile carestia fece crollare il sogno del leader comunista. Decine di milioni di persone morirono di fame tra il 1959 e il 1961. Il disastro fu abilmente nascosto agli occhi del mondo, preservando l’immagine di Mao. Nel 1962, dopo il fallimento della sua riforma, Mao perse l’appoggio di molti esponenti del Partito. Nel periodo in cui non fu più al centro dei giochi politici, scrisse insieme a Lin Biao il famoso “Libretto Rosso” dove Mao esponeva le sue idee.

Rivoluzione culturale Nel 1966 Mao fece ritorno in politica. Ordì una crisi che solo lui poteva risolvere, accusando il governo al potere di essere pronti a vendere la Cina al capitalismo. Le Guardie Rosse attuarono terribili purghe contro sedicenti colpevoli. Mao risalì velocemente al comando del Paese. La rivoluzione culturale fu un enorme successo per la sua immagine: molti valori tradizionali cinesi furono rimpiazzati dagli insegnamenti del Libretto Rosso.

Apertura Internazionale Nel 1972 Mao incontrò il presidente Nixon, un gesto che mise fine a gran parte della tensione storicamente creatasi tra i due paesi, e consolidava una volta per tutte il ruolo internazionale della Cina. Mao Tse-tung morì nel 1976 a 82 anni a Pechino.

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RAPPORTI INTERNAZIONALI Nel discorso che verrà sviluppato in seguito, riguardo alla dottrina politica di Mao Zedong e alla sua effettiva realizzazione storica è di vitale importanza analizzare il rapporto sviluppatosi tra la Cina comunista e L’Unione Sovietica. Nei primi anni ‘50 il rapporto con la Russia era di mutua alleanza, nell’obiettivo di un’idealizzata unione di paesi comunisti contro l’imperialismo e il capitalismo occidentale. Dopo la Guerra di Corea, nel 1953, era già evidente un distacco da parte della Cina, che preferì rivolgere le sue mire economiche verso paesi del Terzo mondo come Pakistan e India. Alla fine degli anni’50 avvenne la vera e propria separazione. La Cina, forte dei temporanei successi del Maoismo, si poneva come la giusta alternativa all’oppressivo comunismo sovietico. Nel 1968 le tensioni accumulate portarono a scontri lungo il confine. Entrambi i paesi ora più che mai si accorsero dell’impossibilità di un ritorno alla vecchia alleanza, e si misero a cercare alleati nell’Occidente. Importante fu il viaggio di Nixon nella PCR, viaggio che dimostrava la distensione dei conflitti tra le due potenze, oltre a importanti accordi di tipo economico e sociale, quali ad esempio l’utilizzo del nucleare e i diritti fondamentali dell’uomo. Visita di Nixon in Cina nel 1972 La visita del Presidente Richard Nixon in Cina nel 1972 rapresentò un punto di svolta nelle relazioni tra U.S.A. e Cina. L'incontro testimonia la prima visita in assoluto di un presidente americano nel Paese asiatico, che a quel tempo considerava gli U.S.A. come rivale, ideologico e politico.

L’URSS ripiegò su una politica di controllo locale, rivolgendosi alle potenze occidentali solo per stretta necessità, o quando aveva interessi nei giochi geopolitici. Esempio di questa strategia di stretto interesse è la posizione assunta dall’Urss, per la prima volta insieme agli USA, contro Francia e Inghilterra riguardo l’intervento nella Crisi di Suez.

