Tra mente e cultura: a colloquio con Jesse Prinz

May 25, 2017 | Autor: Carla Bagnoli | Categoria: Emotion, Philosophy of Mind, Ethics
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Mente e cultura: a colloquio con Jesse Prinz

di Carla Bagnoli


"Mi interessa il modo in cui la cultura influenza il pensiero, i sentimenti e il comportamento. Recentemente mi sono occupato dell'emozione poco studiata della meraviglia, e del modo in cui gli artisti usano strategie differenti per indurre questa emozione: templi maestosi, affreschi stupefacenti, miniature, astrazioni inquietanti o un poetico minimalismo. Credo che tutte le tradizioni abbiano cercato di suscitare meraviglia e che proprio questo metta in relazione l'arte alla scienza e alla religione, le pratiche più peculiari agli esseri umani." In Works of Wonder: The Psychology and Ontology of Art (per Oxford University Press), Jesse Prinz, Distinguished Professor of Philosophy alla CUNY, si avvicina all'ontologia dell'arte attraverso lo studio di un'emozione, la meraviglia. Questa scelta metodologica caratterizza tutto il suo lavoro filosofico, che poggia su una solida base sperimentale.
"Fino a poco tempo fa, mi ero concentrato sulla relazione tra la morale e le emozioni. L'idea di base è che i valori morali si acquisiscono attraverso un condizionamento emotivo. Quando diciamo che uccidere è sbagliato, stiamo esprimendo sentimenti negativi verso l'uccidere. Se non avessimo emozioni saremo indifferenti. Le emozioni ci mettono in grado di avere il senso del giusto e dell'ingiusto, ci motivano a comportarci in conformità ai valori. Per esempio, uccidere una persona ci espone ad una vergogna insopportabile e ci fa disprezzare dagli altri. Questi valori variano secondo la cultura. Alcuni valori sono largamente condivisi perché sono necessari per la stabilità sociale, ma ogni società ha le sue proprie versioni: abbiamo convinzioni diverse riguardo all'aborto, all'infanticidio, all'eutanasia, al terrorismo e all'uccisione di civili in guerra. Ora penso che le emozioni sono centrali rispetto a tutti i nostri valori e che i valori hanno un ruolo in ciascun aspetto della vita umana. Dunque, la lezione a proposito della cultura e della morale si applica anche alle preferenze artistiche, alle idee su cosa rende una mente instabile e perfino a ciò che qualifica una buona teoria scientifica."
Scrittore prolifico, Prinz ha in cantiere un secondo libro sulla morale, Morality and the Self. "Insieme ai miei collaboratori, ho ottenuto molti dati che dimostrano quanto i valori morali siano importanti per l'identità personale. I filosofi solitamente ritengono che le persone identificano con le loro memorie autobiografiche, la personalità e la capacità di controllare l'azione. Abbiamo scoperto che nessuna di queste dimensioni del sé è altrettanto importante della morale. La maggior parte delle persone pensa che i valori siano l'espressione più vera di ciò che siamo e che, se questi valori cambiassero, non saremo più gli stessi. Questo ha un impatto significativo sulla vita sociale."
L'approccio di Prinz alle emozioni e ai valori ha conseguenze importanti dal punto di vista ontologico. "Si potrebbe dire che la cultura condiziona le nostre emozioni e le emozioni influenzano il modo in cui organizziamo il mondo. Non ci sono categorie neutrali. Vediamo cose buone o cattive, belle o brutte, utili o inutili, e così via. Facciamo uso di questi confini valutativi per suddividere il mondo." Lo status di queste divisioni è il tema di un altro libro in preparazione, Psychontology, un argomento a favore del costruttivismo. "Il termine si riferisce all'idea che il modo in cui classifichiamo e comprendiamo le cose è influenzato da fattori sociali. Non facciamo classificazioni semplicemente basandoci su confini naturali; piuttosto, imponiamo strutture e significati che esprimono valori sociali e sono orientati secondo certi scopi. Questo è ovvio in alcuni casi, come il genere: i ruoli associati agli uomini e alle donne sono differenti nelle diverse parti del mondo, e anche la divisione binaria è, in qualche senso, innaturale. Il mio argomento è che tutte le categorie sono costruzioni sociali. Questo include le categorie per classificare esseri umani, come 'genere', 'razza', 'malattia mentale' e le categorie usate nelle scienze 'specie', 'gene', 'vita'. Per esempio se guardiamo alla tavola periodica degli elementi, scopriamo che potrebbe essere ordinata in modo molto diverso, potrebbe includere isotopi e ioni, potrebbe essere organizzata secondo il peso atomico, e via di seguito. Gli elementi sono in un certo senso una finzione scientifica, poiché non si trovano mai in isolamento e cambiano struttura quando sono combinati. Il mondo reale esiste, naturalmente, ma ci sono molti modi diversi di organizzarlo e comprenderlo. Non c'è un modo unico e corretto per scegliere; le scelte riflettono i nostri valori."
E tuttavia, secondo Prinz, il riconoscimento della natura sociale di queste divisioni non contrasta con un senso robusto di realtà. "Queste idee sulla costruzione sociale e sul relativismo culturale sono spesso contrastate con la credenza nella 'realtà' e nella 'verità'. Molti presumono che la pratica scientifica presupponga nozioni di realtà e verità fisse, e questo ha condotto a divisioni profonde. Uno dei miei obiettivi è mostrare che si tratta di una contrapposizione spuria. La scienza non è contrapposta alla costruzione sociale e al relativismo. Al contrario ritengo che la scienza offra una delle prove migliori di queste idee e che tragga profitto dal fatto che è condotta da valori. Dunque intendo difendere un costruttivismo sociale informato dalla scienza. Allo stesso tempo, questa teoria della scienza richiede che riconosciamo alcune forme di pregiudizio che esiste nella pratica scientifica. La scienza può essere sessista, razzista e classista. Una volta riconosciuto che la scienza impone un ordine, piuttosto che scoprire verità assolute, dobbiamo vigilare che non generi ingiustizie. La soluzione non è rifiutare la scienza, come alcuni costruttivisti raccomandano. Possiamo usare la scienza per studiare i valori; e usare i valori per studiare la scienza." Anziché disconoscere l'importanza di criteri di correttezza, Prinz ci ricorda quanto sia centrale nella pratica scientifica come in altre pratiche valutative, la responsabilità della scelta.




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