“Theoria e praxis del Black Metal.”

July 24, 2017 | Autor: Nicola Masciandaro | Categoria: Mysticism, Black Metal Theory
Share Embed


Descrição do Produto

Nicola Masciandaro. “Theoria e praxis del Black Metal.” Interview with Fabio Selvafiorita for L’Intellettuale Dissidente. 2015.

[full original text of an interview published in two parts at ]

1-Prof. Masciandaro, ci vuole parlare della sua formazione culturale? E’ professore alla CUNY. Cosa insegna? Insegno letteratura medievale inglese, specialmente opere del Trecento come I racconti di Canterbury, Piers Plowman, e Rivelazioni dell’Amore Divino di Giuliana di Norwich. Questo mi da l’opportunità d’insegnare anche vari testi preferiti in traduzione, per esempio la Commedia di Dante, il Liber di Angela da Foligno, e i sermoni di Meister Eckhart. Per il dottorato mi son concentrato su i concetti e rappresentazioni del lavoro e adesso mi interessa soprattutto la tradizione mistica e certi autori moderni: Clarice Lispector, Meher Baba, Emil M. Cioran ed altri. Spero di completare quest’anno un libro sul dolore in chiave mistica intitolato Sorrow of Being, e poi scrivere due altri testi, The Whim e Appalling Melodrama. Il primo riguarda la natura della spontaneità e il secondo l’incrocio mistico tra l’amore, la paura, e la musica. Mi sembra che la tendenza generale del mio metodo sia di esplorare lo spazio tra la poesia e la critIca e di seguire un modo di pensare e scrivere definito da ciò che trovo significativo senza preoccupazione (vide Sufficient Unto the Day: Sermones Contra Solicitudinem). Il desiderio di rinnovare il genere del commento, mediante la rivista Glossator, e l’esperimento di ‘black metal theory’ sono rami di questa tendenza. All’inizio della post-laurea, volevo studiare il modernismo e le opere di Ezra Pound, ma questo interesse si è trasformato in un maggiore interesse per testi medievali. Però dallo spirito del modernismo conservo la volontà di superare lo storicismo. Un’ altra influenza nei miei primi studi è stato il tradizionalismo di Ananda K. Coomaraswamy, e dunque la potenzialità di un modo di studiare sia esegetico che critico. All’inizio dei mei studi per conseguire il baccalaureato mi hanno attirato di più la matematica, la poesia, e—alquanto meno—la filosofia. E la mia gravitazione verso il medioevo è stata senza dubbio condizionata da mio padre, che è un medievalista in letteratura italiana.

2-Che cos’è la Black Metal Theory? Black metal theory è il nereggiamento mutuale di metal e la teoria. Come il lavoro alchemico inizia con il processo di nigredo, black metal theory significa una pratica contemplativa che crea qualcosa di nuovo, formalmente, dalla trasformazione creativa— nello spazio di visione intellettuale ed affettiva—di metal e teoria. Invece di studiare black metal come oggetto, di scrivere su black metal, black metal theory indica di più la riflessione con black metal e quindi la continuazione consapevole delle sue dimensioni visionarie. Contro il concetto consumistico della musica, per cui l’arte è solo qualcosa da godere, e contro il concetto accademico della musica, per cui l’arte è solo qualcosa da analizzare, black metal theory si pone come un metodo di ‘headbanging’ sia musicale sia teoretico. Così black metal theory rappresenta la possibilità di un risveglio dell’antica intelligenza del telos unitario dI musica e filosofia. Comunque, dato che l’attualizzazione di black metal theory e la questione di ciò che essa costituisce materialmente rimangono oscuri, io penso che in questo momento una propria black metal theory ancora non esista,

1

Nicola Masciandaro. “Theoria e praxis del Black Metal.” Interview with Fabio Selvafiorita for L’Intellettuale Dissidente. 2015.

o esiste più come un sogno o immaginazione di se stesa. Vari individui hanno adottato l’idea per vari scopi convergenti e divergenti. Forse questo fatto, più che la mia definizione, indica la sua potenzialità nera.

