Numa Pompilio (da Enciclopedia Machiavelli, Roma 2015)

June 3, 2017 | Autor: E. Cutinelli-Rendina | Categoria: Machiavelli, Niccolò Machiavelli
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NUMA POMPILIO

su M. – a utilizzare buona parte del materiale già raccolto intorno alla vita e al tempo di M. per scrivere un’opera sulla storia di questo papa; la prima parte del lavoro, concernente i rapporti tra Leone X e i suoi parenti Lorenzo e Giuliano de’ Medici, fu anticipata nel 1890 sulla «Nuova antologia» per poi essere ripubblicata nel 1892 all’interno di un libro che comprendeva anche i capitoli sulla politica di Leone X nelle lotte tra Francesco I e Carlo V. N. considerava questa come la sua opera migliore, e fu particolarmente grato a Croce della lusinghiera recensione apparsa nel 1893. Replicò alle critiche di Giuseppe De Leva, ma anche a quelle di Hermann Baumgarten e Vittorio Cian, rivolte al saggio del 1890, pubblicando nel 1892 tutti quei documenti che davano ragione alla sua tesi sulla politica di Leone X, che considerava mossa non da interessi familiari e nepotistici ma dalle preoccupazioni per i pericoli che si addensavano sulla Chiesa di Roma in quegli anni, contraddicendo in tal modo un’opinione allora comune. Ancora nel 1905, quando morì, stava progettando una seconda edizione ampliata del libro. Dei lavori di storia contemporanea riuscì a pubblicare solo quello su Maria Carolina, anche se sappiamo da varie testimonianze che attendeva a vari studi sui due Napoleone, mentre l’ultimo scritto è stato una riflessione di metodo sul lavoro dello storico, presentata al Congresso internazionale di scienze storiche di Roma del 1903. Anche di questi suggerimenti metodologici Croce è stato un grande estimatore, al punto da dare risalto alle opinioni di N., espresse nella corrispondenza privata, in una nota del 1894 sulle obiezioni mosse alle sue tesi sul concetto della storia. Bibliografia: Machiavelli nella vita e nelle dottrine studiato con l’aiuto di documenti e carteggi inediti, 1° vol., Napoli 1876, poi a cura di S. Palmieri, G. Sasso, Bologna 1996, 2° vol., a cura di S. Palmieri, Bologna 1996; Lettera del 15 maggio 1876 in risposta alla «Nuova antologia», «Il piccolo», 16 maggio 1876; I nostri intenti, «L’araldo», 7 settembre 1882; L’amministrazione della giustizia in Italia, «L’araldo», 14 settembre 1882; Rimedii, «L’araldo», 21 settembre 1882; Candidati!, «L’araldo», 28 settembre 1882; Elettori e comitati, «L’araldo», 5 ottobre 1882; Il discorso dell’onorevole Depretis, «L’araldo», 13 ottobre 1882; Discorso-programma, «L’araldo», 20 ottobre 1882; Dell’azione del potere centrale in Italia, «Il piccolo», 21 gennaio 1884; La politica di Leone X rispetto ai parenti Lorenzo e Giuliano de’ Medici, «Nuova antologia», 1890, 112, pp. 393-427; Leone X e la sua politica secondo documenti e carteggi inediti, Firenze 1892, poi a cura di S. Palmieri, Bologna 19982; recensione a L. Pastor, Geschichte der Päpste seit dem Ausgang des Mittelalters. Zweiter Band, Freiburg im Breisgau 1889, «Archivio della Regia Società romana di storia patria», 1892, 15, pp. 522-37; Documenti ed osservazioni riguardanti la politica di Leone X, «Archivio della Regia Società romana di storia patria», 1893, 16, pp. 181-231, poi in Leone X e la sua politica secondo documenti e carteggi inediti, a cura di S. Palmieri, Bologna 1998, pp. 481-531; recensione a G. De Leva, Storia documentata di Carlo V in correlazione all’Italia, 5° vol., Bologna 1896, «Archivio della Regia Società romana di storia patria», 1896, 19, 3-4,

