OFFICINA* Bimestrale on-line di architettura e tecnologia N.15 nov-dic 2016 ISSN 2384-9029 Rivista consultabile e scaricabile gratuitamente su : www.officina-artec.com/category/publications/officina-magazine ≥
DIRETTORE EDITORIALE
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:
Emilio Antoniol
Christian Bettin, Alice Brusa, Michele Cicala, Francesco Cerato, Tommaso De Paoli, Nicola Di Croce, Agnese Grigis, Francesca Luise, Laura Mazzei, Anna Merci, Massimo Mucci,
COMITATO EDITORIALE
Milena Giuseppina Murru, Chiara Oggioni, Marta Petteni, Alice Ranzini, Marianella Sclavi.
Valentina Covre Margherita Ferrari Francesca Guidolin Valentina Manfè Daria Petucco Chiara Trojetto
IMPAGINAZIONE GRAFICA Margherita Ferrari
REDAZIONE
TRADUZIONI
Paolo Borin
Anna Peron, Chiara Trojetto
Libreria MarcoPolo Carlo Zanchetta PROGETTO GRAFICO Valentina Covre Margherita Ferrari Chiara Trojetto
EDITORE Self-published by Associazione Culturale OFFICINA*
[email protected]
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale ≥ L’editore si solleva da ogni responsabilità in merito a violazioni da parte degli autori dei diritti di proprietà intelletuale relativi a testi e immagini pubblicati.
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ISSN 2384-9029
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nov-dic 2016
N.15 nov-dic 2016 in copertina: Talkins Hands immagine di Francesco Cerato*
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ESPLORARE Ferdinando Scianna. Il Ghetto di Venezia 500 anni dopo di Christian Bettin Ai Weiwei. Libero di Valentina Manfè Zaha Hadid. Grande retrospettiva a Venezia di Massimo Mucci
PROGETTO PARTECIPATO introduzione di Francesca Guidolin Saper ascoltare un territorio di Marianella Sclavi La partecipazione in un quartiere di edilizia pubblica di Alice Ranzini Storia del Ghetto di via Anelli di Tommaso De Paoli KAYMANTA Desde aquí di Agnese Grigis, Chiara Oggioni, Marta Petteni Cittadinanza, spazi e degrado di Milena Giuseppina Murru Quattro palme, tre galline e un po’ di umanità di Francesca Luise Il progetto G124 Marghera tra partecipazione e sussidiarietà di Nicola Di Croce, Laura Mazzei, Anna Merci
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IN PRODUZIONE Scambio di fiducia di Margherita Ferrari
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VOGLIO FARE L’ARCHITETTO Da spazi ordinari a luoghi concretamente straordinari di Alice Brusa
* È tattoer e graphic designer.
[email protected]
2 OFFICINA*
Guardare Lisboa a cura di Margherita Ferrari
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BIM NOTES An effective BIM di Michele Cicala MICROFONO ACCESO Kanz Architetti a cura di Emilio Antoniol
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CELLULOSA Are you familiar with this area? a cura dei Librai della Marcopolo
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(S)COMPOSIZIONE Imprevisti e probabilità di Emilio Antoniol
N.15 NOV-DIC 2016 3
ESPLORARE
© Luke Hayes
Ferdinando Scianna. Il Ghetto di Venezia 500 anni dopo
Ai Weiwei. Libero
Zaha Hadid. Grande retrospettiva a Venezia
26 agosto 2016 - 08 gennaio 2017 Casa dei Tre Oci, Venezia www.treoci.org ≥
23 settembre 2016 - 22 gennaio 2017 Palazzo Strozzi, Firenze www.palazzostrozzi.org/mostre/ aiweiwei ≥
Ferdinando Scianna ci accompagna per le vie
La prima grande retrospettiva dell’arti-
Ancora pochi giorni per vedere la grande
del Ghetto ebraico di Venezia con cinquan-
sta Ai Weiwei è in mostra presso Palazzo
mostra retrospettiva su Zaha Hadid a Ve-
ta scatti inediti, realizzati per celebrare i 500
Strozzi a Firenze fino al 22 gennaio 2017.
nezia, a Palazzo Franchetti. Per chi non
anni dalla sua fondazione.