3-Ci vuole parlare di cosa è per Lei, Nicola Masciandaro, il Black Metal musicale anche in relazione alla sua specifica formazione filosofico-letteraria? Per me black metal è, soprattutto, una musica spirituale e mistica, fondata sulla negatività dell’ essere. Black metal esprime l’essenza negativa della volontà e dunque apre la porta verso l’esperienza incomunicabile, estatica-dolorosa, della realtà che è, eternamente libera e indipendente dai nostri concetti, la realtà divina del che o quodditas infinita. Nel libro Floating Tomb: Black Metal Theory, scritto in collaborazione con Edia Connole, e che sarà pubblicato quest’anno da Mimesis, ricerco alcuni temi riguardo alla spiritualità di black metal: l’anticosmismo, l’involuzione della coscienza, l’amore negativo di Dio, il nesso misterioso di fattualità e individuazione, ed altri. In risposta alla seconda parte della domanda, esiste per forza una certa relazione tra gli studi medievali e black metal, se non altro perché derivano in parte tutt’e due, storicamente, dal medievalismo romantico. Ma dal mio punto di vista, questa relazione non è molto importante. Più significativa mi pare è la capacità di black metal di attivare musicalmente le verità di scienza, filosofia, e religione in un modo mistico, cioè, nella profondità esperienziale della sua estetica esuberante negativa.

4-Alcuni gruppi Black Metal non hanno accolto molto bene la Black Metal Theory. In generale i musicisti sono poco inclini alla speculazione filosofica riguardo al loro lavoro, ritenendola quasi una intromissione nella loro intimità. Come spieghi questa ritrosia alla speculazione filosofica? È naturale se qulacuno è sospettoso e diffidente, e per forza interessato, quando un’altro parla della propria amata. Questo è parte della sofferenza d’amore. Ci sono anche molti gruppi black metal che non mi piacciono! È ugualmente ovvio che musicisti di black metal fanno già black metal theory mediante le varie forme di riflessione e speculazione e critica che sono inseparabili dalla vita culturale della musica per sè. Il problema essenziale, sia etico sia discorsivo, è che l’idea di black metal theory è troppo vicina rispetto a black metal, ma remota o piuttosto sconosciuta in pratica. La ‘scena’ non ha nessun problema quando artisti dissertano filosoficamente davanti alle loro librerie o a una lavagna sul black metal e temi affini, o quando un fan produce un saggio più commento che recensione. La tensione arriva nell’ambito dell’idea che può esistere un discorso speculativo e intellettuale paragonabile a black metal, un discorso nuovo e intensivo e tuttavia nello spirito della musica. Nel contempo, l’idea di black metal theory non è a casa nel mondo accademico, in cui non c’è molto rispetto per l’autorità poetica e filosofica di heavy metal, tranne come oggetto di studi culturali, sociologici, o musicologici. Così black metal theory fa l’avventura tra, da una parte, il fango dell’edonismo e l’incoscienza della scena consumistica, e dall’altra parte, il deserto freddo della mentalità critica e ipocrita dell’intelletualismo accademico. Logicamente,

2

Nicola Masciandaro. “Theoria e praxis del Black Metal.” Interview with Fabio Selvafiorita for L’Intellettuale Dissidente. 2015.

l’idea di black metal theory è a un tempo nobile e donchisciottesca, un gioco serio per così dire. Ma l’universo di metal, e quindi lo spazio per black metal theory, è vasto e magnifico. L’idea che il lavoro di qualsiasi black metal teorizzatore possa contaminare o minacciare l’essenza della musica, o la teoria per quello che conta, è infinitamente più ridicola di Donchisciotte. In ogni caso, la questione dell’autenticità e del valore di black metal theory rispetto a black metal deve essere affrontata in stretto rapporto con le opere specifiche e con gli autori individuali. Bisogna sempre cerare un equilibrio tra la testa e il cuore. Spiritualmente, il problema del ‘intromissione’ concerne il fatto che alcuni amatori di black metal occupano, come la maggior parte del mondo umano, l’atteggiamento che è importante o responsabile preoccuparsi, in questo caso, riguardo allo stato di black metal or black metal theory. Questo è parte della ‘nostra’ cultura socio-intellettuale, dove le ansie e simili dolori psichici, mediante il desiderio di essere o sentirsi ‘al corrente,’ sono confusi con sincerità, e dove quasi nessuno sa come pensare giustamente sulle cose senza giudicare altre persone. Ma la verità di black metal, come la verità in genere, ci fa scoprire autonomia e libertà. Dato che la verità è sicura, senza paura, poichè “l’amore perfetto scaccia il timore” (1 Giovanni 4:18), tutti stanno in errore. Indulgere in preoccupazione è contro lo spirito selvaggio-nobile di black metal, specialmente perchè black metal esprime liberamente il contemptus mundi e l’odio per tutto ciò che è debole nello spirito umano. Come dice Meher Baba, “True love is no game for the faint-hearted and the weak. It is born of strength and understanding” [Il vero amore non è un gioco per i pavidi e deboli. Nasce dalla forza e intelligenza]. Abbandonare preoccupazione è il primo e l’ultimo passo della stretta via di non serviam. Similmente, la voce, sia essa di black metal o black metal theory, è vera nella misura in cui evoca la natura daemoniaca del vento: “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene e dove va” (Giovanni 3:3). Sono sicuro che chiunque pensa onestamente sul principio di black metal theory vedrà che non sta in contraddizione con black metal. La contraddizione è illusoria, esistente solo al livello di dicerie, pubblicità, pettegolezzo, e maldicenza.

