Viagem no Brasil - Operaçao Maraçana

June 24, 2017 | Autor: Enrico Masi | Categoria: Sociology, Anthropology, Education, Critical Pedagogy, Cinema
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Viagem no Brasil - Operazione Maraçana Nascita di un Ambiente Storico, a sua volta considerato obbligatorio, e concepito in seguito alla Perimetrazione

Introduzione The Golden Temple, presentato in anteprima mondiale alle Giornate degli Autori – Venezia 2012, è un documentario di ricerca ambientato a Londra durante l'ultimo anno prima delle Olimpiadi. Percorrendo il perimetro del villaggio olimpico, nascono un film e un metodo di lavoro che il gruppo Caucaso ha portato avanti negli anni, un'esplorazione sistematica che diventa indagine filmica, con gli strumenti dell'antropologia visuale. Ora è il momento del Brasile, che nell'arco di due anni sta ospitando i Mondiali di calcio e Giochi Olimpici. La natura del film si appoggia su due ricerche, condotte dalla sociologa urbana Alessandra Maisani su Choque de Ordem nel 2009 e dal viaggio del regista Enrico Masi alla fine del 2013, nel corso del dottorato in Scienze Pedagogiche, per indagare sul tema della resistenza abitativa. A due anni di distanza la troupe ritorna sugli stessi luoghi per concludere un film documentario site specific sull'area Maraçana. Il nuovo viaggio avviene in contemporanea alle recenti accuse mosse dal Comitato Onu sui diritti dell'infanzia, secondo cui le forze dell'ordine sono direttamente coinvolte in un elevato numero di esecuzioni sommarie di bambini. Urgente Brasil affronta la questione della neutralizzazione, della perdita di autenticità, che il mega evento provoca sui territori nei quali arriva come una navicella spaziale, pronta ad utilizzare il meglio di ogni luogo, ad utilizzarne lo sfondo e il contesto, in questo caso tropicali, per mostrarsi al mondo in qualità di festa dei popoli, di manifestazione di felicità sempre più legata alla strategia del consumo e dell’intrattenimento globale.

Contesto Il Maraçana è lo stadio più grande del mondo. Il suo portato simbolico da un punto di vista sociale è immenso. L’architettura brutalista degli anni ’50, potrebbe rientrare nella dimensione delle grandi opere pubbliche post seconda guerra mondiale, in un decennio in cui il Brasile continuava ad aprirsi al mondo, ricevendo ancora flussi migratori importanti. Il quartiere circostante è definito dalla presenza di un altro complesso architettonico imponente, l’università statale di Rio de Janeiro, centro dei movimenti e propulsore di cultura. Dal lato opposto della stazione della metropolitana che collega il quartiere di Maraçanã con il centro di Rio, la favela della Mangueira sulla collina. Da un altro lato ancora, condomini degli anni ’50 e ’60, chiese evangeliche, colline brune di giungla e condor che sorvolano i palazzi. Sull’ultimo lato, ciò che resta di Aldeia Maraçanã. L’edificio, costruito nel 1862 in stile eclettico/coloniale di chiara influenza portoghese, venne convertito all’inizio del XX secolo grazie all’intervento del Maresciallo Rondon, diventando sede generale del controverso

