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May 28, 2017 | Autor: Mario Ierardi | Categoria: Archaeology, Storia Romana
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LA VIA SALARIA

Storia
Le origini della strada sono molto antiche: si ricollegano alle attività
legate al trasporto e al commercio del sale da cui la strada trasse il
nome. Tuttavia non solo la Salaria aveva questa funzione legata al
trasporto del sale, ma anche altre consolari svolsero attività analoghe:
l'Ostiense e la Portuense. La Salaria usciva dalle mura serviane da Porta
Collina, mentre superava le mura aureliane attraverso la Porta Salaria.
Durante la presa di Roma del 1870 la Porta Salaria fu danneggiata e
sostituita, nel 1873, da una nuova porta progettata dal Vespignani, che
venne poi demolita nel 1921. Tuttavia abbiamo testimonianza di un più
antico tracciato della Salaria che collegava Roma con Antemnae e la strada
usciva dall'Urbe attraverso la Porta Pinciana. (1)

Itinerario
Non lontani dal luogo dove era situata la [Porta Salaria] troviamo, in
via Piave, i resti di un sepolcro a dado, mentre un'altra tomba in
laterizio è visibile in via Pinciana all'interno di villa Borghese. Dalla
Salaria ci inoltriamo in via Romania, cioè seguendo il tracciato della
Salaria antica, per poi dirigerci verso via Paisiello dove sono presenti
gli importanti resti della [catacomba di Panfilo], ma anche di un altro
ipogeo anonimo. Non lontani da questa zona possiamo trovare, in via
Bertoloni, i resti della [catacomba di Bassilla o S. Ermete].
Ritornati a piazza Fiume prendiamo, invece , l'itinerario della
Salaria nuova. Sappiamo che in tutta la zona tra Corso Italia e via Po
esisteva una vasta necropoli di cui abbiamo scarsi avanzi, tra i quali
menzioniamo i resti di un colombario posto ad angolo tra via Po e via
Sgambati. Degno di attenzione, invece, è [l'ipogeo di via Livenza] ,
mentre poco più avanti incontriamo i resti dell'importante [sepolcro a
tumulo attribuito a M. Lucio Peto]. Inoltrandoci sulla Salaria
incontriamo le catacombe di [Massimo ( o S. Felicita)], [di Trasone (o
"ad Sanctum Saturninum")], [dei Giordani], [di via Anapo] e [di
Priscilla].
Proseguendo sulla Salaria giungiamo a [Forte Antenne (Antemnae).]
Antemnae era un'antica città del Lazio la cui storia si lega ad episodi
leggendari, come il fatto che fosse stata già conquistata da Romolo e che
alcuni episodi la legano al famoso ratto delle Sabine. (2). Dell'antico
sito laziale non ci rimane nulla, ma sappiamo che il toponimo deriva,
secondo Varrone, dalla sua posizione posta davanti all'Aniene (ante amnem =
davanti al fiume) (3).
Proseguendo sulla consolare giungiamo al [Ponte Salario] e oltre
l'Aniene alla [torre di ponte Salario] che comunemente viene chiamata
anche sepolcro di Mario . Inoltrandoci ancora sulla Salaria tra il IV e il
V miglio giungiamo ai colli di Villa Spada alla [Borgata Fidene (Fidenae)],
ai resti di alcune tombe rupesti e al sito di [Castel Giubileo] dove
possiamo trovare un casale fortificato di epoca medievale. Subito dopo il
Raccordo Anulare troviamo la [torre di Redicicoli] e l'altura di
Settebagni (Septem balnea) dove, probabilmente, esisteva una antica villa
romana. Lungo la collina di Settebagni sono state trovate numerose tombe.
(4). Superata questa zona una strada sulla destra ci porta verso la
collina della Marcigliana Vecchia dove è stato localizzato l'antico
insediamento latino di [Crustumerium] nella cui zona i Romani, in tempi
più recenti, subirono la disfatta sul fiume Allia per opera dei Galli di
Brenno (390 a.C.) (5). Non lontano da questa zona possiamo vedere la
