Sentidos da pesca, 2016, con Josemary Omena Passos Ferrare

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Descrição do Produto

archiviodietnografia | 1-2 • 2015

© 2016, Pagina soc. coop., Bari

Direttore responsabile Ferdinando Felice Mirizzi Comitato Scientifico Stefano Allovio (Università di Milano), Eugenio Imbriani (Università del Salento), Francesco Marano (Università della Basilicata), Nicola Scaldaferri (Università di Milano), Dorothy Louise Zinn (Libera Università di Bolzano) Redazione Valerio Bernardi, Annamaria Fantauzzi, Sandra Ferracuti, Antonella Iacovino, Michele Iannuzzi Segreteria di redazione Vita Santoro Redazione e Segreteria Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo: Architettura, Ambiente, Patrimoni Culturali (DiCEM), Università della Basilicata via S. Rocco 3 - 75100 Matera Tel. +39 0835 1971404 / 1971436 Fax +39 0835 1971441 e-mail: [email protected], [email protected] web address: www.paginasc.it Registrazione presso il Tribunale di Bari n. 4306 del 18/07/2006

Fascicolo unico numero singolo: € 15,00 • numero doppio € 30,00 Abbonamento (2 numeri) Italia: € 26,00 • Istituzioni: € 32,00 • Estero: € 40,00 Per abbonarsi (o richiedere singoli numeri) rivolgersi a Edizioni di Pagina via dei Mille 205 - 70126 Bari Tel. e Fax 080 5586585 e-mail: [email protected] http://www.paginasc.it facebook account http://www.facebook.com/edizionidipagina twitter account http://twitter.com/EdizioniPagina

archiviodietnografia Rivista del Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo: Architettura, Ambiente, Patrimoni Culturali (DiCEM) Università degli Studi della Basilicata

n.s., anno X, n. 1-2 • 2015

Finito di stampare nell’ottobre 2016 da Corpo 16 s.r.l. - Bari per conto di Pagina soc. coop. ISBN 978-88-7470-519-1 ISSN 1826-9125

Indice

Etnografie

Marco Sottilotta Le tombe regali del Buganda. Disinteresse e conservazione nelle politiche di patrimonializzazione ugandesi



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indice saggi

Mikaela Minga La canzone di Korça. Pratiche musicali e condizione urbana nell’Albania del primo Novecento

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Saggi Irene Salerno Culti di possessione oracolare e pratiche sciamaniche nella Valle di Kulu. Prospettive di ricerca fra tradizione e innovazione

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Repertori Gian Luigi Bruzzone Arrigo Balladoro e Raffaele Corso (carteggio 1912-1913) 63

Sequenze Josemary Omena Passos Ferrare, Vita Santoro Sentidos da pesca

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Storie Giovanni Fornaro Il futuro nei segni, segni del futuro. Trasformazioni di una formula divinatoria fra Lucania e area tarantina a partire dalle rilevazioni di Ernesto de Martino

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Omerita Ranalli “Un mondo strano”. La devozione popolare come fenomeno di resistenza culturale in un’intervista ad Alfonso Di Nola

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■ Indice

Taccuino Amelio Pezzetta Le tradizioni, la devozione e la festa di Sant’Antonio da Padova a Lama dei Peligni tra passato e presente