Servizio di Protezione per gli Indigeni (SPI). Più tardi, nel 1953, grazie allo sforzo dell’antropologo Darci Ribeiro, mutò nuovamente in Museo della Cultura Indigena, ma abbandonato nel 1977. Nel 2006, il palazzo viene occupato da un gruppo di indigeni, che restituiscono il luogo alla sua funzione originaria: studiare, discutere e diffondere la conoscenza sulle culture indigene che abitano anche le metropoli del Brasile. L’esperienza di Aldeia Maraçanã è controversa, il palazzo rischia di essere demolito, anche per pressioni della FIFA, e l’occupazione viene rimossa violentemente in diverse occasioni nel corso del 2013, grazie ad azioni della polizia speciale anti sommossa Choque de Ordem. Nel marzo del 2013, una votazione della Camera Municipale di Rio de Janeiro conferma la difesa dell’edificio. Uno degli obiettivi è convertire ancora il palazzo, che si trova in posizione strategica rispetto ai vari ingressi al futuro stadio olimpico e alle infrastrutture già esistenti. L’approccio fenomenologico si lega ad una prospettiva teoretica che ha orizzonti più ampi, in cui l’osservazione e l’utilizzo dell’antropologia visuale si contaminano con il diario, e con la conoscenza diretta di alcuni personaggi chiave. In questo caso l’attenzione si focalizza su di un ambiente straordinario. Urgente Brasil è un’indagine tra gli archetipi e gli stereotipi della manifestazione di massa. Ci sono luoghi ordinari e luoghi straordinari, anche se si potrebbe obiettare che ogni spazio possiede un suo carattere peculiare e appunto extra-ordinario. La dinamica olimpica mette in atto un’operazione molto precisa: neutralizzare la resistenza, utilizzare come sfondo le caratteristiche precipue di ogni nazione ospitante, coinvolgere strategie urbanistiche egemoniche che coincidono con il conflitto urbano. Questo Documentario intende mostrare alcune di queste prassi durante il loro compiersi. Questo compimento è un momento estremamente delicato e talvolta quasi impercettibile, paragonabile alle mutazioni che avvengono nel mondo naturale. La città è proprio questo: un organismo che si muove e si nutre di energie già contenute al proprio interno, fagocitando parti di sé per attualizzarsi. Qualcuno subisce questa mutazione. Un classico della sociologia brasiliana è proprio la filosofia sviluppata da Paulo Freire nella propria opera Pedagogia do Oprimido. L’evidente ispirazione marxista del testo (pubblicato dall’autore in esilio nel 1968), intende sottolineare quanto sia necessaria la liberazione della voce delle popolazioni sottomesse che vivono in queste realtà metropolitane, o megalopolitane. Urgente Brasil tenta di riportare questi temi nel dibattito che si sviluppa in questo momento storico sulle sorti del pianeta.

Sulla Perimetrazione Il concetto di Perimetrazione è una precisa metodologia che si sviluppa grazie all'osservazione in profondità, attraverso un movimento spiralico di avvicinamento all'oggetto d'interesse. In questo caso si parla di un sistema complesso, il quale comprende uno stadio, una superstrada metropolitana, uno spazio convertito come l'antiguo museo do indio, una università federale, complessi residenziali di varie epoche e genere, e in generale un punto di smistamento cruciale nell'area nord della megalopoli di Rio de Janeiro. La

Perimetrazione (che può essere tradotta con Perimetration in inglese e con Perimetraçao in portoghese), coinvolge sensi differenti oltre alla vista, come ad esempio il suono, ma anche l'analisi semiotica di uno spazio complesso. Al momento di redigere quello che ogni antropologo o sociologo urbano chiamerebbe diario di campo, si vengono a sommare una serie di registrazioni multisensoriali, che costituiscono un possibile corpus filmico. Il FilmStrumento – o Cinema-Strumento - esiste in quanto testimonianza multipla, nella quale l'autore è agente attivo nella lettura e nella trasmissione del reale. Attuando in veste performativa la forma a spirale nel movimento di osservazione, lo sguardo si rivolge al di dentro, ma sopratutto al di fuori del punto d'irradiazione. Le energie che si espandono al di fuori producono ciò che viene discusso in accademia nel dibattito Centre / Periphery, che tanto incuriosisce le scienze sociali e i Cultural Studies. Queste energie si traducono in segni, stratificati e semoventi, che a loro volta si coagulano in alfabeti, per i quali utilizziamo cifrari già esistenti, o in alcuni casi ancora da in stato di decifrazione. Uno dei vari motivi che rendono straordinaria la compresenza di energie così diverse in questo luogo è il debutto di un paese come il Brasile, nella sua città di riferimento, nella sua capitale simbolica, di un evento globale della tarda post-modernità. Il Brasile vive oggi, con il secondo mandato della presidentessa Dilma, uno stato di stagnazione dell’Economia e il diffondersi di un pessimismo che alimenta l’ambiente storico della Crisi. I Giochi Olimpici si inseriscono in un quadro strategico che coinvolge l ’ economia nazionale brasiliana in maniera solo tangente, essendo orchestrato quasi interamente da forze transnazionali. La perimetrazione avviene in questo caso nell'ultimo anno prima del compimento dei giochi, a contatto con l'urgenza che appartiene ad un periodo così preciso, e così stretto e contingentato ad una scadenza, ad una commissione così imponente, una commissione che corrisponde ad un'agenda planetaria che non coinvolge soltanto il capitalismo economico, ma anche il progresso simbolico del quale sono spettatori vari miliardi di persone.