[Torretta della Bufalotta.] Ripresa la Salaria e superando l'incrocio con
la via Nomentana troviamo, sulla destra, la [necropoli di Colle del Forno].
Proseguendo sulla Salaria, allontanandoci da Roma, giungiamo a Passo
Corese, e più avanti a Fara in Sabina e all'Abbazia di [Farfa].
Proseguendo molto oltre sulla Salaria giungiamo a [Rieti] (Reate), da dove
possiamo dirigerci verso varie località: in direzione del santuario
francescano di [Greccio], verso Ovest, o verso la zona turistica del
[Terminillo], posta a Nor-Est. , e di [Leonessa]. Non lontano dal
Terminillo incontriamo un altro santuario francescano: [Poggio Bustone].
Altri due santuari dedicati al Santo di Assisi si trovano vicini a
Rieti: [Fonte Colombo e il Santuario della Foresta]. Zone termali si
trovano alle Terme di Cotilia (Castel S. Angelo. Acque di tipo sulfureo),
Fonte Cottorella (Rieti. Acque di tipo oligominerali), Fonte Cannella
(Accumoli. Acque oligominerali), Antrodoco (acque sulfuree), Greccio (Fonte
Lupetta: sorgente di acqua minerale). Sono degne di rilievo la Riserva
Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile, la Riserva Naturale delle Montagne
della Duchessa, il Parco Regionale dei monti Lucretili (18.000 ettari),
nonché il Parco Naturale dei Monti Navegna e Monte Cervia. Castelli possono
trovarsi a Roccasinibalda, Collalto Sabino, Labro, Castel S. Pietro e
Castel S. Angelo. Da rilevare, infine, intorno a Rieti la presenza di
numerosi laghi: partendo da Nord e dirigendoci in senso orario incontriamo
il Lago di Ripa Sottile, il Lago Lungo, il Lago di Paterno, il Lago di
Canetra, il Lago di Rascino, il Lago di Cotilia, il Lago del Salto, il Lago
del Turano e il Lago di Ventina. Molto più lontano da Rieti si trovano il
Lago di Scandarello (villaggio della Conca e Amatrice) e della Duchessa
(tra il Monte Murolungo e il Morrone).
Da Rieti la Salaria prosegue verso Antrodoco (Interocrium), per poi
risalire verso Montereale, Amatrice e Accumoli. In seguito la strada esce
fuori dai confini del Lazio e si dirige verso Ascoli Piceno (Asculum) e il
Mare Adriatico.
(1) AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI ROMA-ASSESSORATO SPORT E TURISMO,
Via Salaria e via Nomentana, Roma, Bonsignori, 1996, vol. 10, pp. 10-16
(2) S. QUILICI GIGLI, Roma fuori le mura, Roma, Newton & Compton,
1986, p.252
(3) F. COARELLI, Italia centrale, Roma-Bari, Laterza, 1985, p. 253
(4) L.QUILICI, Le strade. Viabilità tra Roma e Lazio, Roma, Quasar,
1990 (volume 12° della collana promossa dal Museo della civiltà Romana), p.
70
(5) Ivi, pp. 70-71


[Porta Salaria]
L'antica porta Salaria attualmente non è più visibile perché demolita
nel 1871 per poi essere nuovamente ricostruita nel 1873. Successivamente fu
definitivamente smantellata nel 1921. Sul posto del sito originario della
porta si trova una targa inserita sul manto stradale di via Piave.


[Catacomba di Panfilo]
La catacomba trae il nome da un martire di probabile origine
africana. L'area cimiteriale si distribuisce su tre piani.


[Catacomba di Bassilla o S. Ermete]
Bassila fu una martire uccisa durante una delle persecuzioni di
Diocleziano, mentre S. Ermete fu un martire greco che venne ucciso nel III
sec. d.C.


[L'ipogeo di via Livenza]
Questo ipogeo fu scoperto nel 1923: Nel complesso vi erano molti
mosaici, in gran parte perduti, e pitture: Tra le rappresentazioni alcuni
hanno visto l'apostolo Pietro, che battezza un centurione, Diana che fugge
tra due cervi ed una figura femminile che accarezza un capriolo. L'ipogeo
risale alla seconda metà del IV sec. a.C e sembra che fosse utilizzato
come ninfeo o per la pratica dei culti misterici.