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Libri, Cd e Video / Schede

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Abstracts

edited by Sandra Ferracuti

indice

Gli Autori

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Sentidos da pesca*

* Il presente contributo è frutto del lavoro congiunto delle due autrici: nello specifico, Josemary Ferrare ha redatto il testo introduttivo, mentre la nota di apertura e il materiale fotografico che segue dopo la fine del testo sono opera di Vita Santoro. Le immagini (foto 1-15), proposte nell’articolo, sono parte dell’archivio fotografico realizzato dall’autrice durante un soggiorno di ricerca svolto nell’area costiera dell’Alagoas, nel Nordest del Brasile, tra marzo e giugno del 2015 (il soggiorno, effettuato in qualità di dottoranda di ricerca, è stato possibile grazie a un progetto finanziato sulla base di un bando per la mobilità internazionale dell’Università della Basilicata, seguito a un accordo di cooperazione tecnico-scientifica, siglato nell’agosto del 2013, con la UFAL Universidade Federal de Alagoas), e in occasione della contestuale partecipazione alle attività di raccolta dati condotte per il Projeto de Salvaguardia do Patrimônio Imaterial em Alagoas, nell’ambito del più ampio progetto di Inventário Nacional de Referências Culturais (INRC) promosso e finanziato dal Ministério da Cultura brasiliano. Anche la traduzione del testo introduttivo dal portoghese brasiliano all’italiano è a cura di Vita Santoro; invece, si è volutamente scelto di lasciare il titolo dell’articolo in lingua originale, poiché sentido è un sostantivo polisemico e, pertanto, può prestarsi a molteplici e differenti interpretazioni. 1 D’accordo con la Empresa Brasileira de Pesquisa Agropecuária (Embrapa), istituzione pubblica di pesca vincolata al Ministério da Agricultura, Pecuária e Abastecimento del Brasile, la denominazione “pesca artigianale” si contrappone a quella di “pesca industriale” praticata con strumenti tecnologici sofisticati e con elevate risorse finanziarie che rafforza la larga scala di cattura e commercializzazione. I pescatori praticano la “pesca artigianale” individualmente o, al massimo, sottoposti al controllo delle sedi delle Colônias de Pescadores. Tuttavia, nel Nordest del Brasile essa è responsabile di più della metà del pescato catturato nella costa della regione geografica nordestina.

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Archivio di Etnografia • n.s., a. X, n. 1-2 • 2015 • 79-93

Intendere la cultura come produzione risultante dalle relazioni che si stabiliscono tra l’uomo e l’ambiente fisico, socio-politico ed economico in cui egli interagisce, è intendere che per la formazione della cultura di un popolo contano la situazione geografica, ciò che essa genera in ambito minerale, della flora e della fauna, e, infine, il contributo lasciato da tutte le componenti etnologiche e razziali, che si sono integrate con il processo di composizione spaziale, con le rispettive credenze e i saperi; in altre parole, intendere la sua stessa costruzione storica. Sarà a partire da questa consapevolezza che si tenterà qui di focalizzare la pesca come un aspetto culturale del Brasile, paese caratterizzato da una immensa costa oceanica, in particolare della sua regione geografica del Nordest, dove sempre è attestata la pratica della pesca artesanal1, anche chiamata pesca tradicional. Conviene iniziare considerando che la suddivisione delle terre in Capitanias Hereditárias, pensata dagli scopritori portoghesi per facilitare il processo di occu-

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Josemary Omena Passos Ferrare, Vita Santoro

■ Sentidos da pesca

Capitanerie dello Stato del Pernambuco dell’epoca coloniale.

AP

RR

PA

AM

CE

MA PI

AC

TO

RO

L’area evidenziata rappresenta l’Alagoas RN PB PE AL

BA

MT GO MG

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PR SC RS

ES RJ

ATL ANTICO

SP

OC EANO

OCEANO PACIFICO

MS

AC Acre • AL Alagoas • AM Amazonas • AP Amapá • BA Bahia • CE Ceará • ES Espírito Santo • GO Goiás • MA Maranhão • MG Minas Gerais • MS Mato Grosso do Sul • MT Mato Grosso do Norte • PA Pará • PB Paraíba • PE Pernambuco • PI Piauí • PR Paraná • RJ Rio de Janeiro • RN Rio Grande do Norte • RO Rondônia • RR Roraima • RS Rio Grande do Sul • SC Santa Catarina • SP São Paulo • TO Tocantis

Figura 1. Divisione delle Capitanias Hereditárias sovrapposta alla delimitazione attuale degli Stati brasiliani (Base Cartográfica do Laboratório de Geoprocessamento Aplicado - LGA / UFAL; adattamento: J. Ferrare).