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MAOISMO Il Maoismo si proponeva come terza, migliore,definitiva via del comunismo. Bisogna innanzitutto precisare che il Maoismo non è da intendere unicamente come visione del mondo di Mao, ma come evoluzione, diversificazione dei principi fondamentali del marxismo-leninismo, conseguentemente applicati al sistema cinese. È importante ricordare, inoltre, che la rivoluzione cinese avviene dopo quella russa, Mao ha quindi la possibilità di individuare i punti deboli e di forza che hanno caraterizzato la rivolta bolscevica. Mao Tse-tung ha elaborato l’esperienza della rivoluzione russa e della rivoluzione cinese fino a ricavarne la più avanzata teoria della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata: rivoluzione che non sarebbe mai avvenuta senza la figura di Mao. Mao stesso lo definì come una “cinesizzazione” del pensiero marxista-leninista. Sebbene l’ispirazione derivasse evidentemente dal sistema russo, la Cina mirava a sostituire la potenza sovietica nell’essere “modello di socialismo” in una rivoluzione su scala globale. La classe sociale protagonista di questa fase storica è il proletariato. Il proletariato, similmente alla teoria marxista-leninista, è la nuova classe, la più progredita e progressista, destinata a controllare il potere nella nuova epoca. La visione materialistica della storia proposta da Marx si avvicina molto al pensiero del leader cinese. Scrive Zhang Enci, filosofo teorico del comunismo: “Il proletariato è la classe più rivoluzionaria dell’epoca moderna, la più rivoluzionaria dall’inizio della storia. I suoi interessi di classe sono in perfetto accordo con le leggi dello sviluppo oggettivo del mondo perché, secondo le leggi oggettive dello sviluppo sociale […] il proletariato è la classe più adatta a riflettere correttamente le leggi dello sviluppo sociale, a scoprire e utilizzare la verità oggettiva” Cit. da Chang En-tse, Conoscenza e verità secondo la teoria del Riflesso, Casa Editrice Lavoro Liberato, 1978 Questo passaggio, solenne nella sua totale convinzione, sintetizza in modo eccellente la visione di Mao. Il rifiuto delle ideologie, l’esaltazione dell’oggettività in un’ottica attenta al sociale ma efferata nella sua realizzazione. La presa di potere del proletariato deve avvenire attraverso una guerra popolare di lunga durata, dove la popolazione è messa davanti a una scelta. L’obiettivo è quello di mobilitare ogni classe e gruppo delle masse popolari a difendere ogni suo e interesse particolare contro la borghesia imperialista e di sfruttare in ogni modo lotte di interessi che si svolgono nella società borghese. La Borghesia imperialista diventa la causa di ogni problema, il capro espiatorio testimone di un’arretratezza culturale ed economica che la Cina può superare soltanto grazie al comunismo, capace di rivoluzionare e “futurizzare” il sistema cinese.

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Importantissimi diventano quindi gli strumenti di propaganda e di culto della figura. Questa guerra ha il compito di eliminare, stravolgere i valori della vecchia Cina. E Mao sapeva esattamente come raggiungere questo scopo. A partire dalla Guerra civile, Mao ha imposto importantissime riforme che hanno coinvolto la totalità degli aspetti del Paese. Queste azioni sono la più diretta manifestazione del Maoismo. Le più significative sono, senza dubbio:

Il Grande Balzo in Avanti (1958-59) Il Grande balzo in avanti rappresentava la possibilità di trasfomare completamente l’economia cinese, integrandola nella modernità che per troppo tempo, a cusa degli interessi della classe feudale, era mancata. Si trattò in concreto di un incredibile sforzo collettivo, di portata paradossale: la produzione dell’acciaio, materiale di incredibile importanza, raggiunse perfino le più rurali realtà contadine.

Lo sforzo è immenso. Numerose sono le testimonianze di creazione di altiforni rudimentali nella campagna cinese. L’entusiasmo collettivo portò a un progressivo e disastroso abbandono delle campagne, oltre che alla creazione di materiali di infima qualità, dovuti alla evidente inesperienza tecnica della classe contadina. Per ovviare a questo problema, abitanti delle città e operai furno ricollocati in contesti contadini. Questo sconvolgimento socioeconomico, come è stato chiamato da numerosi studiosi, creò non poco dissenso tra la popolazione. Al 1958 corrisponde la creazione delle comunità contadine che sarebbero state in grado di sostenere il fabbisogno del Paese. Tuttavia alcune annate contraddistinte da terribili nubifragi ed allagamenti privarono la Cina di quella spinta iniziale, di quel Balzo, necessario a far partire un sistema economico basato su questo i principi. Lo Slogan “Qualche anno di sforzi e di lavoro per diecimila anni di felicità" rappresenta pienamente la fiducia riposta in una riforma di proporzioni colossali. La mancata realizzazione portò a conseguenze catastrofiche, tanto da portare la Cina a una decrescita demografica. Le somiglianze con le politiche attuate in Unione sovietica erano dunque evidenti. Basti pensare alla politica di collettivizzazione delle terre avviata da Stalin a partire dal 1929. Mao era visto da Stalin e dai suoi contemporanei come portavoce di una via alternativa, una “terza via”, come egli stesso la chiamava,per il comunismo. Ciò poteva risultare in una minaccia, specie negli equilibri di influenza internazionali, per URSS e USA.