[Sepolcro a tumulo attribuito a M. Lucio Peto]
Il sepolcro risale alla fine del I sec. a.C: Fu realizzato da M.L
Peto, che era ancora vivente per raccogliere le sue spoglie e quelle della
sorella Lucilia Polla........(segue) S. Q. Gigli, p. 249


[Catacombe di Massimo ( o S. Felicita)]
Il nome di Massimo probabilmente si ricollega al proprietario del
Terreno, mentre Felicita fu una donna che subì il martirio insieme ai suoi
sette figli. Il papa Bonifacio I (418-422) decise di costruire una
basilica sulla tomba di Felicita. (Bon, p. 28)


[Catacombe di di Trasone (o "ad Sanctum Saturninum")]
Il cimitero deriva il nome dal probabile proprietario del terreno e
vi furono sepolti i coniugi Crisanto e Daria i quali furono vittime di
una persecuzione sotto Valeriano.


[Catacombe dei Giordani]
Nell'area cimiteriale erano sepolti diversi martire e i fratelli
Marziale e Vitale i quali erano figli di S. Felicita.


[Catacomba di di via Anapo]
L'area cimiteriale si sviluppa su due piani con affreschi di soggetto
cristiano (Noè con l'Arca, Daniele e i leoni, Cristo e gli apostoli, il
Buon Pastore)




[Catacomba di Priscilla]
In questa catacomba furono martirizzati diverse persone e vi furono
sepolti anche Filippo e Felice figli di S. Felicita. In questa catacomba
furono sepolti anche molti papi: Marcellino, Marcello, Silvestro, Siricio ,
Celestino e Vigilio.


[Forte Antenne (Antemnae)]
Nel 1878 fu costruito il Forte Antenne distruggendo un antico abitato
del latius vetus. Durante i lavorio di costruzione furono scoperti numerosi
reperti databili dal VII al V sec. a.C. Alcuni di questi ritrovamenti si
trovano nel Museo di Valle Giulia e nel Museo Nazionale Romano.

[Ponte Salario]
L'antico ponte Salario fu costruito dagli Etruschi, ma fu distrutto e
ricostruito più volte nel corso del tempo. Nell'ambito della storia di
Roma si tramanda che dal ponte Salario passarono le donne sabine che
subirono il famoso "ratto" e sembra che nel 367 il tribuno T.M. Torquato
sconfisse nei pressi del ponte il popolo dei Celti. Nel 547 il Salario,
come molti altri ponti, fu distrutto dai Goti di Totila e fu ricostruito in
travertino per opera di Narsete. Per ricordare questo evento il generale
di Giustiniano fece opporre due epigrafi sui parapetti del ponte dalle
quali si legge: "Narsete, uomo gloriosissimo dopo la vittoria gotica...
ristabilì la libertà dell'Urbe e di tutta l'Italia, restaurò il ponte di
via Salaria distrutto fino all'acqua da Totila crudelissimo tiranno e
ripulito l'alveo del fiume lo sistemò molto meglio di quanto fosse prima".
Nel 728 nei pressi di ponte Salario si svolse una battaglia tra le
truppe dell'esarca Paolo e i Longobardi e proprio in questo periodo fu
costruita una torre per difendere meglio il ponte. Quest'ultima fu poi
restaurata da Niccolò V (1447-1455). Nel 1046 il ponte fu devastato dagli
Ungheresi e dopo più di tre secoli fu teatro di una cruenta battaglia
combattuta tra i Bretoni e i Romani. Attualmente del ponte romano e dei
rifacimenti medioevali non ci rimane nulla perché fu prima distrutto dai
napoletani nel 1798 e poi dai francesi comandati dal generale Oudinot nel
1848 per ostacolare l'avanzata delle truppe garibaldine. In seguito il
ponte fu ricostruito, ma fu distrutto nuovamente dalle truppe pontificie
nel 1867 per ostacolare anche questa volta le truppe garibaldine che
avevano già occupato Monterotondo. Infine dopo il 1870 il ponte fu
nuovamente ricostruito e poi ampliato nel 1830 per sostenere il maggior
volume di traffico.