pazione di porzioni di terra definite perpendicolarmente alla fascia oceanica (fig. 1), già garantiva a tutte le capitanerie la possibilità di navigazione e di alimentazione mediante la cattura del pesce nelle acque oceaniche e in quelle degli affluenti idrici. Più precisamente, il processo di occupazione del territorio del Brasile iniziò dalle località poste sulle sponde dell’Oceano Atlantico, in maniera tale che fossero situate nella fascia territoriale che era parallela alla costa lusitana dalla quale partivano le imbarcazioni cariche di coloni, perché si insediassero in nuclei impiantati sempre ai margini del proprio oceano o ai margini di fiumi e laghi. Sin dagli inizi delle spedizioni esploratorie tali processi furono registrati nella cartografia di riconoscimento della cosiddetta Terra Brasilis. Si trovano, con relativa facilità, registri documentali che rivelano come ci fosse un controllo amministrativo sull’utilizzo degli attrezzi adoperati nella pesca2, come anche riproduzioni pittoriche delle attività di pesca in villaggi e città realizzate sia dai colonizzatori portoghesi (fig. 2), sia dagli invasori olandesi, come ad esempio nella sezione della costa del Nordest del Brasile (fig. 3) corrispondente in maniera 2 Si può constatare la posizione della corona portoghese quanto all’uso di strumenti di pesca in un documento oggi conservato nell’Arquivo Histórico Ultramarino di Lisbona (Portogallo), dove arrivò a essere registrato il divieto della pratica di uso delle reti a maglia fine nelle acque della Lagoa Manguaba, conformemente a un documento di Vila de Santa Maria Magdalena dell’Alagoas del Sud che era contrario all’antico costume delle redes miúdas e all’abuso delle redes de arrasto, stabilendo che: «[sarebbero stati] condannati coloro che da lì in avanti avessero usato anche invenzioni somiglianti, [gli stessi sarebbero stati] presi e degradati a quattro anni presso il Regno di Angola» (AHU. ALAGOAS – ACL_CU_ Cx. 3, ao D.208, s/d, in Ferrare 2014: 241).

Figura 2. Dal Rio São Francisco proseguendo lungo la costa verso nord (1640). (Descrizione di Todo o marítimo da Terra de Santa Cruz, chiamato volgarmente Brazil, realizzata da João Teixeira Albernaz, cosmografo di Sua Maestà. Fac-símile, Antt, 2000: 61. In: Ferrare 2014: 213a. Documento originale: Arquivo Nacional da Torre do Tombo, Lisboa).

esatta all’attuale Stato di Alagoas, area nella quale la pratica della pesca artigianale si sviluppò e specializzò mediante l’utilizzo di alcune tipologie di strumenti, come le redes de pesca3, e si consolidarono modelli di imbarcazioni, come le jangadas4 e le canoas5 (modelli che permangono fino a oggi). Con tutta questa prossimità storica con il mare, che ha portato le popolazioni a usufruire di acque marine, fluviali e lacustri e di un’abbondanza di pesce disponibile per la cattura, la pratica di costruzione delle imbarcazioni, destinate all’uso della pesca, fu sempre esercitata e subì le influenze delle culture indigene preesistenti al Descobrimento e di altre che agirono durante il processo di colonizzazione, consentendo a queste imbarcazioni di divenire oggi un sorprendente riferimento iconico e culturale del Nordest brasiliano, allo stesso modo che nella capitale dell’Alagoas, Maceió. Sull’influenza nella fabbricazione delle cosiddette embarcações de pesca, difatti, è noto che: 3 Lungo tutta la costa del Nordest, come anche nella costa dell’Alagoas, è sempre attestato l’uso di varie tipologie di rede de pesca, inizialmente confezionate con fibre vegetali e attualmente con fibre industriali, ad esempio il nylon. Tra queste sono piuttosto frequenti le redes de malhe e le redes de arrasto, nonostante ci siano altre varianti. Le reti sono tessute formando maglie fini o grandi, in grado di catturare pesci minori o maggiori, e in questo modo risultano essere più o meno “predatorie” nei confronti delle specie in crescita. 4 Le jangadas sono imbarcazioni fabbricate con tronchi tondi di legno galleggiante; anticamente erano realizzate con una giunzione di tronchi di alberi legati con una liana, oggi sono realizzate con tavole di legno e polistirolo. Esse sostengono un albero di legno dove è teso un panno (a vela). 5 La canoa è un tipo di imbarcazione di piccole dimensioni, costruita con un unico pezzo di legno allungato (tronco di legno unico o pezzi di legno assemblati) e può essere guidata con remo, vela o motore a poppa.

