Librorum latinorum Bibliothecae Vaticanae Index a Nicolao De Maioranis compositus et Fausto Sabeo collatus Anno MDXXXIII (Studi e testi, 457)

June 6, 2017 | Autor: V. Biblioteca Apo... | Categoria: Latin Literature, Biblioteca, Inventarios
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STUDI E TESTI —————————————– 457 –—————————————

LIBRORUM LATINORUM BIBLIOTHECAE VATICANAE INDEX A NICOLAO DE MAIORANIS COMPOSITUS ET FAUSTO SABEO COLLATUS ANNO MDXXXIII

CURANTIBUS ASSUNTA DI SANTE – ANTONIO MANFREDI

CITTÀ DEL VATICANO BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA 2009

SOMMARIO Premessa

...............................................

VII

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I. La ricostruzione del testo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

XIII

II.

XI

L’identificazione dei manoscritti e la ricostruzione della Vaticana dopo il Sacco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

XXXVIII

III. Criteri di edizione del testo e del commento . . . . . . . . . . . . . . .

LXV

Bibliografia abbreviata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

LIX

INDEX OMNIUM LIBRORUM QUI SUNT IN BIBLIOTHECA PALATINA A FAUSTO SABEO ET NICOLAO DE MAIORANIS CUSTODIBUS REVERENDISSIMO DOMINO BRACCIO MARTELLO EPISCOPO FESULANO TRADITUS

I.

Bibliotheca latina vel magna

II.

Bibliotheca parva secreta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

III. Armaria et capsae

..........................

3 89

..................................

125

IV. Inventarium Bibliothecae magnae secretae . . . . . . . . . . . . . . . .

321

Concordanze e tavole I. II.

......................................

367

Concordanza tra l’inventario latino di Niccolò V (1455), l’inventario del 1533 (S3) e le segnature attuali . . . . . . . . . . . . . . . . . .

369

Concordanza tra l’inventario del Ruano (R), l’inventario del 1533 (S3) e le segnature attuali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

375

III. Tavola riassuntiva delle voci di S3 non identificate . . . . . . . . . .

404

IV. Tavola riassuntiva delle voci di S3 senza riscontro in R . . . . . . .

406

V.

Tavola riassuntiva delle voci di S3 non identificate e non riscontrate in R . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

408

VI. Tavola riassuntiva delle voci di S3 non identificate e riscontrate in R . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

409

VII. Tavola riassuntiva delle voci identificate in S3 e non riscontrate in R . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

410

Indici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

411

I.

Manoscritti e stampati antichi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

413

II.

Autori citati nell’inventario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

435

III. Nomi citati nell’introduzione e nelle note al testo . . . . . . . . . . .

455

PREMESSA

Indicem de integro facturi sumus

Nel 1902 Marco Vattasso e Pio Franchi de’ Cavalieri nella loro introduzione al catalogo dei codici Vat. lat. 1-678 vollero giustificarsi di non aver offerto ai lettori una «commentatio historica de illorum (scil. codicum) origine et vicibus», come avrebbero desiderato fare, seguendo il modello dei primi cataloghi moderni vaticani1. Ma in questo caso l’impresa risultò subito cospicua: «Verum, cum huiusmodi tractatio longe amplior sit quam quae paucis chartis comprehendi possit, consilium cepimus eam non hic in angustias compellere, sed propriis voluminibus reservare». Tra i motivi addotti essi ricordano la gran massa di documenti inventariali riferiti ai fondi originari della Vaticana: «documenta et codicum recensiones adeo redundant, ut ad ea typis describenda atque illustranda volumina requirantur sane complura»2. Quest’ampia messe documentaria, per altro nota nel suo insieme, è però ancor’oggi in gran parte inedita, salvo le serie riguardanti i manoscritti greci, stralciate e pubblicate da Robert Devreesse3. E in più riprese e in più occasioni si è cercato di colmare questa non modesta lacuna: gli inventari vaticani antichi sono infatti un patrimonio prezioso della Biblioteca Apostolica4. Qualche anno fa, dopo l’edizione del catalogo dei codici latini di Niccolò V, e grazie all’appoggio dell’allora prefetto p. Leonard E. Boyle O.P. e del vice prefetto mons. Paul Canart, si sono aperte su questa documentazione due linee di lavoro parallele. La prima è rappresentata dal lavoro di alcuni studiosi americani, M. R. Dilts, M. L. Sosower e D. F. Jakcson, da cui è iniziata, a partire dalla ricca documentazione allestita da Aubrey Diller, la revisione delle serie greche. Ne sono 1 Come era accaduto solo pochi anni prima per la splendida commentatio di G. B. DE ROSSI, De origine historia indicibus scrinii et bibliothecae Sedis Apostolicae, premessa a Codices palatini latini Bibliothecae Vaticanae descripti, rec. H. STEVENSON IUN., rec. I. B. DE ROSSI, I, Romae 1886, pp. III-CXXXII. 2 Codices Vaticani Latini, recc. M. VATTASSO et P. FRANCHI DE’ CAVALIERI, I, Codices 1-

