Vincoli / Constraints - Sensibilia 2

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Director: Tonino Griffero - Coordinator: Michele Di Monte - Executive Secretary: Manrica Rotili Advisory Board: Brunella Antomarini, Richard Bösel, Luca Bortolotti, Lucia Casellato, Alessia Cervini, Claudia Cieri Via, Barbara Continenza, Franco Delogu, Gianni Dessì, Maria Giuseppina Di Monte, Francesca Dragotto, Alessandro Ferrara, Saverio Forestiero, Elena Gagliasso, Giovanni Iorio Giannoli, Giulio Latini, Micaela Latini, Giovanni Matteucci, Andrea Mecacci, Carmela Morabito, Manuela Pallotto, Salvatore Patriarca, Isabella Pezzini, Giovanna Pinna, Giuseppe Pucci, Christoph Riedweg, Paolo Sanvito, Franciscu Sedda, Antonio Somaini, Francesco Sorce. Per informazioni: www.sensibilia.it – contatti: [email protected]

VINCOLI

MIMESIS

Volume pubblicato con il contributo dell’Università di Roma “Tor Vergata” e dell’Università di Bologna. Traduzioni di: Michele Di Monte (Jacob), Maria Giuseppina Di Monte (Saeverot), Silvia Pedone (Parret)

© 2009 – MIMESIS EDIZIONI (Milano – Udine) www.mimesisedizioni.it / www.mimesisbookshop.com Via Risorgimento, 33 – 20099 Sesto San Giovanni (MI) Telefono e fax: +39 02 89403935 E-mail: [email protected] Via Chiamparis, 94 – 33013 Gemona del Friuli (UD) E-mail: [email protected]

INDICE

Michele Di Monte e Manrica Rotili INTRODUZIONE

p.

7

Luca Bortolotti “MA È DEL SEICENTO!”. VINCOLI AUTORIALI, QUALITATIVI, CULTURALI: FISIOLOGIA E PARADOSSI DEL MERCATO (E DEL VALORE) DELL’ARTE ANTICA

p.

9

Alessia Cervini COMUNITÀ E VINCOLI: DA KANT AL PENSIERO CONTEMPORANEO

p.

31

Paolo D’Angelo I VINCOLI NELL’ARTE E L’ARTE DI NASCONDERLI

p.

47

Franco Delogu, Riccardo Brunetti e Carmela Morabito LA MUSICA E I VINCOLI COGNITIVI: QUALI CONFINI A FRUIZIONE E COMPOSIZIONE?

p.

65

(SUL SENSO DELL’ “ESTETICO”)

p.

85

Maria Giuseppina Di Monte QUANDO LA FORMA È IL CONTENUTO. RIFLESSIONI SULLA MINIMAL ART

p. 101

Michele Di Monte FAR(SI) PIACERE LA COSA GIUSTA. QUANTO È LIBERO L’APPREZZAMENTO DELL’ARTE?

p.

Alessandro Ferrara L’IDENTITÀ COME VINCOLO

p. 137

Elio Franzini LO SPIRITO DELLE LEGGI E LA RIFORMA DELL’UNIVERSITÀ

p. 159

Elena Gagliasso Luoni DAL DETERMINISMO AL VINCOLO: TRANSIZIONI EPISTEMICHE

p. 173

Fabrizio Desideri VINCOLI PERCETTIVI E ANTICIPAZIONI DI LIBERTÀ: PER UNA REVISIONE DEL MODELLO KANTIANO

115

Tonino Griffero VINCOLI SITUAZIONALI

p. 199

Domenica Fioredistella Iezzi LA VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA ESTERNA DEI CORSI UNIVERSITARI: PROBLEMI E PROSPETTIVE

p. 229

Pierre Jacob PORTATA E LIMITI DELLE TEORIE SENSORIMOTORIE DELLA PERCEZIONE VISIVA

p. 247

Micaela Latini IL VINCOLO DELL’ORIGINE NELLA LETTERATURA AUSTRIACA DEL SECONDO NOVECENTO. IL CASO THOMAS BERNHARD

p. 273

Diego Marconi SENZA VINCOLI? RELATIVISMI E VERITÀ

p. 289

Maria Vittoria Marini Clarelli IL MUSEO FRA VINCOLI E CONFLITTI I VINCOLI DELLA TECNICA (E DELLA REALTÀ).

p. 301

Giorgio Nisini SULLO STALLO TRAGICO DI PIRANDELLO

p. 313

Herman Parret LA MATERIA COME VINCOLO DELLA BELLEZZA: DA BAUMGARTEN AI ROMANTICI

p. 335

Giovanna Pinna IL VINCOLO ANTROPOMORFO. SULLA RAPPRESENTAZIONE DELLA FIGURA UMANA NELL’ESTETICA DI HEGEL

p. 355

Manrica Rotili AUTORIALISMO E VINCOLI: PERCHÉ L’AUTORE NON MUORE MAI

p. 369

Herner Saeverot VINCOLI EDUCATIVI. KAFKA, LA PEDAGOGIA E LA QUESTIONE DELLA SINGOLARITÀ

p. 385

Stefano Semplici LA RELIGIONE: QUALCOSA CHE CI “LEGA”

