Patranico

July 24, 2017 | Autor: Mauro Casale | Categoria: Medieval History
Share Embed


Descrição do Produto

Il Mistero di Donetta

Sant'Ursula di Cornovaglia

Ursula, bellissima figlia di un Re di Bretagna, viene chiesta in sposa
da un principe pagano, per sottrarsi alle nozze, lei che aveva fatto voto
di castità, fugge in pellegrinaggio verso Roma in compagnia di undicimila
vergini, passando per Colonia invasa dagli Unni, viene chiesta in sposa dal
loro Re che al suo rifiuto la fa uccidere insieme alle compagne, creando
così un'esercito di vergini martiri.
Nel corso dei secoli il culto diventa importante ed imponente, e assurge
a simbolo della verginità femminile, quale valore da difendere anche a
rischio della vita. A Colonia viene fondata la chiesa di Sant' Orsola ove
ancor oggi vengono custoditi ben 116 busti reliquiari.
La bandiera della città, bianco rossa, è divisa in due parti, nella
superiore le tre Corone dei Re magi, nella inferiore le undici fiammelle
delle Vergini di Sant'Orsola.
Nel 1283 l'abbadessa del convento di Colonia dona alla città di Genova
il teschio di una delle vergini, che custodito in una teca d'argento viene
fatto portare in solenne processione dal vescovo Jacopo da Varagine e poi
custodito nella Chiesa dei SS.Giacomo e Filippo.[1]

Qualche decennio dopo persino Dante i cui contatti con i Templari sono
dimostrati[2] viene coinvolto in questo ideale di purezza ne " Il fiore"
suo poema minore:

Falsembiante XCVI
l'undicimila vergini beate
che davanti da Dio fanno lumera
in roba di color ciaschedun era
il giorno ch'elle fur martoriate
non ne fur per ciò da Dio schifate















Sant'Orsola e i Templari


Il culto delle undicimila vergini di Sant'Orsola era diffusissimo, i
cavalieri teutonici avevano la testa di una di esse nella loro casa di
Venezia e i templari ne possedevano una a Parigi.
Quando si scatenò la caccia al Templare, il 13 ottobre 1307, i
funzionari del Re fecero irruzione nel Tempio di Parigi ove trovarono un
reliquiario d'argento a forma di testa contenente il teschio di una donna
che recava una targhetta con la scritta: "Caput LVIII- M" (testa 58°
Martire).[3]
Al processo il Cavaliere del Tempio Guillame D'Arrabloy, inquisito,
dichiarò di aver visto spesso sull'altare una testa argentea adorata da
parte di coloro che tenevano il Capitolo e intese dire che era la testa di
una delle undicimila vergini.[4]
L'accusa di adorare una testa magica che il tribunale dell'inquisizione
rivolse ai Cavalieri del Tempio venne più realisticamente condotto alla
venerazione delle reliquie di una delle vergini di Sant'Orsola.
Più o meno simile la versione riportata da Andreas Beck ne "La fine dei
Templari":
"La commissione decise di fare finalmente chiarezza su quest'idolo. Fu
chiamato a deporre dinnanzi al Tribunale il custode del tesoro del Tempio
di Parigi, gli si chiese di fornire informazioni su tutte le statue che
erano state trovate nel Tempio quando questo era stato espugnato. Guilherme
de Pidoye portò una testa in argento che, raffigurando una donna giovine e
bella era l'unico pezzo che poteva essere incriminato.Non presentava né
piedi, né barba né altri segni distintivi dell'idolo tanto frequentemente e
contradittoriamente descritto.All'interno della scultura vennero trovate
ossa ch'erano appartenute a una giovane donna.La testa recava la scritta
Caput LVIII, si trattava senza dubbio di un reliquiario.
Probabilmente vi si veneravano i resti mortali di una delle undicimila
vergini che secondo la leggenda erano state uccise dagli Unni a Colonia.
Pidoye spiegò che nel tesoro del Tempio non era stata trovata nessuna altra
testa."
Quasi due secoli dopo Cristoforo Colombo sposo di Felipa Muniz
Perestrello, figlia di un maestro Templare Piacentino, durante il suo
secondo viaggio, conduce le vele crociate verso le Americhe e dopo le
battaglie con i cannibali sull'isola di S.Croce, incontra una gran quantità
di isole ( più di 60), affascinato dalla loro bellezza, le denomina Isole
Vergini in onore di Sant'Orsola e compagne.