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Rivoluzione culturale (1965-1969) Movimento politico e culturale sviluppatosi in Cina tra il 1965 e il 1969 sotto la direzione di Mao Tse-tung. Finalizzato all’affermazione del processo rivoluzionario e alla lotta contro la burocratizzazione del governo, il movimento vide protagonisti masse di giovani fedeli a Mao che diedero vita alle Guardie rosse. Il processo coinvolse gli operai delle grandi città e provocò una gravissima crisi delle strutture politiche, amministrative ed economiche del paese .A partire dal 1967 il movimento conobbe una graduale fine e il IX Congresso del Partito comunista (1969) ne sancì di fatto la fine.

Dopo 5 anni dalle dimissioni di Mao, il PCC è in crisi. La mancanza di un uomo di polso, capace di farsi ascoltare, e soprattutto rispettare, da tutte le frange del partito, porta a un processo di burocratizzazione degli organi amministrativi e si esaurisce in fretta l’entusiasmo popolare che aveva caratterizzato il governo comunista. Mao si rivolge ai più giovani, che non ricordavano il fallimento del Grande Balzo in Avanti, cercando ardenti seguaci che avrebbero formato le Guardie Rosse. La Rivoluzione Culturale è forse il momento che più caratterizza l’operato di Mao: è una rivoluzione che viene proposta alle masse nella sua matrice più ideologica, più maoista. Rappresenta il conoramento del sogno di Mao: è la distruzione, l’annnientamento di un passato corrotto e misero verso una rinascita nei sui termini più alti e idealisti. Gli scritti di Lu Hsun, scrittore cinese di inizio ‘900, furono presi come modello per questa rivoluzione. Mao Tse-tung lo definì “tre volte grande”: grande letterato, grande pensatore, grande rivoluzionario. Lu Hsun fu l’unico scrittore le cui opere si potessero leggere durante la Rivoluzione culturale. Lu Hsun, scrittore a cavallo tra 800 e 900, fu la figura di riferimento della Rivoluzione Culturale. I suoi scritti, in particolare il Diario di un Pazzo del 1918, sono considerati fondamento della lingua cinese moderna. Mao trasse sicuramente spunti da questo scrittore durante la formulazione del maoismo. “Una volta ho detto che la storia della Cina è un susseguirsi di banchetti di carne umana, con quelli che mangiano e quelli che vengono mangiati. Anche quelli mangiati a volte mangiano uomini, e quelli che mangiano possono venire mangiati.” (Diario di un Pazzo, 1918)

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TEORIA DEI TRE MONDI Mao trovò, nel corso del suo mandato, opposizione da parte di Deng Xiaoping. Inizialmente suo grande sostenitore, cerò di acquistare potere nel partito dopo il fallimento del Grande Balzo in Avanti, con l’intento di ridurre Mao a una mera figura di riferimento. Sarà lo stesso Mao a fermare le sue pretese dopo il travolgente successo della Rivoluzione Culturale. Sotto il governo di Mao Deng assunse la carica di vicepremier, elaborando ed esponendo, nel celebre discorso nell’aprile 1974 alle Nazioni Unite, la Teoria dei tre Mondi: si tratta di una sintesi geopolitica, da molti storici considerata errata e generalizzante, che vede il mondo diviso in Tre Macroblocchi:

 Primo mondo: costituito dalle due superpotenze mondiali, URSS e USA, è caratterizzato da una costante lotta per l’egemonia mondiale. Questa lotta, dettata da differenze ideologiche e interessi politici contrastanti, non si manifesta necessariamente in scontri frontali, ma è spesso condotta attraverso logiche politiche: il clima della Guerra Fredda rappresenta questo contrasto.  Secondo mondo: ne fanno parte Giappone, Canada ed Europa. Potenze ormai consolidate, non hanno interesse nell’espansione territoriale o nel conflitto armato.  Terzo mondo: costituito dalle potenze emergenti. Anche la Cina fa parte di questo blocco, oltre agli stati Africani, Asiatici e Sudamericani. La Cina si propone come leader del Terzo Mondo. I membri di ciascun blocco, secondo la teoria, hanno interessi politici ed economici in comune: secondo una visione utopistica dei fatti, proposta da Deng Xiaoping, il secondo e ancor più il terzo mondo dovrebbero far fronte comune contro il primo. La politica dei tre mondi tuttavia è destinata a fallire, tanto che già nella metà degli anni ’80 Deng la considera come errata rappresentazione della realtà. La Teoria dei Tre mondi ha causato molte controversie tra i teorici del socialismo. Molti la considerano senza fondamento, accusandola di abbandonare la visione materialista della storia tipica del Marxismo. Oltretutto, secondo alcuni politologi ( come Robert Seltzer e Irwin Silber in Chairman Mao’s (or Deng Xiaoping’s) Theory of the Three Worlds is a Major Deviation from MarxismLeninism) la teoria è semplicemente una politica di mero interesse economico. Come abbiamo già visto, le mire commerciali della Cina hanno interessato il povero sud-est asiatico, e oggi si stanno spostando verso Africa e Sud America, paesi in forte difficoltà, da cui la Cina potrebbe trarre facile profitto. Non è quindi una spartizione del mondo dettata dalla visione socialista, ma una copertina per giustificare la controversa e interessata posizione internazionale della Cina. 12

POLITICA ANTINATALISTA Fin dalla nascita della Repubblica Popolare Cinese, nel 1949, Mao aveva elogiato enormemente la fertilità del popolo cinese, guardando all’obiettivo di una Cina autosufficiente. Ma questa scelta gli si ritorse contro già nel 1963, quando il governo inziò seriamente a preoccuparsi di questo baby boom che aveva investito il paese. La popolazione cresceva e ritmi impressionanti: negli anni ’70 la Cina averbbe raggiunto il preoccupante traguardo del miliardo. Solo tra il 1972 e il 1976 vennero introdotti del governo severi piani di pianificazione familiare. Il sovrapoppolamento veniva considerato un ostacolo alla modernizzazione del paese. Ciò nonostante nel 1979 la popolazione cinese si attestava a un livello corrispondente al 25% della popolazione mondiale, aveva a disposizione solo il 7% della superficie coltivabile e due terzi dei cinesi avevano meno di 30 anni. Sotto Deng Xiao-ping fu imposta la politica del figlio unico. Il 25 settembre del 1980 fu designato come data iniziale di questa politica. L’obiettivo del governo era quello di arrivare, nel 2000, a un tasso di crescita demografica pari a 0. Questa rifroma fu perseguita più fedelmente nei centri urbani, dove si assistette alla creazione di centri per la pianificazione familiare quasi ovunque. I nuclei familiari dovevano registrarsi e a quel punto era garantita loro la possibilità di avere un figlio, attraverso un permesso ufficiale del prefetto locale.

Propaganda La propaganda per la Politica del Figlio Unico coinvolse tutto il paese, dalle città alle zone più rurali. Sebbene oggi non ci sia più la necessità di una divulgazione di questo metodo, è molto raro vedere in una pubblicità o anche in una serie televisiva l’esempio di una famiglia con più figli.

Vi erano alcune eccezioni. Nel rispetto delle minoranze religiose ed etniche la politica del figlio unico non sempre si applicava, e per le famiglie contadine vi era possibilità di avere un secondo figlio qualora il primogenito fosse disabile o di sesso femminile e comunque dietro un’ingente somma di denaro. 13

La politica del figlio unico ebbe effetti devastanti. Concepita come soluzione ad un problema demografico imminente, rischia di diventare la causa di un trauma sociale di più ardua risoluzione. Limitare a un figlio i nuclei familiari ha portato a un numero incredibile di aborti di bambine: il rapporto tra i generi , 121 uomini ogni 100 donne, sta causando enormi problemi dal punto di vista sociale, incoraggiando fenomeni come l’emigrazione. Inoltre l’età media ha subito un brusco innalzamento. Il governo si sta già occupando di alzare l’età per il pensionamento, manovra che gioverebbe momentaneamente e solo in parte alle problematiche del baby boom degli anni 60/70.

