Intervista su CIC e Faircoop: 12 domande a Enric Duran

June 9, 2017 | Autor: Giorgio Griziotti | Categoria: Economics, Commons, Political Science, Cooperatives, The Internet, Bitcoin
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ESTRATTO DA “LA MONETA DEL COMUNE” Intervista su CIC e Faircoop: 12 domande a Enric Duran A cura di Giorgio Griziotti 1. In Italia, anche negli ambienti anti-capitalisti, come per esempio i Centri Sociali), la realtà di Cooperativas Integrales (CI) non è ben nota. Ci puoi presentare sinteticamente oggi la realtà di CI, in particolare in Catalogna, al fine di fornirci informazioni adeguate? La Cooperativa Integrale è uno strumento per creare un contropotere dal basso, fondato sull’autogestione, l’autoorganizzazione e la democrazia diretta, per aiutare a superare lo stato attuale di subalternità, e dipendenza dalle strutture del sistema, per auspicare e praticare uno scenario di libertà, piena consapevolezza, privo di autorità e in cui ognuno può autodeterminarsi in condizioni di pari opportunità. La Cooperativa Integral in Catalogna (CIC) è stata creata nel 2010 e attualmente ha circa 600 progetti produttivi, circa 30 centri sociali e 5000 persone coinvolte. 2. Credi che ci sia un legame tra lo sviluppo della CI in Spagna e il grande movimento DRY / Indignados / Occupy del 2011 che aveva una roccaforte proprio in Spagna? Perché secondo te in altri paesi dell'Europa del sud, come l'Italia, che soffrono della recessione e dell'austerità imposta dal governo capitalista finanziarizzato, tali sperimentazioni non sono così sviluppate? La CIC è stato creata un anno prima che il movimento Indignados prendesse piede, così abbiamo potuto esserne parte attiva e la crescita del movimento ha favorito la crescita di nuove cooperative integrali in altri territori della Spagna, e anche in Francia. 3. Che tipo di rapporto esiste tra la CIC (e altri CI in Spagna) e il partito Podemos? Non ci sono rapporti. La tendenza riformista e la tendenza autonoma nel movimento 15m si stanno sempre più separando e le visioni politiche sono molto diverse. E 'importante ricordare che i principi della rivoluzione integrale sono contrarie all’ingresso nel sistema parlamentare e sono per il superamento degli stati nazionali D’altra parte, conosco personalmente alcuni di Podemos perché eravamo compagni che militavamo nei movimenti sociali di base, non solo 15M, ma anche molto prima, nel movimento antiglobalizzazione. 4. In Italia la critica principale al Movimento dei Centri Sociali è che sono realtà chiuse e non così aperte alla realtà sociale e con scarsa influenza sulla politica e l'economia, anche se si lotta per i diritti fondamentali, come la casa, ecc. La stessa critica è condotta nei confronti del movimento delle CI perché rappresenta una piccola fetta dell'economia. Come possono cambiare le relazioni sociali di produzione capitalistici esistenti? Penso che il movimento delle CI è troppo giovane per essere criticato con queste argomentazioni: un serio processo di transizione ha bisogno di tempo per svilupparsi. Parliamone di nuovo tra 20 anni e vediamo cosa è successo nel frattempo ... Comunque per creare un nuovo modo più potente per organizzare economicamente e socialmente la nostra società, oltre il tempo, sono necessarie ampie sinergie ed alleanze, non solo a livello regionale ma anche a livello globale. Questo è il modo di continuare a lavorare per estendere le reti, i contatti, la conoscenza, ecc ... 5. Anche se l'austerità imposta dalla troika spinge a privatizzare il welfare, esiste ancora una certa protezione sociale in Europa e soprattutto in Francia (istruzione, sanità pubblica, sussidi di disoccupazione, ecc). Qual è la posizione della CIC per quanto riguarda il welfare istituzionale non ancora smantellato: usarlo quando possibile senza compromissioni? Oppure lottare per ampliarlo? O creare un'alternativa che sostituisca l’attuale welfare declinante? Obiettivo principale della CIC su questo argomento è quello di sviluppare un sistema pubblico cooperativo, il che non è necessariamente un’alternativa all'intera struttura di welfare per un modo di vita autonomo e autodeterminato Durante il processo di transizione difendiamo il diritto dei nostri membri di utilizzare i servizi pubblichi Sosteniamo, quindi, laddove è possibile , le persone e i movimenti che lottano per difendere i diritti sociali, ma in ogni caso riteniamo che la qualità di questi servizi pubblici, ad esempio in tema di istruzione e di sanità sia abbastanza scadente, al punto da ritenere che sia meglio sviluppare servizi sociali cooperativi liberi dagli interessi, spesso mafiosi, delle aziende e del governo.