Torriglia e la reliquia di Sant'Orsola


Se consideriamo che nel Medioevo le reliquie erano fra gli oggetti più
ambiti e costosi del tempo ci domandiamo come una Comunità quale quella di
Torriglia potesse possederla.[5]
In effetti la Magnifica Comunità di Torriglia, ben conscia
dell'importanza della reliquia,la custodisce in un busto d'argento esposto
alla venerazione dei fedeli il giorno dei Santi; un antico inventario parla
di "intiero cranio di Sant'Orsolina Vergine e Martire"


S.Orsola viene onorata quale patrona della Comunità e da tempo
immemorabile veniva festeggiata in pubblici festeggiamenti civili e
religiosi la terza domenica d'agosto con solenni funzioni e sparo di
mascoli.
Viene addirittura raffigurata nel "Sigillo a Fumo" apposto sulla
ceralacca in calce ai documenti ufficiali della Magnifica Comunità. Nei
registri parrocchiali spesso riscontriamo trovatelle nominate Orsola.


1689 - £ 21.6.0 per la polvere e la sparata per la festa di S.Orsola.
£ 61.6.0 per dodeci torchie er altre candele per S.Orsola.


1728 - per sbarro di polvere condotto da uomo di Cantalupo nel
giorno di S.O.

1733 - mercede alli bombardieri per la festa di S.O.

1753 - £ 1.16.0 pagate al pedone Paglietta mandato a Recco a chiamare
l'organista per la festa.

1790 - …è stato presentato il Sigillo a fumo di questa Magnifica Comunità
col quale, a tenore degli ordini di S.A. si devono sempre segnare i
ricorsi che si presentano a parte di questa Comunità, il qual sigillo,
fatto di lottone e contenente Tre Torri in riga con sopra ad una di
esse che è la di mezzo, un busto rappresentante Santa Orsolina,
protettrice di questa Mag.ca Comunità, si è consegnato a mano delli
Sig.ri Reggenti odierni per custodirlo e restituirlo poi ai
successori…


Figura 4 - "Intiero cranio di S. Orsolina". Elenco di reliquie
conservate nella chiesa arcipreturale di Torriglia, 1892


I Fieschi di Torriglia


Se vogliamo fare un'ipotesi realistica possiamo presumere che la
reliquia di Sant'Orsola, pervenuta da una Mansio Templare disciolta, fosse
stata donata alla Comunità di Torriglia dal grande Cardinale Luca dei
Fieschi di Torriglia.
Nell'inventario dei suoi beni redatto post mortem infatti, appare "capud
undecim milium Virginum positum in uno tabernaculo coperto de argento, ubi
est imago crocifixi cum aliis imaginibus".[6]
Qualche anno prima, il padre Nicolò aveva nominato Luca esecutore
testamentario, e per sanare il peccato commesso dall'altro figlio Ottobono
nei confronti della Chiesa di Torriglia. dispose un risarcimento.[7]
E' interessante tracciare un breve profilo di questo grande Cardinale
anche per collegare infine il ragionamento alla presenza di Templari sul
territorio.
Luca, figlio del grande Nicolò dei Fieschi di Torriglia, nipote di Papa
Innocenzo IV e fratello di Alagia di Dantesca memoria, fu Cardinale per un
lungo periodo che abbracciò ben quattro papati. morì ad Avignone e fu
sepolto a Genova, nel chiostro dei Canonici di S.Lorenzo che ne conserva il
monumento funebre. (ASV- Registrum Avenionense 49 ff).
Affezionato ai feudi di famiglia è accompagnato nella sua corte di
Avignone da presbiteri e famigli di Torriglia e Donetta, nel suo
testamento fa un lascito alla Chiesa di Roccatagliata.[8]
Possiede per diverso tempo il Sacro Catino avuto in pegno dal Comune di
Genova per un cospicuo prestito da lui concesso; ne conserviamo un'immagine
tarda nell"Ultima cena" dei Semino del Convento di Montebruno.
Continui i suoi contatti con i Templari sia ad Anagni che in Inghilterra
ove nel 1317, legato di Papa Giovanni XXII presso la Corte tratta fra
l'altro la definizione della proprietà dei beni dell'ordine templare
disciolto.[9]


Gli Embriaci


Sappiamo che il Sacro Catino, una delle reliquie più importanti della
Cristianità, fu portato a Genova da Guglielmo Embriaco dopo la conquista di
Cesarea (1101).
A quel tempo lo si venerava perché secondo la tradizione era stato usato
da Gesù nell'ultima cena per l'istituzione della eucarestia, lo stesso, col
nome di Santo Graal fu venerato dalla Sacra Milizia dei Cavalieri del
Tempio.
La presenza nella nostra zona della Famiglia degli Embriaci, Balbi e Da
Castello, sia quali condomini di pedaggi, sia proprietari di terreni a
Casaleggio e Garaventa, frazioni di Torriglia, la mole assoluta,
convincente, della Torre del Castello di Torriglia con grandi somiglianze
costruttive al Castello di Gibeletto (attuale Byblos in Libano) feudo degli
Embriaci in Terra santa, la presenza di Dodone degli Advocati, signore di
Roccatagliata, alla prima Crociata assieme a Guglielmo Embriaco, fanno
intravedere una presumibile connessione con i movimenti culturali di quel
tempo anche nelle nostre zone che sappiamo vennero investite in pieno dal
fenomeno Crociata.
La prima Crociata venne predicata a Piacenza, i collegamenti con il
porto di Genova erano allora frequenti.
Traccia documentale ha lasciato il passaggio da Piacenza a Genova della
famosa Crociata dei bambini nell'Agosto 1212 lungo la via della
Trebbia.[10]
In questo contesto potrebbe esser maturata l'idea di affiancare a merci
e viandanti la presenza di monaci guerrieri e la conseguente fondazione di
una "Mansio".