Demografia della Popolazione Il Grafico evidenzia una sovrappopolazione maschile, oltre a una distribuzione di età totalmente differente a quella dei paesi in via di sviluppo, molto simile a quella occidentale, con pochi giovani. La fascia di popolazione tra i 30 e i 40 anni corrisponde all’anno di inizio della politica antinatalista, quando il controllo era molto forte.

ll rischio della Cina è quello di incorrere nella stessa sorte degli stati Europei e del Giappone. La crescita 0, il controllo delle nascite e l’innalzamento dell’età media non si addicono a un Paese che da sempre ha basato la sua forza sul numero e su una popolazione giovane e volenterosa. Il governo cinese recentemente ha modificato la politica del figlio unico, di fronte a queste proiezioni. Oggiogiorno le famiglie cinesi che intendono avere un secondo figlio possono presentarsi all’ufficio di pianificazione familiare e, in seguito a un’ indagine sulla stabilità del nucleo familiare, possono ricevere un’autorizzazione per l’idoneità. Non mancano oggigiorno famiglie composte anche da 3 figli, ma sono casi isolati a famiglie della medio-alta borghesia cittadina.

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UN DISASTRO AMBIENTALE Lo sfrenato progresso proposto dal Maoismo, in linea con gli ideali che avevano resa possibile una rivoluzione industriale in così poco tempo, ha avuto effetti catastrofici sull’ambiente. Basti osservare alcune foto scattate recentemente a Pechino per capire l’entità di questo problema. È immediato il paragone con le città americane degli anni ’70:

Pechino, Piazza Tienanmen, 2013

Los Angeles, anni 70

Nel pomeriggio del 13 Gennaio 2013 i livelli di pm2.5 hanno raggiunto la quota record di 900 μg/m3.

Una nube di fumo coprì la città per quasi un mese durante un periodo secco, causando preoccupazione tra i cittadini.

Il PM2.5 è un valore di riferimento e rappresenta le polveri sottilissime (più scientificamente: frazioni di particolato aerodisperso aventi diametro aerodinamico inferiore a 2.5 µm) molto pericolose per l’uomo poiché, di difficile filtrazione, riescono a raggiungere i polmoni. Ogni anno nelle grandi città cinesi viene superato abbondantemente il limite di concentrazione di PM2.5. La media giornaliera è solitamente di tre volte superiore alle quantità che sarebbero considerate non nocive per l’uomo: si parla di valori tra i 150 e i 200 microgrammi per metro cubo. In queste condizioni è severamente sconsigliato fare qualsiasi sforzo prolungato, e i bambini e le persone con problemi al cuore o ai polmoni non dovrebbero neanche uscire di casa.

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In Cina è ancora molto frequente, sia nelle comunità rurali sia nelle città, l’utilizzo del carbone come principale forma di energia. Si calcola che il carbone provveda tra il 60% e il 70% del fabbisogno energetico cinese. Sono percentuali che crescono nei mesi invernali, poiché è ancora la prima fonte di riscaldamento. Molte famiglie cinesi non hanno ancora accesso all’elettricità e all’acqua corrente e spesso fanno affidamento al carbone per ogni utilizzo domestico. Ma perché il carbone è così dannoso? Il Carbone, oltre a liberare Carbonio durante la combustione, sotto forma di CO2, possiede anche grandi quantità di zolfo e azoto.

PIOGGE ACIDE Recenti scoperte hanno individuato nella combustione del carbone la causa principale delle piogge acide. Le sostanze chimiche che provocano questo fenomeno sono il diossido di zolfo (SO2) e gli ossidi di azoto (NOx). Le piogge acide hanno effetti disastrosi sull’ambiente: causano l’acidificazione dei laghi e l’elevata acidità danneggia terreno e alberi, oltre ad accelerare il processo di decadimento di edifici, vernici e statue.