pp. 445-51; Una conversazione con Maria Carolina, regina di Napoli, «Revue napoléonienne», 1902, 1, pp. 151-56; Un problema di metodica storica, «La critica», 1904, 2, pp. 258-61, poi in Atti del Congresso internazionale di scienze storiche, Roma 1-9 aprile 1903, 3° vol., Roma 1906, pp. 617-26. L’archivio personale di N. è custodito a Taranto presso la Biblioteca civica P. Acclavio; le lettere a Oreste Tommasini presso la Vallicelliana di Roma. Recensioni: A Machiavelli nella vita e nelle dottrine studiato con l’aiuto di documenti e carteggi inediti: A. D’Ancona, «Nuova antologia», 1876, pp. 205-06; M. Brosch, «Historische Zeitschrift», 1877, 2, pp. 162-72. A Leone X e la sua politica, secondo documenti e carteggi inediti: V. Cian, «Giornale storico della letteratura italiana», 1892, 21, pp. 416-21; O. Tommasini, «Archivio della Regia Società romana di storia patria», 1892, 15, pp. 515-19; G. De Leva, «Atti del Regio Istituto veneto di scienze lettere ed arti», VII s., 1892-1893, 4, pp. 748-53; H. Baumgarten, «Deutsche Literaturzeitung», 1893, 7, 1, pp. 13-15; R. Breyer, «Mitteilungen aus der historischen Literatur», 1893, 21, pp. 317-21; B. Croce, «Archivio storico per le province napoletane», 1893, 18, pp. 165-66, rist. in F. Nitti, Leone X e la sua politica secondo documenti e carteggi inediti, a cura di S. Palmieri, Bologna 19982, pp. ix-x; A. D’Avril, «Revue des questions historiques», 1893, 1, pp. 294-96; M. Petrisburg, «The English historical review», 1893, 8, pp. 146-48; B. Croce, Di alcune obiezioni mosse a una mia memoria sul concetto di storia, «Atti dell’Accademia pontaniana», 1894, 24, memoria nr. 7, poi in Id., Primi saggi, Bari 1919, pp. 55-59; H. Ulmann, Studien zur Geschichte des Papstes Leo X., «Deutsche Zeitschrift für Geschichtswissenschaft», 1894, 11, pp. 90-113. Per gli studi critici si vedano: B. Croce, Commemorazione del socio Francesco Nitti, «Archivio storico per le province napoletane», 1905, 20, pp. 275-81, poi in Id., Pagine sparse, 3° vol., Memorie, schizzi biografici e appunti storici, Napoli 1920, pp. 115-20, e in F. Nitti, Machiavelli nella vita e nelle dottrine studiato con l’aiuto di documenti e carteggi inediti, 1° vol., Bologna 19962, pp. ix-xii; O. Tommasini, Commemorazione del socio corrispondente Francesco Nitti, «Rendiconti della Regia Accademia dei Lincei. Classe di scienze morali, storiche e filologiche», 1905, V s., 14, 2, pp. 22-25, poi in F. Nitti, Leone X e la sua politica, secondo documenti e carteggi inediti, Bologna 19982, pp. xi-xiii; B. Croce, Storia della storiografia italiana nel secolo decimonono, 2° vol., Bari 1921, p. 212; F. Nicolini, Nitti Francesco, in Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, Istituto della Enciclopedia Italiana, 24° vol., Roma 1934, ad vocem; G. De Matteis, Uno storico della Rinascenza. Francesco Nitti. Taranto 1851-Roma 1905, Taranto 1937; P.F. Palumbo, Momenti e problemi della storia di Lecce e di Terra d’Otranto, Roma 1988, p. 209; G. Sasso, premessa a F. Nitti, Machiavelli nella vita e nelle dottrine studiato con l’aiuto di documenti e carteggi inediti, 1° vol., Bologna 19962, pp. vii-viii; S. Palmieri, Lettere di Francesco Nitti a Benedetto Croce (1888-1904), in Storia, filosofia e letteratura. Studi in onore di Gennaro Sasso, a cura di M. Herling, M. Reale, Napoli 1999, pp. 703-36.

Stefano Palmieri

Numa Pompilio. – Solamente nei Discorsi M. nomina il mitico secondo re di Roma. In I i 22, I xix 2, 11-13, e I xlix 2, N. non è, con Romolo e «gli altri», che un elemento nella serie dei primi grandi monarchi di Roma, e in quanto tale non riceve particolari attenzioni, per essere anzi, nello specifico contesto di I xix, chiaramente posposto a Romolo, la cui «virtù» rese possibile il regno di N., mentre un sovrano con le caratteristiche di N. non avrebbe né potuto fondare un regno né permetterne la sopravvivenza se