678, Romae 1902, pp. VII-VIII. 3 R. DEVREESSE, Le fonds grec de la Bibliothèque vaticane des origines à Paul V, Città del Vaticano 1965, (Studi e testi, 244). 4 A. MANFREDI, L’edizione degli inventari antichi della Biblioteca Vaticana, in Gazette du livre médiéval, 30 (1997), p. 69.

VIII

PREMESSA

nati finora i due volumi di Studi e testi (384, 427) entrambi dedicati ai cataloghi rinascimentali: quello del 1518-21 e quello del 1533. Un secondo filone di indagine si è aperto anche sulla serie completa e quindi ben più ampia dei documenti. Il lavoro è nato in collaborazione con la cattedra di codicologia dell’Università dell’Aquila nella persona del prof. Fabio Carboni che ha messo a disposizione la sua competenza e la sua conoscenza concreta della Biblioteca Apostolica. Così un nutrito gruppo di laureandi dell’Università aquilana ha sottoposto a indagine e trascritto su una base informatica tutto il patrimonio inventariale inedito, dalla serie sistina (1475-1481) al 1533. Da uno dei lavori condotti su questo secondo fronte è nato il presente volume, che ha avuto gestazione lenta, proprio perché gli autori hanno potuto sperimentare direttamente quanto fosse acuto il giudizio dei due scriptores della Vaticana: codicum recensiones adeo redundant. Si è infatti deciso non solo di preparare l’edizione della sezione latina dell’inventario del 1533, ma anche di confrontarla capillarmente con i fondi antichi, per riconoscere quanto materiale allora descritto sia realmente giunto sino a noi e subito è apparso un lavoro di portata e ampiezza notevoli. Il confronto, ancorché lungo, è stato fruttuoso, e, possiamo dire, sorprendente. Dietro il catalogo antico è emerso un sistema di inventariazione (fruibile anche per via informatica) e dietro ancora è riapparsa, quasi da sé, l’intera biblioteca pontificia del Rinascimento. Protetta da Giulio II, Leone X, Clemente VII, ferita, ma non sradicata, dai Lanzichenecchi, la Bibliotheca Palatii custodiva le prime splendide edizioni di dedica a stampa e migliaia di manoscritti che i papi dell’Umanesimo vi avevano raccolto, così come recita un breve di Clemente VII, ansioso di vedere riordinata la raccolta, di cui riconosceva il patrocinio, da Niccolò V e Sisto IV: «in qua ornanda Nicolaus pp V Sixtus IV multique alii romani Pontifices predecessores nostri tantum studii et auri consumpserunt». Così, con notevole sorpresa, ci siamo accorti che le oltre tremila e cento voci della serie latina confermavano, ma su scala vastissima, quanto già emerso dall’edizione della parallela serie greca: la massima parte dei libri allora descritti costituisce il nucleo di base della Biblioteca Apostolica, ed è ancora disponibile agli studiosi, seppure secondo un ordine fisico differente. Quei volumi sono dunque l’unica grande biblioteca umanistica e rinascimentale sopravvissuta in Europa nella stessa Istituzione che allora li custodiva: riconoscibile grazie agli inventari, direttamente fruibile attraverso i libri rimasti. Si può dunque dire che questo studio su un solo inventario ha permesso di compiere una scoperta: non incentrata su un

