L\'iperrealismo il kitsch et l\'estetica contemporanea

May 23, 2017 | Autor: Alessandro Leiduan | Categoria: Aesthetics, Kitsch, Umberto Eco
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ALESSANDRO LEIDUAN

L'IPERREALI SM O, IL KIT SCH E L'ESTETICA CONTEM PORANEA

RISCONTRI Rivista Trimestrale di Cultura e di Attualità fondata e diretta da MARIO GABRIELE GIORDANO

Estratto dalla Rivista: RISCONTRI

SABATIA EDITRICE E-mail: [email protected] http://www.riscontri.it

Anno XXVIII - N. 1-2 - Gennaio-Giugno 2006

83100 Avellino - Casella Postale 136 Tel. Segr. e Fax 0825/35272 - C.c.p. n. 10396836

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L'IPERREALISMO, IL KITSCH E L'ESTETICA CONTEMPORA NEA Il termine «realismo» è stato accolto, da molto tempo, nella terrninologia ufficiale di molte discipline, dall'estetica alla storiografia let1 teraria • Non si può dire altrettanto del termine «iperrealismo». Que-

st'ultimo appare solo intorno agli anni 70 del XX secolo: il che spiega, almeno in parte, perchè il suo uso non si sia ancora generalizzato. L'iperrealismo non è un realismo elevato alla massima potenza: si tratta piuttosto del comune denominatore di tutta una serie di oggetti estetici che si sono affrancati dal dogma del «realismo» e la cui bellezza non dipende più dalla loro capacità di riprodurre fedelmente la «realtà». Sono «iperreali» gli oggetti che imitano dei «modelli»2: trattandosi di 1

M. CASSAC, Littérature et cinéma néoréalistes Réalisme, Réel et Représentation, L'Harmattan,

2004. 2

La consacrazione del termine «iperrealismo» è in larga parte da ascrivere al successo dell' opera di Baudrillard. Sono «iperreali», per questo autore, tutti gli oggetti del mondo contemporaneo. nella misura in cui la loro «realtà» non dipende più dal grado di somiglianza di questi oggetti con i I mondo della natura (come avveniva ancora all'alba dell'epoca moderna quando l'umanità si limitava a imitare la natura, anzichè tentare di trasformarla), né dal loro grado di artificialità (come avveniva nell'era industriale, quando è cominciato il processo di trasformazione della natura), ma piuttosto dal loro grado di riproducibilità, cioè dalla loro conformità a dei modelli standard. Secondo Baud ri liard, nel corso della storia moderna, si sono succeduti tre ordini di «simulacri» - termini con cui egli indica tutto cio che si dà per «reale»: «la contraffazione è lo schema dominante dell'epoca «classica». dal Rinascimento alla rivoluzione industriale. La produzione è lo schema dominante dell'era industriale. La simulazione è lo schema dominante della fase attuale governata dal codice». Baudrillard ci dice cosa sono le cose, come vengono ad essere, a seconda del concetto, storicamente mutevole, che gli uomini si sono fatti della «realtà». L'iperrealtà corrisponde al concetto attuale di «realtà», fondata sull'imitazione di modelli: è questa la caratteristica degli oggetti kitsch, cioè degli oggetti che incarnano il tipo di bellezza dominante. Cfr. J. BAUDRILLARD, L'échange symbolique et la mort, Paris, Gallimard, 1976.

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oggetti che aspirano a un apprezzamento estetico, i «modelli» in questione sono quelli dell'arte del passato, in particolare quei capolavori che sono riusciti a cristallizzare per molto tempo la sensibilità estetica del pubblico intorno al tipo di bellezza ch'essi incarnavano. In virtù dell'ascendente profondo e durevole esercitato dal realismo sull'arte del passato, è ovvio che i modelli imitati dagli oggetti iperreali incarnino (tutti o quasi) un tipo di bellezza «realistica», cioè fondata sulla riproduzione della realtà. Ciò non toglie che imitare un oggetto «realistico» e imitare la «realtà» non siano esattamente la stessa cosa: per il fatto stesso di imitare non la «realtà», ma i suoi «simulacri» artistici, cioè l'insieme delle convenzioni attraverso le quali gli artisti del passato hanno cercato di creare l' «illusione della realtà», gli oggetti iperreali non possono essere annoverati nel repertorio delle formed' arte realistiche. La bellezza iperreale ha una sua peculiarità che la rende irriducibile ad altri modelli di bellezza: si tratta di una bellezza convenzionale, retorica, stereotipata che è caratterizzata da una sorta di grado zero di originalità. L'incarnazione storica più significativa dell'iperrealismo è costituita dagli oggetti a cui si applica il nome spregiativo di «kitsch»: si tratta di oggetti che sono stati tradizionalmente considerati indegni di apprezzamento estetico, o di cui si parlava solo come termine di paragone negativo della bellezza autentica. Si capisce allora perchè la nozione di «iperrealtà» abbia avuto difficoltà a imporsi nel dibattito estetico contemporaneo. Riconoscere la pertinenza descrittiva del termine «iperrealtà» significa indirettamente metter fine all' ostracismo secolare nei confronti del kitsch, o peggio ancora, conferirgli un immeritato blasone sociale. C'è da chiedersi pero se l'estetica, a cui molti rimproverano di affrontare lo studio della bellezza a partire da orizzonti epistemologici troppo ristretti, non abbia invece interesse a occuparsi del fenomeno kitsch3• Certo, allargare i propri orizzonti epistemologici al kitsch significa sconfessare diversi dogmi del credo estetico tradizionale: il fatto di considerare la bellezza un sinonimo di originalità, di contemplazione disinteressata, ecc. Ma non è proprio questo che da più parti le viene invocato quando si accusano le sue categorie descrittive di essere anacronistiche e di non essere in grado di rendere conto esaurientemente della sensibilità estetica contemporanea? 3

Per la critica dell'estetica, cfr. gli ultimi capitoli di C. TALON-HUGON, L'esthétique, Paris, 2004.

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Se c'è un autore che ha avuto il coraggio di iscrivere lo studio del fenomeno kitsch al centro della sua riflessione estetica è Umberto Eco. l. Il problema del kitsch - A causa della loro natura artigianale o industriale, la tradizione estetica ha sistematicamente rifiutato agli oggetti kitsch il minimo valore artistico. Si è sempre pensato che ciò che permetteva a questi oggetti di trascendere le loro origini industriali o artigianali e di usurpare nella società un' abusiva reputazione artistica fosse l'incapacità di una larga parte del pubblico di distinguere l'arte autentica
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