Urbanistica e contrade: Ceto, Nadro, Cimbergo e Paspardo dall’Ottocento a oggi

June 23, 2017 | Autor: Luca Giarelli | Categoria: Alpine history, Urbanism, Toponymy, Historical toponomy, Valcamonica, Valle Camonica, Ceto, Valle Camonica, Ceto
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Luca Giarelli*

Urbanistica e contrade: Ceto, Nadro, Cimbergo e Paspardo dall’Ottocento a oggi *Ricercatore indipendente e-mail: [email protected]

Nell’ultimo secolo l’aumento demografico della popolazione della Valle Camonica, aiutato da una maggiore disponibilità economica e dai benefici della tecnica legati alla società contemporanea, ha portato ad un marcato ampliamento dei centri abitati grazie alla costruzione di nuovi edifici in porzioni di territorio precedentemente adibite ad altro uso. Attraverso le più antiche fotografie del paesaggio o l’intervista ai membri più anziani delle comunità è possibile ottenere qualche descrizione dei centri urbani all’inizio del XX secolo, limite ante quem sia per strumentazioni tecniche, sia per memoria degli abitanti, è impossibile risalire. A venire in soccorso dello studio scientifico dei centri storici e della toponomastica si è ormai consolidato l’esame sistematico degli Archivi di Stato di Brescia e Milano, dove sono conservate le più antiche cartografie dettagliate dei paesi della Valle Camonica, elaborate a partire dai primi anni dell’Ottocento a corredo dei catasti, ovvero a scopi prettamente fiscali1.

Lo spoglio dei numerosi dati raccolti in queste prime campagne di rilevazioni, in particolare quelle svoltesi in epoca Napoleonica e durante il Regno Lombardo-Veneto, consentono di recuperare preziose informazioni utili a ricostruire sia il paesaggio, sia l’antica percezione del territorio. Uno dei dati più interessanti per gli studiosi è sicuramente la precisa indicazione toponomastica del territorio: questa denominazione, sempre presente negli estimi descrittivi antichi per localizzare le proprietà, divenne superflua solo con l’adozione della cartografia territoriale a fine Ottocento2. Proprio in questo lasso di tempo si inseriscono i catasti Napoleonico e Lombardo-Veneto, che fungono da transizione tra il sistema precedente e quello moderno. Il lavoro più antico, sebbene incompiuto per le vicende politiche, spetta al catasto Napoleonico, ma è in quello Lombardo-Veneto, pubblicato nel 1853 per il Dipartimento del Serio, che si ha una pubblicazione più completa e riveduta della documentazione. 11

AR 2014 - Annali della Riserva naturale Incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo

Obbiettivo di questo contributo è, partendo dal catasto LombardoVeneto, illustrare i centri storici dei quattro paesi che compongono i comuni della Riserva naturale Incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, ponendo a confronto l’urbanistica attuale degli abitati con quella di metà Ottocento3, evidenziando contestualmente la viabilità e gli antichi toponimi di contrada4.

Ceto Ceto è il paese più meridionale della Riserva. Sorge su un poggio rivolto a sud-ovest a circa 450 metri s.l.m5. L’abitato è attraversato da nord a sud dalla via Marconi: la strada moderna, pur percorrendo nel tratto meridionale il medesimo tracciato di quella ottocentesca, all’altezza della Contrada Mezza villa ha modificato il percorso aprendosi la via tra le case dell’abitato in direzione della contrada scalas, dalla quale ha poi proseguito in direzione di Nadro. Nella cartografia Lombardo Veneta il tracciato seguiva l’attuale via Madre Guaini, risaliva verso la moderna Piazza 25 aprile e s’insinuava lungo via Vico, in cima alla quale, voltando a settentrione, si dirigeva alla volta della chiesa di San Faustino e Giovita, per poi riscendere verso Nadro oltrepassando il torrente Figna nei pressi dei mulini. La Fig.1 mostra come Ceto ha subito un'espansione dell’abitato molto limitata, rispetto agli paesi esaminati: gli edifici aggiunti negli ultimi centocinquant’anni - probabilmente a causa della morfologia del territorio - si sono concentrati soprattutto a settentrione, lungo la nuova via in direzione di Nadro, e nella parte orientale a monte di via Vico. 12

La Fig.2 illustra come il nucleo abitativo del centro storico era composto da almeno otto contrade: Lavello: il toponimo potrebbe indicare una fonte alla quale ci si recava per lavare o abbeverare le bestie6. Sinegus: termine incerto, riferimenti in letteratura7.