[Torre di Ponte Salario]
Si tratta di una torre medioevale a base quadrangolare nota anche come
sepolcro di Mario. Fu costruita su un basamento di un sepolcro romano.


[Borgata Fidene (Fidenae)]
La città di Fidene sorse, in base alle testimonianze archeologiche,
nel sec. XI a.C, sul colle di Villa Spada, in una posizione strategica in
quanto poteva controllare le vie commerciali con i Sabini, quelle tra
l'Etruria e l'Italia meridionale, nonché i traffici fluviali che avvenivano
lungo il Tevere. Prima della nascita di Roma la città era fiorente per la
fertilità del territorio (la zona era ricca di tufi di origine vulcanica,
ma anche facilmente irrigabile per la vicinanza al Tevere e ai vari fossi)
ma anche per le intense attività commerciali che erano favorite dalla sua
posizione strategica. La città era cinta da mura e nell'ambito del suo
territorio di influenza rientrava anche la zona di Montesacro (1). Il
contrasto tra Roma e Fidene durò per 400 anni, se vogliamo considerare
anche la tradizione leggendaria relativa al periodo monarchico. I Romani
attaccarono più volte la città con Romolo, Numa Pompilio, Tullio Ostilio e
con i Tarquini al fine di imporre il predominio romano in una zona che
costituiva un punto nevralgico dal punto di vista economico-strategico. In
particolare con la presa di Cenina (ponte Mammolo. Lungo la via Tiburtina),
del territorio di Ficulea (tra la Nomentana e il Grande raccordo Anulare),
di Crusterium (nel settore N-E della Salaria) e con le assegnazioni di
territori dell'agro di Fidene ai clienti della gens Claudia, - nonché con
la battaglia sul fiume Cremera - si era cercato , come ritenne il SOZI (2)
, di isolare e accerchiare la città di Fidene da Veio e dalle importanti
vie di comunicazione fluviali (Tevere) e terrestri (Via Salaria). Per
contrastare i Romani la città di Fidene si era alleata con l'etrusca Veio,
ma nel 474 a seguito dell'armistizio quarantennale tra Roma e Veio la città
di Fidene era stata occupata da una guarnigione romana. Nel 438 il pericolo
per Roma fu grande perché i Fidenati dopo aver cacciato la guarnigione
romana avevano stipulato una coalizione con Veieti e Falisci al fine di
formare un esercito in comune per contrastare la potenza romana in ascesa.
Con queste truppe, infatti, si erano spinti fin sotto le mura di Roma. I
Romani, tuttavia, non erano rimasti inoperosi: nel 438 venne inviato contro
Veio il console A.C. Cosso. Il generale romano dopo aver battuto l'esercito
etrusco issò la testa del re di Veio (Tolumnio) su una lancia e i
combattenti veienti e fidenati visto ciò si diedero alla fuga. Nell'anno
successivo i nuovi consoli, Malungineuse e Crasso, depredarono l'agro di
Fidene ed entrarono nel territorio di Falerii. Di li a poco, però, la città
di Fidene fu conquistata, saccheggiata e data alle fiamme dai romani (436-
435 a.C.). La città divenne un "municipium" di Roma e parte degli abitanti
cadde in schiavitù. Per ricostruire le mura ed alcuni edifici che erano
stati distrutti dopo l'incendio gallico, i Romani fecero affluire da Fidene
una grossa quantità di pietre di tufo. Con la caduta di Fidene l'Urbe
riuscì a porsi in una posizione favorevole nella lotta contro Veio.
(1) G. SOZI, Montesacro. Antico e nuovo, Roma, 1994, p. 35
(2) Ibidem