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NUOVO, PRINCIPATO

dopo di sé avesse avuto un successore a lui omogeneo per caratteristiche. Un’ulteriore considerazione del racconto liviano (Storia di Roma I xviii-xxi) e la necessità di far posto nella propria trattazione al tema della religione (→) dovettero indurre M. a una valutazione diversamente orientata della figura di N.: in apertura di quell’autonomo trattatello «della religione dei Romani» che scorre dal cap. xi al xv del primo libro dei Discorsi N. assume in effetti un rilievo eccezionale, poiché in tale diverso contesto la sua opera politicoistituzionale diviene esemplare nei confronti della ‘regola’ che sancisce come «veramente mai fu alcuno ordinatore di leggi straordinarie in uno popolo che non ricorresse a Dio» (I xi 11). Ora esplicitamente anteposto a Romolo (I xi 9), N. si impone come un autentico rifondatore di Roma, ossia come colui che non solo rafforzò l’opera ordinatrice del predecessore, ma a essa diede un compimento necessario, rendendo con ciò gli «ordini» di Roma idonei ai compiti che l’attendevano: [Numa] trovando un popolo ferocissimo, e volendolo ridurre nelle obedienze civili con le arti della pace, si volse alla religione come cosa al tutto necessaria a volere mantenere una civiltà, e la constituì in modo che per più secoli non fu mai tanto timore di Dio quanto in quella republica; il che facilitò qualunque impresa che il Senato o quelli grandi uomini romani disegnassero fare (I xi 3).

N. appare così l’archetipo del perfetto legislatore in materia religiosa, e il suo profilo presenta in nuce tutti gli aspetti fondamentali che la successiva analisi della religione svolgerà nella storia romana arcaica: la necessità che la forza, la «ferocia» di cui il popolo romano era ampiamente dotato, non sia l’unico criterio dell’obbligazione politica e la misura dei rapporti interni di un vivere civile; il ruolo fondamentale della religione in questa necessaria sostituzione della «civiltà» alla forza; la religione nel suo tratto essenziale

di metus dei; la duplice dimensione che la religione dischiude (e che i colloqui tra N. e la ninfa Egeria, poco oltre ricordati, mettono in luce), di chi la usa fingendo e di chi in essa viene usato subendo l’altrui finzione; i vantaggi politici straordinari che una comunità nel suo insieme riceve da una severa osservanza di ciò che appartiene al culto religioso. È indubbio che il racconto liviano sia qui la fonte principale, seguita assai da vicino e talvolta alla lettera in certi snodi fondamentali del discorso. Non si può però escludere che M. abbia avuto presente, oltre a Dionigi di Alicarnasso (Antichità romane II lx-lxi) e in maniera generale Polibio (Storie VI lvi), la Vita di Numa di Plutarco, soprattutto come sponda polemica nell’istituire il paragone con Romolo (cfr. Varotti 1996). Meno probabile la più o meno diretta suggestione di certe trattazioni umanistiche in cui N. è evocato alla luce di analoghe preoccupazioni teoriche e sulla base delle medesime fonti, come le osservazioni di Poggio Bracciolini (→) nella Historia tripartita, o quelle di Platina (→) nel De Principe (per un luogo assai vicino a M., cfr. l’ed. a cura di G. Ferraù, 1979, p. 58), o ancora alcuni testi di Marsilio Ficino (→). Va inoltre rilevato che proprio a Bernardo Machiavelli, padre di Niccolò, Bartolomeo Scala (→) nel suo dialogo De legibus et iudiciis (1483) fa esprimere osservazioni su N. e la funzione civile della religione. Bibliografia: E. Raimondi, Politica e commedia. Dal Beroaldo al Machiavelli, Bologna 1972, pp. 280-84; H.-J. Diesner, Numa Pompilius bei Machiavelli, «Wolfenbütteler RenaissanceMitteilungen», 1985, 9, pp. 49-56; G. Sasso, Machiavelli e gli antichi e altri saggi, 1° vol., Milano 1987, pp. 129-32; C. Varotti, Le figure di Romolo e Numa creatori di istituzioni nei Discorsi, in Niccolò Machiavelli politico storico letterato, Atti del Convegno, Losanna 27-30 settembre 1995, a cura di J.-J. Marchand, Roma 1996, pp. 120-30; E. Cutinelli-Rendina, Chiesa e religione in Machiavelli, Roma-Pisa 1998, pp. 163-69.

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Emanuele Cutinelli-Rendina nuovo, principato → principato.

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