Figura 5 - Base della torre del Castello di Torriglia - Incastri a "L"

Sant'Onorato di Lerino


L'Abazia di Sant'Honorat de Lerins (piccola isola di fronte a Cannes) fu
per secoli centro di vita spirituale che sparse i suoi monaci soprattutto
in Francia, troviamo loro tracce anche nell'arco ligure: Ventimiglia,
Seborga, Torriglia, S.Antonio di Prè a Genova.


E' da presumere che la titolazione a Sant'Onorato di Patrania, poi
trasferitasi alla parrocchiale di Torriglia sia da riferirsi a quel
movimento monastico presente in zona da molto tempo (ricordiamo che l'Abate
Attala primo successore di San Colombano di Bobbio proveniva da Lerins).


E' documentata anche a Genova la presenza di una Cappella titolata a
Sant'Honorat in Castelletto prima della fondazione della chiesa di San
Francesco da parte dei Fieschi del ramo di Torriglia (Atti S.L.S.P. X
pg.396 e segg.).


Notiamo che numerosissimi insediamenti Templari del Sud della Francia
nascono da cessioni di terre e chiese di proprietà dei Monaci Lerinesi
(Ventimiglia, Seborga, Saint Raphael, Biot, Roquefort les Pins, Saint
Siffret, Villars sur Var, Comps sur Artuby, Touet sur Var, Grasse), è
pertanto lecito supporre che i Lerinesi di Torriglia avessero facilitato
l'insediamento in zona dei monaci guerrieri.
TEMPLARI A DONETTA ?


Tutta questa lunga premessa per avvalorare l'ipotesi che a Donetta fosse
presente un insediamento templare per il controllo della Patrania, una
delle maggiori vie di transito fra la pianura Padana ed il mare al tempo
delle Crociate, itinerario che come detto si andava anche ad intersecare
con il Caminus Januae della Trebbia su cui confluivano i flussi di uomini e
merci dal territorio Piacentino ben presente nel movimento crociato.[11]
Premesso che l'organizzazione templare di base era rappresentata dalle
Commende o Magioni (Mansio, Mansiones), Torriglia viene definita Magione
ancora nel XVIII sec.[12]
Il Borgo di Donetta è costituito da una dozzina di case addossate le une
alle altre ed affiancate sui due lati alla vecchia strada, una antica
Cappella al centro titolata a San Bernardo Abate ed una piazza ove si
ricorda la presenza di un "Urmu" o albero di Olmo piantato in prossimità di
un importante quadrivio con osteria ed albergo pertinenti; nel medioevo la
comunità si riuniva sotto le fronde dell'olmo per discutere affari comuni o
per amministrare giustizia.
La prima casa salendo sulla destra porta ancora la denominazione di
Palasso segno di edificio ad uso pubblico. Per assonanza al Palasso del
Bolleri, esattori daziari dei Doria, presente sul passo della Scoffera,
penso si trattasse del Palasso dei Magioncalda, anch'esso sede di dazio.


Nel Borgo si ricorda la presenza di antiche costruzioni e di toponimi
indicativi di lontane abitudini.


"Che Donetta fosse qualcosa di più che un piccolo villaggio è indicato
prima dagli avanzi del Castello, poi anche da altri segni locali che fanno
pensare all'importanza del posto, per esempio vi è la Braia che vuol dire
luogo ove si radunano i cittadini per contratti, adunate.
Inoltre esisteva a Donetta un'antica casa (del Nicolla) la cui grondaia era
sostenuta da speciali mensole che denotano una vetustissima
costruzione.Anche un'altra casa (del Tèsoa) era di una costruzione
speciale, con un porticato ed una grossa colonna che da un lato sosteneva
la casa."[13]


Donetta era una delle Ville della Magnifica Comunità di Torriglia, Feudo
Fliscano prima, dei Doria poi, aveva un proprio Console di Villa ( un
Magioncalda, o Casale o Moglia, cognomi dominanti da secoli nel paese) ed
un proprio Caporale.
E' da presumere che queste pubbliche istituzioni, presenti a Donetta
come nelle Frazioni o Ville più importanti quali Montebruno, Pentema,
Fontanigorda, rappresentassero il retaggio di un passato importante.
La Chiesina di Donetta, con una suggestiva dedicazione a San Bernardo di
Chiaravalle raffigurato in un quadro ad olio, custodirebbe antiche
sepolture di monaci Magioncalda, almeno questa è la tradizione orale che si
tramanda, certo singolare, in quanto nel territorio sarebbe l'unica custode
di sepolture.