Sulla trilogia dei grandi eventi La trilogia dei grandi eventi parla della trasformazione dello Sport in mercato, o ancor meglio, in produzione della città. La città è un ambiente storico. Possiede caratteristiche precise che si trasmettono, energie che sorvolano geograficamente la sua estensione. La città è una materia sociale. La città è un bene pubblico, ma che viene vissuto in forme certamente intime e private. La trasformazione della città è qualcosa di inevitabile, e in questo processo si inserisce la dinamica del Grande Evento Sportivo, il cui esempio massimo è rappresentato dall’Olimpiade. Una trilogia non sarebbe nemmeno bastata ad affrontare un così vasto mondo di avvenimenti, ma è questo il primo lavoro dell’Autore: essere in grado di scegliere. La trilogia ha affrontato prima le Olimpiadi di Londra (2011-2012), per poi muoversi in Brasile dove avvenivano Mondiali di Calcio e Olimpiadi in successione (2014-2016). L’approccio alla struttura del racconto di questi primi due capitoli è simile alla metodologia di esplorazione; ritorna in entrambi i capitoli il personaggio protagonista, Mike Wells, ma il risultato di questi due primi episodi è molto diverso. Più scientifico e ingenuo il primo, più emozionale e coscientemente patetico, il secondo. Non si tratta di due film soltanto, ma di

una fase vissuta in qualità di raccoglitori essenziali, semi-nomadi a caccia di sussistenza, in cui la materia di questa sussistenza erano storie. Queste storie si sono coagulate in altri brevi film e instalazzioni laterali (Respect the Brutal, Sur les Jeux Olympiques, Quem Matou o Minotauro e Urgente Brasil) che rappresentano la complessità del tema trattato. Nella maturazione per il terzo capitolo si compie la metamorfosi finale. Verso la finzione, verso una scena ricreata, per veicolare il messaggio in forma diretta. Folgore è la storia di un giovane paracadutista, che ispirato dai valori dello Sport, tenta di raggiungere un apice durante l’esperienza di leva militare, fino a lanciarsi nel vuoto da un aereo. Lo Sport diventa Guerra, concretizzando in immagini la frase seminale di George Orwell: Sport is war minus the shooting, ed avvicinandosi a quell’universo di agonismo politico promosso dalla guerra fredda e tramandato al XXI secolo sotto forma di Mega Evento, sotto forma di agenda globale, spartizione del mercato dell’intrattenimento. Questo mercato utilizza lo Sport – un termine di origine francese, ma più arcaicamente derivato dal concetto di Porto, latino – come pretesto neutrale per giustificare l’immenso investimento. La trilogia dei grandi eventi si alimenta di un’energia che possedevo fin dall’infanzia, entrata a contatto con manifestazioni globali che ho attraversato. È un primo tentativo di lasciare un canzoniere della tarda post-modernità, un’epoca classica di opulenza e declino progressivo, in cui ho vissuto.

Enrico Masi Bologna Ottobre 2015

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