5-Ancor prima delle tematiche affrontate nei testi dei gruppi Black, caratteristica essenziale del Black Metal è la lacerazione del suono e della voce. Non è evidente in questo processo di degenerazione sonora una similitudine con la fase della nigredo alchemica (con tutta la simbologia legata al…blacker than the blackest black…)? Veramente. La connessione tra black metal e nigredo è stata interpretata da diversi autori (vide Joseph Russo, “Perpetue Putesco – Perpetually I Putrefy,” in Hideous Gnosis [2009]; Steven Shakespeare, “Shuddering: Black Metal on the Edge of the Earth,” in Melancology [2014]). Allo stesso modo, il suono classico di black metal è stato chiamato ‘necro’. Come ha detto Eugene Thacker in una intervista del 2010, “[it is] almost like the music is distorting or breaking down the tape or the CD itself” [è quasi come se la musica stesse alterando o corrompendo il nastro o il CD stesso]. Dunque la nigredo della musica è correlativa alla nigredo della materialità, la putrefazione che libera la spontaneità delle forze creative. E qui c’è anche una analogia importante con la Crocifissione, come il martoriare del Logos o il Verbo di Dio. Come una profanazione del concetto medievale del torchio mistico (cfr. Inquisition, “Crush the Jewish Prophet,” Magnificent Glorification of Lucifer [2004]), black metal crocifigge musicalmente la religione, e più

3

Nicola Masciandaro. “Theoria e praxis del Black Metal.” Interview with Fabio Selvafiorita for L’Intellettuale Dissidente. 2015.

generalmente tutte le mediazioni tra l’individuo e la realtà universale, e si ubriaca con il vino del cadavere sempre decomponendosi di Dio. Come dice Xasthur, “The burning corpse of god shall keep us warm in the doom of howling winds, / For we are a race from beyond the wanderers of night” (“Doomed by Howling Winds,” Xasthur [2006]). Secondo Plotino, la putrefazione deriva da “l’inabilità dell’Anima di generare un’ altra forma di essere.” Ma questa debolezza dell’anima eterna è solo una debolezza dalla prospettiva del tempo. Dalla prospettiva eterna, la putrefazione significa la spontaneità radicale della realtà divina che in libertà assoluta crea, conserva, e distrugge come vuole, per pura volontà. È per questa sovrarazionale ragione che black metal loda nello stesso movimento, senza contraddizioni, la sovranità della volontà individuale e le forze della morte e dissoluzione. Come dice Erik Danielsson di Watain nel suo Opus Diaboli (2012), “[real music] reaches across time and space and it does not give a fuck about neither of them.”