Ricordo che da tempo immemorabile il 20 Agosto gli abitanti di Donetta
festeggiano S.Bernardo Abate con funzioni religiose, balli e buone bevute.

Figura 6 - Cavaliere Templare
Ricostruzione ideale





Le Strade

Ed ora l'attenta osservazione della rete viaria di valle di cui Donetta
rappresentava il principale nodo e la finale destinazione prima di iniziare
a "Muntà du Cullettu" che portava in quota verso l'Antola ed il Nord.
Esistevano due "tangenziali" che aggiravano Torriglia: una proveniente
da Genova, Cavassolo, Capenardo, Davagna, Moranego, Scoffera, Laccio,
Gaietta, Marzano, Cian da Seia, Donetta, l'altra, proveniente dalla Riviera
del Levante, Sestri Levante Recco, Sori, Nervi, dal Monte Lavagnola
rasentava Torriglia, incrociava la strada della Trebbia e poi anch'essa su
Donetta.
Poi anche due strade di circolazione interna: una che dal vecchio Borgo
di Torriglia, Acquabuona, Crocetta degli Scorzi (ove si intersecava con
quella del Brugneto) raggiungeva Donetta, l'altra che partendo dall'Abazia
di Patrania risaliva il Rio Colomba, rasentava il Castello, il Poggio e poi
ancora Donetta.
Ricordiamo ancora che altra importante strada sopra Donetta si dirigeva
verso Pentema, Carsi, la Val Brevenna, Crocefieschi, i Feudi Fliscani di
Savignone e Casella.
Perché due percorsi paralleli che partono entrambi da Torriglia
raggiungono Donetta?
Quale logica ne ha determinato la costruzione?


La spiegazione a mio parere sta nel fatto che uno partiva dall'Abazia di
Patrania traversando terreni di pertinenza dell'Abazia, l'altro partiva dal
Borgo di Torriglia, fortificato e protetto dal Castello Feudale di
pertinenza laica.
Uno interdipendente dall'altro.
Riflettendo sull'antica orografia di Torriglia si arriva a capire che le
due entità sono state sempre chiaramente divise dal Torrente Chiusa la cui
riva destra delimitava la proprietà della Chiesa, quella sinistra quella
del Feudo.
Certo l'attuale copertura dei rivi lo rende meno evidente anche se
presenze di cappelle, la vecchia canonica, tracce di muri ed antiche
sepolture lo conferma.
Con questa premessa rimane ora più chiara e comprensibile la Bolla di
Papa Adriano IV che nel 1157 conferma a Tortona la "Abbatiam S.Honorati de
Patrania… Castellum Padraniam, Turriclum…"
Quel Castellum Padraniam potrebbe essere la Fortezza scavata a Donetta,
di pertinenza dell'Abazia, forse aggregato ad una Mansio e chiaramente
costruita a supporto e controllo della viabilità.

In tutte le terre della Cristianità i Templari si insediarono lungo le
maggiori vie di transito…, anche le strade che discendono verso Genova e
Venezia sono ben munite di Commende Templari.[14]
La funzione dei Monaci era quella di svolgere funzioni di "assistenza e
polizia della strada", i passi più importanti erano presidiati, la zona di
Torriglia così strategicamente importante, era certamente un presidio.[15]

Figura 7 - Donetta - "A Consciorsa". Antico recinto per carovane sulla
mulattiera per l'antola

Altri numerosi indizi

- La presenza degli antichi ceppi famigliari dei Magioncalda (Mansiocalida)
e dei Casale (Casaliers) tutt'oggi esistenti fa pensare alla presenza di
una Mansio Templi.
La gerarchia minima per la sopravvivenza di una mansio prevedeva infatti la
presenza di Frères sergents o commandeurs de Maison, di Frères Casaliers,
Frères infirmiers, Frères chapelains.
- A Donetta esistono toponimi che confermano un'ambito religioso quali:
la fontana del sollievo di biblica memoria, a consciorsa che è quel
possente recinto comune per muli ed animali della consorteria, accanto alla
strada che, poco sopra al paese, sale verso la fortezza,[16] a cianna da
giexia (piana della chiesa) che è quell'ampio prato lì accanto, di
pertinenza della Cappella del borgo che risulta dotata di altri terreni in
Lombardia ed il cui sfruttamento veniva assegnato con pubblico incanto.