Esperienza particolarmente inedita per i
l’avesse ancora visitata, è un’occasione da
Una serie di istantanee in bianco e nero di
visitatori che per la prima volta vedono il
non perdere per vedere i disegni, dipinti e
street photography ci faranno immergere nella
Palazzo utilizzato come uno spazio espo-
modelli originali di uno tra gli architetti più
vita contemporanea nel ghetto.
sitivo unico; l’esposizione inizia all’esterno
noti e discussi degli ultimi anni. La mostra è
Le calli e i canali di Venezia, il forte colpo
con un’installazione che muove le coscienze
davvero ricca di materiali, sia perché copre
d’occhio dei costumi ebraici contrapposti
attirando l’attenzione sul tema drammatico
l’intera carriera di Hadid, sia per la varietà e
alla presenza quotidiana dei turisti, i lati
dei migranti. Ai Weiwei è il più famoso artista
quantità dei pezzi esposti.
più nascosti del Ghetto e le feste tradizio-
cinese vivente diventato un simbolo della lotta
Nelle varie sale alcune opere paradigmati-
nali ebraiche sono i principali elementi che
per la libertà di espressione muovendosi tra at-
che sono ben distinte dalle altre, organizzate
Scianna ha deciso di immortalare attraverso
tivismo politico e ricerca artistica.
cronologicamente e divise in lavori iniziali
il suo obbiettivo.
Nelle sue opere emerge il doppio rapporto
e recenti. Due grandi temi sembrano emer-
Fino all’8 gennaio 2017 alla Casa dei Tre
con il proprio paese dato da un forte senso di
gere: l’influenza su Hadid dell’avanguardia
Oci sarà possibile affacciarsi a questa spe-
appartenenza, che emerge dai riferimenti alla
russa insieme alle sperimentazioni sulla
ciale finestra, aperta da Scianna sulla vita
storia cinese passata e presente, e da un senso
composizione per frammenti e l’impatto
nel Ghetto e assistere alla proiezione di un
di ribellione manifestato dalla modalità con cui
delle tecnologie digitali sull’architettura. Il
documentario in cui il fotografo, in prima
tratta i materiali delle sue opere.
primo tema è testimoniato dal grande di-
persona, spiega il suo famoso modo di con-
Per Ai Weiwei “Il valore assoluto da rispettare è
pinto Malevich’s Tektonic (1976-77) e da una
cepire lo scatto fotografico, tanto intrigan-
l’umanità, quello dell’essere umano. Ho il mas-
serie di quadri e disegni altrettanto imper-
te da garantirgli un posto nella prestigiosa
simo rispetto per chi cerca la libertà e un futuro
dibili, realizzati per progetti non costruiti,
agenzia Magnum.
per i propri figli, anche con prezzi e rischi assai
come il Peak Club di Hong Kong (1982-83)
elevati: sono gli eroi del nostro tempo”.
o la Cardiff Bay Opera House (1994-95), tema
di Christian Bettin
4 OFFICINA*
di Valentina Manfè
27 maggio 2016 – 27 novembre 2016 Palazzo Franchetti, Venezia www.fondazioneberengo.org/zaha-hadid-exhibition ≥
che trova infine il suo coronamento nella
prima realizzazione di Hadid, la Vitra Fire Station a Weil am Rhein, Germania (199093). Il secondo tema inizia con una esaustiva esposizione del progetto per il MAXXI di Roma (1998-2009), il primo sviluppato con tecniche di modellazione digitale, e prosegue con molti sorprendenti progetti recenti e in fase di realizzazione. Le forme fluide e dinamiche che si possono apprezzare osservando questa grande varietà di opere sono un invito a comprendere meglio il parametricist o generative design, di cui parlano Hadid e il suo partner Patrik Schumacher. La loro tenacia nel perseguire questa sperimentazione è manifestata nella realizzazione concreta degli edifici e dimostra come con la ricerca, che oggi conducono anche attraverso il Zaha Hadid Computation and Design group (ZH_CODE), si può arrivare alla formulazione di un nuovo linguaggio architettonico. I principi di continuità e transizione tra le parti che compongono l’involucro architettonico prendono il posto di simmetria e sistemi proporzionali, e conducono a una nuova idea di integrazione tra forma e spazio. L’argomento non è dei più semplici, ma l’esibizione è articolata con l’uso anche di molti modelli, fotografie, video-documentari e interviste, ed è completata da un esaustivo libro-catalogo.
di Massimo Mucci
N.15 NOV-DIC 2016 5 © Luke Hayes