p. 401

Francesco Sorce VINCOLI DEL FORMALISMO. LA STORIA DELL’ARTE E IL PROBLEMA DELLA FORMA

p. 415

GLI AUTORI

p. 435

7

INTRODUZIONE

Il tema scelto per Sensibilia 2 – 2008 è “vincoli”, argomento che, secondo le prospettive cui si ispirano gli incontri del Colloquium, va inteso nelle sue molteplici declinazioni disciplinari: da un piano di riflessione più generale all’analisi di specifici domini di applicazione teorica e tecnica. Di qui la preferenza per il plurale. Obiettivo degli incontri di Sensibilia è infatti un confronto tra aree di ricerca diverse intorno a temi e problemi ampiamente trasversali. Ma soprattutto intorno a domande essenziali. Che cosa sono i vincoli? A cosa sono utili? Se ne può fare a meno? Quanto sono efficaci? In quali diversi modi la nozione di “vincolo” agisce ed assume rilevanza nei vari ambiti di riflessione teorica o elaborazione pratica, dalla logica all’estetica, dalla progettazione architettonica alla legislazione dei beni culturali, dalla percezione più o meno “ingenua” all’interpretazione artisticogiuridica, dalla pianificazione economica alla teoria politica della rappresentanza, dalla teoria dell’argomentazione all’epistemologia? Che differenza è riscontrabile tra vincoli costrittivi di tipo normativo (constraints) e vincoli “liberamente” autoimposti (self-binding)? Che rapporto sussiste tra vincoli strutturali o essenziali, di ordine biologico-naturalistico, e vincoli più o meno convenzionali, come quelli che vigono all’interno di intere collettività? Secondo quali differenti dinamiche i vincoli sono soggetti a evoluzione, sviluppo o, eventualmente, progresso? Quando si tratta di fenomeni fondativi ovvero di espedienti strumentali? Come e dove sono aggirabili o negoziabili? A partire da queste linee generali si dipanano percorsi diversi, in un movimento necessariamente reticolare, ma anche per questo fitto di incroci e di possibili ricadute e sconfinamenti. In primo piano emerge subito una problematica gnoseologica ed epistemologica – laddove i vincoli aletici limitano le pretese del relativismo epistemico (Marconi) o, per altro verso, concorrono a definire e ridefinire modelli scientifici in evoluzione non meno dei processi che indagano (Gagliasso). Ma centrale, come è ovvio per Sensibilia, è soprattutto la tematica estesiologica, variamente declinata: dal problema dei limiti fisico-cognitivi che determinano il nostro assetto percettivo, visivo (Jacob) o uditivo e persino più tecnicamente “musicale”

8

Sensibilia 2

(Brunetti/Delogu/Morabito), alla questione di una percezione più diffusa, rarefatta e “situazionale” (Griffero), sino all’indagine intorno all’interazione vincolata tra esperienza sensibile e costituzione di senso (Desideri). Largo spazio è pure accordato ai rapporti fra dimensione estetica e dimensione più propriamente artistica, che vengono esplorati a livelli diversi di particolarità. Ci si interroga infatti sulla spinosa e sempre attuale querelle intorno alle “regole” della creatività artistica (D’Angelo), e sulle restrizioni cui si va incontro, persino involontariamente, nel tentativo di costruire teorie dell’arte massimamente inclusive e “liberali” (M. Di Monte). D’obbligo anche la vexata quaestio degli obblighi formali (Sorce) e autoriali (Rotili) nella costituzione e ricezione delle opere. Ma non mancano neppure prospettive meno consuete, come quelle che affrontano la tematica dei vincoli, materiali, qualitativi e psicologici, nella instabile formazione e oscillazione del mercato dell’arte (Bortolotti) o nella definizione ancora più conflittuale delle politiche del museo come luogo pubblico dell’arte (Clarelli). Sul piano della riflessione storico-estetica ci si sofferma in particolare sulle pretese di una “materialità” negletta (soprattutto) nelle estetiche settecentesche (Parret) e sul vincolo antropomorfo nell’Estetica di Hegel (Pinna). Quanto alla storia dell’arte, si va dall’analisi del “riduzionismo” Minimalista (M. G. Di Monte), in ambito figurativo, ai casi biograficamente circostanziati di Bernhard (Latini) e Pirandello (Nisini), in ambito letterario. Sul versante filosofico-politico e sociale il tema dei vincoli, normativi, costrittivi, identitari, viene emergendo in tempi recenti con grande risalto, se non addirittura con urgenza. E proprio a tali questioni fondamentali ma controverse sono dedicati gli studi, in certo modo complementari, di Ferrara, sulla forza vincolante dell’esempio, e Semplici, sul legame della religione di fronte alla coscienza del limite, in un’epoca in cui più problematica appare la definizione e il riconoscimento di una coesione comunitaria effettivamente percepibile (Cervini). Ma in questa prospettiva non sono meno rilevanti i vincoli formativi, così come vengono prospettati e applicati dalle istituzioni deputate alla formazione e trasmissione del sapere, a livello “ideale” (Franzini), pur sempre in precario equilibrio tra qualitativo e quantitativo, e a livello tecnico-procedurale, con non poche difficoltà e persino contraddizioni (Iezzi), fino al piano concreto e immediato, e perciò stesso assai delicato, della relazione pedagogica (Saeverot). Una quantità di materiali, di spunti, di approfondimenti e di ulteriori prospettive molto cospicua, come si capisce, che può essere organizzata e attraversata secondo percorsi e “legami” diversi e diversamente funzionali. Ma a questo proposito gli unici vincoli imposti sono quelli con cui vorrà impegnarsi il lettore. I curatori

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