- La vita della Fortezza messa in luce dagli scavi si colloca fra la fine
del XI e la prima metà del XIV sec, e coincide con quella dell'ordine
Templare che ricordo nasce nel 1119 e finisce nel 1314.

- La sua distruzione traumatica (tracce evidenti di incendio, e di scontro
armato con presenza di gran quantità di cuspidi da arco o da balestra) fa
pensare ad un intervento organizzato e mirato alla eliminazione di quella
struttura e non uno dei tanti episodi di scaramucce fra parti avverse.

- Il fatto che nel 1310, il Precettore della Commenda degli Ospitalieri di
Prè a Genova, risulta essere certo Frà Francesco de Turriculo, ammesso che
il toponimo Turriculo potesse riferirsi a Torriglia, fa pensare che a
seguito delle disposizioni di scioglimento dell'ordine, il monaco avesse
trovato nuova collocazione.[17]

- La scelta del sito, strategico per il controllo delle strade, e di grande
valenza simbolica: proprio dal monte Preia infatti, nascono due grandi
fiumi, il Trebbia e lo Scrivia, particolare non trascurabile per la
mentalità medievale.

- La struttura trapezoidale del dongione primitivo, simile a torrioni
abitativi frequenti in Francia o in Terra Santa fra il XI e XIII sec,
collocata entro un vallo perfettamente circolare di 32 m. di diametro
evidenziato dalle più recenti immagini satellitari, fa pensare a
geometrie spesso adottate in contesti templari. E' curioso comparare questo
particolare con la leggenda dei cerchi di legno, di ferro, di pietra del
Monte Boglelio, attribuiti all'epoca del Barbarossa e che ancora si
racconta in Val Staffora.

- La presenza lungo la strada di dedicazioni a S.Bernardo
( Bogliasco, Capenardo, Donetta, Reneuzzi, Pizzonero,Vesimo, Pallavicino…)
o di presenze monastiche cistercensi, quali:
l'Ospitale di S.Giacomo di Possuolo, l'hospitale con cappella di
Sant'Alberto, la Grangia di Magioncalda,[18] ed in genere in tutta la Val
Borbera (Chiaromonte,Albera,Semega,Vendersi), le rovine del Convento di
S.Giacomo sul Monte Chiappo ed ancora al passo della Scapparina vicino al
Penice quelle del Convento dei Girolimini, che ordinariamente costruivano
su preesistenti proprietà del Tempio.[19]
Ancora la presenza di Domus Templi a Genova, Piacenza, Pavia, Torricella
Verzate,Tortona e soprattutto Milano; le grandi Abbazie Cistercensi di
Rivalta Scrivia, di Tiglieto, di Morimondo a Vigevano, di Viboldone, di
Chiaravalle Milanese a Rogoredo, di Chiaravalle della Colomba a
Fiorenzuola, di Fontevivo, di Lucedio a Trino Vercellese, di Staffarda,
tutte collegate allo stesso mondo culturale, fanno supporre stretti
collegamenti viari verso il genovesato fra i quali certamente la Patrania
gestiva una buona quantità di traffico.

- Ed infine l'osservazione attenta dei reperti: oggetti di pregio, spesso
di buona fattura, con simbologia religiosa, indicante una cospicua
frequentazione di cavalli e cavalieri.










I Magioncalda


Merita un approfondimento la presenza della Parentella dei Magioncalda
sul territorio.
Presumibilmente provenienti dalla piccola Grangia di Magioncalda in alta
Val Borbera a qualche ora di cammino da Donetta, dipendente sin dal Sec.XII
dall'Abazia Cistercense di Rivalta Scrivia, li ritroviamo stabilmente
residenti da secoli a Donetta poi a Torriglia.
L'Oratorio di San Bernardo Abate a Donetta, con l'abside squadrato,
l'oculo frontale, e la torre campanaria a vela ricorda l'architettura
cistercense più antica ed appare ancora nel sec.XVI di juspatronato dei
Magioncalda , dotato di terreni in paese ed in Lombardia.
La presenza di sepolture riservate ai "monaci Magioncalda" nell'
Oratorio di Donetta, fa pensare ad un privilegio di sepoltura.[20]
Una epigrafe del 1512 murata nella Parrocchiale, indica certo "Dominus
Lazarinu de Maxocalida quale Massaro della "Ecclesia Sancti Honorati" di
Torriglia.
Qualche decennio più tardi (1596), I Magioncalda risultano essere la
Famiglia Torrigliese titolare di juspatronato dell'Altare di Santo Stefano
nell'unica Cappella privata della Parrocchiale ove tuttora si conserva un
grande quadro ad olio settecentesco (1733) raffigurante il martirio di
Santo Stefano, commissionato da un Magioncalda, Reggente della Magnifica
Comunità di Torriglia, ( Ricordo che Stefano Harding, Abate di Citeaux,
collaboratore di San Bernardo, famoso per aver recuperato la versione
originale della Bibbia, era venerato dai Cistercensi)
Altri Magioncalda ricoprono per secoli la carica pubblica di Console
della Magnifica Comunità di Torriglia nella villa di Donetta.
Ricordo che anche una strada del centro storico di Torriglia è intestata
alla famiglia.
Anche il cognome dei Casale, assonante ai "casaliers" è presente a
Donetta da lunga data, forse meno evidente per il ruolo sociale di minor
importanza ricoperto, lo ritroviamo però a Donetta sin dal 1573 con un Jo
de Casalis de Doneta, teste, nel 1678 abbiamo un Caporale di Villa tale
Giuseppe Casalis de Doneta, ancora nel 1778 Giacomo Casale è Console di
Villa a Garaventa.