[Castel Giubileo]
Nel 1280 era di appartenenza del monastero di San Ciriaco e solo in
seguito il castrum venne chiamato Castel Giubileo perché forse venne
acquistato da Bonifacio VIII con i soldi ricavati dal Giubileo del 1300,
ma per altri perché venne posto sotto l'egida della famiglia Giubilei. Nel
1406 il castello venne assalito e occupato da Paolo Orsini e nel 1484 fu
saccheggiato da una banda armata. Dopo essere stato depredato il castello
entra in declino e viene progressivamente utilizzato per finalità agricole.
(1)
(1) M. QUERCIOLI, Città abbandonate del Lazio, Roma, Newton Compton,
1992, pp. 167-168


[Torre di Redicicoli]
Lasciata la Salaria e preso il raccordo anulare ci inoltriamo in via
dei Settebagni e dopo circa 1,4 Km si possono scorgere alcuni resti della
Torre di Redicicoli


[Crustumerium]
Nella zona del Parco della Marcigliana fu scoperto il sito di
Crustumerium, una della città più antiche del Lazio protostorico. Ancora
oggi le sue origini non sono del tutto chiare perché secondo Servio fu
dedotta dal popolo dei Siculi, mentre altri sostennero che fu fondata da
Alba Longa (Diodoro e Dioniso), dai Sabini (Plutarco) o dai Latini. Secondo
la tradizione leggendaria, del poema virgiliano, Crustumerium rientrava tra
le cinque città dedite alla costruzione delle armi che dovranno essere
usate dalle popolazioni dell'Italia centrale per combattere Enea: "Sulle
incudini cinque grandi città foggiano dardi, la forte Atìna, la superba
Tivoli, Crustumerio, Ardea e la turrita Antemna." (Eneide,VII, 629-631).
Infine la città entrò in conflitto anche con Romolo e sembra che fu
conquistata da quest'ultimo. Gli eventi successivi, storicamente più
attendibili, ci attestano che la zona del Crustuminus Ager (Agro di
Crustumerio) fu annessa nel 499 o nel 495 a.C. e ciò determinò che le tribù
salirono a 17 o a 21 dopo la creazione della nuova tribù Clustumina. Gli
scavi condotti negli anni Ottanta di questo secolo attestarono che i più
antichi reperti di Crustumerium risalivano all'età del bronzo e alla prima
età del ferro. Presso questa città, inoltre, furono ritrovati dei vasi
particolarmente interessanti per forma e tinte cromatiche. La presenza,
infatti, di figure pittoriche dalle colorazioni rosse rappresenta un evento
di particolare rarità. Alcuni di questi vasi recuperati dalle forze
dell'ordine - dopo che erano stati illegalmente trafugati - sono stati
esposti, unitamente ad altre opere, nella mostra che si è svolta a Castel
Sant'Angelo. Il Parco della Marcigliana è stata ascritto dal Comune di Roma
come "Parco ad interesse provinciale".

[Torretta della Bufalotta]
Nella zona posta a S-E di Crustumerium si erga la torretta della
Bufalotta. La torre è stata identificata con il casale di "Massa de
Vestiario" che nel secolo XI rientrava nelle proprietà dell'abbazia di
Farfa.


[Necropoli di Colle del Forno]
La Necropoli di Colle del Forno probabilmente faceva parte di Eretum.
L'area cimiteriale comprendeva 18 tombe a camera con loculi chiusi da
tegole. La datazione delle tombe risale al VII- III sec. a.C.
Probabilmente per quanto riguarda le sepolture maschili ci troviamo in
presenza di guerrieri, perché sono state trovate numerose armi.


