Vecchie e nuove schede sull\'umanesimo mantovano, \"Res Publica Litterarum\", 35 (2012), pp. 80-121

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studies in the classical tradition

board of management - comitato direttivo guido arbizzoni, antonio carlini, louis godart, enrico malato, cecilia prete editor - direttore responsabile: piergiorgio parroni

ANNO XXXV XV DELLA NUOVA SERIE

In re publica litterarum liberi nos sumus

SALERNO EDITRICE • ROMA MMXII

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 462 del 9 ottobre 1998 L’annata viene stampata con un contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ISBN 978-88-8402-897-6

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VECCHIE E NUOVE SCHEDE SULL’UMANESIMO MANTOVANO* i. « Emptus Mantue, 1350, Iul. 6o ». Dal Plinio del Petrarca all’Inventarium di Francesco I Gonzaga (1407) La breve sosta mantovana del Petrarca, ricordata nelle Familiares, ix 9 e 10,1 appare scandita, come altre volte, dall’acquisto di un libro, il Plinio Par. Lat. 6802: il manoscritto fu postillato dal Petrarca e dal Boccaccio, nonché da un terzo « glosator ineptissimus » – cosí il Petrarca chiosando una di quelle postille – non ancora identificato.2 Come ebbe a scrivere lo stesso Billanovich: « L’enciclopedia ponderosa, e perciò costosa, della Storia naturale fu un testo veramente raro nel Trecento »;3 tanto basta per consegnarci l’immagine di una Mantova in cui, già nel Trecento, i manoscritti dei classici non dovessero essere merce poi cosí rara. Non lo era nemmeno Plinio se i Gonzaga, come appare da una lettera del 1371, conservavano anch’essi, nella propria biblioteca, un manoscritto della Storia naturale. Dalla corrispondenza gonzaghesca, e segnatamente di Ludovico, emergono altri disiecta membra che abbozzano un itinerario per la penetrazione dei classici in terra mantovana; vi si ricordano un Livio nel 1372 (che dovrebbe essere altro dal Livio in « lingua francigena » ricordato nel 1369),4 * Devo molte segnalazioni e precisazioni alla generosità di Andrea Canova, Stefano Martinelli Tempesta e David Speranzi, senza l’aiuto dei quali questo contributo si presenterebbe assai piú lacunoso. Con loro ringrazio anche Paolo Scattolin per la rilettura di alcuni passaggi. Con la sigla ASMn si intende Archivio di Stato di Mantova, con AG Archivio Gonzaga. 1. F. Petrarca, Le Familiari, Edizione critica per cura di V. Rossi, 4 voll., Firenze, Sansoni, 1968 (rist. an. dell’edizione del 1933-1942), ii pp. 238-41. 2. G. Billanovich, Nuovi autografi del Boccaccio, in Id., Petrarca e il primo umanesimo, Padova, Antenore, 1996, pp. 150-57, e ora anche i contributi di M. Baglio, « Attende et ad Cristum refer ». Bibbia e auctores sui codici classici di Petrarca, e di M. Petoletti, « Signa manus mee ». Percorso tra postille e opere di Francesco Petrarca, in L’antiche e le moderne carte. Studi in memoria di Giuseppe Billanovich, a cura di A. Manfredi e C.M. Monti, Roma-Padova, Antenore, 2007, pp. 41-86 e 451-97. 3. Billanovich, Nuovi autografi, cit., p. 152. 4. Su questo Livio il Meroni (Mostra dei codici gonzagheschi. La biblioteca dei Gonzaga da Luigi I ad Isabella. Biblioteca comunale, 18 settembre-10 ottobre, Catalogo a cura di U. Meroni, Mantova [stampa: Cuneo, Stabilimento tipografico editoriale], 1966, p. 42) ricorda le lettere del 1369 e del 1376, ma la Girolla (P. Girolla, La biblioteca di Francesco Gonzaga secondo l’inventario del 1407, in « Atti e mem. R. Accad. virgiliana di Mantova », xiii-xiv 1923, pp. 30-72, a p. 36) sembra intendere che la lettera del 1376 sia copia di quella del 1372 e dunque non dovrebbe fare riferimento al Livio in francese.

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