6-Uno dei saggi più interessanti del tuo blog è intitolato, poeticamente: No Light Has Ever Seen the Black Universe. Nell’oscurità si rivela la vera luce. Che cos’è il Nero nella Black Metal Theory? Il nero di black metal theory è sia il nero di black metal che il nero nello spazio tra metal e teoria. Nel primo senso, il concetto di nero ha tante varie dimensioni che non posso sviluppare qui (vide Eugene Thacker, “Three Questions on Demonology,” in Hideous Gnosis; Scott Wilson, “Introduction to Melancology,” Drew Daniel, “Corpsepaint as Necro-Minstrelsy, or Towards the Re-Occultation of Black Blood,” e Aspasia Stephanou, “Black Sun,” in Melancology). Nel senso secondo, nero significa soprattutto il ‘colore’ di visione, nel significato completo (corporale, immaginativo, e intellettuale) che si applica ugualmente all’esperienza di musica e alla contemplazione. La visione/teoria è nera a causa del fatto che il nero è il colore che vedo quando non c’è nulla da vedere, dove l’unica cosa da vedere è il fatto di vedere. La visione corporale, e la percezione sensibile in genere, è nera nel senso che non vedo cose ma oggetti, qualcosa che la mia visione non può penetrare. La visione immaginativa e nera nel senso che non vedo qualcosa ma la sua immagine, una rappresentazione nella memoria. E la visione intellettuale è nera nel senso che tocca al massimo l’essenza di qualcosa, ma non la sua realtà stessa. Così dice François Laruelle nel testo Du noir univers, “Un noir phénoménal remplit entièrement l’essence de l’homme.” E come dice Emil M. Cioran, vedere le cose in nero significa vedere da oltre la sfera di essere: “If we see things black, it is because we weigh them in the dark…They cannot adapt to life because they have not been thought with a view to life….We are beyond all human calculation, beyond any notion of salvation or perdition, of being or non-being, we are in a particular silence, a superior modality of the void.” In ogni direzione, in ogni dimensione, vedo nero perchè dovunque guardo, mi trovo davanti ai limiti della visione, e, come un riflesso speculare senza nulla essere riflesso, l’oscurità di me stesso, i limiti neri di questo sogno reale che si chiama la vita. Ma questo nero, quest’orizzonte oscuro e onnipresente, è anche la cosa più bella del mondo. Come brutto sarebbe tutto se tutto quello che vedo fosse tutto quello che c’è. “Nigra sum sed formosa” (Cantico dei Cantichi 1:4). E quindi quest’oscurità è stata identificata come l’immagine divina nel medioevo. Dice Eriugena, “the Divine likeness in the human mind is most

4

Nicola Masciandaro. “Theoria e praxis del Black Metal.” Interview with Fabio Selvafiorita for L’Intellettuale Dissidente. 2015.

clearly discerned when it is only known that it is, and not known what it is . . . what it is is denied in it [negatur in ea quid esse], and only that it is is affirmed.” In altre parole, la bellezza nera della visone è il misterioso fatto di visione per sé, l’invisibilità oscura che è. Qui troviamo l’immanenza radicale del divino e/o l’ordinarietà assoluta della realtà mistica, nel senso che la nostra cecità stessa, se veramente vista, è l’illuminazione di ciò che non può essere visto, almeno senza morire a se stessi, “perché nessun uomo può vedermi e restare vivo” (Esodo 33:20). Come spiega Bonaventura, “Abituato alle oscurità degli enti e fantasmi sensibili, quando fissa lo sguardo sulla luce del sommo essere, gli sembra di non vedere nulla. Non comprende infatti che quella stessa oscurità è la prima luce della nostra intelligenza: proprio come quando l’occhio vede solo la luce ha l’impressione di non vedere nulla.” Il nero trovato nello spazio tra metal e teoria non è diverso da questo nero universale. Black metal theory è solo una nuova modalità per vederlo. Più specificamente, il nero di black metal theory è il nero che uno vede quando prova di capire e toccare chiaramente nel proprio essere tutto ciò che sente dentro l’esperienza di black metal. Da questa prospettiva, lo scopo di black metal theory è di vedere, faccia a faccia, ciò che la musica sa. Ma visto che la realizzazione di questo scopo richiede una teoria in cui qualcos’altro che se stessi vede, black metal theory rappresenta per forza una visione che passa attraverso la morte spirituale. Così il prossimo simposio che ho co-organizzato per questa primavera a St. Vitus Bar si chiama Mors Mystica.