[Farfa]
Storia
L'Abbazia di Farfa è uno dei monumenti più significativi del Medioevo
europeo. Fu patrocinata da Carlo Magno e possedeva vasti territori. Gli
scavi archeologici sul posto hanno rilevato la presenza di strutture
risalenti all'epoca romana sotto l'attuale Badia. Agli inizi del VIII
secolo il monastero entra sotto la protezione del Duca di Spoleto
Faroaldo II. Nel 774 l'abbate Probato che governava l'Abbazia si
schiera dalla parte dei Franchi nella guerra che quest'ultimi stavano
compiendo contro i Longobardi. Nel 775 Carlo Magno concede a Farfa
l'autonomia da ogni potere civile o religioso. Tuttavia l'Abbazia pur
essendo svincolata al controllo pontificio rimaneva molto vicina alla S.
Sede.
Da questo momento cresce la potenza e la ricchezza dell'Abbazia
divenendo uno dei centri più famosi dell'Europa medioevale. La decadenza
dell'Impero carolingio e la penetrazione dei Saraceni segnarono l'inizio
della decadenza di Farfa. I monaci divisero i tesori in tre parti e si
diressero verso tre località, mentre l'Abbazia venne conquistata ed
incendiata. Ai tempi di Berardo I (1047-1089) l'Abbazia si schiero contro
i Papi sostenendo Enrico IV. In questo periodo l'Abbazia possedeva numerosi
territori, ma con il concordato di Worms (1122) l'Abbazia passa sotto il
controllo pontificio ed inizia la sua decadenza. Con gli Orsini fu
costruita la chiesa odierna che ottenne la consacrazione nel 1496. Nel 1798
Farfa venne depredata dai Francesi e nel 1861 venne confiscata dallo Stato.
Dal 1921 la chiesa divenne possedimento della comunità benedettina di S.
Paolo fuori le mura.


Architettura e pittura
Superato un portale romanico si entra in un cortile sullo sfondo nel
quale si perviene alla Chiesa Abbaziale, consacrata alla Vergine, che
risale al seconda metà del XV secolo. La chiesa si presenta a tre navate
che vengono divise da due file di colonne joniche. Nella parte centrale
del soffitto a cassettoni si intravede lo stemma degli Orsini. Sono
presenti inoltre pitture di soggetto biblico (giudizio Universale, Stori e
bibliche) e rappresentazioni della Vergine, della Crocifissione e le
immagini dei fondatori dell'Abbazia: San Tommaso di Morienna e San
Lorenzo Siro. Nelle vicinanze della porta sono stati trovati i resti di
un altare di epoca carolingia. Nell'atrio della cripta si conserva una
stupendo sarcofago di epoca romana (fine II sec. d.C.). Nel Chiostro
Longobardo e nel Chiostro grande si conservano sculture ed epigrafi di
epoca romana. Si deva menzionare, inoltre, l'importanza della biblioteca
dell' Abbazia che sulla fine del XI sec. divenne una delle più importanti
d'Europa. Da ricordare, infine, il museo dove sono conservati reperti
archeologici degli abitanti della Sabinia (resti necropoli di Colle del
Forno, Il Cippo di Curens), un cofanetto in avorio di epoca medioevale e
alcuni dipinti del XV-XVI secolo.



[Rieti] (Reate)
La Salaria raggiungeva Reate dopo aver superato il Fiume Velino in
corrispondenza di un ponte di epoca repubblicana, ora quasi del tutto
sommerso. Rieti è capoluogo di provincia ed è situata a 406 m
d'altitudine in un'ampia pianura circondata dai monti. La città si
trova in prossimità del fiume Velino che confluisce con il Salto. Fu
sede vescovile.
Il nucleo preesistente aveva pianta trapezoidale ed è cinto da mura
di epoca medievale. Ancora oggi possiamo rintracciare l'antico
insediamento nel tessuto urbanistico moderno. Sono stati localizzati il
foro, nell'attuale piazza Vittorio Emanuele, e notevoli resti di mura
romane con torrioni.
L'antico cardo e il decumanus maximus sono corrispondono alle attuali
via Roma-via Pennina e a via Cintia-via Garibaldi.
Nella città è presente un museo dove sono conservati i materiali
archeologici provenienti dalla zona.
Attualmente i quartieri moderni si sono estesi in ogni direzione,
soprattutto verso nord e a sud, oltre il Velino; verso est, lungo la Via
Salaria, è sorto il nucleo industriale di Villa Reatina.
L'industria reatina opera nel settore alimentare, cartario, tessile e
dei materiali da costruzione. Tuttavia una certa rilevanza assumono ancora
il commercio del bestiame e dei prodotti agricoli. Il terziario trova il
suo punto di forza nel turismo per la vicinanza dei conventi francescani
che sorgono intorno alla città (Greccio, Fonte Colombo, Santa Maria della
Foresta, San Giacomo di Poggio Bustone), ma anche per la vicinanza del
monte Terminillo rinomata località di di villeggiatura estiva ed
invernali.