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■ Sentidos da pesca

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Le tecniche ottenute dai portoghesi [...], combinate con i metodi delle popolazioni indigene, diedero vita a modelli adattati alle condizioni di navigabilità in acque marittime, fluviali e lacustri, [...]. Le barche brasiliane, molte volte costituite di un unico tronco di albero scavato con ammirevole precisione, subirono influenze indigene, mediterranee, orientali, africane, iberiche e nord-europee. [...] Le soluzioni costruttive incontrate, molto originali a volte, erano state trasmesse oralmente da generazioni di maestri carpentieri ai loro discendenti (Museu do Mar 2008: 37 e 45).

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A Maceió, dove la pesca artigianale si conserva ancora in maniera molto intensa, è possibile incontrare con una certa frequenza esempi della tecnica piuttosto arcaica di scavare un tronco di albero trasformandolo in una canoa (foto 1). Questa tipologia di imbarcazione è, ad esempio, tuttora abbastanza utilizzata dalla popolazione che abita sulle rive della Lagoa Mundaú, le cui acque bagnano diversi quartieri della città, come quello di Pontal da Barra, come anche frequente è vedere un’altra tipologia di imbarcazione solcare l’oceano: la cosiddetta jangada (foto 2 e 3). Ambedue le tipologie di imbarcazione denominano pure la funzione lavorativa di coloro che remano e le conducono, chiamati appunto canoeiros e jangadeiros. Inoltre, sopravvivono a Maceió pratiche un po’ più “primitive”, ma solidificatesi grazie alla trasmissione tradizionale del saper fare, come la pesca dei currais (foto 4), diffusa in alcune località della costa, ad esempio nel quartiere di Ipioca dove è tutt’oggi praticata da alcune donne pescatrici (foto 5). I coralli sono raccolti all’alba, nei giorni di bassa marea e mediante l’uso di pali di legno estratto dalle foreste (foto 6) e piantati nel suolo oceanico. Queste tecniche di pesca artigianale richiedono sempre molta attenzione e un controllo politico-gestionale, il quale fu inizialmente condotto dalla Marinha MerFigura 3. Alagua ad Austrum (Alagoas do Sul). Si può intravedere la riva della Lagoa Manguaba e persone impegnate in attività di pesca con uso di una rete, apparentemente a strascico (Marroquin 1922, p. 9, in Ferrare 2014: 272).

cante do Brasil, e, successivamente, dagli anni che vanno tra il 1919 e il 1924, dal Ministério da Agricultura, quando furono installate 800 Colônias de Pesca lungo tutto il litorale brasiliano e i pescatori furono sottoposti a ispezioni per evitare di incorrere in pesca predatoria di alcune specie ed essere accompagnati nello stoccaggio e nella vendita. Nel 2009 fu creato il Ministério de Pesca e Aquicultura per fornire assistenza specifica. A Maceió non andò diversamente e uno dei suoi quartieri, specificamente bagnato dal mare e dal lago (foto 7), il bairro do Pontal da Barra6, riflette bene questa fase di impianto delle Colônias de Pescadores, create dal governo per uomini che tessono e riparano le proprie reti da pesca (foto 8) e fabbricano le proprie canoe o barche di legno, oltre agli altri utensili, garantendo la sopravvivenza alimentare e il reddito familiare. Il quartiere possiede una sede edificata di fronte a una piazza (foto 9); e, a lato di questa, un luogo di sostegno alla collocazione delle reti da pesca, molto usato dai pescatori, con un balcone per la pesatura e la vendita del pescato da questi catturato: la cosiddetta Balança o Mercado do Peixe (foto 10). Nella parte posteriore di questo edificio gravitano i pescatori del quartiere per varie ragioni, come lasciare appese le reti e pesare quanto catturato durante la pesca (foto 11), accostare la sua canoa e le reti a un albero (foto 12), o anche incontrare amici per giocare sotto un mandorlo e conversare sempre su questioni di pesca (foto 13); infine, allineare la propria canoa e di lì uscire per una nuova giornata di pesca (foto 14). Essendo un quartiere abitato perlopiù da pescatori e da donne che supportano i propri mariti con la pesca parallela di molluschi, come massunim e sururú7 (cosiddetti frutti di mare), non avrebbe potuto non esserci a Pontal da Barra una forte devozione nei confronti di são Pedro, considerato nel cattolicesimo popolare brasiliano il santo protettore dei pescatori. Le convinzioni della fede dei pescatori sono ben definite e consentono che la immagine di são Pedro (fig. 4) sia conservata durante tutto l’anno nella sede della Colônia de Pescadores, consentendole di uscire soltanto nel giorno della processione, il 29 giugno di ogni anno, per percorrere un tragitto acquatico nella Lagoa Mundaú e un altro nelle vie del quartiere. Il corteo processionale termina nella piazza, denominata Praça Caio Porto, e situata di fronte alla Colônia dos Pescadores e alla Balança do Peixe; l’immagine, posta su una charola8 decorata con fiori, è collocata nella barca di muratura che si trova al centro della piazza (foto 15) e guarnita da gagliardetti colorati9. Dopo la processione, la festa continua e sulla Situato tra l’Oceano Atlantico e la Lagoa Mundaú, Pontal da Barra è un quartiere che si differenzia dalla città per il carattere “tradizionale” della pesca artigianale e per la sua cultura das águas, che produce ad esempio mirabili ricami fatti dalle donne con merletti dalle linee e dalle trame similari a quelle delle reti da pesca, come nel caso del Filé. A Pontal la fonte di reddito principale è costituita dalla pesca, seguita da produzione artigianale, turismo e gastronomia. 7 Tipologie di molluschi che proliferano nelle acque oceaniche (massunim) e lagunari (sururú). 8 Base di legno sulla quale si sostengono solitamente le immagini sacre durante le processioni. 9 Il Fandango è un esempio di folguedo popolare, tradizione molto diffusa in Brasile che aggiunge un ulteriore pizzico di immaterialità culturale permeando la costruzione della storia di Pontal da Barra, un 6