Figura 10 - Lapide dei Magioncalda (Maxocalida, Masario - 1512). Sacrestia
parrocchiale Torriglia


I reperti compatibili

1) Ben tre frammenti di sperone da destriero di cui uno di eccellente
fattura che ancora conserva tracce di argentatura e si ritiene sia
stato indossato da un cavaliere. Il costo di un buon destriero nel Sec
XIII equivaleva a quello di una casa d'abitazione !
1) Diversi frammenti di ferro da cavallo e grande quantità di chiodi da
ferratura il che presuppone presenza di officina di maniscalco
necessaria per una continua assistenza a chi percorreva continuamente
le mulattiere.
(I chiodi sono quasi tutti ramponati e pertanto adatti a percorrere
percorsi di alta quota spesso ghiacciati.)
3) Quantità di fregi in rame dorato che evidenziano Croci Patenti spesso
raffigurate in chiese coeve:
una statua di S.Bernardo nell'Abazia cistercense di Chiaravalle
Milanese porta un pastorale che racchiude una croce patente molto
simile, croce patente anche quella del rosone frontale della Badia di
S.Bernardo di Fontevivo ove riposa il Templare Guido Pallavicino
3) Piccola placchetta in rame sbalzato raffigurante due Colombe
Affrontate.
Anche questo motivo si riscontra in un capitello di una
colonnina del Chiostro dell'Abazia cistercense di Chiaravalle della
Colomba.
3) Doppia croce puntata di Sant'Andrea su un piccolo anello ( la croce
quadripuntata appare spesso sui vessilli dei cavalieri, singolare il
fatto che venga raffigurata in due esemplari appaiati, ricorda sigillo
ben piu' famoso che riprende la dualità del monaco soldato).Altra
croce sull'interno di un cucchiaio (Immagine simile appare su un arco
di cappella nell'Abazia cistercense di Morimondo).
3) La presenza di frammenti ceramici islamici e bizantini del XII, XIII
Sec. comprova contatti coi mondi crociati.
4) Una lastra di arenaria o ciappa sarvega che porta inciso un Alquerque,
antica dama in voga nel Medioevo, spesso presente in graffiti di
Castelli Templari di Francia.
5) Una borchia da copertina di libro in bronzo. ( quale libro? E perché
in una fortezza montana? Nel testamento del Cardinale Luca Fiesco
appaiono bibbie coperte di….corio albo o di veluto rubeo assieme a
…..Sermones Fratis Bernardi o …Liber Gerosolimitane expeditionis!).


Figura 11 – Invetriata nordafricana- Scavi Donetta-Iscum

Figura 12 - "Ciappa sarvega" con Alquerque - Scavi Donetta - Sacrestia
parrocchiale Torriglia


Figura 13 - Graffiti dal castello templare "Chateaux de Chinon, Donjon de
Coudray" Internet, templis.free.fr

Note a Reperti

L'anello del Crosiglia

Racchiude chiari simboli medievali:
Due stendardi appaiati con croci quadripunctate e due incisioni laterali a
tre tacche.
Le croci quadripunctate appaiono spesse raffigurate in incisioni ed
affreschi dei Sec.XII e XIII, su vessilli in mano a cavalieri del tempio.
Il motivo binario è in assonanza alla nota dualità del monaco soldato.
Le tre tacche ricordano le tre regole d'oro della cavalleria rappresentate
nel mito dei tre stendardi:

Prima regola: il vero cavaliere, colui che porta lo stendardo deve essere
intelligente, saggio e ben educato.
Seconda regola: deve avere un ferreo controllo nel bere e nel mangiare,
temperanza e moderazione.
Terza regola: sia sempre rispettoso verso le donne, in specie quelle degli
altri, oltre che tollerante con le proprie.[21]


Figura 14 - Anellino di bronzo - Coll. Crosiglia.
Doppia croce quadripunctata con due stendardi stilizzati ai lati.
Lo Sperone Argentato