PREMESSA

IX

solo volume o documento o testo, ma su una compagine complessa di dati e libri. Una scoperta che è di fatto la conferma di quanto gli acuti studiosi della Vaticana di qualche anno fa si aspettavano di vedere, ma che forse solo oggi è possibile portare a compimento grazie all’informatica applicata alla gestione di un numero tale di notizie, altrimenti impossibili da dominare con mezzi di studio tradizionali, senza incorrere in errori, dispersione di forze, lacune. Edizione e verifiche hanno richiesto tempo, ma anche lavoro di squadra, anche se composta da due sole persone. Ad Assunta Di Sante va ascritta la fatica della prima integrale trascrizione di tutto l’inventario; l’allestimento e l’affinamento della base dati su cui sono state compiute le ricerche e la gran parte delle proposte di identificazione. Ad Antonio Manfredi l’edizione critica del testo e la revisione capillare delle identificazioni. Va da sé che le singole piste di lavoro sono oggetto di scambi continui e pazienti: e maggior pazienza ha dovuto sostenere la persona più giovane. Da questi scambi è nata anche una serena e preziosa amicizia, come sempre accade laddove gli studi uniscono invece di dividere. Il testo che qui presentiamo ha – ce ne rendiamo conto – i limiti del punto di partenza: in vista di altre edizioni di inventari, ma anche di studi specifici su singoli temi e problemi emersi e qui necessariamente solo accennati. Ci si augura di riprenderne i fili in altra sede, per approfondirli ulteriormente. Speriamo intanto di essere riusciti a dare un altro strumento di conoscenza della storia della Vaticana in generale, utile però anche a chiarire vicende di singoli manoscritti o gruppi di libri. La piccola squadra ha avuto bisogno di molti aiuti e molti sono dunque i ringraziamenti che ci sentiamo di palesare: qualcuno sicuramente sfuggirà e ne chiediamo subito scusa. L’attuale card. bibliotecario Raffaele Farina, già prefetto, il nuovo prefetto, mons. Cesare Pasini, e l’attuale viceprefetto dott. Ambrogio Piazzoni, successore di mons. Paul Canart, hanno approvato il lavoro, accogliendone l’edizione nella collana vaticana. Un ulteriore ringraziamento va a mons. Pasini che ha rivisto e annotato il dattiloscritto. I direttori dei dipartimenti manoscritti e stampati della Vaticana, i dott. Paolo Vian, William Sheehan e Adalberth Roth, hanno facilitato controlli e verifiche su vasta scala: per noi assolutamente necessari e frequenti, perciò scomodi e invadenti rispetto ai ritmi di lavoro già cospicui dell’Istituzione. Piena accoglienza e disponibilità abbiamo ricevuto dall’Archivio Segreto Vaticano, in particolare dal prefetto s. e. mons. Sergio Pagano e dal segretario dott. Luca Carboni. Tutto il personale delle due Istituzioni ci ha aiutato offrendoci pareri e sostegno: anche a nome di altri ricordiamo qui i sign. Antonio Schiavi, Andrea Zucchi, Luciano Droghieri, Antonio Zuccari, Amedeo Zennaro, né pos-

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PREMESSA

siamo dimenticare i dott. Andreina Rita, Delio Vania Proverbio e il prof. Francesco D’Aiuto. Un altro ringraziamento per l’attenzione offerta nel corso degli anni va al Delegato della Fabbrica di San Pietro, s. e. mons. Vittorio Lanzani. Ma è a partire dal nucleo stesso delle nostre amicizie che vorremo esporci con una dedica, che sarà necessariamente triplice: a Fabio Carboni, che ci ha dato occasione di incontro, e sempre, costantemente sostenuto, anche negli inevitabili momenti di fatica, a Elisabetta Iafrate e Federico Manara cui va la gratitudine speciale per chi ha condiviso non solo il lavoro materiale di ciascuno di noi due, ma anche il coraggio per affrontare un percorso di ricerca e collaborazione serena, ma non breve, in tempi in cui difficilmente è data occasione tanto felice.

A.D.S. — A.M. 24 gennaio 2008, nella memoria di san Francesco di Sales nel terzo anno di pontificato di Sua Santità Benedetto XVI

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