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Figura 4 (a sinistra). Immagine di são Pedro sulla charola de flores (fonte Inrc, foto Nimia Braga, 2016).

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Figura 5 (in alto). Prova di Fandango eseguita dall’unico gruppo attestato in Alagoas nella barca in muratura situata nella piazza di fronte alla Colonia dos Pescadores (fonte Secom, foto Fabiana Vasconcelos 2008).

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piazza si assiste alla consueta prova di Fandango (fig. 5), alla quale seguono di solito anche le rappresentazioni delle baianas e del più tradizionale pastoril. Una passeggiata per questo quartiere, che vive di pesca ed è caratterizzato da radicate pratiche ed espressioni culturali, ci conduce, per concludere, alla seguente riflessione: «La cultura popolare è quella creata dalla gente e sostenuta da una concezione del mondo tutta specifica e dalla tradizione, ma essa è anche in permanente rielaborazione» (Santa Rosa 1976 in Borba 2006: 14).

Bibliografia Borba Maria Auxiliadora B. 2006 Saberes & Fazeres do povo: resgate da cultura popular da Paraíba, João Pessoa, Ufpb. Ferrare Josemary 2014 A Cidade Marechal Deodoro: do projeto colonizador português à imagem do “lugar colonial”, Maceió, Iphan - Edufal. Museu do Mar 2008 São Francisco do Sul - SC. - Brasília, DF: Iphan / Monumenta.

quartiere impregnato di valori culturali e simbolici al di sopra delle acque, dei saperi e delle forme di devozione che da essi emanano.

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Foto 1. Pontal da Barra; canoas.

Foto 2. Maceió; jangada.

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Foto 3. Maceió; jangadas.

Foto 4. Garça Torta; strutture per raccolta dei currais nell’oceano.

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Foto 5. Ipioca; la pescatrice di currais Isaura.

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Foto 8. Pontal da Barra; la riparazione delle reti.

(A fronte, in alto). Foto 6. Ipioca; pali di legno della mata per la pesca dei currais. (A fronte, in basso). Foto 7. Pontal da Barra; ponte tra Oceano Atlantico e Lagoa Mundaú.

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Foto 9. Pontal da Barra; Colônia de Pescadores.

Foto 10. Pontal da Barra; Mercado do Peixe.

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Foto 11. Pontal da Barra; pescatore mostra pesce catturato e sezionato (pronto per il consumo familiare).

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Foto 12. Pontal da Barra; canoas e reti.

Foto 13. Pontal da Barra; pescatori in pausa, impegnati in un gioco da tavolo.

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Foto 14. Pontal da Barra; canoas al tramonto.

Foto 15. Pontal da Barra; Praça Caio Porto.

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