senza

Pozzo: toponimo tautologico, il nome è rimasto nell’indicazione della via attuale. Mezza villa: nome relativamente diffuso che indica genericamente il centro degli abitati (dal latino villa: villaggio, paese). Coltura: il toponimo rimane associato ancora oggi all’omonima via che conduce in direzione dei campi posizionati lungo la costa (anticamente vitata) a valle di Ceto. Scalas: ampia area che si estende verso nord, a valle della chiesa. Il nome potrebbe riferire all’antica conformazione “a scale” del terreno (da intendere forse "con terrazzamenti", oppure caratterizzato da un sentiero gradonato). Piazza: oggi piazza 25 aprile, nell’Ottocento indicava uno slargo nell’area settentrionale dell’abitato, comprendente anche la chiesa parrocchiale di Sant’Andrea. Vico: grande contrada nella parte più a monte di Ceto; il nome vicus indica "villaggio" e potrebbe rappresentare il più antico quartiere dell’abitato.

Paper for A.R. 2014 (unprinted - det. 21bis 1.08.2014). Published on Academia.edu

Fig.1. Ceto: in arancione l'area urbana e la rete viaria a metà Ottocento, in rosso gli edifici costruiti successivamente.

Fig.2. Ceto: le contrade indicate nel catasto Lombardo Veneto (a colori) con sovraimpressa la rete viaria attuale.

Luca Giarelli

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AR 2014 - Annali della Riserva naturale Incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo

Nadro Nadro, frazione del comune di Ceto, è localizzato più a settentrione del capoluogo, con il quale condivide la medesima altimetria. L’analisi della Fig.3 mostra subito la particolare conformazione bipolare dell’abitato: un nucleo localizzato a settentrione che ha il suo fulcro tra la torre e la chiesa, l’altro più distaccato e situato nei pressi del torrente Figna. Gli edifici di recente costruzione sono andati parzialmente a colmare il distacco delle due area, espandendosi in particolar modo verso il fondovalle. La Fig.4 riporta un centro storico composto da una dozzina di contrade: Al Mulino / Prato(-i) al Mulino: contrade che fanno riferimento ai mulini di Nadro, noti alle cronache per essere uno dei principali fattori di litigiosità con la soprastante comunità di Cimbergo. Essi si posizionavano lungo il torrente Figna e venivano alimentati da un vaso di derivazione delle acque. Medio / Costa del Medio: la contrada dà nome alla via odierna. Il toponimo è probabilmente legato alla voce latina medio: trovarsi nel mezzo, essere a metà. Colombaro: termine probabilmente dal latino columbarium che indicava la presenza di una colombaia per gli uccelli.

Crodobio: toponimo presente nella viabilità odierna, deriva dal latino quadrivium, incrocio di quattro vie, crocicchio. Cissini: termine senza riferimento in letteratura.

alcun

Pezzine: forse da “piscine”, toponimo più diffuso. Mezzavilla: come per Ceto, nome relativamente diffuso che indica genericamente il centro degli abitati. Pradolino: nome presente nella viabilità odierna nella variante Predolino, indicava un’area prativa. Voltazze: toponimo divenuto “Voltazzi” nella viabilità odierna, indicava nell’Ottocento solamente tre volte private che si estendevano sulla pubblica strada. Alla chiesa: situata tautologicamente nel medesimo luogo della chiesa parrocchiale dei santi Gervasio e Protasio. Piazza: località di contenute dimensioni posizionata alla oriente della chiesa parrocchiale e del campanile. Broli: dal latino medievale broilusbrolium, indicava zona con orti e frutteti.

Maffassoli: contrada defilata dalla via principale (via Piana) alla quale si accede attraverso un passaggio coperto. Il termine è riferibile all’attuale cognome "Maffessoli" diffuso nel comune di Capo di Ponte. Il nome della contrada è indicato anche con una scritta, ormai poco leggibile, dipinta sull’arco d’accesso. 14

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Fig.3. Nadro: in arancione l'area urbana e la rete viaria a metà Ottocento, in rosso gli edifici costruiti successivamente.

Fig.4. Nadro: le contrade indicate nel catasto Lombardo Veneto (a colori) con sovraimpressa la rete viaria attuale.