Distribuzione delle piogge acide in Cina, basata su campioni d’acqua piovana e di corsi d’acqua. L’acqua con Ph più basso è concentrata intorno alle zone più popolose e industrializzate, come la provincia di Pechino e quella di Shanghai. Il suolo coltivabile intorno a queste zone è ormai pregiudicato dalla tossicità di queste piogge che, a cusa del processo di acidificazione, mobilitano sostanze come l’alluminio. Si calcola che nel 2020 la probabilità che una pioggia sia di natura acida in Cina sarà dell’80%. 16

LA CINA DI OGGI Quest’anno al festival cinematografico di Cannes è stato presentato un documentario, o un docu-film, come oggi si suole chiamare, che rappresenta in modo immediato ed efficace la realtà cinese del nuovo millenio. Mountains may depart, diretto dal regista Zhang Ke, racconta la storia della nuova società cinese. Concentrandosi sulla classe imprenditoriale, alto borghese e amante dell’occidente, il film descrive con una semplicità disarmante il gusto del vivere, del piacere, del consumismo, caratteristiche del capitalismo contro cui Mao aveva tanto lottato. Ma com’è possibile che una rivoluzione così imponente nei metodi e negli ideali abbia perso la sua effettività nel giro di pochi decenni? La verità è che la figura di Mao ha perso la sua efficacia. Tutti in Cina sanno chi è, molti lo rsipettano e venerano la sua memoria, pochi si esprimono riguardo il suo operato. Ogni volta che il governo rilascia dichiarazioni su Mao e sulla sua importanza storica le uscite sono spesso goffe, impacciate. Si tace su molto. Questo clima è causato da una profonda operazione di revisionismo storico effettuata più da Europa e Usa che dalla Cina stessa. La progressiva occidentalizzazione della zona asiatica non solo ha favorito la nascita di una nuova classe borghese, imprenditoriale, ma ha proposto, mostrato, una via alternativa a un miliardo di Cinesi. La Cina ora si trova ad un bivio. L’esempio di Mao ha plasmato, rinnovato un paese che ora è la seconda potenza mondiale. Ma ha anche causato decine di milioni di morti affermando riforme politiche radicali e scellerate nei metodi. Mentre il giudizio storico è generalmente negativo, l’amore per il leader in patria è ancora troppo forte, e la totale devozione è ormai buon costume nel sistema cinese.

“La rivoluzione non è un pranzo di gala; non è un'opera letteraria, un disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità. La rivoluzione è un'insurrezione, un atto di violenza con il quale una classe ne rovescia un'altra.” -Mao Tse-tung, 1966

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FONTI Bibliografia Robert Seltzer and Irwin Silber, Chairman Mao’s (or Deng Xiaoping’s) Theory of the Three Worlds is a Major Deviation from Marxism-Leninism, Paul Saba, 1980 Chang En-tse, Conoscenza e verità secondo la teoria del Riflesso, Casa Editrice Lavoro Liberato, 1978 Anonimo, “Marxismo-leninismo o maoismo?- Critica della “terza e superiore deviazione”, Scintilla, nr.2 (2002) Nicola P., “L’ottava discriminante-Sulla questione del maoismo come terza e superiore tappa del pensiero comunista, dopo il marxismo e il leninismo”, La Voce , nr.13 (2002) Mao Tse-tung, Citazioni dalle opere del presidente Mao Tse-tung (meglio noto come Libretto Rosso o Il libro delle Guardie Rosse), Edizione italiana di Editrice in lingue estere, 1967

Filmografia Mountains may depart, Zhang Ke, Cina, 2015

Sitografia http://www.neontommy.com/news/2013/12/tale-two-cities-smogtowns-los-angeles-andbeijing http://www.ucsusa.org/clean_energy/coalvswind/c02c.html http://www2.gsu.edu/~mstnrhx/EnviroBio%20Projects/AcidRain/causes.html https://it.wikipedia.org/wiki/Pioggia_acida http://www.agoravox.it/Il-figlio-unico-storia-passata-e.html http://www.epa.gov/acidrain/index.html

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