6. Recentemente, è stato avviato l’iniziativa FairCoop / FairCoin su scala globale: ci puoi spiegare il perché? L'ambizione di FairCoop è di agire globalmente, ma questa iniziativa è stata ideata da un numero ristretto di individui. Perché questo progetto non è di natura più collettiva e non include i nodi locali CI fin dall'inizio? Ad essere onesti, non capisco da dove possano provenire le affermazioni insite nella tua domanda. FairCoop è un'iniziativa globale da costruire nel corso degli anni. Di conseguenza, il suo lancio iniziale è per forza territorialmente limitato per consentirne poi una sua diffusione e per rendere possibile la partecipazione a tutti coloro che vogliono essere coinvolti. Conosci un modo più partecipativo per costruire un processo a livello mondiale? Perché se il progetto è a livello mondiale, solo con un lancio iniziale territoriale possiamo infatti costruire e rendere inclusivo il processo di partecipazione Già dal primo lancio lo scorso settembre, si è registrato un comune e ampio coinvolgimento di molte persone. I nodi locali della CIC o altre cooperative integrali ne sono state influenzati. Tutti possono partecipare, se lo vogliono. Il problema principale per costruire un processo di massa non è il metodo Faircoop dell'inclusione ma la difficoltà per i gruppi locali di ottenere il tempo e definire l’ordine di priorità per un'iniziativa globale Faircoop è ancora agli inizi e questo è un ottimo momento peri essere coinvolti. 7. Puoi spiegare la sfida dell'iniziativa FairCoop nel 2015? Stiamo lavorando a breve termine per la creazione di strumenti utili al fine di rendere possibile rapporti economici globali postcapitalisti con i valori di FairCoop, come la rivoluzione integrale, p2p, e la conoscenza libera. Recentemente abbiamo appena lanciato getfaircoin.net per rendere più facile l'accesso al Faircoin Il prossimo e uno dei passi più importanti sarà quello di impostare il FairMarket, un mercato per rendere possibile più realizzabile quest’altra economia in un modo pratico. Dopo di che lanceremo FairCredit, un sistema globale di credito reciproco, per rendere più flessibile e utile la partecipazione all'ecosistema FairCoop di progetti produttivi che necessitano finanziamenti. Allo stesso modo lanceremo altre sorprese utili per espandere la rete necessaria a facilitare l’interazione con il sistema monetario FairCoop. Con questo strumento ci posizioniamo per vincere la sfida principale a medio termine, che è quella di diventare veramente utili per i movimenti e le cooperative di tutto il mondo che parteciperanno a FairCoop 8. Puoi spiegarci quali sono oggi le relazioni tra CIC e Faircoop? Il CIC è il riferimento principale in Catalogna per FairCoop e Faircoop è uno dei principali riferimenti per CIC a livello mondiale. Dato lo stretto legame tra alcuni dei promotori con CIC, Faircoop può utilizzare alcuni degli strumenti CIC come risorsa per il suo sviluppo, e alcuni dei membri CIC sono coinvolti in FairCoop in modi diversi, come ad esempio lo sviluppo del nodo locale catalano. 9. Che ruolo avranno applicazioni internet e P2P (come per FairCoin) nell'iniziativa FairCoop? La nuova generazione di applicazioni P2Pin grado di sviluppare un’organizzazione autonoma decentrata (come è accaduto, ad esempio, con l’avvio di Ethereum) non ci espone al rischio di essere governati da algoritmi? Con l’applicazione p2p, la sfida di FairCoop è impostare un rapporto equilibrato tra gli strumenti tecnologici e il centro umano che gestisce questi strumenti. Ad esempio, il modo di operare di FairCoin lo chiamiamo consenso “human based”. In Faircoop sono gli esseri umani a governare e gli algoritmi sono strumenti per consentire di realizzare ciò che gli esseri umani decidono insieme di fare. 10. Jeremy Rifkin, l'economista americano, nel suo ultimo libro (Società a costo marginale zero) sostiene che l'aumento dei "beni comuni" basati sulla cooperazione, grazie a Internet e agli strumenti di rete P2P porterà ad un declino "automatico" del capitalismo, senza combattere. Credi che Rifkin abbia ragione? Non credo che il capitalismo può declinare senza combattere, in primo luogo perché ci sono già milioni di persone che lottano, e molti di questi conflitti sono legati in qualche modo alla visione di una nuova società decentralizzata e cooperativa. Ciò che è significativo è che ogni volta ci sono sempre più strumenti, più conoscenza, che rende più facile costruire una società post capitalista.

11. Che tipo di atteggiamento hanno le attività CIC o FairCoop di fronte alle regole economiche e istituzionali di tipo capitalistico emesse a livello locale e globale, come le tasse, le autorizzazioni commerciali o di produzione e licenze, ecc? CIC e FairCoop condividono i principi della Rivoluzione Integrale, con mezzi che praticano la disobbedienza nei confronti delle potenze capitaliste globali e locali. La CIC gestisce, a mo’ di strumento, diverse forme di cooperazione giuridica che utilizza in una forma che noi chiamiamo "disobbedienza economica". Faircoop al momento non utilizza nulla. Ciò significa che il rapporto con le norme di legge sono gestite senza alcun rispetto per queste leggi e queste, a seconda degli obiettivi, del contesto e delle, tattiche o della situazione politica, vengono più o meno rispettate. 12. Infine una domanda personale: sei accusato di aver sottratto (facendo debiti) a decine di banche spagnole di quasi mezzo milione di euro come parte di un'azione politica per denunciare quello che definisci il sistema capitalista predatorio e sei perseguito dalla legge spagnola. Qual è la tua situazione oggi? Ho una richiesta di condanna a 8 anni di carcere. Poiché non mi sentivo garantito di essere giudicato con obiettività e per non legittimare l’attuale sistema giuridico, non mi sono presentato in tribunale e il processo è stato sospeso nel febbraio 2013. Dopo di che la corte ha emesso un provvedimento di arresto operativo nei miei confronti. Ho intenzione di preparare una campagna per la mia libertà che avrà inizio quando sento che sarà il momento più opportuno. (Traduzione a cura di Andrea Fumagalli)

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