Storia
Rieti (Reate) era la città principale dei Sabini sabine ed ottenne la
cittadinanza romana nel 268 a.C., dopo aver usufruito della civitas sine
suffragio (dal 290). Fu la patria di M. Terenzio Varrone e dell'imperatore
Vespasiano. Con i Longobardi Rieti faceva parte del ducato di Spoleto.
Dopo che si sottomise al papa Adriano I ( VIII sec.) durante le lotte
franco- longobarde la sua fedeltà alla chiesa fu confermata con Carlo
Magno. Nel IX sec. venne più volte devastata dai Saraceni e dall'esercito
normanno di Ruggero II che stava lottando con Innocenzo II per il
trono di Sicilia. Nel 1198 la città confermò la sua fedeltà alla Chiesa.
Nel 1241 fu devastata da Federico Il. Nella guerra degli Otto Santi (1375-
1378) che fu condotta da Firenze contro Gregorio XI Rieti parteggiò per
il pontefice. Nel dicembre 1799 i Francesi conseguirono una vittoria
contro reparti del regno di Napoli. Il 7 marzo 1821 le truppe napoletane di
G. Pepe furono sconfitte dagli Austriaci guidati dal generale J. M. von
Frimont.Dopo l'unità d'Italia Rieti era stata annessa all'Umbria come
capoluogo e solo dal 1923 divenne una provincia del Lazio.

Arte.
Degne di rilievo sono le testimonianze di epoca medioevale. Tra queste
menzioniamo le poderosa mura, le porte e le svariate torri (secc. XIII -
XIV). Degne da vedere sono il campanile, il portale e la cripta del duomo,
l'arco del Vescovo. Numerose sono le chiese che furono costruite su
strutture del XIV sec. seguendo un modello di tipo gotico e con un unica
navata . Alla fine del Rinascimento risalgono alcune importanti opere
come la superba loggia del palazzo del Governo (1596), il palazzo
Vecchiarelli e l'oratorio di San Bernardino. Al periodo barocco si
collocano la chiesa di Sant'Agnese e svariati rifacimenti del duomo, di
palazzi e di svariate altre chiese.


[Greccio]
Greccio si trova a 705 metri di altitudine. Il campanile della chiesa
parrocchiale di San Michele Arcangelo rappresenta quello che ci resta di
un antico torrione che faceva parte del castello di Grecce o Grezze di cui
ci sono pervenute notizie a partire dell' XI secolo. Il luogo più
rinomato rimane il Santuario del Presepe dove la notte del dicembre 1223
San Francesco fece rappresentare il Presepe utilizzando dei personaggi
viventi. Secondo un'antica leggenda il Santo stabilì che il luogo dove
sarebbe sorto il santuario sarebbe stato stabilito da un bambino che
avrebbe dovuto lanciare un tizzone acceso. Il tizzone venne lanciato dalla
porta del paese e colpì la parete del Monte sul quale ora si trova il
Santuario che fu costruito nella roccia. Nella grotta in cui San Francesco
nella notte di Natale del 1223 rievocò la nascita del redentore,
istituendo la tradizione del Presepe, fu costruita la Cappella di Santa
Lucia. Da quel momento Greccio divenne una località famosa in tutto il
mondo. Nella Cappella, al di sopra dell'altare, si trova un affresco
del 1409, attribuito al maestro di Narni, che rappresenta la natività di
Gesù. Sulla sinistra, invece, si colloca il Presepio di Greccio. Nel
Santuario, inoltre, si possono visitare il dormitorio dei frati e la
cella dove San Francesco usava dormire sopra la nuda roccia. Nelle
vicinanze si può vedere la vicina Chiesina che risale alla prima metà del
XIII secolo. Fu dedicata a San Francesco. Nella chiesina sono presenti
ancora le antiche sedie ligne del coro e il supporto mobile che sorregge
una lanterna che doveva illuminare il leggio dove era collocato il libro
dei canti. Al di sopra dell'altare si trova un un affresco del XIV secolo
che rappresenta il Santo che riceve da un angelo l'annuncio della
remissione dei peccati. Sopra questo affresco si trova un tondo del XVV
secolo, attribuito a Biagio di Antonio, dove sono raffigurati la madonna
con il Figlio.