Gli speroni fanno parte del rituale di consacrazione del Cavaliere.. il
Vescovo legge la formula…
…ricevi questa spada in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo
…ricevi questo scudo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo
…ricevi questi speroni nel nome del Padre, del Figlio e dell Spirito Santo
poi prende la spada sull'altare la consegna al cavaliere, lo bacia e… sii
soldato di pace,valoroso, fedele, e devoto a Dio…
I Nobili presenti gli mettono allora gli speroni e gli consegnano la
bandiera.[22]


Figura 15 - Sperone argentato, particolare. Coll. Crosiglia


Il Vitello d'oro

Sotto la quercia guieri, dal cielo colpito
non lontano di là è nascosto il tesoro
che per lunghi secoli era stato ammucchiato
Nostradamus X, 8

Il lettore me lo concederà, un tocco di fantasia, fuori da quel mondo
scientifico che giustamente deve condurre le umane cose. Come fissare
questa fola, antica, ormai sfumata, nel tempo?
Ho fatto fatica a scavare fra i ricordi di questa minuscola comunità, ma
ancora esiste. Sembrava impossibile che Donetta non avesse un tesoro, ogni
indizio è ormai al suo posto, mancava solo quello. Qui anche la leggenda è
legata al Medioevo, permeato di Liturgia, di Sacri Testi.


Si racconta del Vitello d'oro nascosto qui intorno, altri parlano di
Campana piena di monete d'oro.
Chissà quante volte la Bibbia borchiata e coperta di corio albo antiquo
o i Sermones di Fratis Bernardi o il Liber Jerosolimitane Speditionis sono
state lette e scandite durante le funzioni liturgiche nell'Oratorio dei
Monaci.
Chissà quante volte Mosè, Aronne, le Tavole, il Vitello d'Oro, il Santo
Sepolcro hanno riempito i tempi di quei sacri guerrieri. Qui il tesoro non
è sotto la quercia, ma sotto una più nostrana Arbainna du Pullà.[23]


Certo la terza ipotesi, quella che ricorda il Tesoro del Tempio di
Parigi caricato su carri ed avviato in Liguria fa sognare.
Donetta non è Rennes le Chateau ma u Prò da Stella, u Cian da Ture, a
Braia, l'Urmu, a Funtanna du Sullievu, a Cunsciorsa, u Vitelu d'ou, San
Benardu e i Magiuncada, sono qui e ricordano antiche genti che questo ci
han lasciato.



Figura 17 - Combattimento tra cavalieri templari e saraceni. Stendardo con
croci quadripunctate. La grande storia delle crociate, Jean Richard


Figura 18 - Cavaliere templare con stendardo e croce quadripunctata.
Commanderie de Cressac, Chapel du Dognon. Internet, Capétiens: Les
Templiers
-----------------------
[1] Jacopo da Varagine - Leggenda Aurea
[2] Divina Commedia - Pd XXXI ,1-8

In forma dunque di candida rosa
mi si mostrava la milizia santa
che nel suo sangue Cristo fece sposa.

[3] M.Baigent, R.Leigh - Origine e storia della Massoneria - Newton &
Compton Ed.
[4] Alain De Murger – I Cavalieri del Cristo. Ed. Il Giornale
[5] "…una mera fantasia ha creato S.Orsola e le sue 11.000 compagne che
sarebbero state uccise dagli Unni a Colonia; nel basso Medioevo, scavando
un cimitero Romano, si pensò di aver ritrovato le loro ossa che raggiunsero
alte quotazioni sul mercato delle reliquie… Fra gli oltre 40 reliquiari
offerti dal Duca Enrico il Leone all'altare della vergine del Duomo di
Braunschweigh troviamo anche quelli di S.Orsola e delle undicimila
vergini". Guida al Medioevo - Horst Fuhrmann

