Testo critico per l\'artista Marcello Amarù

- MARCELLO AMARù –
La storia di Marcello Amarù è quella di un artista che ha bruciato le tappe. Un Rimbaud dell'arte mai stanco, mai fermo sempre in viaggio. E' un artista la cui personalità si esplica nell'amore per l'idea, prerogativa dell'arte contemporanea più pura, senza tralasciare la fase creative e artigianale, quindi lo studio e la ricerca della bellezza formale, caratteristiche di un artista rinascimentale. E di rinascita si tratta: da scultore a pittore a fotografo, Marcello vive, studia e sperimenta giornalmente la sua giovinezza e la sua arte. Così fuse tra loro. Il suo meticoloso studio creativo, testimonianza di una ricerca emozionale trasmessa con le fatiche del lavoro manuale, si traduce in un impeto artistico che va al di là dello schema accademico classico per muoversi in una dimensione stilistica dinamica ed in costante genesi. Una dimensione fatta di incessante sperimentazione e continua ricerca del diverso.
La frenesia e la scoperta artistica, infatti, sono svelate in maniera diretta ed energica nelle sue opere, con potenti contrasti di cromie, geometrie ricercate ed un graffiante chiaroscuro che dona alle immagini la capacità di suscitare emozioni contrastanti. Ed ecco che in questa dimensione prendono posto i personaggi: visi stralunati, angolazioni distorte prive di contorni, volti trasformati, paesaggi quotidiani ma assenti, istanti smaterializzati, l'illuminazione di una strada desolata, uomini spettrali come apparizioni ritratte di sfuggita, stanze che diventato scorci in cui perdersi.
E' l'artista che si fa "veggente", che scopre, conosce, crea, denuncia, per se stesso e per la collettività; per dare all'arte quel significato morale di cui la società contemporanea ha necessariamente bisogno, per svelare quello che è impossibile cogliere. E' l'artista che vive il suo tempo con le sue contraddizioni, brutture e la sua disarmante bellezza. E' l'artista che sperimenta e cerca "la sua propria conoscenza, intera; egli cerca la sua anima, l'indaga, la scruta, l'impara. Appena la sa, deve coltivarla".
Un dovere artistico.


Valentina Certo