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Cimbergo Cimbergo è situato a circa 850 metri s.l.m, a monte di un vasto pianoro, disposto lungo una direttrice nordsud. La popolazione residente a inizio 2014 era di 560 persone, nel 1861 era di 869 unità. La Fig.5 riporta l’intrico di vie che raggiungevano Cimbergo nell’Ottocento. Nello specifico si segnalano le principali direttrici: verso valle le vie che partivano dalla contrada Casone e si dirigevano verso Ceto, Nadro e Capo di Ponte; verso monte attraverso la contrada Dazza in direzione di Paspardo. Risulta evidente l’assenza di un piano razionale di urbanistica che ha fatto sì che sorgessero nell’ultimo secolo e mezzo numerosissimi edifici nei dintorni del nucleo storico, in particolare lungo la Strada Provinciale 88. Significativo è constatare come l’aumento dei nuovi edifici sia stato compensato con un drastico calo dei residenti.

ipoteticamente associabile al nome “Carlo”. Codrobbio: come per Nadro, toponimo presente nella viabilità odierna, deriva dal latino quadrivium, incrocio di quattro vie, crocicchio. Mori: toponimo forse legato al dialettale mur / mor: albero di gelso9. Chiesa: area nei pressi della chiesa di Santa Maria, un tempo dedicata a San Martino. Piazza: località posizionata al centro dell’abitato alle spalle della parrocchiale. Moroline: nome legato al gelso.

probabilmente

Brolo: come per Nadro, dedicata a orti e frutteti.

area

Dazza / Dassa: toponimo relativamente diffuso, ma non ancora perfettamente identificato. La daza (o dasa) in dialetto locale è il ramo di abete10.

La Fig.6 elenca le dodici contrade storiche di Cimbergo: San Giovanni: area localizzata nei dintorni dell’omonima chiesa. Casone: toponimo presente anche nella viabilità attuale, riferibile ad sensum ad un grosso caseggiato ivi edificato. Dom: sebbene la letteratura segnala unanimemente duomo o cattedrale, difficilmente si può prendere in considerazione8. Pozzo di Zan: indicante pozzo di proprietà privata (forse di Zan, Zuan, Giovanni). Carlè: termine riferimento in 16

senza alcun letteratura, Paper for A.R. 2014 (unprinted - det. 21bis 1.08.2014). Published on Academia.edu

Fig.5. Cimbergo: in arancione l'area urbana e la rete viaria a metà Ottocento, in rosso gli edifici costruiti successivamente.

Fig.6. Cimbergo: le contrade indicate nel catasto Lombardo Veneto (a colori) con sovraimpressa la rete viaria attuale.

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AR 2014 - Annali della Riserva naturale Incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo

Paspardo Paspardo è il paese più a monte della Riserva, a circa 950 metri s.l.m. Oggigiorno è abitato da 630 abitanti; nel 1861 c’erano 615 residenti. La Fig.7 riprende solo la sezione meridionale dell’abitato odierno, focalizzandosi sul centro storico. Le nuove costruzione hanno più che triplicato le dimensioni del paese Ottocentesco: anche qui, come per Cimbergo si può notare come al moltiplicarsi dei nuovi edifici sia corrisposto un drastico calo dei residenti, che nel 1961 toccavano i 1.266 abitanti. Attualmente molte di queste abitazioni sono utilizzate come seconde case da turisti non residenti.

Alla fontana: nome tautologico che segnala una fonte ancora attiva. Rastello: dal dialetto locale restél, indicante barriera, steccato o cancello13. Scarolina: toponimo incerto,senza riferimenti in letteratura13. Albajola: forse legato al dialettale “Albiœl”, piccolo trugolo (vasca all’aperto utilizzata per lavare i panni o per contenere il mangiare dei porci14), oppure un composto comprendente il termine Ajal, carbonaia (presente anche nel vicino toponimo “Sotto l’Aiolo”)15. Alla Chiesa/Sotto alla chiesa: aree localizzate nei pressi della chiesa di San Gaudenzio.

Nella Fig.8 si possono distinguere una dozzina di contrade legate al vecchio centro storico: Croce: toponimo indicante un crocifisso posizionato lungo la strada. Via Martina: toponimo forse legato all’onomastica personale di una famiglia o di un eponimo11. Al portone: sineddoche descrittiva della contrada caratterizzata da un singolo elemento. Rac: toponimo incerto, riferimenti in letteratura12. Alla Piazza: dell’abitato

contrata

senza centrale

Martinazzoli: cognome diffuso a Paspardo: il toponimo indica probabilmente una serie di edifici che facevano capo a questa famiglia. Quadrobio: come per Nadro e Cimbergo, toponimo presente nella viabilità odierna, deriva dal latino quadrivium, incrocio di quattro vie, crocicchio. 18

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Fig.7. Paspardo: in arancion e l'area urbana e la rete viaria a metà Ottocento, in rosso gli edifici costruiti successivamente.