[6] A.Sisto – Genova nel Duecento – il Capitolo di San Lorenzo. 1979
[7] Il fatto è riportato nel testamento di Nicolò Fieschi del 1304 redatto
nel Castello di Torriglia. Il fratello Ottobono si era macchiato di grave
peccato, aveva rubato alla Chiesa di Torriglia la Cassetta argentea delle
reliquie di S.Honorato, con relativa immagine e tabernacolo, di conseguenza
il Nicolò dispose il risarcimento deducendolo dall'asse ereditario, e ne
nominò esecutore il figlio Cardinale Luca. ASG – Notaio Corrado de Castello
Reg.VIII.fli 161/4
[8] Archivio Segreto Vaticano – Registrum Avenionense 49 ff.
[9] R. De Rosa - Luca Fieschi alla Corte di Avignone.
[10] Giovanni Miccoli – La Crociata dei fanciulli del 1212
[11] Marzo 1095 - Papa Urbano II convoca a Piacenza un'assemblea a cui
partecipano 200 Vescovi,4000 chierici e più di 30.000 laici per trattare i
preliminari della Crociata. Aldo di Rivergaro vescovo di Tortona e compagni
parte per la Crociata e ritornerà poi dall'Oriente passando da Genova.
Tortona stessa sarà coinvolta in pieno.
[12] 1748 - Andrea Costa Mulattiere di Casella: "…venendo io dal luogo di
Recco, conducendo le mie mule cariche di sale a questa MAZONE DI TORRIGLIA,
gionto che son stato in un bosco detto Gaietta ho incontrato Gerolamo
DeNegri tornato da questo magazzino (del sale)…"
[13] Giuseppe Onorato Crosiglia - La Provvidenza, Marzo 1941
[14] Alain Demurger - Vita e Morte dell'Ordine dei Templari.
[15] "I militi del Tempio di Osiglia avranno avuto il compito di prestare
aiuto e protezione ai pellegrini, ai viandanti ed ai crociati che si
accingevano a valicare il Melogno, in analoga posizione si trova Masone,
sotto il passo del Turchino, il nome stesso lo definisce "antica Mansione".
Anche Torriglia presenta le stesse caratteristiche fisiche di Osiglia e
Masone, si trova oltre il passo della Scoffera, alla testata di due valli,
la Val Trebbia e la Valle Scrivia, ai piedi dell'Antola."
Bianca Capone - I Templari in Italia
[16] 1252 - Guglielmo de Bubio precettore dei Templari in Lombardia nomina
procuratore Rodolfino de Palma per riscuotere censi in Tortona e Valle
Scrivia……"exigendum omnia que domui templi dare debentur ab illis qui sunt
in consorcia domus templi….in toto episcopatu Terdone et in Vallescrivia…"
- ASG.Atti.Not.Bart.De Fornari C.105.part I, c,17,m - L.Tacchella. I
Cavalieri di Malta.
Questo documento evidenzia un accostamento fra il toponimo consorcia e le
domus templi di pertinenza dell'ordine e soprattutto la presenza di domus
Templi in Valle Scrivia.
[17] La Commenda di Pre beneficiò della soppressione dei Templari e
dell'attribuzione dei loro beni all'ordine, ottenendo la Chiesa di S. Fede
e proprietà in Valle Scrivia, nella Diocesi di Tortona ed Albenga. G.Petti
Balbi - Gerosolimitani in Liguria in Età Medievale.
[18] "Tre località, Maison e Maisonette (frazioni di Noasca) nella Alpi
Graie, sotto il Gran Paradiso e Magioncalda nell'Appennino Ligure in
prov.di Alessandria, possono essere state tre mansiones di montagna,
costruite con lo scopo di difendere le valli sottostanti, di ospitare e
proteggere i pellegrini e i crociati e di portar loro aiuto durante il
passaggio dei valichi." - Bianca Capone – I Templari in Italia – Armenia
Editore 1977 .Pag.75
[19] Ultime ricerche li considerano i segreti continuatori del Tempio:
volto ufficiale dell'Ordine dei Girolimini è la Madonna del Parto che nel
ventre occulta il verbo in attesa di una nuova stagione di tolleranza - R.
Manetti - La Madonna del Parto
[20] Effettivamente i registri di morte annotano due casi di tumulazione:
- 14/4/1684 - Magioncalda G.B. di Nicolò di Donetta, Vice Curato a
Torriglia sepolto nella Cappella di Donetta…. di cui accrebbe il
reddito.
- 16/4/1788 – Magioncalda G.B.di Gio Gregorio Suddiacono, nativo di
Donetta, Cappellano di Garaventa, sepolto nella Cappella di Donetta…
ove riposano le ceneri di altri sacerdoti dello stesso nome.
Le annotazioni confermano che da secoli i religiosi Magioncalda di Donetta
godevano del diritto di sepoltura , privilegio che si preoccupavano di
perpetuare con lasciti.

[21] Howard Reid – La Storia Segreta di Re Artù
[22] Jean Flori - Cavallieri e Cavalleria nel Medioevo.
[23] Albero di prugna locale

-----------------------
Figura 2 - Sepolcro di Sancta Ursula.
Ursulakircke Köln.

Figura 3 - Busto reliquiario di S. Orsola. Argento Torretta sec. XVII.
Parrocchiale di Torriglia

Figura 8 - Cucchiaio punzonato con croce patente. Coll. Crosiglia

Figura 9 - Particolare della punzonatura

Figura 1 - Statua di Sancta Ursula con le undici vergini. Ursulakircke
Köln.

Figura 16 - Borchia da libro – Coll.Crosiglia
Lihat lebih banyak...

Comentários

Copyright © 2017 DADOSPDF Inc.