[Terminillo]
Si tratta di un complesso di natura calcarea la cui cima più alta è
costituita dal Terminillo (2216 metri), mentre le altre due più basse sono
il Terminelletto (2108 metri) e il Terminelluccio (1868 metri). Si tratta
di una delle località più attrezzate per quanto riguarda il turismo
invernale con i suoi 40 Km di piste. Tra quest'ultime si segnalano quelle
facili e di media difficoltà per il fondo. Il Terminillo non è solo una
meta per gli sport invernali, ma in primavera ed estate si possono
intraprendere delle suggestive escursioni ambientali attraverso le faggete
ed osservando i numerosi esemplari di uccelli tra i quali lo sparviero,
il gufo reale, il picchio rosso, la poina ed alcuni esemplari di aquila
reale che nidificano sulle cime più elevate.


[Poggio Bustone]
Il paese sorge nel XII secolo. Degno di rilevanza è il Convento di San
Giacomo che fu fondato da San Francesco. La chiesa gotica (XIV secolo) è
dedicata a San Giacomo Maggiore ed è strutturata con un impianto a navata
unica. All'interno sono presenti dei dipinti del XVI secolo. Il convento
vero e proprio fu costruito in tre diverse fasi. Nel refettorio vi sono dei
dipinti del XVII secolo. Dalla piazza del convento si può risalire un
sentiero che conduce alla Grotta delle Rivelazione nel luogo in cui San
Francesco era solito pregare e dove ebbe la visione dell'Angelo che gli
assicurò la remissione di peccati.

[Leonessa]
Si tratta di una città medioevale posta sul versante che si colloca a nord-
est del Terminillo. Le sue origini risalgono al XIII secolo e fino al
1731 rientrò tra i possedimenti del feudo della famiglia Farnese. La
località è di grande interesse soprattutto per quanto riguarda il turismo
invernale e gli impianti sciistici ( si può usufruire degli impianti di
risalita del monte Tilia, 1776 metri), ma anche per le testimonianze
storiche ed architettoniche. Tra queste si segnala la Chiesa di San
Francesco. Al suo interno si conservano affreschi del XV secolo ed un
presepio in terracotta policroma che risale al XVI secolo. Nella cittadina
si svolgono numerose feste tra le quali ricordiamo La Messa della bambina
(6 gennaio), la festa della neve (III domenica di Marzo), il Palio del
Velluto (27-29 giugno), la festa della Madonna di Costantinopoli (luglio),
la fiera Franca (II domenica di luglio), la sagra della patata leonessana
(II domenica di ottobre) e la famosa celebrazione in onore di San Giuseppe
di Leonessa alla quale partecipano varie rappresentanze provenienti da
città del Lazio e dell'Abbruzzo.

[Fonte Colombo e il Santuario della Foresta]
Nel convento di Santa Maria de La Foresta fu ospitato San Francesco nel
1225 e probabilmente vi compose il famosissimo cantico delle Creature. In
quel periodo quando il Santo fu ospitato nella chiesa di S. Maria della
Foresta si verificò il miracolo della vigna: la folla si era recata in
massa per vedere il Santo ed aveva devastato le vigne, ma malgrado questa
distruzione il raccolto fu abbondantissimo e produsse un vino di ottima
qualità.
Anche nel convento di Fonte Colombo trovò ospitalità San Francesco e
vi dettò la Regola dell'Ordine. Il santuario si trova sopra di un colle
ricoperto da una fitta vegetazione.
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