7-C’è una possibile continuità tra la nigredo, l’immaginazione negativa e il pessimismo cosmico? Sì, certo. Nei miei scritti, mi sono occupato di queste tematiche riguardo alla natura di abitudine e all’oscurità della Crocifissione come avvenimento della materialità cosmica di dolore mistico. Vide i saggi “Come Cosa Che Cada: Habit and Cataclysm, or, Exploding Plasticity,” in French Theory Today (2011) e “Paradisical Pessimism: On the Crucifixion Darkness and the Cosmic Materiality of Sorrow,” in Qui Parle (2014). Nel primo esploro la virtù e l’etica, nel senso classico di divenire spirituale, come un processo di marcire. Come molte tradizioni hanno affermato, lo scopo della vita è di pulire e scoprire lo specchio dell’anima per renderla capace di realizzare la realtà infinita. Lo specchio, la coscienza umana individualizzata, è già fatta, ora e per sempre, per noi che— per qualche spontaneità inconcepibile—realmente esistiamo in questo strano universo come noi stessi. Il lavoro che resta è solo per eliminare le impressioni (materiali, sottili, e mentali) da questo specchio nero. Secondo Pseudo-Dionisio, questo processo si chiama aphaeresis, ed è paragonato alla scultura. Ma se sei tu che sta dormendo dentro il marmo di spaziotempo, come si fa gestire il martello e scalpello? Bisogna una forza delicatamente distruttiva che può operare anche dentro il marmo. Sviluppando quest’idea, sostengo che la conversione di Sant’Agostino è modellata sulla tortura etrusca, citata da Aristotele e Virgilio e anche Agostino, in cui una persona è stata legata faccia a faccia a un cadavere fino alla morte dalla putrefazione. (Vide Reza Negarestani, “La sposa cadavere. Pensando con la nigredo,” trad. Vincenzo Cuomo, in Kaiak. A Philosophical Journey). Come Lazzaro, la risurrezione spirituale è preparata da un periodo di autoputrefazione, il marcire di se stesso, nel senso dell’identità personale corruttibile. Scrive

5

Nicola Masciandaro. “Theoria e praxis del Black Metal.” Interview with Fabio Selvafiorita for L’Intellettuale Dissidente. 2015.

Agostino, “E tu, Signore . . . mi facevi ripiegare su me stesso, togliendomi da dietro al mio dorso, ove mi ero rifugiato per non guardarmi, e ponendomi davanti alla mia faccia, affinché vedessi quanto era deforme, quanto storpio e sordido, coperto di macchie e piaghe. Visione orrida; ma dove fuggire lungi da me?” Black metal, specialmente mediante la practica simbolica di trucco cadaverico, da espressione allo stesso processo apparentemente impossibile e inevitabile. Nel secondo saggio, esploro la dimensione mistica del pessimismo cosmico mediante la tradizione di esegesi dell’oscurità della Crocifissione. L’idea qui è che il pessimismo funziona come un misticismo inverso e dunque ci porta all’orrore paradisiaco, caratterizzato dalla conoscenza che il buio di questo cosmo è il buio di se stesso e che il dolore si è creato con l’universo. Contro Lovecraft ed altri pessimisti materialisti, sostengo che le emozioni umane hanno un significato cosmico, un significato sia migliore sia peggiore. In breve, tutto è colpa tua, ma tu non sei tu. Qui ancora ci sono connessioni importanti a black metal, in paticolare ai generi di cosmic/space black metal e depressive suicidal black metal. Cfr. Mütiilation’s Sorrow Galaxies (2007) e Nihil, Cosmic Pessimism (2015). Riguardo a queste idee in genere, due pensatori importanti sono Eugene Thacker e Dylan Trigg, entrambi i quali trattano di black metal. In fine, riguardo alla immaginazione negativa, posso dire che la continuità indicata nella domanda è semplicemente parte della continuità nel cuore nero di metal, cioè, la non-differenza fra la negazione di Dio in tutte le cose e la negazione di tutte le cose come non-Dio.

8-Cos’è il Bergmetal? Bergmetal è un nome per il genere di metal che suona e sogna le montagne e temi alpini. Il genere non è molto consosciuto, però è manifesto che esiste da lungo tempo. Vide Lieut. Nab Saheb of Kashmir & Denys X. Abaris, O.S.L., Bergmetal: Oro-Emblems of the Musical Beyond (2014). Il libro triangola le montagne, il misticismo, ed il metal, sviluppando il pensiero di John Ruskin, Julius Evola ed altri in un modo commentario che trovo molto interessante, specialmente perché fin dall’adolescenza sono stato appassionato rocciatore. L’esperienza e la disciplina necessarie nell’arrampicata su roccia, l’intersezione del movimento difficile con la bellezza naturale mi hanno sempre insegnato a perseguire l’ideale di una integrazione fra la conoscenza e il fare.

6

Lihat lebih banyak...

Comentários

Copyright © 2017 DADOSPDF Inc.