Fig.8. Paspardo: le contrade indicate nel catasto Lombardo Veneto (a colori) con sovraimpressa la rete viaria attuale. Luca Giarelli

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AR 2014 - Annali della Riserva naturale Incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo

Note

10

1

Precedentemente all’epoca napoleonica il sistema comunemente utilizzato per la valutazione dei beni dei contribuenti era l’estimo, un volume che raccoglieva la descrizione del patrimoni, ma senza alcuna cartografia di riferimento.

11

Per quanto riguarda la Valle Camonica le più antiche mappe territoriali integrali risultano essere lo schizzo di Leonardo Da Vinci, conservato a Windsor e risalente al 1510 circa (Royal Library, 12674), e la Mappa del corso del fiume Oglio nella Valle Camonica del XVI secolo (A.S. Brescia, Mappe Archivio Cigola, inv. 57, c. 49). Più antica, risalente almeno al 1470, ma limitata alla media valle, è la ricca Carta del territorio bresciano conservata a Modena (Biblioteca Estense, C.G.A. 8).

12 Difficilmente associabile al dialettale “Racolà”, taccolare, ciarlare, tenzonare (Pellizzari 1759, p. 236)

15

Melchiori 1817.

Le immagini sono state elaborate sovrapponendo digitalmente diversi layer: la Carta Tecnica Regionale (C.T.R.) della Regione Lombardia (scala 1:10.000), il nucleo abitato e la carta toponomastica rielaborate da Archimedia (on-line all’indirizzo http://www.atlantecamuno.it grazie al lavoro di Alberto Bianchi e Riccio Vangelisti) e provenienti dall’A.S. Brescia, Mappe Catastali Regno LombardoVeneto risalenti all’anno 1852 (inv. 27: Ceto, n. 2339; Nadro, n. 2553; Cimbergo, n. 2351; Paspardo, n. 2603).

16

Pellizzari 1759, p. 2.

2

3

Si precisa che i nomi riportati sono quelli registrati dai redattori catastali del periodo, ovvero denominazioni dialettali ottenute da informatori locali a loro volta volgarizzate e trascritte in linguaggio burocratico. Ove possibile cercherò di fornire un significato verosimile, anche facendo riferimento ai variegati dizionari in circolazione. 4

Il comune è composto dai tre nuclei di Ceto, Nadro e Badetto; la popolazione residente era a gennaio 2014 pari a 1.938 unità. Nel 1861 i residenti erano 968 (dati ISTAT). 5

Difficilmente riconducibile al significato di “lauél = acquasantiera” di Bignotti-De Marie (1999, p. 58). Oliveri segnala la voce lombarda “lavèll: pila“ (Olivieri 2001, p. 303). 6

Forse legato al latino sinus: “concavità, golfo”. Curioso segnalare il nome Singuen: “zingaro, spezie di gente, che gira come i cerretani” (Pellizzari 1759, p. 307). 7

Bignotti-De Marie 1999, p. 36.

Martina, Martinazzoli, entrambi i nomi legati a Martino, antico patrono della comunità di Cimbergo. “Martina” potrebbe essere anche un antico cognome di genere femminile come quelli diffusi a Nadro: Zana, Donina, Appolonia.

13

Pellizzari 1759, p. 248.

Difficilmente associabile al dialettale “Scarul”, Traversaria, specie di rete per pescare (Pellizzari 1759, p. 278).

14

Bibliografia Aa.vv., 1990, Dizionario di toponomastica- storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino. Bignotti G.M., De Marie S., 1999 Baià. Il dialetto di Cimbergo, Gianico (BS). Bontempi F., 2007, Storia del comune di Ceto e Nadro, Boario Terme (BS). Gnaga A., 1936, Vocabolario topografico-toponomastico, Brescia. Melchiori G.B., 1817, Vocabolario bresciano-

italiano, Brescia.

Olivieri D. 2001 Dizionario di toponomastica lombarda, Milano. Pellizzari B., 1759, Vocabolario bresciano e toscano compilato per facilitare a’ bresciani col mezzo della materna loro lingua il ritrovamento de’ vocaboli modi di dire e proverbi toscani a quella corrispondenti, Brescia. Dizionario Latino Olivetti

Melchiorri 1817. Bontempi riporta: “il termine Dom indica la trave portante della casa” (Bontempi 2007, p. 104). 8

9

Bignotti-De Marie 1999, p. 68.

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